Critica Sociale - anno XLI - n. 19 - 1 ottobre 1949

CRITICA SOCIALE 405 Stalin che era lungi dall'essere il primo nella gerar– chia dei capi del comunismo. Gli avvenimenti della rivoluzi0ne hanno portato in cima un uomo del bas– so; egli ha imediatamente liquidato tutti i conco-rren.– ti possibili. Come Stalin, Tito con Rankevic ha cre·a– to la polizia della dittatura (200.000 poliziotti armati; le « brigate proletarie », unità puramente comuniste nell'armata dei ,partigiani di Tito, sono state 11'.a– sformate in polizia politica) ed ha sottomesso tutto quel che resistev·a o non. resisteva: l'esercito, i tri– bunali, tutta la società; ha disorganizzato. i partiti e :riformato lo stesso partito comunista. Dopo l'installazione della -dittatura, nessun partito comunista resta ciò che era :- esso si trasforma in uno strumento docile -della dittatura. La cricca che governa annienta ogni opposizione nel seno ste-;;so del partito comunista. E' que'1 che è success0 in Jugoslavia. Quando i eomunisti del mondo dicono a Tito: c1c,n vi è democrazia nel vostro pà-ese, egli risponde: e con StaHn? Stalin. riunisce forse d,ei congressi per sapere quel che pensa la massa? Io ho fatto un congresso anche ultimamente e tutti erano d'acco,·dq con me. L'opposizione? E' in prigione. L'opposizione nel ,partito comunista stesso h a subito l a stessa sor– te: è spezzata. La polizia è lo strumen.to deco della dittatura. La cricca vuole v,i vere e per vivere deve a,nnientare ogni vellie-ità · di resistenza. Alcunè mi– gliaia di uomini, ripartiti nel paese, seguiti cieca– mente da 400.000 membri del par tito • comunif'la, tengono tutti gli altri sotto il lo.ro giogo. E questa cricca non si arriverà mai a d ivid-e rla: la sua divi– sione essa lo sa, è la morte. Come Hitler a Berlino, resist~rà sino aUa fine, fino alla morte, dovesse pe– rirne il popolo. E' la legge della dittatura ed è la situazione nella quale Tito si trova. Le proteste del mondo comunista, le, risoluzioni del Cominform? Tito n-e ride. La sola possibilità di vederlo scompa– rire consiste nel toglie 1 rlo di mezzo mediante l'ar– mata rossa,. La -cricca di Tito è stata formata nella resistenza. Alla liberazione, l'annata rossa si è in– stallata in Ungheria, in Romania, dn Bulgaria e par– zialmente in Jugoslavia. Essa ha evacuato la .Jugo– slavia, dop0 l'installazione dei. èomunisti jugoslavi al potere. Più esattamente: i partigiani di Tito, con alla testa i comunisti, hanno ,preso il potere e il governo. Essi hanno installato in Jugoslavia la Dii~ latura d 1 ei partigiani, degH « shoumski » (montanari, compagni delle montagne), che si raggruppano in– torno al loro caipo per difendere la loro posizione di padroni in un paese conquistato. Essi non ri– conoscono altro capo che Tito, anche se sia Stalin. Tito resisterà sino alla fine. Non è la gue·rriglia che potrà venirne a capo; solo un'a·rmata regolare sotto il comando russo può vincere e, in questo ca- so, è il -conflitto internazionale. · La pressione economica è formidabile, ma non schiaccia il regime, schiaccia· il popolo. La Jugo– slavia, a termini del trattato di commercio, ha con– segnato le merci che si era impegnata a es·portare verso la Russia e le democra-zie popolari, mentre i suoi soci non hanno voluto mandarie le cose essen– ziali: benzina, carbone, macchine e attrezzature Quanto ai pa_esi de,mocratici, prima di commer– ciare con la Jugoslavia, essi esigono il pagamento dei debiti jugoslavi nei loro confronti, in particolare l'indennizzo di quelli dei loro cittadini che sono stati danneggiati dalle nazionalizzazioni. Per acqui– stare in occidente delle macchine e il combust!bile indispensabile, Tito è obbligato a far devastare le foreste e ad esportare i pochi vive•ri prodotti ·t,el paese. Risultato: la miseria del popolo è atroce. Mai il ,popolo è slato così disgraziato e se gli si doman– da: chi preferite fra Stalin e Tito, la grande mag– gioranza risponde: se ne vadano tuUi e due per·:hè si somigliano come pa,dre e figlio. ZIVKO TOPALOVICH BibliotecaGino Bianco ; Pressione internazionale Mai, come ora, •la situazione internazionale ha così gra– vemente pesato sulla vita interna dei