Critica Sociale - anno XLI - n. 19 - 1 ottobre 1949
404 CRITICA SOCIALE Ragioni militari del conflitto. Tuttavia, se non si trattasse che di urti economi– ci, le difficoltà potreb~ero presto appia11arsi. Ma ve ne sono altre di cui non si 1P·ll.'r'la e che sono essen– ziali. Sono le ragioni militàri. I milita•ri russi han– no bisogno assoluto della regione in cui vive il po– polo jugoslavo. E' per questo che essi non si ct1r'1no minimamente del popolo Jugoslavo e della dittatura comùnista della Jugoslavia, i cui interessi cedono il passo agli ,imperativi dell'imperialismo russo. Fra i Carpatici ·e le Alpi si stende l'antica piana pan– nonica, o .pianu-ra danubiana. Da Vienna a Belgrado attraverso l'Ungheria e fino alle montagne del cen– tro balcanico; questa ,pianura si ;;tende su 600 km. di lunghezza e 400 · di larghezza. L·a .pianura apre un tri-p.Iiice accesso: su1 mar Egeo, sull'Adriatico, sull'I– talia del Nord. Essa può essere il luogo di concen– trazione di milioni di soldati. Essa è assolutamente indispensabile all'imperialismo russo. Se una terza -guerra scoppia òov,e sarà il suo centro iniziale? Ve– rosimilm-ente non nell'Europa occidentale, che s'Ì or– ganizza e si arma, ma nel Vicino Oriente, da cui la marina btitannica trae il 60% del p·etrolio necessa– rio ai suoi bisogni. Si consideri- bene la posta della lotta tra: Jsraele ed i paesi musulmani: la ree1ione , dei pipe-li•T1Jes è vitale per tutti i futuri beUige;anti. Ciascuno si: preci-pit,erà per prenderne possesso o per cacciarne gl! avver$ari. I russi .p·roducono grandi carri da combatti1J1ento, migliaia all'anno; ne pos– siedono 40.000 forse; essi producono anche aeropla– ni e strumenti meccanici. E non han.no abbastanza benzina. Tutta la loro produzione è localizzat.a in– torno al Caucaso. Ora uha grande flotta americana incrocia nel Mar Egeo, con portaerei e bombe la cui potenza può annientare in qualche ora fa produ– zione russa di petrolio; dal canto loro i russi utiliz– zeranno, in caso di con,flitto, in grandi )Ilasse, le loro for:ie per tagliare la. strada di accésso verso l'Egitto ed i giacimenti del Viéino .Oriente. E' dun– que -indispensabile ,p.e•r loro poter concentrare ef– fettivi considerevoli di soldati in Ungheria e nella S_e~b~a d~~ Nord, se vog~i~no raggiungere i loro o~iet– llv1 Il pm presto poss1b1le. Notate che in una not– te essi possono trovarsi nieile pianure Italiane. La piana pannonica è, p-er sua natura stessa mdi– cata per es.sere· il luogo di concentrazione dell'a·r– mata sovietica. Conclusione dei russi: noi siamo là· noi abbiamo bisogno di questi paesi. Noi dobbiam~ re.starci pa9-roni assoluti. Nessun, diritto di « ugua- . ghanza » pe·r Tito, egli deve sottomettersi o sparire. Perchè inv•e~tir~ ca.pitali in uno sforzo di industria– lizzazione della Jugoslavia? I ,primi giorni di bat– taglia tutto sarebbe distrutto. Tito è un pazzo. Spinta verso i Dardanelli. Altra ragione di 0rdine imperialista: la Russia no!I perde di vista gli sbocchi del Bosforo e <lei Dardanelli, canale di 200 km. di lunghezza e di 2 o 3 km. di: larghezza. Essa continua la politica degli zar, ma rendendosi conto che non è attraverso que– ~ta gola che essa arriverà a portare le sue truppe 1~. ma~sa nei punti nevralgici, essa p.ensa sempre pm .aH accesso ·per terra balcanica verso il mar Egeo. Teuendo la Jugoslavia e la Bulgaria, l'U.R.S.S. è in c?ntatto diretto con l'Adriatico, da una parte, e. in :vista. del Mar Egeo dall'altra. In. quest'ultimo caso, solo una stretta striscia di te:rra, la Mace·donia gre·ca, · separa i rqssi dalla costa. Ragionamento dei russi: no,f abbiamo in mano la Bulgaria e la Jugosiavia. Bisogna fare un colpo di forza contro la Grecia, ostacolo al nostro accesso nel mar Egeo. E' questa la « questione macedone ». Bisogna stra.ppare alla Grecia la parte di terra che ci:co.nda Salonicco, che tocca H ma:r Egeo, e costi– tmre uno Stato Macedone nel quadro di una Fede– razione degli Stati jugoslavi. In