Critica Sociale - anno XLI - n. 12 - 16 giugno 1949
268 CRITICA SOCIALE tere le repubbliche sovietiche ... che debbono essere sostenute senza riserva ... ». . Non è necessario' commentare più a lungo questo testo delle ventun condizioni, perchè ha il merito di essere chia– ' 1'0. D'altra .parte esso può riassumersi in una sola fr:1se: il partito comunista francese diventa uno strumento ne>Je mani di Mosca. Se si hanno presenti le condizioni economiche, politiche e sociali del dopoguerra e se, d'altra parte, si pensa al– •l'attrazione della rivdluzione russa, con i testi citati, si comprende che la scissione fu inevitabile poichè imposta dal di fuori. Tra la scissione del 1921 e il Congresso dell'unità del marzo 1936 sono passati quindici anni di lotte e di rivali.à. La classe operaia delusa si allontanerà in parte dal movi– mento sindaca,le. Gli elementi che costituivano allora la C.G.T.U. (comunisteggiante) erano ben lontani dall'essere omogenei. Tre correnti si notavano allora: i comunisti di pura' obbedienza, i sindacaiisti rivoluzionari a tendenza ;mar– cheggiante e infine i conciliatori, inclini al comunismo, ma pteoccupati µrima di tutto di riallacciare l'unità. Bisogna dire che a poco a poco l'influenza del partito comunista aumentò, ciò che provocò una serie di allonta– namenti o di esclusioni. Gli effettivi deHa C.G.T.U. disce– sero quindi da 500.000 a 280.000. Gli aderenti sono ~tanchi· degli scioperi politici scatenati alla leggera. Nello stesso tempo la C.G.O. (Confédération Générale Ouvrière) t"rvlve - 'verso una· politica costruttiva di rivendicazioni giustifi.:ate e saggiamente ,presentate. Essa preconizza anche la politica di presenza ovunque, tanto su:! piano nazionale quanto sul piano internazi01,alle. Così, gli effettivi della C.G.T. an– dranno costantemente aumentando malgrado le difficoltà e,o– nomiche che sorgeranno verso il 1932 e che intralceranno i suoi me'zzi d'azione e il suo reclutamento. Il cobo <li forza del 6 febbraio 1934, condotto dalle Croci <li Ferro, sostenute, bisogna dirlo, dal partito comunista, provoca una reazione violenta della C.G.T. che lancia un appdllo ·1i la– voratori 1'8 febbraio 1934 e decreta uno sciopero generale di 24 ore per il 12 febbraio, sciopero al quale la C.G.T.U. si associa. Questa rigenerazione del socialismo rivoluzione ,per la difes_a della libertà si tradurrà ormai in formule più costruttive nelll'azione quotidiana. La ·scissione del 1939. E' soltanto nel gennaio 1936 che un comitato confederale unico, C.G.T. e G.C.T.U., registra la fusione realizzata <lal– le U.D. e dalle federazioni. Poi, nei marzo dello stesso an– no, un congresso di unificazione ha luogo a Tolosa in cui la vecchia G.C.T. rinasce. La direzione, su sei membri, ue comprende due di tendenza comunista, Frachon e Racamond. Inoltre, esso deciderà che la C.G.T. rimarrà aderente alla Internazionale di Am1.terdam. Essa confermerà la poli– tica di presenza nel B.I.T. (Bureau International du Trai-ai/) e alla S.D.N. Esso ,riaffermerà una. volta di più l'indi'!)en– denza del sindacalismo nei confronti dei partiti politiçi. Così la scissione, imposta da Mosca nel 1921, era durata fino al 1936. Poi, a partire da questa data, la volontà di lottare .contro il pericolo fascista era stata il fattore deter– minante dell'unità sindacale. Ahimè questa unità non dove– va durare -a lungo. Le questioni internazionali aggravano le divisioni di tendenza che non hanno mai cessato di mani– festarsi in seno alla C.G.T. riunificata. Tutti d'accordo rii fronte alla lotta da condurre contro le 1inee fasciste, non possono intendersi sull'atteggiamento da adottare di fronte alle minacce di guerra. Già sullla questione della guerra ci– vile di Spagna le due tendenze si affrontano. Le polemiche violente si generalizzano e stanno per finire in una scossa interna della C.G.T. specie al momento della primi crisi céca nel settembre 1938. Ma tutto quello che succede sul piano interno; fino al 23 agosto 1939, non. è che secondariò per la dimostrazione che vogliamo dare qui. A questa data un dispaccio fa sapere a tutto il mondo la conclusione di un patto di non aggressione germano-sovie– tico. Gli ex.-unitari lasciano subito intendere che si tratta di una manovra tattica:- Essi affermano anche che lo scopo del patto è di salvare la pace. La lettura del resoconto stenografico della commis~ione amministrativa della G.