Critica Sociale - anno XLI - n. 22-23 - 16 nov.-1 dic. 1949
CRITICÀ SOCIALE 471 un solo delegato -dissentì e fu quello di Pavia, il quale non ne accettava che uno solo: la rivoluzio– ne. Ciò era preveduto, ma non si prevedevano però due cose: l'un.a che la sezione di Pavia, per mezzo del suo Taij)presentante ·(2),- non diede r~gioni a so– stegno della sua tesi esclusiva, e che per un dis– senso sui mezzi si ritirò dal Congresso e dalla Fe– derazione. Fu questo Un errore. La sezione di Pavia doveva svolgere la sua tesi e, forte del principio d'autonomia, che I\Oi tutti rispettiamo, doveva re– stare al suo posto e nel Congrèsso e nella Fedè– razione. Il contegno di Pavia sarebbe stato giustifi– cato nel solo caso ·in cui le divergenze fossero cadute sui principi fondamentali. Enrico mi incarica di dirti che appena tu puoi regolerai il conto. Non ti sarà difficile immaginare che ànche noi ci troviamo finanziariamente tutt'altro che su di un letto di rosey, E' da osservare in questa lettera, non solo il tono di piena ed assoluta cordialità, ma anche il fatto che il legalitario' Gnocchi rende largo tributo alla autonomia che caratterizza l'azione caotica e primi– tiva dei socialisti italiani. Merita di essere conosciu– to il manifesto di Imola e quello del Circolo di stud-i economici e sociali di Pavia per intendere la faticosa opera di persuasione di Gnocchi Viani. Dice -il Manifesto di Imola: ~ « Noi crediamo che per opera della rivoluzione .popolare solamente noi potremo emanciparci, e che ogni altro mezzo conduca a transazioni fatali. Per– ciò ripudiamo qualsiasi alleanza con i partigiani dei rivolgimenti politici e con i socialisti della cattedra, nonchè con colo·ro che propugnano la così detta, rivoluzione morale e nulla più. « Noi siamo, è vero, della Internazionale; ma non dobbiamo dimenticare che siamo parte di un. popolo i cui istinti e le condizioni particolari portano alla r-ivo1uzione, che non accetta altri provvedimenti. Donde le nostre convinzioni, la nostra condotta ... Lasciamo la parola a chi ,non. ha bisogno del fatto, a chi della bo-rghesia ha pur sempre l'inclinazione e i costumi. Ma noi procuriamo ,più che di dire di fare qualche cosa; tPe·rc,hè il fatto è -il mezzo migliore per diffondere le nostre idee ». Di questo tenore è il manifesto rivolto agli ope– rai e contadini della Sezione internazionalista di Pa– via, che invita a prepararsi alla inevitabile lotta. A chi lavora per dare agli operai e ai contadini una coscienza di classe e che, come abbiamo visto, vuol servirsi di tutti i mezz.i per penetrare tra le classi popolari, è dato l'ostracilm E il manifesto continua· K Scacciamo la malefica influenza .borghese che ta o danno. arreca ai nostri interessi sia morali che materiali.~isertiamo dalle sòcietà di mutuo soccorso: .esse non son.o altro che paUiativi adoperati scaltramente dai falsi amici del– l'operaio, dai sedicenti protettori, per megl-io soggio– garci. Nè diamo retta a coloro che vorrebbero farci credere .possibile un. miglioramento graduale in se– no a questa società borghese, che bisogna rimutare da cima a fondo o subire fino alle ultime conse– guenze. La legge ferrea del salario non ci consente neppure una politica del salario ~~ l..a lettura di questo manifestò s/fiega il ritiro di Pavia dal Congresso. Un'altra lettera di Gnocchi Viani che dà con.ferma di cor,diale amicizia e dà il senso che va formandosi tra i soc-ialisti d'Italia il concetto di una unità non solo programmatica ma anche riguardo all'adozione dei mezzi, è quella datata 15 settembre 1882. E' la prima volta che larghi strati del proletariato acce– dono alle urne. I socialisti si affer,mano a Trani, a Torino, sul nome di (;;afiero, a LiJorno e Firenze, a Milano ed in molti altri centri#'! socialisti sono