Critica Sociale - anno XLI - n. 14 - 16 luglio 1949
CRITICA SOCIALE 319 del Risveglio Partito liberale? Non sappiamo se gli sviluppi corrisponderanno alle premesS'e, ma certamente il co,n,gresso recente è stato il più inter,essante del partito liberale negli ultimi anni. Certo, un punto negativo per esso è rappresentato dall'accentrarsi della discussiorue sulla questione della partecipazione al governo,· ma tant'è: la si– tuazione italiana è tale, dopo le elezioni del 18 apri– le, che pe1· i partiti democratici minori questo pro– blema non può non occupare un posto preminente, a costo che se rue sacrifichino altri m.eno contingen– ti e di maggio11esostanza. Il suo problema il partito liberale lo ha risolto in modo che i commentatori hanno in genere giu: dicato « saggio », cioè con la decisione di continuare la partecipazione, e al tempo stesso facendo balzare in primo piano, istanze nu·ove che possono inferire µn colpo notevole al conformismo dilagante: ponen– do alla partecipazione condizioni, soprattqtto riaf– fermando il principio che il governo devç tener, con– to delle esigenze dei partiti che vi partecipano e non esser.e l'espressione del partito dominante, avallata dai minori collaboratori. Questa la tesi di Cocco Ortu, che ha finito con il prevalere nettamente. E sul piano politico, questa impostazione presenta una possibilità di sviluppi, come abbiamo detto, note– vole.· Occorre però vedere in c,oncreto quali punti programmatici· il parWo liberale intende sviluppare: e -in qual modo. Finora, si so11JO fatti più che accenni a du.e questioni fondamentali, che potrebbero anche diventare la causa della rotturu diella collaborazione: l'auton,omia regionale cui i liberali sono reC'isamente contrari, ·e la riforma agraria, che i liberali vorrebbe– ro fatta in base a criteri produtfivist.ici, ma su cui non hanno ancora de~erminato una linea in certo ·modo precisa, si da far pénsare, malgrado qualche affermazione contraria, ad una pura e semplice di– fesa degli interessi privati. Non si è, insomma, an– oora avuta una chiarificazione sui punti che hanno determinalo il distacco del gruppo di sinistra di Carandini, Brosio, ecc. Con queste co,nsiderazioni si entra ne,/ campo de– gli. interessi non contingenti che sono affiorati dal (..'O,ngresso. Si tratta della ideologia stessa del par– tito liberale: ideologia che è stata riaffermata con molta decisione, ,e che sembra preludere ad una energica volontà di rinascita del movimento. Il to– rw più caratteristico di questa volontà di rinascita è dato dall'accentuato accento anticlericale di molti ora.tori, che nelle loro affermazioni pzù recise hanno riscosso il maggior numero di applausi: specialmen– te nelle critiche a Scelba e a Gonella. Ciò è sintomatico, ma anche in un certo senso limitativo. Infatti, è vero che si nota, come general– mente nei per,iodi che succedono ai grandi scon– volgimenti, dopo, i quali si manifestano più forti le spinte dielle masse verso ~i grandi rinnovamenti ·e le grandi r,iforme di struttura ,in vari paesi un ritorno al liberalismo con conseguente rafforzamento dei par– tili li berali. E basti l'esempio recente del Belgio, do– ve i libiera.li sono stati i vel'i vincitori delle recenti elezioni o qu ello dell'Inghilterra dove, probabilmen– te il l~burismo perderà un certo numero di voti n~lle elezioni dell'anno prossimo non a favo11e dei conservatori ma dei liberali, se questi sapranno im– postare bene la loro campagna (e proprio per que– llo è anche probabile che i laburisti stessi conser– r,,ino la maggi-0ranza). Ma resta da veder e se il libe ralismo itàliano saprà mettersi sulla stessà stra.da dei libera.li inglesi o bel- Bibl·iotecaGino Bianco gi, strada che è s\ qllella dell'anticlericalismo (dicia– mo senza paura questa parola, poichè, risorto ap– pieno il clericalismo, proprio di anticlericalismo si tratta) ·ma è anche una strada diversa da quella dei conservatori. E in Italia, dove il conservatorismo ne-I quadro democratico non esiste, le istanze conserva– trici si s.ono finora accentrate nel partito liberale. A meno che feventuale uscita dei monarchici capi– tanati da Lucifero non contribuisca a chiarire le acque. Questo veramente è il punto. Quale è o può essere il partito liberale italiano? Per questo dubbio, per questa incertezza, giudi– chiamo anche noi intempestiva, anche se allettante, la mozione di Bellavista e Martino, che auspicava la formazione della « terza forza», non soltanto in con– siderazione del fatto che, come hanno rilevato i re– pubblicani, anche noi socialisti stiamo cercando una chiarificazio11Je,ma anche perchè è necessario prima vedere se e fino a qual punto un'intesa è possibile, non solo sul terreno dell'opposizione alla clericaliz– zazione del paese, su cui siamo certo d'accordo (ma i repubblicani, a ch,e punto so-no?), ma anche sul ter– reno concreto delle critiche alle riforme democri- · stiane (farle da destra o farle da sinistra non è la stessa cosa: e quando poi si tratta di fare qualcosa d'altro ce ne accorgiamo). Il futuro ha ad ogni modo ancora qualche cosa da dire, e anche noi avremo qualche cosa da dire, se si riuscirà una buona volta ad uscire dalle beghe. PETRUS No alla lf!gge antisciopero f 1 J Il p;,oblema qui trattato è dei più delicati e gravi di cu,i debba preoccuparsi il movimento socialista. Le nostre colonne son,o pertanto aperte a tutti gli esper– ti che vogliono espr,imere in proposito il loro pen– siero. LA c. s. Analogamente a quella francese, la Costituzione italiana (art. 40) sanziona la libertà di sciopero en– tro i limiti previsti dalla legge. E' implicita quin– di un'esigenza regolatrice dello sciopero. Su que– sta hanno insistito più e più volte le forze padro– nali e le tendenze politiche di destra, perchè si desse formulazione legislativa ai limiti del diritto di sciopero. Era sembrato, per un certo periodo, che il governo, rendendosi conto della delicatezza del• la materia, preferisse ottenere il preventivo assenso dell'istituendo Consiglio Nazionale dell'Economia e del Lavoro. Ora non se ne parla più. Ma quel che im· porta assai più è che l'opinione pubblica discuta a fondo questo argomento, prima ancora che s'inizi il dibattito parlamentare vero e proprio. E di ciò sembra essersi ,reso conto il Ministro responsabile. Infatti, in una riunione di parlamentari del ·suo partito il ministro Fanfani ha recentemente esposto· le linee fondamentali a cui intende ispirarsi il pro– getto in elaborazione. Quello che la stampa ne ha (1) li ministro Fanfani mostra di risentirsi per quanti chla– mano « antisclopero > j provvedimenti allo studio, dato che il diritto di sciopero resta in ogni caso fuori di discussione. Se è vero che si tratta di provvedimenti regolatori del llmltl del diritto di sciopero, vero è pure che tali limiti sono di tale 11ortata e di tale preciso Intento da potere giustificatamente ess ere con siderati « antlsclopero >. E Il termine ormai inval– so, 111.on se mbra usato a sproposito.
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