popoli. E mai, forse, com'! ora, -il sociailismo, non sofitanto nelle sue essenziali asphazioni •internazionaliste, ma nelle ·sue positive conqui– ste e soprntt1,1Honel suo spirito di libertà e di umanità, ha subìto una così seria e dura pressione dagli eventi del mon– do es.terno. E'· mcessa-rio quindi compiere, sia pure a titolo pers011.ile, e in form;i schematica, un'analisi deHa 5'i1uazione, anche se poi, in definitiva, •le conclusioni ultime ciascuno ie deve tra'r,re dà sè. Politica di poite>nza. 1) Il fenomeno del bolscevismo s'è cristallizzato in dispo– tismo interno ed in una nuova formula di imi;ierialismo espansioni,stico, fondato suHa po,tenza militare, sulla diret– ta e indiretta ingerenza (iribadita dall'altra catena del Co– minform), sulla subordinazione pol~tica e sullo sfruttamE'nto economico deii 1 paesi « sateJ.li,ti ». In conseguenza i:J bolsce– vismo è passato dal piano di, un movimento politico al piano della poJ.itica di potenza p,raticata da uno Stato totali1ta~:o, la cu.i azione espansionistica costituisce una tanto più grave minaccia, in 'quanto ,l'U.R.S.S., già nel corso della guerra, è assur,t:a a potenza mondia:le di primo rango, decisa ·i sta- bi-lire la prop.ria egemonia. · 2) Si è creduto di trovaire una soluzione stabilizzat•ice a questa rivali,tà pe'r .J'eg-emoniamondiale con la forma più elementare e drastica di una spa·rtizione in zone d'influenza. Yalta, ossia un aitto di piena collusione egemonica russo– americana (l'Inghilterra, pur consenziente, già accusava quel decJ.ino da potenza mondiale di primo rango che senza dub– bio è elemento di squilibrio) ha ,rappresentato questa deli– berata fra,ttura d~l'emisfero occidentale in due orbite. Gli eventi ulteriori hanno poPtato sino al margfoe di separa– zione deJlle due sfere d'influenza l'espansi-Orie dei due slstemi antagonistici, togliendo ogni elasticità. 3) Le speranze di 1:vita1·e o .J.imiitarele conseguenz~ di tale evento di fondamentale importanza storica si sono gra– dualmente dissolte. Non è riusci,ta la attuazione di un m1<,vo e valido ordinamento giuridico intemaziona,le, fondatJ su d'. una efficiente O.N.U., capac;e di imporre la sua volontà e la sua autorità anche alle due grandi potenze rivali: anzi tale organo è diventato strumento in funzione dell contra,-to. E' stato bloccato, para4izzato e disperso, con il sop-ravvE"rto ,l,,.l!'aziont! dei singoli S,tati nazionali, riaffacciatisi nella struttura tradizionale .e con la ricosti,tuzione (o quasi) della tra<lizionaLc·ciasse di,rigen,te, quel fennento di rinnovaziope dernueratica cd ,nternaziooalista, che s'era profilato, confusa– !:lfrte, con i movimeniti delfa -Resistenza. Infine è faHita - ~nche perchè ristretta al piano d~J.J'azione governativa, senza fare agirtc in maniera più diretta e più vasta le ener– g;e e le aspirazion~• dei popoli - la volontà di costituire una « terza forza» internazionale tira i due .blocchi antagooistici .. - 4) Tutto questo ha determinato il soprav,vento della so– luzione pi,ù grossotana e più pericolosa: cioè il trionfo, da ambo le parti, della grezza e massiccia politica di poten– za. La quale rnmmeno più mira, come un tempo, ad un equi– librio' tollerante e dinamico, tale da consentiire ·una plura– lità di enti naziouali e va.riazioni, ma ad una totale e mas– siccia egemonia mondiale. I risultati sono quel che sono. Prevale - e quindi « ha 'ragioni~» - chi è più forte. Ed è più forte non soltanto chi è meglio agguerrito (donde la corsa agli e.nnamenti, tradizionali ed atomici) ma chi cor> trappone uno schieramento più compa;tto e meglio sa valer– si delle tendenze al conformi6mo .e-della generale paura. La politica, secondo 'la vecchia concezione prussiana, diventa, anche in tempo di pace (che infatti si chiama « guerra fred– da>), « .Ja Jl'I'OSecuzionedella gu:~Tra con altri mezzi>. Prin- · cipii, e criteri che i sociali~ti, è chiaro, non possono far pro– pri, ispi,randov1 1 la ;>ropria condotta. o acconciandosi a ras– segnarvisi senza smentire la propPia ragion d'essere e la propria funzione. 5) La prevalenza della politica di potenza ha avuto pro-

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