Critica Sociale - anno XLI - n. 21 - 1 novembre 1949
440 CRITICA SOCIA .:.:LE==------------- Dalla « tutela> alla « Dittatura Democratica>. La « tutela> del resto è servita a~che a Ci~ng-Kai– Scek come pretesto per instaurare 11suo re~1me_p_er– sonal,e e autaritario a baluardo delle classi pruvlle– giate dell.a Cina moderna. G~oc~n~o con. la fraseo– lo"fa di Sun Yat Sen, il prmc1p10 della «tutela» gli servì per togliere og1~i lib~~t~ d'.azi~ne e anche di parola a tutti ii gruppi poht_1c1 cmes1,. esclusa la sua cricca dkigente del Kuo-Mm-Tang. D1 !ronte al gesuitismo elaborato di C:ang, che m~lto c hiar2men– te risalta dal « Libro Bianco » slatumten.se , rec~nte– mente pubblicato (2), la « di ttatura dem ocrahca » dei comunisti oinesi ha ]'·indubbio va,ntaggio della chia:rezza d,e,i propositi. Dice Mao nel suo articolo programmatico, pubblicato il 1-0 luglio, in occasione del 28" anniversario del suo partito, che dalla « nuo– va democrazia», praticata nell'epoca di Yenan, si perVli-ene al socialismo n.ttraverso la « dittatura de– mocratica ». Lo stato arretrato dei mezzi e dei me– todi di produzione in. Cina impone il concorso del– le imprese capitalistiche, cioè il concorso del _cet~ che e"li chiam a « bo•rghesiia nazionale » e che egh vorrebbe assoo ·a.re al nuovo regime, col compito di modernizzare l'ass etto industri.ale del paese, s•enza però concedergli nessuna attività direttiva nei pub– blici affari. I « compradores », i condotUeri, gli al– tri partigiani del regime di Ciang sara.nno inv.ece esclusi dalla cittadinanza politica (3). Fin qui, nulla dli male e nulla di er'roneo, dal pun– to di vista storico. Non c'è dubbio infatti che al mo– men lo presente l'avvenire della Cina riposa meglio sull'allca,nza di op,erai, co-ntadini, ceti medi e « bor– ghesia na:tfronale », così com'è pre-conizzato da Mao, piuttosto che sui condottieri militari e sui ban.chie– r,i oa.pitanati dal generalissimo Cia-ng. Altra questio• ne è invece come si rea~izzerà questo nuovo r,egi– me. E altra ancora sarà quella delle ·relazioni tra la Cina del Kung Ciang Tang (Partito Comunista Ci- 111ese)e l'U.R.S.S. In quanto alla costituz:one della Cin.a comunist~, i r•ecenti deliberati della « Confe– renza provv,isoria delle organizzazioni della -Cina comunista » hanno dato alcuni schiarimenti (4). Lo statuto ciel nuovo regime. Il nuovo reg'me sarà federalista, nel senso che lascerà alle regioni storich,e un'ampia ,autonomia che culmi•na in governi •regionahl·, quali finora non s4 era– no conosciuti in Cina. Il coordinamento di questo regionalismo sarà assicurato più che dagli enti sta– tali dalla esistenza del Partito Comun:ista, la cui orga,nizzazione è ben centralizzata, benchè ancora lontana dall'-essere sottomessa alla dittatura di una oligarchi.a. Funzionalmente, il Partito Comunista Ci– nese fa ancor oggi l'impressione di un organ,ismo la cui v-:ta interna, benchè non corrisponda for~e ai ·nostri concetti social-democratici di organizza– zion.e operaia, pure è visfrbilmente assai lontana da quelJ.a coazione spiritual,e e organizzativa che forma la caratteristica dei partiti bolscevichi odiie•rni. Secondo lo Statuto. elabor.ato a fine settembre a Pechino, vi saranno qt:dndi una assemblea e un go– verno in ciascuna deUe gra·ndi p•rovincie ed una as- (2) Cfr. Uniled States relat ons with China, publi,;hed by the State Depa·rlment, \Vashia:gton, August 1949. (3) Cf.r. l'articolo di Mao sul Bonettino del Comin.form e tradotto :In itrulia,no su l'Unità de.! 16, 19 e 26 agosto 1949. (N. d. R.