Critica Sociale - anno XLI - n. 17 - 1 settembre 1949

376 CRITICA SOCIALE precedente numero di « Critica», concludendo che tale legge: « è fatta per i padroni di casa, e non per la soci,età i/Jaliana ». L'appunto è estremamente grave per il Governo e per la Maggi,oranza parlamentare - arbitra in Montecitorio - ed io intendo convalidarlo con ra– gioni positive e con una documentazione Òbbiettiva. Non, è vero che il blocco degli affitti sia la causa della crisi edilizia. Ecco qualche dato interessante. VANI COSTRUITI NEI CAPOLUOGHI DI PROVINCIA NEGLI ANNI 1930 N. 266:984 1931 » 194.253 1932 » 141.222 1933 » 125.013 1934 » 136.638 1935 » 213.842 1936 » 269.091 1937 » 226.255 1938. » 149.382 1939 » 147.625 1940 » 126.859 Dunque, nel 1935 la .produzione edilizia è aumen– tata, rispetto al 1934, di quasi il 60% e nel 1936 è raddoppiata. Ma non basta. Si esamini la seguente tabellina: 1934 1936 Costo di costruzione per vano L. 9.450 L. 10.500 Affiitto medio annuo per vano . » 875 » 846 Saggio di rendimento !J,2'% 8,1% Indice di convenienza a CO· struire (1938 1= 100) 170 150 Dunque, dal 1934, inizio effettivo del «blocco», al 1936 tre degli incentivi a costruire sono notevol– mente peggiorati, tanto da ridurre di venti punti l'indice convenienza. ·Ciò non.ostante la produzione è raddoppiata. Sono note le cause del fenomeno ed è superfluo rammentarle. Qui basta notare che fra esse• - evi– dentemente· - n0n è compreso il «blocco», il qua– le, non soltanto non. è stato causa nè necessaria nè sufficiente a determinare una crisi edilizia, ma ha consentito, e forse favorito, l'affermarsi di altri ele– menti propizi che hanno prodotto il notevole incre– mento constatato. Il vero è che il -Paese non aveva ancora risentite le ripercussioni negative causate all'economia nazio– nale dalla guerra etiopica. Infatti, nel 1937 i vani costruiti scendono a 226.255 e nel 1938 si precipita a 149.382. Il giudizio dei competenti. In una nota riser:vata còmpilata dall'Ufficio Studi di ùno dei nostri più potenti Istituti di Credito si può legger,e quanto segue: « ..... la condizione essenziale rimane tuttavia quel· « la di un adeguato aumento del reddito, special– « mente delle classi medi,e, s·enza il quale il mercato « edilizio è presto saturo e l'attività edilizia tende a << ristagnare ». E ancora: « ..... un'attività edilizia intensa accompagna e non « precede le fasi di prosperità economica». E infine: . « Una fiorente attività edilizia è tipica dei Paesi ~ ad alto redcf!z'to, onde si costruisce molto per sè << e per· j consumatori disposti a pagare canoni di « affitto· remunerativi ». Dedico queste « gemme » agli zelatori nostrani dello « sblocco ». BibliotecaGino Bianco · E che la causa profonda e dolorosa sia quella indi– cata, è pur trop,po confermato dal reddito odierno degli italiani. Infatti il Rapporto Hoffman ci asse· gna pro capile (1948-49) dollari 226 in dol– lari 1948, contro i dollari 207 del 1947 - ossia po– co più di 135.000 lire. Il che dimost•ra che questa nostra povera, ma a noi tanto cara Italfa, ha uno dei più bassi red– diti d'Europa, battuta nella corsa all'indigenza so– lamente dalla Turchia. Se oltre sette milioni e mezzo di huclei familiari, sui dieci milioni e 700 mila esistenti in Italia non arrivano ad un guadagno annuo di 600.000 lire, ossia non spendono 50.000 lire al mese, come po– tranno pagare gli alti fitti economici chiesti dai costruttori? E come potranno gli imprenditori: co– struire case per inquilini che, in partenza, non han.no i soldi pe·r pagare l'affitto? L 'Ufficio Studi dell'Istituto di Credito cui ho ac– cennato, così conclude l'esame analitico del gravis– simo problema: « Nell'insieme, giudicando la situazione economi• « ca di un prossimo domani, dai dati se,gnaletici a « disposizione, non sembra che sia preventivabile « una intensa attività edilizia prima che sia -compie– « ta la riforma agricola (,e ne è prevedibile una « crisi di trasformazione e sistemazione, per il pas– « saggio da una prevalente cerealicoltura alla• spe– « cializzazione in colture e allevamenti di qualità) « - e industriale (adeguamento alle esigenz,e di un « completo inserimento nell'economia mondiale di « concorrenza). Tenuto conto di questa essenziale « condizione e dell'epoca di queste crisi di assesta– « mento - che dovrebbe verificarsi avvenuta la nor– « mailizzazione delle principa.Ji produzioni agricole « all'estero ed ,esaurito il margine per la nostra « esportazione in condizioni assai favorevoli per «quanto.riguarda la concorrenza altrui, - per qual- _ « che anno, almeno tre-quattro -, l'attività ed,ilizia « -in Italia wo,n do,vrebb-e subire sensibili incnemen– « M rispetto al ridotto ritmo attuale, nè dovrebbe « essere prudente investiry,( crediti non a lunga « scadenza». E siccome per fo banche non esiste, come ognun sa, « lunga scade'nza », ciò vuol dire, come in effet– ti si ve-rifica, che gli Isfftuti di Cr-edito ordinari escludono dai loro finanziamenti il settore edilizio. L'insuf{ic11enza dell' « iniziativa privata». Ma, oltre a quelle indicate, altre cause sono poste in essere dalla situazione generale e diventano de- terminanti. · Svanito il terrore dell'inflazione (la probabilità è ridotta ad un 10%) che ha spinto nel 1946-4 7 i detentori del denaro a trasformarlo in beni r-eali, anche a condizioni svantaggiose, oggi nemmeno un notevole miglior.amento dell'indice di convenienza a costruire ra,ppresenta un valido incentivo ad im– piegare ca.pitali nell'industria edile - e questo fer– mo dell'attività produttiva ha cause tanto profonde ed operanti che nessun provvedimento legislativo voluto e imposto dalla Maggioranza democristiana, riuscirà a porvi rimedio. Il costo delle aTee è in fase di flessione, e in lieve diminuzione son.o i prezzi dei materiali, per cui il costo totale dei fabbricati è in lenta discesa (dicem- • bre 1948, indice 5.703 - maggio 1949, indice 5.604); mai l'iniziativa privata nol/J sii muove. E non si ITlUO· verà neppure a sblocco avvenuto per due ragioni fondamentali che si inseriscon-0 logicamente nel quadro generale. L'iniziativa privata liberista trova, oggi, passata la .paura dell'inflazione, altri investimenti più red•. ditizi e certamente più ... tranquilli. Di fronte ad un· rendimento netto delle obbligazioni industriali

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=