Critica Sociale - anno XLI - n. 17 - 1 settembre 1949
382 CRITICA SOCIALE dei suoi emigrati - poichè gli eo;patriati alimentano ,per ge– nerazioni le famiglie ri-maste nel paese - e dei vi_sitatori che vengono a cercarvi benedizioni, ricordi storici e letterari, emo– zioni d'arte, paesa,ggi rhposantl e un sole amico. Emigrazione e turismo sono ·le due mammelle dell'Italia. « •Lasciamo la iPrima per ora. Si tratta qui del turismo. « Gli italiani sono certo abbondantemente convinti dei reali incanti delle loro città, delle loro campagne e delle viJventi testimonianze della loro civiltà. Essi sanno molto bene che ciascuno può ancora scoprire presso di loro una passeggera dolcezza di vita, Da ciò il loro stupore sincero: perchè i- tu– risti non vengono pil'I numerosi presso di loro? E quando ven– gono, perchè se ne vanno cosi presto? « Queste domande -sono poste crudamente ogni giorno nella stampa. Esse sono ,portate al Parlamento, Nel 1948 sono venuti in Italia circa 1.400.000 viaggiatori o pellegrini o amatori, o curiosi. T-1 20 per cento più dell'anno prima. Nel 1949, salvo Imprevisti, essi saranno ·più di 2 milioni (nel 1950, in occa– sione dell'anno santo, si spera che essi sa,ranno 3 milioni e mezzo, ma è tutt'altra cosa ...). « E tuttavia, a credere allè statistiche del resto approssima– tive, questi turisti non vi hanno speso ohe da 30 a 40 ml– lion-i di dolla,rl, mentre altri, e in parte gli stessi, In Francia hanno s·borsato quasi 100 milioni di dollari nel corso del– l'anno passato. Essi sono dunque stati avari nella penisola, e, soprattutto, ·!)anno accorciato il loro soggiorno. ·Perchè dun– que? •Prima di tutto perchè la vita è cara in Italia. Lo stra– niero In ,generale, e il turista in rparticolare, osserva, quando non ha inezzi tali da poter fare a meno dei conti, che per alloggil\re, 1nangiare, istruirsi, sognare, se 1a cava a minor prezzo in Inghilterra, in Francia. Il prezzo del pane importa poco: quello del t!lxi è insopportabile, e quello di ·una ca– mera decente uccide. E'. vero che la serenata è quasi gratuita. Ma non è tutto... ' « E poi, perchè vi sono delle scomodità. Pochi battelli, po– clii treni, .poco c<>mfort fuori dei palazzi delle grandi città. Il cambio - il eambio nero, ben inteso, al quale nessuno sfugge - è capl'i-ccioso. I poteri p\Jbblici impongono irritanti austerità. Provate a ricevere in pl-eno giorno la vostra se– gretaria nella vostra camera d'albergo, o a bagnarvi su una spiaggia con uno sli-p, o a consumare un bicchiere di birra do,po le due del , mattino... Il turista vuole essere morale, ammirare Assl·sl, il Coloo;seo, Pompei; ma no:Q.vuole annoiarsi ... « Il " colpo del passa-porto " si aggiunge a questa serie. « Non vi è sul globo poliziotto più gentile del carabiniere italiano. Il .policeman americano e il doganiere svizzero sono degli esseri aspri al suo confronto, Egli è servizievole, cor– tese, gentile, dò che vuol dire tutto. Ma di-sgraziatamente, eg-11 pratica il « coJ.po del pa~sa,porto ». « Voi avete preso il treno a Londra ,per Roma. Il poliziotto britannico vi richiede il ,passaporto, lo legge, lb annusa e ve lo rende. Il poliziotto francese anche. Il poliziotto svizzero anche. Il poÌiziotto italiano - fiancheggiato, ci si chiede anco– ra perchè, da uno o più agenti armati di moschetto - al momento di passare la frontiera;- non lo legge, non lo an– nusa, lo intasca e non ve lo renderà che ,più tardi. La scena è quotidiana. « Eh là I, esclama il borghese di Ohicago o di altre parti, dove andate? Restituitemi il mio passaporto ». <i: Certamente, risponde senza malizia l'italiano, a Milano ». « Ciò crea dei drammi. E il signore ha la scelta tra conti– nuare la sua strada accettando ·di essere spogliato del passa– porto per due ore ( « ve Io si restituirà ») o di scendere e ritornare sui suoi passi. Molti l'hanno fatto. « Arrivati all'al'bergo, nuova av,v<>ntura. S'.\ consegna il pas– saporto, e il portie,:e non lo guarda nemmeno: « Ve lo ren– derò domani mattina ». Altri drammi. Ci si separa con meno ripugnanza dal proprio cavallo, dalla propria stilografica, dal ,proprio orologio che dal documento per il quale siete un cittad,ino o un soggetto protetto, e senza il quale siete un vagabondo I « Le norme polizies<>he italiane sono cosi. Esse sono una sopravvivenza del fascismo, dell'epoca delJe Uste nere, dei me ne frego, degli incurvamenti di schiena imposti in nome di Cesare. Esse non corriS(pondono in nulla ai sentimenti 1!