Critica Sociale - anno XLI - n. 13 - 30 giugno 1949

ì 310 CRITICA SOCIALE sopravv'iv,ono a.Ua Joro funzi-onie stol'ie&. E' a mio parere il solo modo Kli sa~vare lai dem.l)Ol'azia, perchè la migliore difesa delfa democrazia è :la sua .-ealiz2lazione completa,. « Una demoorazia che, per meglio di.fenders-1, <1iponesse sot– to la tutlela dei mi '1ita.ti , corupi:rehbe i111, realtà il proprio sui– cidio·. E' Q1D,Chevidente, per noi e per molti euTopei, che la difesa del· sedicenti valori <1pi.-i.tuaU deMa nostra tradizJoine non si confol]de, non può confonde11Si, con ,la ~nservaz-ione di fo<l'me iJOliUche ed econoondche so.-pwssate..... , « Noi', a,1 c.OOllU'a.-i-0, d~bbi,amo dire che quando 1>\lSiPicliiamo una futura rei!llteg,ra,zio:ne dei -paesi, del,l'est deU'Europa nella comunità europea, ausvi<chi-amo ev.idellltemente una demoeratiz– za1zione pollitica di questi paie·si, ma non aw,ipichiamo i,n nes– sun easo una .resrtauraaione socialle. J.n nessun caso aus,pichia,mo la ritorn.o di col-oro che s:ono stati glustamen.'l,e es:p.-op.-lati ..... « Unia federazione euo-opea che comporti un p!a!llo e=~ esigerà certamente sac.r !fi.cl tran,iltorl per le parti deJ.la clas,ie operaia legate ai ,partiti ,parassitari ed a-utarchici del capita– lismo. Ma in luogo degli -Slterlli sacrifici attua:!!-, tID1Posti daUa dJ.soo-ga!lliz2!azione ,na,zi,onaJli\Sta, sa•ranno fiua1menite dei saorl– flci riv-Olluziooari, .s•ac,rlflci creatori dli un ordine più giusto e razion'8lle..... · « -Ma non vl avrei detto tutto quello che peniso e fol'Sle la cosa ,più importaIIJte che pen<1.ose, per tenmlna,re, nQ111, aggi!ll!ll– gess.i- una, cos<>. Sono ,parode ohe fo11Se si J:ì!VlOlgonoso!Jtanto aJd U!ll ,pfocolo J]IWmero di voi, a scooosciluti ai quaJi vorrei drur'e le parole fratenne. Noi andiamo 1ProbabUmente veo-so pro– ve m·Ol1to·qure in cui, p·er sapravvivere, D0'.111 serviirà a nu.:Ua ess~e a,S<lit1-ti o abiU o ma'1izlosi o tattici, ma es·sere integral– mente in buona fede. VI è .difatti• qua,llche cosa di più ter. -ibi.le deI,I-a di.sgrega-zione deM'atoono, ed è la disgregaztone del•Je ccscienze ... ». Fagogltazione del popoli. Mare Tougouchi, su Le peuple, considera uno degli aspetti più cinici e più brutali della poutica interna sovietica: la eli– minazione vera e propria di intere nazioni, pur costituenti un elemento della federazione dell'U.R.S.S. Anche qui si manifesta un flagrante contrasto tra princi– pi e fatti. La resistenza alla invasione tedesca, eroicamente condotta, aveva portato ad un allargamento nei diritti delle singole nazioni componenti la federazione. Stalin aveva prodi– gato elogi e promesse. II Consiglio Supremo dell'U.R.S.S., su proposta· di Molotoff, si era mostrato ben disposto circa il riconoscimento delle prerogative delle minori e piccole repub– bliche. Ed in seguito a ciò era stato anche approvato un emen– damento alla Costituzione ché consentiva ad ogni repubblica federata di stabilire diretti rapporti con· gli Stati esteri, di concludere accordi e di scambiare rappresentanti diplomati– ci e consolari. Ma mentre questi principi restavano lettera morta - o, più esattamente, servirono soltanto alla Russia Sovietica per chiedere all'O.N.U. ben 17 seggi, di cui 16 per le repubbU– che federate ed tino per l'U.R.S.S. nel suo complesso - la pratica segnò la più clamorosa smentita alla presunta gene– rosità di questi intendimenti. La Russia dovette infatti constatare che non pochi suoi cittadini, prigionieri o deportati in Germania, avevano; forza– ta.mente o s.pontaneamente, collaborato con i nazisti, sia ;parte– cipando alla « Armata di Liberazione della Russia », sia co.: stituendo delle legioni nazionali (ucraine, georgiane, cosac• che, ecc.), sia prestando la loro opera nei servizi. ausiliari. E rilevante apparve altresl il numero dei cittadini che ave– vano collaborato con le autorità .di occupazione nelle zone conquistate dai tedeschi. Le sanzioni personali verso costoro fur0no spietate ~d in– flessibili, ma, in fondo, spiegabili. « In Russia ,.1 è giunti però sino a tacciare di incivismo o di tradimento delle in– tere nazioni. E misure che cozzano contro il più elementare principio del diritto sono state prese nei loro confronti. E' la sessione del Consiglio Supremo dell'U.R.S.S. del 1946 che decise queste sanzioni senza precedenti. Il segretario del praesidium di detto consiglio, Baknoumurov, ha esposto le ragioni di queste misure ed ha resa pubblica la sentenza, consistente nel trasferimento « verso altre regioni » delle na– zioni colpevoli. :i;..a terribile punizione venne inflitta a tutti gli abitanti di certi paesi, senza prendere in considerazone il fatto che i ragazzi, I