poveri di mezzi, ed in piena battagHa elettorale 81 11otecaGino 1::S1anco l'Avanti! deve cessare le 'pubblicazioni. Preoccupa. E anche Gnocchi Viani è preocoupato perohè la voce s~ialista deve farsi udire a Imola e Ravenna. ~crive dunque Gnocchi Viani: « Caro Andrea·, 'mi duole che il tuo Avanti! sia sospeso, ma spero che lo ,farai rivivere presto. Se presentemente hai notizie, corrispondenze o èomunicazioni che :per la loro ur– genza richiedono un pronto sfogo, la Plebe è a tua disposiz-ione ... Se la sospensione fosse lunga, il che non auguro, e credessi di servire i tuoi abbonati con la Ple,be, non hai che a mandarmi i nominativi. Del resto fa come meglio credi. Vedo il mio nome correre ·con il tuo nell'ambiente elettorale. Sarà be– ne che ci •intendiamo sul da farsi per camminare in modo da tutelare la personalità morale del par– tito. E' una bella responsabilità che ci cacciano sulle spalle. Bisognerebbe anche interdersi con altri can– didati socialisti. Tu che hai tempo, volontà ed effi– cacia adatte ,potresti corrispondere con •i vari candi– dati compagni nostri e combinare una tattica che miri ad un comune intento. Fa e in(ormami >. Nel 1890 Costa non è più solo nel Parlamento italiano: alla sua voce si è aggiunta quella di Agni- . n-i Badalon'i, De Felicè, Prampolini. Esiste in poten.– za' un gruPtPo parlamentare--· socialista. Per morte naturale il Parlamento sarà chiuso e gli elettori chia– mati alle urne. Gnocc,hi Viani, che sarà candidato ad Ostiglia e a cui sta a cuor;e non solo l'accre– scersi del gruppo parlamentare socialis~!!, ma anco– ra il 'suo irrobustimento intellettuale, indirizza al– l'antico compagno ed amico questa breve testimo– nianza della sua considerazione per Costa e per Fi– lippo Turati, in data 7 dicembre 1890: « Caro Costa, anch'io ti mando il mio saluto e colgo questa occa– sione per chiederti se mai fosse possibile in Roma– gna la candidatura del comune amico Filippo Tu– rati. Ti faccio questa domanda ad insaputa di Tu– rati, ,per cui quella qualunque risposta che avrai a dare, dàlla a me personalmente IJ)er sola mia norma>. Nell'archivio di Gnocchi Viani manca la risposta di Costa; non si sa dunque se in Romagna nel 1892 sia stata ventilata la candidatura di Filippo Turati. Quel che è certo è che Gnocchi Viani vide in Filippo 1 Turati •il lottatore pieno di dottrina, il fine parla- mentare. FELICE ANZI Fratture nel movimento comunista Il bolscevismo - che nei suoi effetti è senza dubbio il movimento più importante del secolo - due anni dopo aver toccato il diapason della propria potenza, è caduto in una .situazione critica. L'Unione Sovietica, che rappresenta in . effetti il bolscevismo, causa la propria politica · estera ag• gressiva si trova in un vicolo cieco e contemporaneamente tutto il movimento, finora gelosamente custodito, è seria– m,mte minacciato nella sua unità organizzativa ed ideologica. Nel partito bolscevico i contrasti si sono presentati assai presto. Al contrario della II Internazionale, il leader della maggioranza socialista russa, Lenin, giudicava lente ed inconeludenti l'ideologia evolutiva e la prassi che· ne deri– vava. Mentre in Occidente i partiti socialisti già allora riuscirono ad ottenere, con metodi parlamentari e demo– cratici, conquiste importanti sia in campo politico sia in t'ampo sociale, nella Russia zarista, governata dal regime assolutista e teocratico, il proletariato indust·riale, poco progredito ed esiguo, non poteva sperare di strappare, seguendo i metodi occidentali, le minime concessioni. È per ciò che Lenin, pensatore freddo e realistico, individuò nella rivoluzione mondiale l'aspirazione immediata del mo• viroento bolscevico, e indicò per la' condotta della rivolu-
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