Critica Sociale - anno XLI - n. 20 - 16 ottobre 1949

·•cRITlCA SOCIALE :431 le ex colonie italiane.' ,· l)opo il fallimento delle pretese ita.Uane .relative a,lle ex colon,ie, oredia,mo interessante ri(aSsumere ,i punti p;ri:ncipali di un edito.riale del 3 ottobre del New York Times, da cu,i -appa,re chiara qua.Je sia -la -posizione degli Sta.ti- Uniti in -pro– pos.i-to. « Le ex colonie .italiane sonp ,ri,a.pparse sulla scena, e,' ciò che è più importante, si sono reilll:seri.te nell'ormai noto dram– ma della politica di 'Potenza... Quantunque ;veri si ano i , mo– tiv:i della nuova situazione, è comunque co.nfo,rtante constata-re come l'indipenden2a rpiù <> meno immediata deJ1la Libia, deJ.la Eritrea e della Soma.Jia cos-tituisca un obiettivo generalmente •·ieonosciuto. E' pa,rim~nti con!forta,nte che in tutte le so.luzi0ni proposte .per la So-maliia sia ,riconosciiuta all'I1:a'1ia, almeno i.n questo paese, una 1posizi0ne .pr.emdnente che le co~·s·en.tiorà di di,venire .niuov:a,mente una po.tie.nza africana, do;tata di una certà influenza ·,negli -organi• intennazionali cui è affidata la di.rezi.one dei destini di 'que.l contLnente _,,i,talmente importan– te. 1La Lrbia è a buon punto sulla, via dcll'i-ndi!pendenza,; quan• to alla ,proposta di di•"idere •l'Eritrea, essa ci appame un tipico sogno di dHettanti di cartografia, inattuabi;Je e morahn,ente d.nsosteni•bile in vista d~lla -superioTàità degli E•itrei e ,r\ella loro 00:pacità di 1 autogovernars·i•, se noh economicamente, po– lttica,mente. Tuttavia, qua:li c-he .siauo i .pro.ijies·si co,mpiuti, una so•luzione per l•e colonie iita-li0JI1eaip.pare assai lonta,òa, e ciò per varie rngioni, tra cui. una delle pi.ù tmportaiilti è che, quàntunque le colonie ,ra,pp·resentino, da,! punto di vista eco– nom.ico, una' pa,ssività, es-se sono, speeiaiI,mente 'la Libia, basi strategiche di primo 0rdine. A lòro vdlta lé d-fl-essioni di or– dine strategico ci porta,no oggi-giò-rno a ,pensar.e aLI'U.niione Sovietica e non è affa,tto ]H>r caso che ogni soluzione ventilata o-ecentemente ,per il ,problema deJ,le colonie Ha.Jiane escluda, ad ec~ez,ione delle! .proposte di Viscinski, '1a Russi•a dal M:e– ditenraneo e dal il\fa,r Rosso. « Il ,pia-no sovietico chiooe un maudafo fiduciari,o délle Na– zioni UnHe sull'ErUrea e sulla Soma.Ua; e .l'Un.Lo,ne Sov!ietica è un membro permanente· del Consiglio ,pe; l'amministrazione fiduciaria. Questa proposta rappresenta un ·atteggiamento più moderato rispettò a quello· tenuto daU'U.R.S.S. nelle trattative ,post-belliche, allorchè essa chiese •l'amministrazione di-retta deHa Tripolitani•a, un ,porto sul Mrur Rosso e la partecipa– zione rul 1 I'ammi:ni,strazione di Taingeri. .. Il tentativo odierno è ,più modes,to, ma l'oprposizione da esso -incontrata è p-i-ù che mai forte. I ,precedenti .s,torici dell'espansionismo russo ri– montano ad almeno 250 anni fa, ai tempi di Pietro il Gra,nde, e si sono materia'lizzati ,i,n una costante ,sipin,ta verso le « aicque tiepide ». Oggi gli aeroporti. della Libia, come quelli di cui dispone .J.a Gran Bretagna, sono an·cora più importanti, ma d1 priiilcipio è sempne quello... E' difficile rperò pensare che anche il più prccolo trascurabile ..punto d'ap,po-ggi-o nel Medi– terraneo .poss-à essere dato alla Russia attra"erso le colonie itali11ne ». L'autoconservazione azionale non è nazionalismo. Ri-produciamo dal B0He.ttino del Partito socialdemocratico « So,pade » un'intervista concessa da•! compagno Schumaclier ai giorna,listi francesi. « La buona volontà necessaria rper \a collaborazione inter– nazionale ,può esistere soltanto sulla base dell';,_.ffermazione nazionale. La distruzione della nazione tedesca non creerebbe qui come in qualsia~i altro ,paese del mondo che il miglior terreno per la formazione del nazionalis·mo. La colla.borazto– ne internaziona•le postula invece la. dignità nazionale di tutti d 'Parteci,pi. Il -cosmorpolitismo individuale non può sostituio-e questa base dell'internazionalismo: il concetto da cui di– pende questa ponderazione dei lfatti nazionali ed internazio– nali non è soltWllto ted,esco ma quanto meno europeo, anzi mollldiale. I comunisti a suo tempo ha,nno voluto spezzare la resistenza · della social-democrazia ad un'unione forzata con l'uccusa di nazionalismo, accusa che è stata ripresa all'estero dai ,partiti di de~tra, ed in Germania soprattutto dai gru,ppi a tendenze clerico..fasciste. In un ,paese C!he ha passato cosi gra- ,vi prove come la Francia col terzo Reich, persone e partiti che difendono quel che resta .della sostanza germanica cado– no facilmente in tale mala luce. La stampa comunista di Europa, soprattutto quella di Francia, ha cercato qui di peggiora.re l'atmosfera il ;più possibile. Molti gruppi di de– stra e ,purtroppo anche del centro e delle "inistre sono macchiati di questo sospetto contro la social-democrazia te– desca e la mia persona. Anche le più vivaci dichiarazioni di buona volontà non sono in grado di scaccia-re questo so– spetto da,! mondo; ciò può avvenire soltanto attraverso i fatti della 'POiitica pra.ti< :a. Biblioteca Gino Bianco ------------------------ La lotta corotro le tendenze belliche,. · La g·ùerra com~ mezzo della rpolitic;,_· è stata in modo'· de– cis,iv0 sCreditata in G·ermania ·attraverso due guerre 1llondia– li e la di,stru~ione del Paese· nella: ·seconda 'di esse; Già, ~on la generazione che avevà partécipato Rlla iprima gueITa ,mon– diale, la seconda non si sarebbe .potuta condur,re in modo 1 de– cisiJvo. Ma le esperienze di questa seconda guerra mondiale sono sfate molto ,peggiori. La lotta contro )e tendenze belli– ditiche viene .facilitata dec~.samente se si realizza un mJnimo di successi in ,poUtica e~tera: non c'è nessun sistema infatti che senza success~, i quali .,permettano al,meno il rispetto ipro– prio del popolo, possa durare alla lunga. Ciò che si teme come nazionalismo geNnanico e substrato militaristico nel pensiero e nella som,ma delle e~perienze di guerra, nou è un pericòlo in quanto fattore autonomo in Germania. Aoohe perciò è necessario hnpedire un'in!fluenza troppo forte d!l paT– te di un-a o deJ.l'a,ltra ,potenza occupante in modo ·che non pos– sa sor.,g,ere l'Hlusione di poter marciare i,n alleanza. COJ! una potenza occupante contfO al1ri, di riuscire a. trarre van– tag.gi da una terza guerra mondiale. !La social-democrazia combatte tutte le soluzioni miracolistiche nella politica e non si stanca di ri1petere: al poipolo tèdesco che una terza guerra mondia 1 le non vedrebbe ic·he vinti n.el mondo, ma iin Germa– nia ·non vedrebbe che distrutti. J.l militarism•o e il peri•cplo di una .miJlitarizza;ione. li •grado del militaris.mo dei diversi popoli è più l'espressio– ne del loro sistema soeiale che non della estensione del loro ar,mamento guerriero. .Popoli ll'etti in modo autoritario, ca– dono