questa federazione Biblioteca Gino~Bianco entrerebbe anche là Bulgaria. Cosi, noi saremo sul mar Egeo e, per conseguenza, sul Mediterraneo. Questo aspetto de1la :politica russa è capitale. E nell'affare, Tito è diventato un guastafeste. Per riu– s-cire, si è organizzata e sostenuta la « :rivoluzione greca ». Ma gli americani sono dall'altra parte. Bi– sognerà forse cambiare piano ,e tornare sull'ipotesi adriatica. Attraverso la Jugoslavi-a s.i giunge in Al– bania e, ,in ,particola:re, nel grande porto milit~re dì Valona. Bulgaria, Ungheria, Jugoslavia, Alibanfa so~o dunque elementi essenziali della p0litica russa e m questi paesi è essenziale per l'imperialismo rus– so avere governi che siano strettamente a.gli ordini. Solo i «titoisti» osano n.on obbedire ciecamente. Nè Stal,in nè Tito posso.no evocare questi .pro,blemi, ma sono tuttavia gli elementi >decisivi della politica at– tuale. Ultimamente, in Grecia, Markos è stato silura– to. Egli av•eva acoettato la dittatura comunista sul– l'insieme della Grecia, e in questo caso l'integrità del territorio greco poteva essere mantenuta. Ma a causa della resist,enza .del governo greco, aiutato dagli. americani, e dell'ipotesi prospettata del di– stacco deU.a Macedonia greca e del suo congiungi- '-m?nt_o al1a Macedonia bulgara e jugoslava, c'è stata sc1ss10ne nel partito greco .. Alcuni non hanno voluto acc-ettare questo vero e :proprio tradimento. Markos era di questi. Lo si è liquidato. Resistenza di Tilo . . Markos si è ri,bellato, Tito pure si i-i.bella. Per la creazione della « grande· Jugoslavia », con la Mace– donia jugosla·va, bulgara e greca, si è pemsato ad un capo sufficientemente docile: Dimitro-v (1), capo del governo bulgaro, che doveva. sostituire Tito. I s0- vieti·ci chiedevano l'unificazione della Bulgaria e del– la Jugoslavia, e la creazione in questa unione cl elio Stato macedonè. Il tutto dov,eva e-ssere fatto moHo presto. Tito ci vedeva un colpo montato contro cli lui. Minacciato nella sùa pote1ua e neUe sue fun– zioni egl,i resiste. Le ragioni di ciò sono semplici: p,er i comunisti abbandonare il potere ad altri si– gnifica ~condannarsi a morte o alla dep0rtazione i.n SLberia. Presso i dittatori non vi è perdono. U0- ~ini .P!ù ,p,o!enti_di Tito - tutti i vecchi compagni d1 Lenm: Zmov1ev, Trotski - che hanno fatto pro– va di opposizione, sono mo·rti. Ora Tito è un otti– mo dis?epolo di Stalin: conosce il metodo; egli vuole v1v•ere e sa che pe'!· vivere deve restare al ,po– tere. Ci resta. Tito ha acquistato una grande popolarità, e non sen:1la ragione. In effetti, la rivolta contro l'autorità di Stalin, come 'la rivendicazione dell'uguaglianza tra i partiti -c0mm1isti e i. paesi comunisti sono aUi rivoluzio,nari, e se •i partiti comunisti potessero avere una politica indipendente tutta la vita internaziona– le cambierebbe aspetto. Ma Mosca, che non ammette la minima disobhedi-enza, tenta con ogni mezzo di schiacciare Tito e la sua cricca. Tuttavia biso.:rna r fare attenzfane: il pensiero, il vocabolario, il ragio– namemto -dei tot!!litari non hanno nulla a che vedere con il pensiero, il ragionamento, il vocabolario dei democratici. Si dice: Tito difende findi,pendcnza d·ello Stat0 jugoslavo .perchè la popolazione lo sostie– ne. Errore: la ,popofazione non. ha niente a che fare nella facc-enda. E' più semplice.: l'apparato titino fren.e sil potere, esso non vuole lasciarlo. Metodo: quando si instaura ima dittatura 'comunista non è il ·partito c0munista che trionfa, è ~ma cricc;. Dopo lotte interne in cui la vita degli uomini ·è in gioco non è la dottrina che vince, sono degli uomini, ~ non necessariamente i migliori, non fatalmente i capi. Vedete la Russia: morto Lenin, non sono nè Zinoviev, nè Kamenev n,è Trotski a vincere, è Stalin. (1) D-imi>trov è morto un e.m10 do,po ia 'ribellione di Tl>to, che glJ ha .Jmped>lto di dLventare iii ,padrone delle « Gnwde J ugosla'Vie "· I
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