Critica Sociale - anno XLI - n. 14 - 16 luglio 1949
316 CRITICA SOCIALE industrial.izzati ,provenivano dall'Europa e costituivano i,l me:i:zodi pagamenro delle derrate alimentari e delle mitene pn,ne di uso industriale di cui l'Europa abbisognava. ~esta dipendenza economica .europea dagli a:ltri conti– nenti, si attenuò nel ventennio tra le due guerre, ma conti- 1mò sempre a rimanere una deHe principaJ,i caratterist:che dell'economia europea. L'80-9d% deHe fibre tessili naturali, il .30% del J.egname, la maggior parte dei minerali e dei metalli non ferrosi, h quasi totalità del petrolio, proveni– vano da ,paesi d'oltremare e, prima della guerra, ne pro– veniva anche il 2ci% degli a,pprovvigionamenti alimentari. A,'ta specializz-azione economica ,internazionale e largo vo– lume degli sca.mbi non sono che due aspetti di uno sbes,o fenomeno. In effetti, il volume degli scambi internazionali, si.a dei manufat.i che delile materie pr,ime, andò costante– mente aumentando durante il secolo scorso e fino al 1913_ Dopo questa data, però, si nota una divergenza fra randa– mento degli scambi di materie pr,ime e quello deg,'•isrambi di manufatti. Mentre i primi continu:mo, sia pure l.entamen– te, a progredire, quelli dei manufatti mostrano, dopo il 1930, un regresso; e ciò nonostante la produzione dei manufatti cotitinuas,se a svilupparsi. Tra ili 1870·e il 1913 la produ– zione mondiale dei manufatti è qu:idruplicata; tra il 1913 e il 1939 è raddoppiata. Il commercio internazionale di ma– nufatti costituisce, però, una frazione sempre minore della produzione. Verso il 1870, circa un terzo di questa è ogget– to di scaimliio internazionale; nel 1913 solo un quinto e nel 1938 un deoimo. Questa riduzione del volume del commercio int·ernazionale di manufatti è dovuta in buona parte al processo di indu– sfriailizzazione dei Paesi d'oltremare. Conseguenza: diminui– scono per l'Europa occidentale i mercati di sbocco è sem– ,pre pm faticoso diventa il procurarsi le materie ,prime e le del"rate alimentari di cui abbisogna. Evi:'are ima cowtrazione de'l livello di esìstenza mgxferib/e degli enero pe-i. ' U problema fondamentale dell'Europa consiste dunque nel riuscire a mantenere un tenore di vita relativamente elevato per una popolazione abbondante in u~ mondo in cui essa non è più l'unico mercato di approvvigionamento di prodotti ihdustrial,i. Se la gravità del problema non a,pparve in tu:ta la sua importanza nel periodo antebeJilico, ciò è dovuto a,l fatto che in detto periodo un particolare complesso di cir– costanze intervenne a temperare l'asprezza del problema e ne facilitò provvisoriamente la sdluzione. Tra queste, due par– ticòl.armente importanti, e cioè:' (a) l'alto liveUo di disoc·· cu:pazione· tra le due guerre. Un ,l,ivello di alta disoccupa– zione significa una utilizzazione delle risorse produttive mi– nore di qudla che vi sarebbe in un -reg,imedi piena o ele– vat-à·occ;upazio'nee, di conseguenza, minor reddito nazionale. La· conseguenza è un volume di importazioni di prodotti alimentari e di materie prime di uso industriale minore di quello che si ·avrebbe in un regime di piena occupazione ; (b) ,il rapporto .fra .j iprezzi dei prodotti finiti europei ed i prezzi dei prodotti di base d'oltremare, net:amente favore– vole ai primi (anche questo è fenomeno connesso con lo sta– to di depressione economica preva.lente nello scorso decen– nio), dimodochè il rapporto reale di scamrno era nettamente favorevole ai ,paesi industrial,i. Sihtazione che oggi sta mu– tando. Ciò malgrado, già nel periodo fra Ìe due guerre, d'Eurcipa a.veva con l'America del Nord un deficit costante di circa 750 milioni di dollari che veniva saldato in parte mediante 41 gioco degli scambi multilaterali ed in parte mediante 1/e– ,sportazione di oro negli Stati Unit'i. Per ·contrn, l'equilibrio deJ,la bilancia dei pagamenti del– l'Europa con i Paesi d'oltremare era reso più difficile dalla _d,iminuzionedel gettito del, 1 e partite invisirnli. Fino al 1913 l'Europa occidentaJle era esportatrice netta di capitali, il gettit•o delle esportazioni visibvli ed invisibili superava notevolmente quello delle importazioni dimodochè se aveva un flusso continuo di investimenti netti all'estero Dopo ~l 1918, le esportazioni europee diminuirono, cosicchè il ma,rgine dis,ponibi1ledegli investimenti all'•!Stero si ridusse gradua4tmente e finì con lo scomparire del tutto nel 1938. BibliotecaGino Bianco L'equilibrio della· bilancia dei paga.menti