Critica Sociale - anno XLI - n. 22-23 - 16 nov.-1 dic. 1949
468 CRITICA SOCIALE ecc. ;_ come sarà pagata dall'affittuario; cosi paghe– rà come qualunque altro proprietario e come i lo– catari le spese di amministrazione e di manuten– zione ordinaria e straordinaria). Quindi per otte– nere la proprietà dell'alloggio scelto prima come q: tipo », di' L. 1.400.000 di costo, pagherà diluito in rate annuali in 25 anni in tutto 1.050.000 lire, cioè L. 42.000 all'anno; mentre comunemente - sia. pure al prezzo di favore. per le_agel!olazio,:ii sopra elen– cate - dovrebbe sborsare subito L. 1.400.000, oppure ottenendo un mutuo al tasso di eccezionale favo re del &% dovrebbe pagare per 25 anni almeno L. 99.000 annue, cioè molto pi~ del doppio. A proposito di questi pjccoli ,proprietari, che si creano regalando ad essi assai più della metà della proprietà, senza che vi sia una necessità soC'iale per far ciò, si ,possono fare, oltre quelle dette in prin– cipio, altre considerazioni: a) essi saranno· tra i lavoratori meno bisognosi, perchè intanto possono spendere ·più de·i locatari; b) la società è tenuta, occorrendo, anche a da– e l'alloggio gratuito, non a regalarne la proprietà; c) la grossissima quota di ·regalo che si dà sul costo totale inciterà e· si presterà alla speculazione.· (Per far comprendere ancora meglio l'entità del regalo e l'incentivo alla s-peculazione, si osservi che un assegnatario per l'acquisto dell'alloggio, pagando subito ad una banca L. 700.000 o anche meno può ottenere che essa paghi per lui all'I.N.A.-CASA la quota di ammortamento, inveoe delle L. 1.400.000 che dovrebbe pagare subito, ripeto, sempre a prez– zo di straordinario favore. E quando parlo di pro– babili speculatori mi riferisco specialmente a per– sone che si serviranno degli assegnatari). Per ren.dere veramente efficiente il beneficio nel futuro, -per avere cioè fondi maggiori per le co– struzioni dopo il primo settennio (mentre così se non si ricorrerà nuovamente alla cassa di Stato· o agli americani, e quindi ai denari di tutti, i fondi disponibili andranno sempre diminuendo), si poteva aumentare un poco il prezzo dell'affitto (al paga– mento del quale con aP1Posite provvidenze, che sen– za dubbio si renderanno indispensabili, la società potrà concorrere parzialmente o anche totalmente in favore dei bisognosi) e aumentare molto, raddop– piando anche, la quota d'ammortamento - sempre concedendo quindi un premio non indifferente - per l'acquisto, stabilendo inoltre che le abitazioni da · comprarsi siano me-no deJla metà. La metà d,el piano Fanfani, così come· è stato ap– provato, costituisce u.n fortissimo regalo non neces– sar_io fatio a una minoranza, e non la più bisognosa, coi denari d,i tutti e quind,i con da-nn-o della ge– neralità. Venendo ora al progetto Segni sulla R'iforma fon:– diaria, farò poche considerazioni, sia perchè ·non si conosce con (Precisione, sia perchè fu già detto da molti altri la inopportunità di danneggiare l'agri– coltura nazionale creando •irrazionalmente piccole proprietà, là dove saranno dannose e dove non vi s!rebbe neanche una diminuzione della disoccupa– z10ne, ,per_chè i piccoli proprietari essendo essi stes– ~i l~voratori (e quali lavoratori: di 16 ore su 24) 1mf)'1egherann.o un numero minore dell'attuale di sala_riati e giornalieri. Voglio piuttosto accennare al pe~1col?, ~ravi~simo e per me certo, di creare pro– prietari piccoli e medi, con una fortissima sll)esa, donando gron parte della .proprietà. Le con,siderazioni precedenti valgono anche in questo caso. . S_i espropri, dove occorre, senza riguar.di, si af– fitti a lu~ghe. sc~de1_1z~a singoli e a coop erative, secondo 1. ~a~1,_s1 .amlmo in tutti i modi spècial– mente ag 1 •1m1z1 gh affittuari o usufruttuari, si fac- BibliotecaGino Bianco .., èiano cioè regali determinati