Critica Sociale - anno XLI - n. 22-23 - 16 nov.-1 dic. 1949

CRITICA SOCIALE 451 l<;,ro che sentiVllllQ la necessità di una nuova forza risoluta a battersi coi metodi della democrazia per la difesa e il perfezionamento delle nostre istitu– zioni repubblicane, per un graduale ma coraggioso e profondo rinnovamento del nostro ordinamento sociale, per la salvaguardia e l'incremento del no– stro patrimonio di cultura. E proprio mentre al– l'attesa sembrava stesse per corrispondere una im– minente realtà, interviene il deliberato della Di– rezione del PSLI a troncare, almeno per il mo– mento, ogni· speranza. Confesso che ho avuto in questi giorni qualche momento di profondo sconforto. che andava an– che oltre i limiti del doloroso episodio contingente. Ricordavo che nel 1922, proprio alla vigilia della' marcia su Roma, nel momento in cui le forze socia- 11isteavi-ebbero dovuto stare più strettamente uni– te per un tentativo almeno di resistenza contro la violenza reazionaria, 11,vvenivatra esse una nuova scissione, oltre le due che si erano compiute l'anno prima a Livorno e a Milano. Anche allora mi chiesi accorato se non fosse un malefico destino che to– gliesse alle forze socialiste di adempiere alla foro ·funzione proprio nel momento in cui essa appariva più necessaria. La stessa accorata domanda mi son posta anche oggi e mi son chiesto se pertanto la Direzione del Partito non fosse lo strumento in– consapevole di questo malefico destino. E cerca– vo a questa acco;rata domanda una meno accorata risposta, pensando se, mentre l'idealità socialista va permeando di sè il pensiero e l'azione anche di altri partiti che sono assai ·lontani dalle sue ideolo- 6ie, essa non avesse per avventura più bisogno di uno specifico strumento che preparasse la sua vittoria. Ma ho respinto in seguito anche questo comodo rifugio di un giustificato sconforto, il quale offrirebbe pretesto all'inerzia e alla viltà. No, quel socialismo in cui tanto abbiamo sperato, in cui vogliamo continuare a sperare, non può es– sere effetto meccanico dell'azione di chi non crede in esso e non fo pone quindi a meta della sua atti– vità, dev'esser frutto della nostra azione, sospinta e illuminata. da una potente fede, da una ferma volontà; Non sappiamo quale sarà il nostro personale posto di combattimento domani. Dovun,que mate– rialmente sia, sarà un posto dove si combatte per il socialismo. Ci siamo liberati tre anni. addietro dal vincolo del patto di unità di azione; ci libere– remo oggi da ogni pericolo di suddistanza del mo– vimento nostro agli interessi ed alle esigenze di altri partiti. Abbiamo rinnegato ieri un socialismo filocomunista convulsionario,; rinneghiamo oggi un socialismo demolaburista accomodante e intrinse– camente conservatore o reazionario. Procediamo per la nostra via, sospinti esclusivamente dalla no– stra fede, mirando esclusivamente alle mete che essa ci addita; e tra i compagni che ci si offri– ranno sapremo scegliere coloro che, mirando allo stesso fine, con concordia di metodo, potranno veramente compiere lo stesso nostro cammino. U.G.M. BibliotecaGino Bianco Non si equivochi Su llno dei problemi solleooti .dalla recente del:i– berazio'ne della Direzione de•l P.S.L.l., quello cioè dell'uscita de•i npstri compagni dal Governo .e della soluzione della consegu,ente crisi pe·r mezzo di in– terim, pubblichiamo questo articolo.' del compagno Pischel, che pone mo,lto chiaramente in luce il ca– rattere e il fine della deUberazione adottata e il pe– ric.ofo che esso presenta per l,a saldezza di un ·cor– retto regime costituzfonale. Naturalmente ie nostre oolonne sono qperte agli scritti di coloro che intendessero confutare le argo- mentazioni addotte dal Pischel. ' LA C. S. Nel convegno dei segretari fed,erald del P.S.L.I. il compagno Saragat; stando alle notizie di stampa e' di 'radio, spiegò che la decisione della Direzione del Partito di ritirare la deJ.e,gazione al governo and:wa considerata come un « atto di necessaria deferenza » verso la corrente cent-ro-siinistra del Partito. · Questa tesi è così peregrina e così d,!!·stitulla di o.gni fondamento da rendere necessarria un•a propta messa a punto perchè, tra i molti equivoci che ha gene·rato l'attuale situazione del P.S.L.I., non 'i,i ag– giunga anche questo, che è forse il più sorprendente·. E' bene •chiarire subito che, nonosta,nte le nostre convinzioni contrarie a:lla collaborazione governati– va, come in con·creto s'era costituita e s'era attuata, noi del -centro-sinistro -siamo contrari alla deliberà di abbandonare il gover,no, così come è stata mQti– vata, non meno che alle altre e connesse delibere della Direzione con cui si è vo1uta b'uttare a mare la un-ificazione socialiista. Di un passo di simile genere nou abbiamo motivo alcuno nè. di rallegrarci ,nè di •compiacerci. Nè esso può ad alcuno essere -sembrato poter costituire o un ravvicinamento alla nota nÒstra posizione anti-col– laboirazionista, da tempo seguìta, o addirittura una specie di contro-partita al rifiuto di partecipare al già convocato Congresso di Unifica,zione. Non era .questo passo che ,richiedevamo e sollecitavamo nella nostra polemica, contraria aUa prosecuzione della collaborazione governativa del P.S.L.I. La decisione ~ stata adottata infatti con una motivazione e per delle ragioni che sono diametralmente opposte a quelle da noi sempr,e sostenute. La Dilrezione del Partito si è ben guardata dal– accedere anche mdnimamente (anzi sembra vi sia stata una viva preoccupazione, anche formale, nel- 1',escludere ogni dubbio al ,riguardo) a quelle che era– no le ragioni sostanziali, le ragioni eminentemente politiche, del nostro anti-collab'orazionismo. Non so– lo: ma la Direzione, nello statuire lil ritiro dei nostri ministri, ha completamente scordato tutte le nume– rose critiche e riserve sull'operato del governo, nei suoi vari aspetti attuali e nelle _sue tendenze pro– spettiche, che pur conteneva la mozione numero 2 « Per la democrazia socialista », predisposta e pub– bliicata in vista del congresso di unificazione, non p-iù lontano di una settimana prima, dalla stessa corrente che detiene in Dilrezione tutto il potere> Ma ,la Direzione è andata oltre: ed ha accompagna– to la sua determinazione con ampia, motivazione che ribadiva in forme e termind quali non avevano avu~ t~ precedenti - come acutamente ha subito osser– vato De Gasperi - e quali non erano stati mai con– sacrati da alcuna delibera congressuale o direzionale, la validità e la conveni,enza della formula govenna– tiva, attuata dopo le elezioni del 18 ap,nile. Date queste premesse - cioè la proclamazione di un collaborazionismo ad oltranza e la necessità di strenuamente sostenere, a garanzia della democrazia, l'attuale formula di coalizione - l'abbandono della collaborazio:ne gover,nativa diventava una vera e pro- ·

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