Critica Sociale - anno XLI - n. 22-23 - 16 nov.-1 dic. 1949

CRITICA SOCIALE 465 ecc. 0 Si avrebbe così una classificazione in sei categorie di Condotte mediche. Seguono ~Itri dettagli relati,vi alla nomina, ai licenzia– menti, al periodo di prova, ai permessi per riposo, malattia, studio, ai provv dimenti disciplinari ecc. ecc. : tutte cose più o meno importanti, ma fondamentali sono le prime due. L'indipendenza tecnica del medico condotto dalla Autorità amthinis·trativa risponde a quel bisogno di emancipazione del– la Sanità dalla mutevole politica, che fa porre a base della . rifrrma sanit,iria l'istituzione del Ministero della Sanità. Non così semplice invece si presenta, per le sue p;obabili coriseguenz ·-, il provvedimento di fare del medico condotto un funzicnario di carriera. Questo provvedimento, che si presenta coTP.emisura di giustizia nei riguardi del medico condotto, corre il rischio di sopprimere, di fatto anche se non di nome, il socialmente più redditizio 'dei nostri Istituti sanitar c-a-,i-is,enziali: la. Condotta mecli-a. Chi ha pensato di offrire al medico condotto la possibilità di una c;i.rriera 1 realizzabile col mutamento di sede, o si mostra assai più sol– kci-to del funzionario che della funzione, oppure non cono– sce abbastanza qu·:sta particolarissima funzione. Non saprei esprimere il mio pensiero a proposito di « car– riera del rredico condotto», se non raffrontandola. alla .. e carriera dd padre di famiglia». Questa affermazione potrà sembrare quanto mai strana e lontana dalla dura realtà e dalle aspre ina imperiose necessità della vita. Eppure, nulla di pi,ù reale e realistico, perchè la' sola forza che rende sop– portabile la fatica fisica (24 ore al giorno, per tutti i giorni, di lavoro o di «guardia», cioè di pronta ed immediata di– sponibilità) e lo sforzo di tensione mentale incessantemepte sostenuto sotto l'assillo di wia responsabi!Hà immensa, in am– biente non solo di dolore - l'ambient\ di tutti i medici - ma anche di miseria, riservato al medico condotto, é l'inte– ressamento fatto di affetto per chi è oggetto del suo lavoro. li medico condotto che « per far carriera» aspira a cambiar residenza non può affezionarsi ad un luogo di passaggio. Se_ egli si è affezionato alla sua gente, soltanto gravi circo– s1anze di famiglia possono indurlo a cambiar sede. Vi sono, ,è vero, d i medici condotti che tirano a cam– pare non solo finanziariamente, ma anche intellettual– mente e spiritualmente, m~ sono pochi, e riescono social– inente negativi perchè r:nanca in essi l'atteggiamento mentale che è condizione prima della loro missione: gente che ha sba– gliato ... ,vocazione, p,r disgrazia sua e degli 011,tri.Non pochi ,grandi clinici hanno cbminciato comr umilissimi medici con– dotti. Il pacar degli anni ed il grande mutamento deJ.la loro attività e delle loro fIDizioni potè cancellare molti ricordi, ma non quelli deHa Condotta, del tempo trascorso cioè fuori dalla scuola, ma molto dentro neUa vita. · Ma, a part~ queste considerazioni che si riferiscono al me– dico, c'è qualcos'altro che si riferisce alla gente, perchè la graduatoria delle Condotte dalle. « migliori » alle « peggio– ri> comporta inevitabilmente che i disg.raziati abitanti delle second' saranno sempre le cavie da espeiimento per la pra– tica dei neolaureati. Se an«he non si volesse :tener conto di ciò che si ·è d'etto per il medico, non si potrà ignorare que– sto hel ~~rv'~io re~ ad una gran parte della popolazione con 1à graduatoria delle Condotte... per la carriera 0 del medico ! , Il logico e doveroso miglioramento delle condizioni di vita al quale ha diritto anche il medico condotto può eff ttuarsi ìn altri modi. Anzitutto col miglior trattamento economico; poi coll'alleggerimeno della fatica .fisica mediante l'asse– gnazione di un assistente, giovane collega neolaur ato. che solo a fianco di un condotto anziano può « imparare » a fare il- medico condotto. H medico condotto, infatti, è bensÌ' un internista. generico, i!' più generico an°zi degli internisti, ma deve acquistare e possedere speciali attitudini: liberarsi dal– fingombrante peso di inutile dottrina per conservare, affi– ~re, aumentare la conoscenza e la pratica delle cose vera– i:nente utili; familiarizzarsi coi p.rovvedim nti d'urgenza; abi– tùarsi al razionale uso dei mezzi di fortuna in mancanza del– la comp.licata e costosa attrezzatura posseduta dai luoghi di cura; a:catti•varsi sempr,, col suo contegno serio e cordiale insieme, la stima affettuosa d l suo paziente. In questo consiste là « speciali-tà > del medico condotto, che per la sua pQrticolare ubicazione professionale ben presto si•-abitua ad osservare la malattia non soltanto come fatto B1 10eca \.;JlnO t::51anco clinico, ma anche come fenomeno sociale, diventando così, contemporaneamente ed intimamente, medico del malato e me– dico della comunità. In questa unione dell'indi,viduo con la collettività nel campo sanitario è lecito ve<lre l'inizio ed il mantenimento di una più vasta e più feconda unione dell'in– dividuo con la collettività nel C0,JTIPO sociale. « Mediante la nostra mirabile organizzazione 'dei Medici condotti la popolazione rurale e quella delle grandi città pos– so1·0 ess ·re un libro aperto nelie mani clel 1J1edicosociale. Basta sapervi e volervi leggere> (A. Ilvento, La fiaccola). Problemi delle maJaUie sociali. Il concetto di « malattia sociale» non è ben definito, ed i confini deJ.la Medicina sociale sono tutt'altro che net– tamente delimitati. Ogni malattia, per se stessa individua– le in quanto colpisce l'individuo, assurre il carattere sociale quando si vengono a conoscere non solo i rapporti suoi di causa ad e'ffeHo, di interferenza coll'ambiente umano, ma anche, e soprattutto, le sue conseguenze sulla collettività socia!~. Perciò l'elenco delle malattie sociali si va allungan– do ,via via che meglio si conoscono siffatti rapporti fra individuo e collettività. Il quesito la° del referendum prende in considerazione la tubercolosi, la malaria, le malattie vener e, il tracoma, i tumori maligni, le mala,ttie mentali e .l'alcoolismo. Ferme– remo per un momento l'attenzione nostra sulla prima sol– tanto. La tubercolosi è la malattia sociale p'T eccellenza; essa rappresenta per tutti i popoli civili un vero flagello, contro i,l quale si combatte una durissima e costosissima batta– g,lia, i cui risultati benefici molto lentam nte e pQrcamen– te si avv1:rtono (secondo quanto dicono le cifre di facile lettura, ma di non facile interpretazione, delle statistiche), ma subito scompaiono al sopraggiungere di collettive gravi sventure, che abbassano il tenore di. vita d.lle popolazioni, come le guerre -lunghe, opprimenti, disastrose. Infatti, dopo le ultime due guerre il grafico della tub.rcolosi, che negli anni precedenti andava lentamente abbassandosi-, si è im– mediatamente alzato moltissimo, ritornando a scendere al ripristino di migliori condizioni di esist.nza. Fatto sempli– ce, questo, ·e di ovvia interpreta;zione. Ii bacillo di Koch è bensì la necessaria causa determinante della tbc, ma da solo non basta. La cura del tubercoloso esulerebbe dal campo della lotta antitubercolare, se il tub:rcoloso stesso non fosse sempre fonte di contagio: esulerebbe, perchè l'esistenza del malato denuncia la mancanza od il fallimento di quella specifica profi.lassi che propriamente costituisce la lotta antituber– colare. Ma la cura del malato, mentre tende al ricupero di questo, tende anche alla scomparsa di una fonte di conta– gio, quindi ha anche un evidente effetto profilattico che, se il malato è is olato, res ta il solo risultato positivo della cu– ra, quando il ricup.ro del malato non è possibik Ma, di fronte ad una piccola minoranza di tubercolosi spedalizzati ed isolati (un decimo!), resta l'enorme maggio– ranza nqn spedalizzabile per mancanza non solo e non tan– to di posti-leHo quanto di mezzi e ·di pratica possibilità d; sequestrare -:d immobilizzare, trasformandoli da elemen– ti attivi e produtti'Vi in improduttivi e passivi, una grande· quantità di individui-, che accudiscono ai loro affari senza sospettare _diesser tubercolosi e seminar· bacil-li: buona par– te d i vecchi tossicolosi ep-trano in questa categoria. Verso la profilassi specifka della tubercolosi si dirige la vaccinazione antitubercolare, pratica che è. allo studio da non pochi anni e sull.t quale si fondano molte speran– ze ma sui risultati della quale, date le singolari caratteri– stiche di questa malattia, non si può dire ancora una parola sicura. Il miglioramento delle condizioni generali di vita e di la– voro, sia per ciò che si riferisce all'ambiente come all'or– ganismo umano, rtsta adunque il mezzo più sicuro di lotta antitubercolare... e non solo antitubercolare. L'attuale di– spensario antitubercolare nacque come « dispensario di Igie– ne sociale>, e tornerà alle sue origini. A questo pro~ito vien fatto di pensare che il bacillo di .Koch arrivi buon ul– timo a liquidare i conti degli errori e dei peccati commes– si dall'uomo ci,vile contro le inviolabili 1:ggi della Natura.

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