nell'entità e nella dura– ta ai lavoratori poveri mettendoli in grado di vivere del proprio lavoro, ma non si regali senz'altro e in via definitiva neppure un metro quadrato di ter– ra. 11 pericolo della speculazione si 1Proflla qui in modo ben più grave e in misura maggiore d-i quellp a cui prima ho accennato per le abitazioni. · • • • Il gradualismo nella socializzazione, voluto dal socialismo, non si attua coi regali già deliberati col piano Fanfani e con quelli che si teme che si· vo– gliano continuare col progetto Segni. GIUSEPPE BONFANTINJ Sul progetto preliminare per un - nuovo Codice Penale Intendiamo con il ;eguente articolo aprire sulle nostre colonne una discussione intorno all'importante prablema della riforma del codice penale e dei principi ai quali simile riforma dovrebbe ispirarsi. 'ì---- · La C. S. Con una rivoluzione od una guerra ,i può for~e fare una tirannia; ma per la fondazione di un ordine di libertà i fatti violenti non possono essere più di u~ principio, al quale deve seguire un'opera laboriosa e lenta, mai finita possiam dire, di educazione della ,classe politica e del po·– polo, e di riforme in tutti i campi della vita civile. Così, <'aduto il fascismo, si posero in Italia i problemi, la e,ui soluzione soltanto dirà se la libertà è per noi un vuot& concetto e un'illusione, oppure un ideale, capace, come glì ideali seri, di animare e dirigere l'azione pratica; benchè fin da ora il generale fervore per la vita pubblica, sebbe.ne congiunto all'immaturità inevitabile dopo sì lunga costri– zione, dia adito a bene sperare. Tra le tante questioni aperte, non certo di minor momento è quella della revisione e del rifacimento dei codici, che sono con la costituzione le basi fondamentali della vita giuridica, poichè ancora durano quelli emanati nel tempo del regime caduto, i quali non corri;:pondono pertanto appieno ai principi della demo– crazia. Non è però a credere che si tratti di opere cattive, -e intimamente legate all'ideologia dominante quando furono elaborati; il fascismo, re si eccettuino pochi temi più . ccpoetici » che filosofici, non aveva, come invece avrebbe per esempio, il comunismo·, un'orgallica concezione deÌ mondo, capace di regolare ogni aspetto dell'umana convi– venza; di mo,do che, grazie anèhe alla saggia moderazione rlei guardasigilli, co1oro che parteciparono alla stesura dei codici poterono, quasi sempre, mantenersi piuttosto fedeli alle nostre alte tradizioni giuridiche. Questo non vuol dire, naturalmente, che ad una riforma non ~i debba provvedere• ma significa che ci è con<'esso farlo con quella ponderatezz~ <'he è necessaria a produrre leggi che, se saranno evitate al paes; nuove tragedie, doyranno poi reggerne le sorti per decenm · e t!)stimoniare di noi innanzi ai nipoti. , In ~uesti termini venne sentito il problema dopo la liberazione; ed infatti si provvide subito alle riforme nrgen~i, che toccavano punti 0 particolari (nell'ambito del diritto penale, abolizione della pena di morte cancellazione di alcuni reati collegati agli istituti del f~scismo ecc ) 1 · d d ' • ' a~cian o a un secondo momento una revisione più ampia. I principi filosofici del progetto di riforma Il _mome?to pare venuto ora per il ,codice penale. tTn Comitato, mfatt.i, costituito nel seno di una Commissione fo~mata fin dal , 1945 dal Ministro della Giustizia, ha pub– bhc~to un .progetto preliminare di codice penale, limitato a~ hbro pnm_o, che .contiene la parte generale. II progetto v1e?e co:m~mcato . a1 Corpi giudiziari, alle Università ed agh Ord1m forensi, per il parere; ed il pubblico dibattito è _esplicitamente. richiesto, secondo Io spirito della libertà. M1, p~re che sia per tutti il caso di interessarsi a tale avvenimento; la preparazione di un codice penale, che
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