Critica Sociale - anno XLI - n. 17 - 1 settembre 1949

CRITICA SOCIALE 37,5 ·ciò pone il familiare .probl,ema, se un giorno o l'altro non potrebbe sorgere un pericoloso conflitto di interessi tra gli operai bene organizzati e quelli relativamente non organizzati. Questo problema si può esamìna•re in proporzioni •ridotte nel successo che hanno avuto alcuni potenti sindacati nel realiz– zare piani per il benessere dei loro membri median– te i1contratti collettivi, come è stato per i lavoratori della moda ed i minatori con i lavoratori metal– lurgici e deM'automo.bile, che perseguono gli stessi scopi. Ci si chiede se un simile successo indebolisca o rafforzi la spinta del_ movimento sindacale per una legislazione che soddisfi gli stessi bisogni per il grande pubbUco. E' chiaro che dipende dal sin– dacato e dai suoi dirigenti se, per esempio, l'azione industriale si vienè a presentare come un'alternativa o come un preliminare dell'azione politica per il raggiungimento di più complete provvidenze di si– curezza sociale. A ·parte i minatori che, in ogni caso, sotto la guida di Lewis fanno una politica. del tutto sezionalista, nell'insieme sembra che sarà piuttosto il secondo sviluppo a predomi11ar,e. Conflitti futuri, In generale si può dire che questo conflitto di interessi stia assumendo forme politiche o sociali di qualche importanza, per ~l momento .. Ma esso potrebbe costituir,e un materiale esplosivo in una situazione ·economica menò favorevole, secondo l!l politica seguita dai sindacati. Se essi cioè tendono ad agire come gruppi di pressione, servendosi della loro forza p·er favorire gli. interessi dei loro membri senza preoccuparsi del benessere generale, ci po– trebbero essere vaste masse di lavoratori: non parte– cipanti di tali vantaggi, che potr,ebbero essere agi– tate contro di loro. Ci .fu una simile atmosfera al momento in cui è passata la legge Taft-Hartley, ma questa pernici·osa misura era cosi ovviamente ispi– rata dalla Unione degli industriali per contrastare l'organizzazione sindacale, e, sia detto .per inciden– za, era così malamente formulata, che per fortuna si cambiò in un boomerang contro i suoi stessi autori e suscitò per reazione una più forte attività politica da parte dei sindacati. ALLAN FLANDERS Blocco dei fitti ·e • • ·ricostruzione Le caus-e e gli eff etl'i del biocco. Come la tessera, in fase di emergenza, è i'Stituita allo scopo di diminuire la domanda di una 'merce, e, in ogn,i caso, tende a contenerla entro limiti de– terminati, il blocco .del prezzo di un prodotto è im– posto daJfo Stato per sottrarlo all'avida speculazio– ne, quando risulti evidente che, per cause diverse, la domanda tende a superare un'otferta che non può essere aumentata per cause in quel momento non eliminabili. « Non vi sono prezzi giusti o ingiusti ». « Esistono solta•nto pr,ezzi d'equilibrio o ,prezzi di mercato» ri– sultanti dal pareggio fra domanda ed offerta•. Questo ripete e conferma L'uigi Einaudi nell'interessante saggio divulgativo: « Sull'economia di mercato» - contenuto nel recente volume « Lezioni di politica sociale», (pag. 9 e segg.) - Einaudi, Torino, i 949. Scrive l'EÌlnaudi: « Il mercato non conosce bisogni ma domande ed è il servo ubbidiente della domanda che c'è » (op. cit. pag. 14). Ma quando entrano a falsare il suo na– turale e logico meccanismo elementi perturbatori, « il mercato non può essere abbandonato a se stes– so ». La legge deve intervenire (op. cit. pag. 36). · ·E' per questo che rimane in vi,gore il blocco degli affitti in ltaHa, dov,e la guerra ha « sinistrato » da sei a sette. milioni di vani - quasi il 20.% del pa– trimonio edilizio creando bisogni che avrebbero do– vuto determinare domande. E' per questo che rima– ne in vi•gore in U.S.A., il cui patrimonio edilizio è uscito indenne dal conflitto, ma dove Truman ha annunciato, insi>eme con un vasto piano di costru– zione di case popolari, « l'inasprimentò del blocco degli affitti ». Sospendendo la validità dei contratti privati, lo Stato: 1. - Ha sottratto i fitti delle case ante guerra al processo di adeguamento alla svalutaiione mone– tari~. Permettere che il prezzo dell'aUoggio seguisse. la sorte degli' ailtri prezzi e si allineasse al valore corrente della lira, voleva dire - con il conseguen– te ed inevitabile aumento di salari, stipendi ,in.den– ni1à, ecc. - far circolare soltanto in questo settore altri mille miUard,i circa di moneta, (14 miliardi di fitti anteguerra, svalutazione_ 66 volte) ossia rad– doppiare quasi' l'emissione. BibliotecaGino Bianco Sarebbe fuori luogo riaprire qui la polemica sui noti e discussi provvedimenti di Einaudi, Ministro del Bilancio. Basta notare che lo scopo prefisso è stato raggiunto. 2. - Ha dovuto intervenire nell'unico settore in cui l'azione coattiva era possibile, in quanto l'im– mobile non si può nascondere, per impedire, o al~ meno limitare, l'inumana speculazione sul prezzo di un bene indispensabilè come la casa, e per ade– guarlo, come norma generale, alle condizioni econo– miche e al diminuito reddito dei cittadini, già de– pauperati da altre .« voci » di spesa incontenibili, (alimentazione, vestiario, ecc.). infatti, perfino quell'eminente economista, quel– l'insigne e probo amministratore della cosa pubbli- • ca che fu ... il duce, ha ritenuto necessario, fin dal 1934, imporre una riduzione delle pigioni (d>el12 e del 151%),con questa precisa motivazione: « ne,ce·s– sità urgente ed assoluta di adeguare le pi:gioni per le •locazioni: degli immabili urbani alle condizioni attuali dell'economia generale». (Vedi R.D.,L. 14· aprile 1934, n. 563). E nel 1936 ha completato il provvedimento con il decreto sul « blocco degli af– fitti~», intitolato: « Disposiz,foni intese a- combattere p.erturbamenN dlel mercato nazionale e ingz'ustificati aume.nfi del costo della vNa ». (Vedi R.D.L. 5 otto– bre 1936, n. 1746). 3. - Oltre a ciò, lo .Stato ha, almeno teorica– mente, ammesso il principio che ai proprietari di case ante guerra, redditieri fissi, non si doveva con– ceder e aloun. a umento di reddito, l))er un capitale nella maggi.or parte dei casi ammortizzato, o quasi, prima d el conflitto. Ma la Confedelizia, i liberisti, gli economisti ad– domesticati, ha,rino violentemente protestato contro. il « blocco», « unica causa della crisi edilizia>. Tutta la loro pervicace polemica esprime l'istanza categorica dello « sblocco », poichè « fino a quando gli affitti non saranno liberi, l'iniziativa privata non si muoverà», perchè è dall'aumento dei fitti « che. essa trarrà i capitali e la tranquillità per iniziare la ricostruzione dèl Paese ». · Aff,ermazLoni tanto evidentemente fallaci, son.o sta– te purtroppo accolte nella Legge sulle locazioni', in discussione alla Camera, sulla quale ha riferito con acume e chiara competenza Aurelio Manzoni, nel

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