-C.T. del 24 agosto 1939 è significa- BibliotecaGino Bianco tiva a questo proposito. Vi si decide: 1) L'invio di un te– legramma ai sindacati inglesi pér tentare di sallvaguardare la pace; 2) un appello al Presidente Roosevelt.; 3) l'apertura di una discussione per determinare la posizione della· C.G.T. sugli avvenimenti e sul loro sviluppo e la presentazione, da parte di J ouhaux, di un appello per tentare di salvare la pace, per denunciare gli atti che hanno provocato un aggrav,m,ento della crisi, infine per disapprovare la firma di un patto di non aggressione al quale manca ogni riserva e che, per que– sto, sta 'per immergere il mondo nella più spaventosa ;:lolle guerre. Arrachard, comunista, che, nella discussione, di– chiara di ritenere che sia sufficiente dire che si conJ·mna l'iniziativa russa e [a decisione presa da questo paese per:hè in contraddizione con una verità evidente, chiede al :ontra– rio che invece <leHac.ondanna si metta nel testo la seguente formula: « La Commissione amministrativa saluta l'iniziati– va deH'U.R.S.S. che ottiene èon il patto germano-russo la possibilità di consolidare un vero fronte della: pace e di mettere, fin d'ora, in difficoltà le intenzioni belliciste dei gÒverni fascisti. La commissione constata che i governi che hanno concluso gli accordi di Monaco hanno introdotto i loro popoli in errore, che i .pericoli di una guer,ra imperia– lista generalizzata sono più che mai minaccianti. In conse– guenza la C.A. della C.G.T. rivolge un urgente appello ai lavoratori del mondo intero, alle direzioni deHa Federazione sindacale internazionale e dell'Internazionale operaia ~ocia– lista perchè si realizzi senza ritardo .J'unità d'azione inter– nazionale secondo le proposte rinnovate dall'Internazionale comunis_ta ili I maggiq scorso>. Charlot, della tendenza J ouhaux, interviene e pone esatta– mente il problema dicendo: « Quando si dice che bisogne– rebbe salutare l'inizìativa dell'U.R.S.S., io sarei stato di questa opinione se .Ja Russia, membro del fronte deHa pace, avesse avvertito i suoi colleghi; l'iniziativa privata della Russia av~ebbe dovuto essere presa dall'insieme delle nazioni comprese nel fronte della pace>. Racamond, della tendenza comunista, non accetta di con– dannare il patto concluso; al contrario, se ne ramegra e di– ce: « Lo scacco del piano Daladier e Bonnet è stato la cau– sa della capitolazione dei Sudeti e, in seguito, della Ceco– slovacchia. E io penso che in queste circostanze è un gr:mde successo e per l'U.R.S.S. e per l'anti-hitlerismo, per !'anti– fascismo e per Ila·pac;e che questo piano sia stato distmtto e che .J'U.R.S.S. si trovi ora libera». Più avanti, Racamond aggiungerà una formula che merita di essere ricordata: « Se la Russia vuole dividere la Polonia con la Germania, voi avrete il diritto di dire al Comintern: voi siete un'organiz– zazione di -traditori». I comunisti francesi, come si vede, non erano a parte <lei segreto delle intenzioni sovietiche, altrimenti non avrebbero parlato così. Racamond aggiunge ancora: « Il patto avrebbe ·alilora per · -risultato non di facilitare l'attacco co11tro Danzica e la Po– lonia, ma di impedirlo». Siamo al 24 agosto 1939 e si -co– nosce il seguito. Ma Racamond insisterà: « Il patto vuol forse dire che si tratta di dare un premio all'aggressione del fascismo contro la Polonia o quaqunque altro piccolo Stato? Trovate forse nelle clausole del .patto di non-aggres– sione che l'U.R.S.S. lascia le mani libere a:lla Germania pt'r attaccare la Polonia? Mostratemi in quale frase». Si sa che questo patto non ha servito Ila pace. Ma ciò che si conosce meno oggi è il testo di questo patto che rigu~r<la le questioni che stiamo trattando: « ART. I. - Le due parti contraenti si impegnano ad aste 0 nersi tra loro da ogni atto di violenza, da ogni atto aggres– sivo e da. ogni aggressione, e questo tanto isolatamente quan– to in unione con altre potenze>. E J ouhaux commenta così questo testo: « Ditemi che cosa ciò sig~ifichi, quando si tratta di perseguire delle trattative la cui azione non può essere che un intervento contro una aggressione. Ditemi che cosa ciò può voler dire. Continuo: io sono .un uomo della_ strada, sono un francese logico che non ha dimenticato che, se non ha grande vastità di stu<li, ha pure qualche principio cartesiano nel cervello. « Leggo alll'articolo 2: nel caso in cui una delle due parti contraenti fosse oggetto di atto di guerra da parte di altre
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