– beralf dell'Italia attuale. Esse non derivano da istruzioni so– spettose del ministero dell'Interno. Sono una bestemmia nella atmosfera della giovane repubblica. Ma ei sono. L'amministra– ~ioµe è sopravvissuta al regime. « O,ra, soltanto il " colpo del passaporto " nel treno, sul battello o ·all'albergo ha irritato più turisti che tutti i classi– ci " colpi di fucile " ai margini della strada. E' a causa di esso che il viaggiatore rifà le sue valige e, arrivando in Fran– cia, vi respira a pieni polmoni, fin dal primo chilometro, I · commovcr.ti effluvi della libertà. « Ouell o che segue non è che un aneddoto, ma dice molto; « Nel marzo scorso, una disgraziata panne ci immobilizzò BibliotecaGinoBianco una sera in cui pioveva fitto, In un villaggio medioevale de– gli Abruzzi, un medi-co inglese, un professore francese e me. Semplice incidente ·nella vita di viaggiatori. « In quel villaggio S(pe-rduto non c'era il ,più piccolo alber– go in cui potessimo ristorarci, asciugarci, dormire. Dopo lunghe peregrinazioni sotto l'acqua, il curato del posto ci os,pitò nella casa di suo fratello, in cui si entrava dal presbiterio .. Gioia_ di un chiaro fuoco, sapore di ·pane intero, e di vino ·nuovo, calore della santa bontà di gente caritatevole. Un Incanto. « Erano le 22. Un'ora dopo si batte alla porta: era un ca– rabiniere che veniva .da-Jla stazione a una mezza lega di là. Una vettura in panne, in quei paraggi, è un avvenimento che attraversa persino le notti di uragano. Egli non voleva che le nostre carte. « Ridendo, come ci si può permettere solo dopo esser scam– pati a un pericolo - perchè faceva un freddo da lupi per soprammercato - abbiamo riempito dei moduli stampati: nome, cognome, data e luogo di nascita, professione, nazio– nalità, numero del passaporto, luogo di provenienza, destina– zione, Il rap·presentante dell'ordine, riscaldato da qualche bic– chiere di chiaretto, ci ha lasciati ~on questi preziosi ragguagli. « Cominciavamo a dormire quando si battè di ,nuovo alla porta. Era un carabiniere: un altro. Altrettanto infangato del precedente e altrettanto gentile. •Si scusava ... Non voleva avere delle storie... Certo, vedeva bene che eravamo persone come si deve... Ma il servizio ... « Avevamo dimenticato, tutt'e tre. di indicare il nome di nostra madre nel modulo stampato. « Se ìl turismo è un'industria, è anche un'arte, quella di piacere, per la quale gli italiani sono ,particolarmente dotati fra tutti i •popoli. Tuttavia essi commettono degli errori. L'esi– bizione dell'apparato ,poliziesco, le formalità amministrati-ve di controllo sono (in margine all'assenza di vita notturna e ai segni esteriori di ascetismo) una delle cause che respin– gono il visitatore straniero ohe si reca in Italia; e sembra che essi non lo sos.pettino. La spiegazione è facile: es~i sono stati piegati durante cosi lunghi anni alle dure discipline di una dittatura che 11e hanno conservato l'jmpronta e non ne mi– surano la s'tranezza. « La repubh-lica ha alleviato i costumi del fascismo senza trasformarli. Ci vorrà del tempo, malgrado la cortesia natu– rale degli italiani ». Per la leggedelle ricerche petrolifere. Nel numero del 23 •luglio de. Il Mondo, H settimanale illustrato dei _-liberali di sini-stra, Ernesto Rossi in ·un articolo (« I gattini ciechi») torna sull'argomento della legge che de– ve disci,plinare .Je r<icerehe e la coltivazione dei combusH,bili liquidi e gassosi, attualmente allo studi.o, Il tema è briosa– mente presentato nella .forma di un'amichevole discussione fra un derriutato, smanio·so di un rapido va,ro della legge, anche -per consentire a imprese capitaliste, tra cui la stessa Standard Oil Company, di sviluppare, con le op.portune ga– ranzie, ricerehe e sfruttamenti di alto costo, e strenuo fautore della iniziativa, privata anche in questo cam•po, che ritiene ,partic4?larmente necessario salvagua-rdare dagli intralci buro– cratici ,ed un ingegnere sociali-sta, fautore di soluzioni coHet- , ti viste. « E' certo - que&l'ulti-mo replica alla sfuri.ata antiburocra– tica dell'onorevole - che l'incompetenza, il menefreghi,.mo e la corruttibilità del-la nostra burocrazia ![>Orlano dei gravi<,si– mi inconvenienti anche in questo campo. Ma non è detto 'che gli inconvenienti sarebbero minoFi se invece di affidarlo la gestione diretta, le si affi,dasse il controllo del-le attlvi,tà dei prLvati. Se lei dà un'occhiata alle -leggi degli Stati Uniti che riguardano le eoncessioni sui terreni .federali (te-rreni che si trovano i.n, condizioni a,na,J,oghe a quelle del nostro paese dove il sottosuolo è di proprietà demaniale) rimane sba– lordito iper la molteplicità e minuziosità delle disposizioni che esse contengono in di.fesa degli interessi eollettivi. Lo Sta– to uti.J.izza l'J.nizi-ativa dei privati, ,per mettere -in maggior va– lore uria ricchezza che è deJ.la collettività, ma ncin permette mica ai pri,v-ati di fare quello che credono: in tutte •le fasi delle ricerche, della trivenazione, ·deJ.Ja coltivazione lo Stato 4,terviene ,Per limi-tare nello spazio e nel tempo la estensio– ne delle concessioni; per accertare la Idoneità finanziaria e tecnica dei concessionari; per a,pprovwre i programmi; per stabi.Jire •I.a celerità con J.a quale I lavori devono essere ese– gui,ti; per proibire la trivellazione di tro:ppi pozzi e di pozzi in località disadatte; per impedire le colture di rllllJi,na che po– trebbero ,portare a uno spei,pero delle ricchezze del sottosuolo; per controllare le quantità .prodotte, le spese, i ricavi ». Ma, alla obbiezione che l'adozione dello stesso criterio in Italia darebbe un peri-coloso potere ai funzionari ministeriali, l'in– gegnere replica ohe «se lo Stato non può fare a meno di in-
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=