vecchi ed I ·malati si trovavano nel– la fisica impossibilità di agire a favore dell'oppressore >. -~Le nazioni colpite sono: 1) i Tartari della Crimea, il cui numero raggiungeva nel 1939 i 275.000 . e che furono bllllditi dalla penisola che occupavano dal IX secolo; Biblioteca Gino Bianco 2) la repubblica: autonoma del Calmucchi (185.000 abi– tanti ·di religione buddista) : 3) La Repubblica autonoma degli Ingusci e degli Tsesce– ni, di 650.000 abitanti, di religione mussulmana, che occu– pava il versante nord-orientale del ·Caucaso ab immemorabi– li. E' da notarsi che l'invasione tedesca non si spinse sino a questo territorio e che nessuna insurrezione popolare turbò questa zona, tanto che da parte di taluno si è prospettata l'i– potesi di una persecuzione religiosa in odio .dei mussulma– ni, data l'analogia con la regione balcanica; 4) la regione autonoma del Karatkai e della Balkarla, circa 260.000 abitanti, anch'essi mussulmani; 5) la repubblica autonoma del Tedeschi del Volga (587 1111Ia abitanti), che è stata completamente spopolata. Solo i nomi di due città: Marx ed Engels, amputati però della terminazione tedesca « stadt », sono stati conservati nella re– gione del Volga, un tempo « il paese più progredito e più coltivato dell'U.R.S.S. », abitato dai discendenti' dei coloni tedeschi stabilitivisi all'epoca di Caterina II. ' « Nessuna J.nformazione ufficiale è mai stata fornita circa la sorte riserbata a queste nazioni deportate. Nessuno sa In quale area della terra sovietica esse hanno p·otuto stabilire nna loro nuova patria ». Ciò che si stampa GMRGRS GunvITCH: La dichiara:tion.e dei diritti sociali. 111.la– no, -edi-z. di «Comunità», 1949, pagg. 196, Lire 500. Tra fi-losofÒ, soclol-ogo e giurista, H fnmoose Gurvitch è U più autorevo[e teorico della dottri,na del « ,pluTa.U8mo, gluridi– cò ». E' ter,,cleru,a C8ll'a.tteristioa deMo Stato modem<>, i-n rela– zione \Stessa con Ja dilatazi<one delle sue fmu:iono, quella del monopolJo del potere giuridko, onde esso di.vento. la fonte auto.-itaTi"' d'-ogn.i fac~J,tà e di tutte le presoci,zioni; assurgendo, per sua stessa es,;eiwa tun2li•oilla:le, a quello Stato Leviatano, analizzato ·dall-0 ,Efobbes. Per to.le v-ia, mal contrastata da.I tradizionali tentativi, llberaili- o democraitlcl, di Umltaxe iJ po– tere delJ-0 Stato, d-iviene insito nello Stato mo.derll.o iJ rischio del ,totaJitar1smo. Le cose di-ventano aincora 1Più .gravi quando, <li fa•onte a-Ilo Stato, <1'erge i<l mode:nno capitalismo organizzato, succeduto al capitalismo, fondato sulla libera concorrenza, che estende do.vunque U ,proprio monopolio, mettoodo i.n ,pericolo non <10,lo gli i-nteress.i, dei· ,la,vorato.-1 ma quelU del consumatori. « Il feuda'iismo. economico - osserva l'A. - non si Umlta ad asserviTe milioni di Uom.i!ll.iad un p-0.tere arbitra-rio nella sfera economica,; esiso f-OlrIDa un .gover,-no piriivato dhe interviene se!ll-za posa nel fun,J.onaimento nm:imale delJa demooraz.la poli– ti,ca, ,provoca lo smembramento dell'autorità dello Stato e ebar– l'a la via col « m= di denaro » a tutte Je indi,spensabili ri– forme ». Questo •pooi.colo poi si• duplloa con lo svilu,ppo eempre c.resceDJte di un •regime .tecnocratico e burocratico, fondato so– pra un ;potere arbltra.-io e senz.. controllo, che deriva dalle « competenze teC!llkhe ». L'assoggettamento e l'as•servimento de– gli uomfai aHe cose, alle macchi.ne , a.Ua fo.-ma &nO!llima del capita·le, e, in definitiva, alle forz-e che lo maneggiano, fa si che « quando il feudali<s-mo eoonomico- ohe soggioga lo Stato si aJ,lea col regime tecnocratico, POll'a -del totaU.tari&mo fascista sta per suonare ». A queste tendenze involutive del<lo Stato moder-no, che .-e– stringono e -scrul~ano, ina.v,vert.ita,mente, la dem.ocrazia, intesa come autogover-no, il Gnrvitch contrappO!lle una cO!llCezione as– sociaziohis.ta e auto!llomista che miira a trasferire, quando .non si tratta di i.nte.-es,si esclusivamente p-oJ,iti-cl, ad a-ltre a,itocla– •ziollli, s,pontaneamente !formatesi da.I basso, ed organlzzantlfll in m,imiera autonoma, la fonte e la tutela dei diritti che de– vono regola.re i -r-aworti degli associ~ti. Alla concezione pan– statalista, il Gurvitch oppone la concezione pluralista, che vuol far ,vivere, aecanto e di fronte ailo sta'.to, ·come fonte au– tonoma di diritto ,altri centri assqciativi che si costituiscano e si S'Vol~ indipendentemente d"'1,lo Stato ed 1.n concor,renza con esso. Ciò vale soprattùtto per quanto riguaroa I dlrl-tti sociaai delle due grandi categorie del lavoratori e dei con– sumatori.. E' pericolosa per ~a democrazia e per la stesse U-

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