Critica Sociale - anno XLI - n. 19 - 1 ottobre 1949

40(> CRITICA SOCIALE fondie e snaturatrici conseguenze anche su quei paesi e su quelil·eforze che, sia pure in perfetta buona fede, erano mosse dalla esigenza della dHesa della democrazia e della J.ibeTtà, di fronte a-Ila minaccia totalitaria bCJ1l 1 scevica; a) Funziona1- mente, anzitutto: la politica di potenza la fanno gli Stati, e non i popoli; fa fanno attraverso una strategia diploma- 1bica {così spesso ~nvilu,ppata in ragiorµ di p,restigio) e non attravrerso le aspirazioni internazionalis,tiche o gli interessi di popoli; ,\a fanno attraverso il settore più geloso, più dservato e meno controllato dalla opinione pubblica, della attività governativa. b) Sul terrepo politico, in secondo luo– go. P,raticare o assecondare una politica di, potènza signi– fica non soltanto orientare gli intleTessi generali· a necessità di rafforzamento materiale, di riarmo, di efficienza miliitare, bensì impostare la vi1ta pubblica e •l'attività governativa al prindipio autoritario dello « Stato forte». Dietro ,\a sit-rut– tura democratica che s'intende preserva~e, si mira ad una cristallizzazione interna ed internaziona1e. (Non a caso quin– di· di questa esigenza di «stabilizzazione» si parla espli– ci,tamente nel testo dJd Patto Atlantico). lntemaziomrlmente si ltendè cioè a impedire ogni effettiva indipendenza e ogni dÌll1amismo autonomo ai singoli Stati nazional:i, stabilmente •legandoli ad un sol gioco. Sotto .\'aspetto ltnrerno si tendie ad impedire che ~ga messo in discussione i'l sis,tema poli– tico-economico-soci,a,le vigente. Si mi,ra anzi a consolidarlo e rafforzarlo ; a litniiita,re ,\a dinamica dei ,parti.ti , o con !'irre– tirli in comprom?Ssi, o con i'i corroderne '1a compagine, o (come per i partiti comllillisti,) con il sospingerli al margine, in una situazione d'impotenza, magari vigilata da mezzi re– pressivi ; a frenare e sviaire la pressione delle forze popo– lari, sia con intervrenti, paternalistici, sia favorendone l'as– septeismo. e) Sul terreno psicologico, infine. li!• contrasto va;lfoa il margine di ogni umana e pacifica tolleranza per J}recostituire ed alimentare l'odio ideologico e. teologico. Allo spirito di fotta politica si sostituisce lo spiirito 'di crociata, di guerra santa, di fanatismo esclusivista. Da una parte e dall'altra, al dinamico gioco de'l'1eopinÌioni di singoli uomi– ni liberi subentra,. massiccio, il confliitto di sistema contro sistema, di dogma contro dogma, di mito contro mito (ossia dii, forza irrazionale contro forza iirraziona·le). Al'la Hbera determinazione deHe pro1>rie decisioni si sostituisce l'aggre– gamento, volollltario o coatto, ma comunqt11esenza possibi- 1liitàd'indi•i>endenzae di -riserva, ad uno schieramento contro un altro schieramento, in -lizza per l'egemonia. E risuona, categorico, d'ambo i -lati, i'l monito « o con noi, o contro di noi» che è H principio del totalitarismo. Quando si rag– giunge questo grado d'odio 1)erell!torio le &, fana1:iea intolle– ranza, a'11eidee si sosti1tuiscono le parole d'ordine; a:Ha li– bertà, la disd1>lina del mHita.nte; alla verità, quello stru– mento asservitore della i>ersonalità che è la propaganda. I due blocèM a contiatto. 6) L'antagonismo egemonico irusso-americano ha ornmi eliminato ogni margine intle:rmedio. I due blocchi sono in immediato contatto, anche geograficamente. Allineato tuoto !'Occidente sulla politica americana, -lo sblocco di Berlino ha ,rappresentato, 1)er m:i momento, la coincidenza fisica del limite •lra i due blocchi con quella 4inea - che doveva fa– talmente diventare « sipario di fel"ro » - tracciata a Ya'1ta. Sul piano della « guerra f,redda >> . ciò ra,ppresentava indub– biamente un successo della diplomazfa americana. Ogni u1- teriore espansione russa v.erso Occidente veniva infatti i>eren– toriamente bloccata, come del pari paralizzata v.eniva la espansione interna dei par-titi CO!l}.ttmsti, in funzione di « qui1lJtacolonna». ·Tuttavia questo espandersi dei, due bloc– chi sino al margine non ha affatto consentito ù 1 equilibr-io. P-rop-rio qui è da lamentaTsi la mancata costituzione di una fascia di paesi neutmli, resa: impossibi,l:e dalla adesione a4 Patto Atlantico dei paesi scandina,vi (Svezia esclusa) e del– l'Italia, che poteva attùtire ,L'attrito. La controffensiva oc– cidentale è infatti valirota nel blocco orientale, costituen– do in tal modo una diretta minaccia per l'egemonia russa. AHudiamo al mutamento di- condotta de!J.e ·potenze occiden-· tali nei confronti di Tito. E' evitente fa grande importanza che as.sume la ·« car<ta Tito» !)er .Ja strateg,ia politica ame– ricana, come leva &sgrega,toria inserita