}. (4) Può essere int~res.sante H confronto tra le ,r;chieste a– va-nzate da Mao nelle trattative col Kuomintang l'anno scorso e !nei p,rilni mesi di ,qwe-st'-a-r:n.o, con il prog,r8.mma governati– vo approvato il 29 settembre a Pec).'no. Importa"'ti sono gli art. 15 e 19 •per le autonomie •locai.i, 27 per la -r•f1>rma agra– ria, 28, 31 ,per l'industria e 32 per i,! trattamento dei lavo– ratori. Inoltne -è i.nteriessante il -raffronto con la Costituzione sovietica, per •le differenze di tono, più ancora che di d.ispo– sizionl, che dimostrruno le profonde differen,ze storko-am– bientali. BibliotecaGino Bianco semblea eletta a suffragio universale e un. governo al centro, ed in più un consiglio centrale, ossia una specie di comitato permanente della assemblea che avrebbe diritto dli controllo sul governo. Tutto que– sto schema dipende naturalmente dal come esso sarà messo i•n attuazione. Mentne -i visitatori -inglesi ed americani della zona dello Yenan, durante l'invasione giapponese, erano p'.rofondamente impressionati dall'as~einza totale. del– l'apparato poliziesco, oggi Mao ed Il suo Com1tat? Ce•ntrale parlano del ruolo importante che la « poh– zia popolare » ed i « trlbtmali del popolo » gioche– rebbero nella .p.rotezion.e della « dittatura democra– tica». Sinora tutte le testimonianze concordano nel dir,e che i comunisti cinesi no 1 n adottarono maii la dottrina del « terwre rosso », benchè la vita della loro organizzazioné sia stata per ventotto a,nnj vita di lotta armata. Del resto, le m:sure enunciate sino– ra non eccedono cerlament,e quanto si fece 1J1ellazo– na repubMicana della Spagna (soprusi èomun.isti a parte) durante la gue'.rra civile contro i « desafeclos al régimen ». Circostanze ecc,ezionali possono giustificare misure eccezionali. La questio,ne essenziale è che della ec– cezione non si giunga a fare la regola. Secondo le informaziomi che si possono oUenere da Shanghai dove le condizioni sono diverse e certamente più difficili per il nuovo reg:me di quanto non sia nelle contrade rurali, la ,polizia comunista cinese pece.a per d·ntanto piuttosto di l,entezza buroc•rat:ca che di rigore. Certo è che essa non costituisce an.cora un corpo oligarchico, bensì sempJ.:cemente un organi– smo che ullbidisce alle direttive del Kung Cia,ng Tang. Oo.munismo cinese ,e cominf ormismo. Le riverenti manifestaziioni di Mao verso il bol– scevismo e l'esemp,:o dell'U.R.S.S. non significano quindi che si imiti tutto. Anzi si può dire, leggendo la prosa del leaclu comu•nista cine·se che il suo pen– siiero e i suoi metodi sono ben distinti non sola– mente da quelli dell'oligarchia comunista dei gio:rni nostri, ma sin.anche da quelli del partito bolscevico del 1917 ed anni seguenti. D'altro canto, la Russia, vista dalla Cina, è pur sempre « l'Occidente », il paese europeo p1iù vicino e per Ma.o l'll'riica fonte di pensiero marxista che egli abbia conosciuto. Ag– giungiamo che ,n,ei momenti cr-itici delle sue fotte, il Partito Comunista Cinese non. ha mai conosciuto altri ami:ci che i delegati del Kominter. Si compren– de quindi l'obbedienza sp'rituale che Mao Òstenta, benchè in seguit0 al suo conflitto con Li-Li-San vi siano stati certamente momen li oltremodo c:ritici tra Mosca e il Kung-Oi-ang-Tan.g. Ma è altrettanto certo che nel rendersi conto che il potere d,i Ciang era compromesso dai suoi difetti strutturali, Mosca ha ripristinato le sue relazioni con i comunisti cinesii. La riapparizio,n,e di Li-Li-San ne è la prova più palese. S.:,no a qual punto egli ed i suoi agenti abbiano potuto infiltra•rsi ne] Kung– Ciang-Tang e minare la ben meri-tata predominanza di Mao e dei suoi amici e compagni di Jotta è un enigm_a. Ed è ,il grande problema dell'avv,enire della rivoluzione cinese. Le diatribe di Mao contro gli imperialisti stranie– ri, occidentali sii capisce, sono senza dubbio d'ispi• razione sovietica. La vacillante politica americana, che da anni accusa Ciang di -essere un dittatore, un capo di cr,icche corrotte ed inéapaci, ma che, cio– nonostante, ghl fornisce sostanziali aiuti, ha certa– mente fomentato la posizione antiamericana persino tra codesti comunisti cinesi che ancora tre anni fa mantennero cordialissime relazioni col generale Mar– shall, durante· lo svolgimento della funzione di me– diiatore di questi. L'ispirazione sovietica contro gli imperialisti non manca di scopo immediato. Infatti vi è una minac-
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