dell'Europa Oc– cidentale con gli altri paesi del mondo, e in part,ìco'are con gli Stati Uniti, era dunque, nel ventennio interbe~lico, un equilibrio precario. In primo luogo, non vi era più un mar– g,ine atlwo delle entrate su11lespese; in secondo luogo, la domanda di prodotti di importazione era mantenuta dalla disoccupazione ad un livei'..Joartificialmente basso; in terzo luogo, queste importazioni erano ipagate a prezzi inferiori a quel1l,i che i produttori d'oltremare di materie ,prime avreb-. bero potuto accettare; e infine, l'equilibrio con l'America del Nord dipendeva, in buona parte, dal valore deHa produzione di oro di certi paesi e dagli introiti di dollari risultanti da– 'gli scambi mu'.tilaterali. E tuttavia questo equilibrio preca– r•io non poteva essere mantenuto che mediante misure mo– netarie e commerciali di camttere artificiale: svalutazioni monetarie a ripetizione, controllo dei cambi, restrizioni quan– titative agli scambi, controllo degli investimenti esteri, ecc. La seconda guerra mondiale ha sconvolto questo equili– brio già instabile. Essa ha separato per vari anni i ipaesi del– l'Europa Occidentale dai loro mercati tradiziona,li; la mano d'opera e le attrezzature sono state assorbite daHe esigenze della guerra; una gran parte del tonnel1aggio mercantile è stato perduto; le correnti turistiche si s·ono arrestate; am– pie regioni dell'Europa centrale e orientale, nonchè deK'e– stremo Oriente, un tempo mercati di approvvigionamento e di sbocco, sono stati perduti e solo parzialmente ri,presi. Alcune di queste perdite potranno essere riparate, e, in effetti, già ,Io sono in parte maggiore o minore, soprattutto nel campo della produzione industriaile e del trasporti. I mu-. la.menti di carattere p,iù permanente sono ,I>erÒquelli che si riferiscono agli scambi internazionali. Il reddito netto degli investimenti è scomparso; la spa-r.izionedi mercati- di approv– vigiona.mento obbliga l'Europa a s.postare i suoi acquisti proprio su quei" mercati di approvvigionamento d'oltremare verso i quali già nell'anteguerra es,isteva un problema di pa~ gamento; le scorte di oro dell'Europa (quelle ufficia,li) so– no praticamente scomparse, ed il valore reale d~lla produ– zione aurifera al di fuori ·degli Stati Uniti è diminwta. La quantità prodotta di oro è diminuita circa del 25% ed il potere di acquisto del11'oroè d,iroinu-itode1lla metà a causà del ria,lzo generale dei prezzi. .D'altra parte, il fabbisogno di importazione è notevol– m<:nte aumentato sia per l'aumento della poipolazione cbe per le necessità della ricostruzione e per la politica di piena oc– cupazione che oggi tutti i paesi si considerano, per ragioni sociali e politiche, gfustamente obl:lligati a perseguire. Può essere uti1Jedare un'idea dell'ordine di grandezza d61 disavanzo commerciale dei pa.esi partecipanti all'OECE ver– so -il resto del mondo Nel 1938, fatto ·uguale a cento ,il volume deHe importa.. zioni dei paesi partecipanti dal 1"esto del mondo, vediamo che, di questi cento, 70 sono ipagati con ile esportazioni vi– sibvli, 30 con quelle invisibili. Nel 1947, il volume delle im– _,portazioni del resto del mondo rimane presso a poco al li– vello dell'anteguerra, ma di esse non più del 40% vennero ,pagate, e il paga.mento avvenne mediante le esportazioni· visibi\.i, quelle invisibÌlii essendo praticamente scomparse. Il' , rimanente o "enne ottenuto a credito, o in cambio di atti-· vità patrimoniali possedute dai paesi europei nei paesi d'ol– tremare, o infine, venne ottenuto sotto forma di regali. N.el 1947: 7-8 miliardi di dYJllari di disbvanzo. Qual'è la situazione di questa bilancia dei pagamenti eu– ropea, dal 1947 a oggi, e quali le previsioni? L'OECE, nel suo rapporto Interim - convalidato oggi nel,Ie suè Ìinee fonda.mentali dal Survey della Commissione economica europea dell'OECE - mette in luce l'attuale si– tuazione congiunturale e le distorsioni strutturati dell'~co– nomia dell'Europa. E' inuti1le ricoroare qui quale era fa situazione economica nostra ed europea nell'estate del '47. I danni dellla guerrn non erano riparati se non molto parzialmente. I raccolti erano .pessim,i,in parte per la siccità, in parte per la non ancora ripristinata fertilità dei terreni e per la insufficienza degli strumenti di lavoro. Mancavano all'Eu– ropa occidentale in quell'anno fra i 7 e g,li 8 llMliaroi di dol– lari per provvedere alle su.e necessità essenziali. I primi aiuti
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