Critica Sociale - anno XLI - n. 24 - 16 dicembre 1949

CRITICA SOCIALE 487 , solo transitoriamente l'insieme del meréato interno, .perchè una somma corrispondente agl,i aumenti concessi viene sottratta dalla macchina dello Stato, con questa politica, agli investimènti produttivi. I fondi dell'E.R.P. ·potrebbero essere spesi molto me– glio, ma riella sostanza l'utilizzo dell'E.R.P. conti– nue·rebbe ad essere .sterile, perchè con questa politi– ca gran parte dello stesso Fondo Lire viene impie– gato per raggiungere il pareggio dei bilanci statali e parastata1i e dunqµe non ha luogo un'espansione della- produzione che ci faccia assegnare dall'E.R.P. fondi crescenti o ci consenta di utilizzare comple– tamente •i diritti di cui teoricamente godiamo nei quadr,i dell'E.R.P. stesso. Quali i rimedi, che i socialisti devono propu– gna-re? 1) Ristabilire l'indipendenza del Tesoro dalla Banca dltalia e l'indipendenza della Banca d'Italia dal Tesoro. Dal 1946 (e· in un certo senso dal 1936) B Tesoro obbliga o persuade il paese, le casse po– stali e le banche che ne gestiscono il risparmio, a tenerne una parte a disposizione diretta del Tesoro o presso la Banca d'Italia, la quale, avendo la fun– zione di arbitro supremo delle disponibilità finan– zfarie del paese, è costretta. ad indirizzarle, nelle forme dianzi dette e attraverso suoi anticipi, al Te– soro o all'Ufficio dei Cambi per fronteggiare degli impegni assunti dal Governo per motivi politici. Finchè dura questa situazione·, nè la Banca d'I– talia potrà impostare una, politica del credito e dei mercati flnanziar,i che sia veramente produttivisti– ca (ma si limita a disa·rmare le critiche dei produt– tori più grossi, consentendo tutte le decisioni di aumento di capitale e di emissioni obbligazionarie, anche s·e hanno luogo a spese degli azionisti e dei produttori minori, che non possono giovarsi di ta– li strumenti), nè le Banche andranno mai al riscon– to presso la Banca d'Italia, nè il Tesoro si sentirà m11i impegnato a rafforzare la pressione _fiscale sui capitalisti, che soppo·rtano tale ;indazzo, per paura di dover altrimenti pagare forti imposte dirette. Dalla chiariflcaziione dei rapporti fra la Banca d'Italia e il Tesoro discende dunque, al disopra di ogni pur benvenuta riforma tributaria, la possibi– lità pratica di una politica fiscale seve·ra verso le classi r,icche. 2) Consentire al governo di ,non rice·rcare per il momento (e cioè finchè durano gli aiuti E.R.P.) il pareggio del bilancio dello Stato, alle due se– guenti con.dizioni : a) che ,il disavanzo sia costituito esclusivamen– te dagli investimenti _produttivistici da finanziare principalmente con il Fondo Lire e con prestiti a medio e lungo termine; mentre la parte delle spese che riguarda oner,i di personale, servizi, difesa, pensioni, sovvenzioni a fondo perduto, indennizzi ecc., dev'esse·re assolutamente· pareggiata con le im– poste; b) che le aziende parastatali o a carico dello Stato, oggi dissestate, siano risanate a costo di do– verne smobilitare •intieri reparti ed adibirne il per– sonale a costruire i cantieri e i fabbricati, che de– vono sorgere in virtù dei nuovi investimenti, in que– st~ o in quella zona· d'Italia; e che le interferenze degl,i inte·ressi privati siano eliminate dalle gestioni I.R.I. · 3) Stimolare gli -investimenti sia pubblici che privati attraverso una parallela poliiica di: a) razionalizzazione "del lavo·ro, anche a costo di dispiacere sulle pr,ime a strati operai ormai abi– tu_ati al ritmo tradizionale; ricercando però sempre la . collaborazione delle Commissioni inte·rne ope– raie; Biblioteca Gino Bianco b) devoluzione di parte delle somme che si for– mano con gli oneri assistenz-iali (gran copia delle quali è oggi sperperata) a fini produttivistici: scuo– le di riqualificazione e sussidi ai lavoratori che la raziionalizzazione rendesse superflui in certe azien- . de, e che dovrebbero essere avviati ad altri settori produttivi. 4) Allargare il mercato interno, che dovrà esser messo in grado di richiedere la produzione accre– sciuta e compensare insieme la classe operaia ed impiegatiz-ia dei sacrifici, di cui al punto preceden– te, con l'aumento dei sala•ri e degli stipendi propor– zionalmente - grosso modo - ai prevedibili r_isul– tati del processo di razionalizzazione. L'aumento dei salar,i e degli stipendi dev'essere maggiore per le categorie qualificate, senza di che si ha livellamento e non razionalizzazione. Sarà poi doveroso compensare le categorie inferiori con la istituzione di un salar,io mi.nimo legale, sufficien– te come minimo vitale. 5) Favori're le esportazioni, attraverso la ret– tifica del cambio del dollaro (a seconda di come paia utile dopo approfondito esame), ma consentirle solo verso i paesi che sono ,in grado di pagarci di– rettamente o attraverso compensazioni triangolari o rnultilaterali; vietare e colpire le esportazioni di capitali. Sembra preferibile ·rettificare rapidamente ,il cambio, dopo averlo portato al nuovo livello at– tiaverso acquisti di dollari da parte della Banca d'Italia e dopo averlo stabilizzato a tale livello con eventuali vendite di dollari - anzichè lasciar an– dare su il cambio, poco per volta, come si è fatto finora. Nel primò caso, profitta lo Stato, che vede r,ivalutate di colpo le disponibilità prop•rie in dol– lari e quelle della Banca d'Italia e guadagna la dif– ferenza di corso fra il prezzo degli -acquisti di dol– lari inizialmente fatti e il livello al quale la parità è finalmente ancorata. Nel secondo caso, al quale assistiamo dal pr,incipio del 1948, lo Stato nulla guadagna, la maggior parte degli espo·rtatori di mer– ci è danneggiata e gli esportatori o trafficanti di capitali sono favoriti. ·La pianificazione .cui il socialismo naturalmente tende non può consistere, nella situazione reale ita– liana, che in queste misure, ed in alcune altre ana– loghe e, soprattutto, nel controllo della loro effet– tiva esecuzione. Sarà questa una pianificaziiÒne molto empirica, e tuttavia è già un programma d'a– zione che susciterà grandi resistenze da parte dei ceti privilegiati. LEO VALIANI Rinnovate l'abbonamento Ricordiamo ancora a tutti, anche a quelli che non hanno creduto e non credono di darci un se-- gno stra-ordinario del loro appoggio, che la vita della rivista si può assicurare, oltre che con un aiuto eccezionale, con l'abbonamento. Chi non ha dato e non intende dare nulla, rinnovi al.meno sol– lecita.mente l'abbona.mento. E tutti quelli che· 10 possono mutino il loro abbonamento ordina.rio in sostenitore.

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