Critica Sociale - anno XLI - n. 22-23 - 16 nov.-1 dic. 1949
.472 CRITICA SOCIALE zione ed i compiti di governo dopo il . successo di essa il partito bolscevico, cioè l'esigua minoranza del po~olo: Il partito bolscevico, secondo Lenin, era l'awnguard1a r1.vo – luziona~ia ed il potere doveva cadere nelle mani di questa non numerosa élite per poter iniziare, a rivoluzione vitto– riosa la costruzione del Social~mo e l'organizzazione della rivol~zione mondiale. Con questi inte.nti, in aperto contrasto con le idèologie ,democratiche ed evoluzioniste, · il partito bolscevico fece nel 1917 la propria rivoluzione vittoriosa ed iniziò la creazione del nuovo ordinamento sociale. Nella primavera del 1919 sembrò che i calcoli di Lenin riguardanti la rivoluzione mondiale stessero pel" avverarsi, e che ii bolscevismo, in campo rivoluzionario, riuscisse ad abbattere in poco tempo l'ordine sociale capitalistico. Sul– l'attesa della rivoluzione mondiale Lenin basò l'ideologia del bolscevismo che allora era contro ogni possibile nazio- ' nalismo ed ebbe radici profo~de in un internazionalismo irrazionale. ' Il sogno della rivoluzione mondiale svanì molto presto. L'insuccesso della rivolta spartachiana in Baviera., il crollo della Repubblica dei consigli di Bél11 Kun in Ungheria,. la disfatta dell'esercito rosso alle porte di Varsavia ed infine, la marcia su Roma dei fascisti, che eliminò ogni pÒssibilità di successo immediato dei pallidi tentativi dei comuni~ti italiani, restrinsero le possibilità dell'affermazione bolscevica entro i confini della Rmsia. Dopo pochi anni di esperimenti Lenin dovette poi convincersi ohe l'attuazione immediata dei' nuovo ordinamento sociale, da lui impropriamente l\at– tezzato per socialismo, era impossibile anche nella Russia stessa. L'empirico Lenin però non tergiversò, e trasformò, se– condo le esperienze, e prassi e ideologia del bolscevismo. Nell'interno 1~· N .E..P. ristabilì la limitata proprietà privata, verso l'estero la rivoluzione mòndiale venne sostituita daMa ambizione dell'Unione Sovietica di· affermal'Si come grande potenza. Queste nuove teorie portaro~10 con sè i germi dell',opposizione ideologica ed organizzativa. La parte m·o– ralmente più importante della guardia rivoluzionaria ·di Lenin non potè approvare la nuova politica e - se vogliamo -cercare un'analogia storica (anche se le analogie zoppicano) - stette come i giacobini di fronte alla politica napoleonica. Il prestigio assoluto e la superiorità spirituale di Lenin evitarono l'esplosione dello spirito d'oppo·sizione, ma Lenin stesso, riconoscendo l'esistenza d'una opposizione, scrisse l'opuscolo: KL'estremismo, malattia infantile del bolsce– vismo». Comunq..;,e, Lenin sostenne ancor; virtualmente l'aspira– zione del bolscevismo alla rivoluzione mondiale e dette impulso allo· sviluppo maggiore della III Internazionale, detta anche Comintern. In effetti que&t'organizzazione mise a completa disposizione della politica estera dell'U .R.S.S. i partiti comunisti dei vari paesi, che vennero adoperati, 'in parte (per dirla· con un'espressione recente) comè quinte colonne, in parte per ricatta-re. Dopo che l'U.R.S.S., stipu– lato il trattato russo'.tedesco di Rapallo nel 1922, si agganciò alla vita diplomatfra e commerciale internazionale, nella chiusa segreta di tutti i trattati stipulati figurò la clausola che l'U .R.S.S., e per essa ,il ·Comintern, · s'impegnava a limitare o addirittura a sospendere l'attività del partito co·munista sul territorio dell'alllro paese contraente. (Vedi• il trattato d'amicizia sovietico-turco e lo ·scioglimento del Comintern in seguito al patto di non aggressione tedesco– russo) .. I contrasti latenti nel partito bolscevico dell'Unione So– vietica si destarono nell'ultimo •anno di vita di Lenin, per scoppiare ìn pieno· alla sua m~rte. Il ·duello Stalin-T-rotzky per l'eredità di Lenin non era prov-0cato solo da motivi personali, ma ebbe radid profonde neile divergenze teo~ riche. Non c'è dubbio che Stalin e compagni rappresen– tarono effettivamente la continuazione dell'opera di Lenin e 'se T•rotzky accusò Stalin di tradimento e falsificazione - dèll'ideologia leniniana ·ciò risponde alla verità in quanto Trotzky alluse al leninismo ante 1921; . , .Stalin riuscì ad evi.tare, anche se con mezzi sanguinosa– mei;ite radicali., la. ,sci,,,;ione trotzkista nel partito bolscevico rus~ .. ed, il Congre.s110del partito nel 1927 .elevò l'ideologia BibliotecaGino Bianco , di Stalin - messo g1a m opera da ~cnin - del « socialismo in un solo pae&e » a dogma vitale del part.ito. Lenin scrisse nel 1920: ccOggi, ormai, chiunque può .vedere che i hol; scevichi non av,rebbero tenuto il potere più di due mesi e mezzo se nel l~ro partito non fosse esistita la più severa disciplina dri ferro ». Stalin elevò poi questa disciplina di ferro all'ennesima potenza con inciarceramenti, deportazioni ed esecuzioni, pur di salvare la così faticosamente creata unità del partito. In Occide~te, dove i partiti comunisti non ebbero a loro disposizione gli argomentj altamente persuasivi della G.P.U., non si potè evitare dopo la morte. di Lenin scissioni e la creazione dei gruppi o partiti comunisti trotzkisti. Questi trotzkisti però non riuscirono ad elevarsi dal loro settarismo insignificante ed in sostanza non incrinarono l'unità interna dei partiti comunisti occidentali. '· Ciò non vuol dire che nei partiti comunisti occidentali non ci fossero stati o non ci siano degli elementi che hanno dconosciuto, già da tempo, che Mosca è la capitale di una potenza imperialista e non la sede spirituale della rivolu, zione mondiale •. Questi individui o masse sono rimasti ugualmente nei partiti comunisti un po' per opportunismo; un po' perchè non trovarono un altro organismo potente e vitale, spiritualmente più vicino a loro. I partiti ·comunisti illegali, appunto perchè illegali, non stettero sotto una guida centrale forte, come quello russo, oppure quelli occidentali, ~ CQSÌ nei partiti lasciati a sè ed in halìa degli eventi, che vissero attraverso le organizzazioni di cellulè scarsamente collegate, si formò un'atm..isfera non sempre consona ai sacri testi moscoviti, se non addirittura in contirasto con ·essi. Le « deviazioni » dei partiti comunisti o dei comunisti erano note ,a Mosca· ed i fuorusciti, ,che rimpatriavano seguendo l'avanzata dell'esercito rosso, ebbero disposizioni categoriche di eseguire l'epurazione nel modo più radicale nelle .file dei rispettivi• partiti, nell'interesse dell'unità del partito stesso. In seguito a quest' 1 opera di purificazi~ne molti vecchi comunisti di fede, che nell'avanzata vittoriosa del– l'esercito rosso videro. l'ayverarsi dei più rosei sogni, fini– rono, in carcere Ò deportati. Una buona parte di coloro .che oggi vengono ricordati come vittime del fasci!>mo, in effetti vennero sacdficati sull'altare dell'unità dl)l partito. I fno• r11-sciti, reduci dall'Unione Sovietica, -i cosidetti « mosco– viti » insomma, fecero di tutto per escludere dai posti di comando i comunisti eh.e tutto osarono e rischiarono nel movimento illegale, .preferendo per gli incarichi di fiducia i nuovi adepti del partito. I partiti comunisti degli Stati vassalli orientali si divisero. in due parti. Da una parte schierarono i ccmoscov,iti )> spalleggiati dai neofiti, dall'altra iftvece i vecchi elementi cimentati nella lotta clandestina ed. i la.voratori, già socialdemocratici, costretti dalle unifica, zion:i comandate. Il ~econdo gruppo si differenziò dai « mo– scoviti >) oltre che· per la lotta per i posti· o per certe suscet– . tibilità, anche dal punto di vista i'cleologico. Questi vecchi comunisti si accorsero presto che l'U .R.S.$. segue la politica fredda e rigida di grande potenza e, infischiandosene deg)j intere.ssi e dei problemi vitali d,ella classe lavoratrire, consi– dera gli Stati vassaUi come colonie da sfruttare. Ha creato sentimènti di profondo dissenso. anche.« l'ukase » del Co, minform, che ordina la rapida trasformazione economica e sociale degli Stati vassalli fer uniformarli all'Unione So: vietica, senza prendere minimamente in considera,zione. i bisogni, le possibilità e le disposizioni dei singoli paesi, Le ·suaccennate ·trasformazioni vennero· applicate in modo analogo in tutti .i paesi occupati ad eccézione della J ugo– slavia. I dirigenti del ·partito comunista jugoslavo non sonq tornati in patria a guerra finita, non. erano osservatori da lontano deglj avvenimenti, ma guidarono sul luogo la lott11 contro il nazism.o. i com.unisti o le masse divenute tali, ed i loro dirigenti, iniziarono dopo. la guerra, in perfetta unione· spirituale, la costruzione della « democrazia popo– lare » n.ella Jugoslavia. In Jugoslavia, dunque, non esistet– tero i due campi opposti dei « moscoviti » e degli ccillegali », le esperienze, però, riguardanti l'Unicme Sovietica, er11n9 identiche a quelle dei comunisti' orientali. Avendo Tito ~ compagni .concenllra,to nelle proprie µÌani sia il p~tere di
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