nei paesi satelliti BibliotecaGino Bianco ddl'a Russia. Se non è dato prevedle:re la portata delle con– tromisure russe, è ·chiaro invece che la po\.itica americana tollererà dal dittatore jugoslavo un •largo margine di oscil– laziooi e di doppio gioco, ma riverserà su d[•lui quella poli– tica di favori ie di concessioni di cui, per qualche tempo (ma, ahimè, più a p,romesse che a fatti) ha beneficiato !'lta- 1,ia, come potenza esposta al margine. Che ciò avvenga a mortificazione .dei nostri fautori deHa « Real-politik » è pa– lese. Resta solo a v.edersi se - deprecabile risultato di chi s.; pone sul terreno insidioso della « Real-politik » senza avere effettive contropartite da offrire o forza tale da ri– chiamare alla •lealtà dd gioco - non finiremo sciagurata– mente col farne noi italiani le sp·ese (come, sul 1 piano della st•rategia intercontinentale, sta già avvenendo per le nostre coloni,.,), rimandando alle calende greche la !)r◊messa resti– tuzione all'Italia di Triesite o, peggio ancora, con una for– zosa spartizione della zona B, intervengano o meno pressioni i>er un nostro accordo con la Jugoslavia. 7) Nel contrasto diretto ,tra 1'e due potenze egemoniche l'Europa, ha ·gradualmente perduto la sua autonomia per subordinarsi, divenendone attivo strumento, alla strategia !)O– litica amerkana, ch'è quella che conduce il gioco. E' la cap~tisdemiinutio deH'Euro!)a. Ciò ha ripercussioni non sol– tanto e non tanto nei confronti della potenza sovietica quan– to nello stesso ambito interno d~Uo schieramento occi– dentale nel suo complesso. Le incogniife del Pafkt Afla ,nti.co . 8) Se ne ha sentore proprio in quel congegno che, una volta subìto -l'inserimento nel1la politica di potenza, diven– tava il più importante e deliroto: cioè il Patto Atlantico. E' perfettamente oziosa (dipendendo daH'uso che, in relaz,ione al com1>ortamento deH'ailitra parte, si sarà costretti a fame in una situazione Ie cui prospettive sono ancora, ed òggi più che mai,, incognite) la discussiooe se i1l Patto Altlantico - che però è certamente elemento di questa antagonistica rivalità - sia ur1 fattore di pace o di guer,ra. Assai più seri@' è J'a.Jtro aspetto del problema: e cioè se effettivamente H Patto Atlantico, a collltroi>artita dell'aver fatto schierare le poenze firn1atade in un blocco inequivocabiillmentie costi1tui– tos.i «contro» la Russia, abbia assicurato ai partecipanti una maggìo,re sicurezza, argomento preferi,to dei vari zelatori europei del Paitto Atlantico. « Maggiore», dico, giacchè sin da prima, indip;endentemente da patti' e da alleanze, stava e sta la necessità per glfu:Stati, Unùti, imposta dal sistema e dal duello di egemonie, di, intervenire col peso della loro potenza militare, sola in grndo di oppoi:si efficacemente a quelila sovietica, nel caso di una· qualsiasi- invasione russa a:l di, qua della cortina di ferro (la « resistenza » al· blocco di Berlino lo dimostra). Ora è appunto sotto questo profilo della sicurezza che si rivela, peT più di un riguaTdo, iJ1 declino della poternza del– l'Europa. Non ci vudi'e g-rande intuito per intendere che le recenti conferenze per il concretamento degl!i,organi, del Pat– to Atlanticq gli negano ogni carabtere di alleanza mter pares. Da un lato chi si Tiserva di determinare e dirigere la stra– tegia atlantica s◊1110 ·gl,i Stait,i,Unii1i, che, tutt'al più, associano i:l nuovo blocco Anglo-Canadese. D'altro lato appaire pre– stabi!l~to in grado diverso il contributo ad una eventualità bellica: gli Stati Uniti, a torto o a ragione, s,i, riservano, ;i,ceanto alla mobi-litazione del materia,le bellico, la strategia àtomica e l'azione aerea a larga distanza (ma basterebl>e a vincere una guerra?); l 'lnghilter.ra, i,l Canadà ed ~I Com– monwealth, (che pretendono, ma per essi soltanto, la compar– tecipazione al segreto atomico) la strategia marinara, i 1 a di– fesa interconti-nentale, ·Io·svilup!)O mondiale di basi aeree I e navGJli; e al-la sciagurata Europa, resta affidata la mansione tattica della difesa avanzata, propria della sempre saor:ificata fanteria. Nella strategia aitomica al!IIEuropa si>ettano le fun– zioni di testa di ponte (e per consolidarla è logicq si pro– spetti la necess,i,tà d;i, incorporare nel Patto Atlantico anche la Si>agna di Franco, piaccia o meno ai democratici euro– pei) e di temporaneo tam!)Onamento di un'invasione, in attesa che abbiano tangibili effetti, i, bomba,rdamenti aitomici - me ora « sappiamo» 'anche che 'ii subimmo - e che gli. Stati Uni-bi,possano, al ,riparo, ,provvedere alla mobi-litazione di uommi,, cli mezzi e di industrie ed al trasferimento o'.tre

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=