molto rpiù ,presto nel pericolo di uscire dallo stadio della rpace e precipitare 1n· quello della guerra, mentre la co- , struzione democratica di uno Stato dà una sicurezza rela– tivamente maggiore della sua vita pacifica. La storia dei popoli ci fa crupi,re ,pertanto le diversità del militarismo co– me quello di un s•istema sociale che si basa -sl'lla gerarcl!ia degli u0mini nella, vi,1a statale. La sto.ria prussiano-germ-a- , ni-ca come .storia di principi, 'militari e funzionari, ha i;n– duhbiamente rafforzato per •lungo tem,po la tendenza aU'or– ganamento del .si,;tema militaristico nella società. Il , milita• ris-mo tuttavia co•me idea fondame,ntale e sociale è attual'e in ogni paese, anche se tale attualità dimostra di!ffe~ente vita– liità. Anzi, non. si ,può dire che essp sia stato a.nco.r-a so,F.pas– sato in nessuno dei grandi rpaesi del continente, sebbene per la Germania il suo peso storico sia maggiore. Oggi e per quanto del futuro si possa prevedere, una forte corrente rqi-– litari.ista, in G;ermania, non potrebbe essere che U frutto degli s-timoli di una potenza d'occupazione. Il pericolo attuale è la militarizzazione per mezzo del sistema comunista e in forza dell'influenza della Russia sovietica. I,a q\}estione della pace o della guerra è giudicata da una nazione in gran parte secondo le conseguenze della, sua co– struzione sociale e statale. La Gerimania come promotrice di una guerra, anche ,senza nessuna distruzione, sarebbe oggi impossibile giacchè la generazione attuale non .potrebbe sop– portare moraLmente e psicologicamente una nuova guerra; per-fino Hitler ha dovuto as,pettare il crescere di una nuova generazione. Uopo C'he i vincitori delle. 1prima guerra mondia– le non concessero alla repubblica di Weimar successi di po}i– tica estera, visibili alle masse, ne ·permisero invece in l,a.rghi.s– sima misura a Hitler. Non si deve dimenticare che la secon– da guerra mondiale al suo scoppio i,n Germania fu assolu– tamerute im,popo\are: la dittatura, assoluta sul popolo tedesco fu anche la, premessa necessaria alla guerra. Se in Germania si riesce a stabilire la democrazia e ad infondere al !l'iguar– do la fiducia nel popolo, è, senz'altro esclusa ogni ,possibilità del sorgere d'una 'Precisa volontà bellidstica. Tra l'oriente e l'occidente. n giocare con la carta russa sia ,pure 'Per sco,pi. di ·agita– zi,one politica è cosa molto pericolosa. D'altronde, non· sol– tanfo 'Per i· tedeschi, giacdhè questi piccoli -circoli in Germa– nia non sono gli Ùnici che cercano di lavorare politicamente facendo leva sul pensiero di u,n'aHeanza con la Russia. Noll si può aJdoperare la Russia, poichè per qualsiasi -paese de:! continente eui-opeo una alleanza eoi Sovietici sarebbe un,a so– cietas leonina, nella quale il Paese occidentale europeo non sarebbe certo il leone. In fondo, non c'è nessuna scelta tra O– riente ed Occidente giacchè la Russia so-.,ietica imposta la questione in modo da pretendere dal sno a.lleato una deci– sione assoluta in favore dell'oriente e con ciò una inimicizia mortale contro l'intero occidente. Per questo i sociaf-democra- , tici combattono d.,.;isamente contro questi giochi ideologici. Ma d'altra p~e essi non sono di-siposti a lasciarsi adoperare come un semplice strumento nella guerra o nella· pace verso l'Oriente, giacchè la <:onoscenz.a che una data direttiva poli-

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