Critica Sociale - anno XLI - n. 14 - 16 luglio 1949
CRITICA SOCIALE 317 americani all'Italia, alla Francia e all'Inghilterra - aiuti ,infinitamente generosi, ma che avevano carattere di semplici soccorsi, temporanei - erano prossimi ad esaurirsi: paurose irii:ognite si affacciàvano per l'Europa. La conferenza riunita a Parigi nell'estate del '47 assolse j,l primordi?-le compito di 1nd~are le ragioni e di misurare le dimensioni della crisi e dei suoi rimedi; e, in un rapporto fondamentale, enunziò 'delle previsioni per un per,iodo qua– driennale. D~ un vaglio di una triplice !;erie di commissioni negli S. U. - che confermò le previsioni europee - i r,isultati del rapporto costituiscono la prima ba!;e per l'a,ppfovazione delfERP, o programma qua,driennale di ricostruzione eu– ropea. / Contemporaneamente ,fu creata dagli Stati europei i'or– ganizzazione di Parig,i. Questa, mentre da un lato procedeva alla più razionale possibile distribuzione degli aiuti per il '48-'49, riprendeva in esame, in modo più approfondito e -soprattutto ,più critico, le affermazioni dei singoli pae,i parteci-panti; e quindi la stessa struttura e la situazione eco– nomica di .ciascuno di essi (e deN'Europa nel suo· comples– ,;o) e le ipro51pettiveper ,!'avvenire prossimo. A questo fine l'OECE domandò a cia,scuno dei paesi par– tecipanti di esporre· quaili progressi nella produzione, nella esportazione, nella occupazione di mano d'opera e così via, fossero necessari per giungere nel '52-'53, alla fine deH'ERP, a un equilibrio economico che permet,es!;e a ciascuno di mantenere un liveJll.odi vita conveniente ·!;enza bisogno di aiuti straordinari esterni. Naturalmente, '1a domanda dell'OECE non era puramente accademica: nell'indagare quali progressi siano necessari, ciascun paese doveva anche esporre quali misure intendeva prendere per reailizzarli, ristabilendo o mantenendo al tempo stesso quella stabilità della propria moneta che d'OECE e l'ECA giudicano a ragione base indispensabile per qualsiasi reale avanzamento economico. L'esame dei singoli settori (agricoltura, industria, com– mercio estero ecc.) si svolge nei numerosi Comitati tecnici, in dascuno dei quali sono rappresentati tutti i paesi par– [ecipanti. Questa e non altra era .Ja sostanza del « programma a lungo termine» preparato dal Governo ital-iano e presen– tato a Par-igi assieme a quelli degli altri Governi parteci– panti. Non ancora un impegno, perchè mater,ia di studio, ma neppure una semplice esercitazione accademica e stati– stica. Tra l'ottobre e il dicembre del '48 l'OECE esaminò m modo a,µpro_fondito le relazioni di ciascun paese, sia nel loro ins,ieme sia nelle singole parti. Può interessare di con0&ere la procedura di ta,le esame, che costituisce veramente una novità grande nella vita po- 1\tica ed economica dei popoli. L'esame d'insieme venne condotto dal principa!le organo direttivo dell'OECE, il Comitato esecutivo, composto dei delegati di sette paesi, tra i quali iii nostro. Ciascun prograimma .fu più speciaLmente studiato da ,tue· delegazioni: il nostro, ad esempio, dalla Delegazione fran– cese e dalla Delegazione svizzera, con la collaborazione del Segretariato internazionale.· La discussione si sv-olge in seno al Comitato esecutivo in contradittorio fra le due delegazioni incaricate e la delega· zione del paese e.;a,minato, con piena libertà di intervento per tutte le a.Jt.redelegazioni. I risultati di queste molteylici indagini affluirono al Co– mitato centrale deh;'OECE, e servirono di base per la re– dazione dell'accennato « Rapporto interim» che le delega– zioni di tutti i partecipanti riuniti in consig,lio approvarono alla fine del dicembre scorso. Tale rapporto rappresenta qu-indi il risultato di un tenace e ripetuto lavoro di indagine svolto in Europa e in A<ne– rrca, nel corso di 18 mesi, con l'intervento di numeros-i r~– presentanti di tutti i paesi interessati. Ciò dà, prima, facile garanzia che i diversi punti di vista e i diversi interessi han– no awto ampia. occasione di farsi valere. N ,-appCH'ito ~ foterim » dell'OECE: ,u, campa,iello d'aJlçrme. Quali sono questi risultati? In quest'anno '48-'49 · la bilancia dei pagamenti dei paesi BibliotecaGino Bianco del gruppo OECE è defioitaria di quasi 6 miliardi di dol– lari, ossia del<lametà della somma necessaria per pagare le loro importazioni essenziali dal resto del mondo di alimenti, di màter-ie prime, di fertilizzanti e di attrezzature specia'.i. Se l'America, in varie forme, di cui la principale è l'ERP, non colmasse tale deficit, il livello di occupazione in Europa scenderebbe in modo pauroso. Le esportazioni europee, basate dargamente sulla lavora– zione di quelle materie prime, cadrebbero a loro volta, de– terminando una s-pi-ralediscendente, con le ovvie ripercus– sioni sul tenore di v,ita. Il '48 è stato in Europa un anno di notevole progresso economico; tanto la produzione quanto le espOJ'tazioni sono aumentate !;ensibilmente. Eppure anche per l'esercizio '49-'50 si' ,prevede ancora un deficit esti;emamente ingente, che non sarà probabilmente inferiore ai 4.500 milioni di dollari. Per ,riavvicinarsi all'equi<librio, i paesi dell'OECE hanno calcolato, nei loro programmi a ,lungo termine, che il totole delle merci vendute e dei servizi forniti da essi al resto del mondo dovrebbero aumentare. da 7 miliardi d-i dollari nel 1948-49 a quasi 12 miliardi nel '52-'53_ Quando l'OECE ha nessuno evidentemente,. di coloro che vi hanno messo mano, assorbimento dei mercati extra-europei, ha dovuto consta– tare che, sa,Jvo uno sforw straordinario da parte nostra, non si riuscirà a farle coincidere per ~I 1952; e che rimarrà probabilmente fra tre anni una deficienza ancora da colmare, la quale potrà raggiungere l'ordine di grandezza di tre mi– J.iardi di dolfari : un quarto, cioè, delle importazioni europee– necessarie. Il rapporto dell'OECE è stato un campanello d'aNarme: nessuno evidentemente, di coloro che vi hanno ·messo mano, aveva inter~ a ·fare un quadro più nero del reale, anzi tutti i Paesi se mai peccavano di ottimismo nei loro pro– grammi per il 1952-53. Poche altre dfre (Survey 1948) faranno meglio compren– dere come l'Europa, che era l'off.icina del mondo, abbia avu– to ferite così gravi che solo un deciso sforzo può risanarle. Se mettiamo a raffronto S. U. con a'Europa vediamo, ad es. che la produzione industria<le degli S. U. nel 1938 era il 76% di quella europea; nel 1948 è vi 135%. La produzione agricola deg,li S. U. nel 1938 era iT 45% di quella europea; nel 1948 è il 72%. Il valore della produzione agricola e industriale per testa di abitante, che nel 1938 era per l'Europa pari a ci.rea metà di quello per gli S. U., nel 1948 è pari a meno di un terzo. Abbiamo fatto dei passi indietro. Non è possibile astrarsi da queste significat,ive cifre, quando si cercano le soluzioni per 270 milioni di uomini che hanno abi, 1 ità ed energia e un patrimonio di valori tradizionali, e che hanno il coraggio, la vòtontà e la pazienza. Le previsioni per il 1952/53, Secondo il piano a lungo termine dei paesi partecipanti, le importazioni totali (cioè visibili e invisibili) dal resto del mondo dovrebbero ammontare nel 1952-53 a 12,8 miliardi di dolilari 1948, le esportazioni visibili a 10,6 miliardi e quelle invisibili a 1,4 miliardi. Rimarrebbe quindi, sulla base di queste previsioni, un saldo passivo di 8oo milioni di dollari, così distribuiti (miliardi di dollari 1948) Importazioni da Esportaz. verso Saldo attivo <+) o passivo (-) America Nord e Centrale 3,8 2,5 - 1,3 America del Sud 2,1 2,0 - 0,1 Zona sterlina 3,3 4,0 + 7,7 Medio Estr. Oriente e Spagna 2,2 2,1 -:- 0,1 Europa Orientale 2,2 2,1 - O,I Europ-a Totale 12,8 [2,0 - o,8 E' dubbio che tali previsioni possano avverarsi. I,l rapporto dell'OECE prevede probabile un volume di 8,5 miJ.iardi per le esportazioni visibili e 1,3 miiliardi per quelle invisibi1li,per cui i Paesi europei dovranno rinunciare a circa 3 miliardi . di dollari di importazioni per deficienza di· mezzi di paga– mento (12,8-9,8). Ove questa valutazione apparisse pessi:ni– stira, occorre ricordare che essa comporta un aumento del 4<1%delle es,portazioni rispetto ai! livello attuale. Ora, un tale aumento non sarà facile da rea!lizzare.
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