Critica Sociale - anno XLI - n. 12 - 16 giugno 1949

CRITICA SOCIALE 287 esercizio della democrazia, togliendo alle classi dominanti Il comodo pretesto di dovere ricorrere a rimedi illiberali e dittatoriali, a difesa dal pericolo di un'altra dittatura rivo– luzionaria. L'altro vasto saggio è sulla classe politica e classe dirigente. Nella parte teorica esso mira 11d essere un aggiornamento, non Ignaro della dialetlca marxista, delle teoriche del Mosca e del Pare-lo sulla classe ,politica e sulla circolazione delle élites, riferite peraltro al predominfo della classe borghese. Più viva ed interessante è tuttavia la seconda parte, che è un'analisi a,cuta e penetrante della società moderna italiana, la quale, più ancora che sui residui aristocratici o sulla conformazione deH'alta borghesia, si sofferma ,mila composizione e sugli orientamenti dei diversi ceti medi . Tuttavia lo scritto indubbiamente più importante del volu– me è la classe dirigente dell'Italia meridionale, scultorea e memorabile relazione presentata dal Dorso al Convegno anti– fascista di Bari de:! dicembre 1944. La letteratura merldio– naHsta si è arrkchita con questo ,;critto delle pagine forse più importanti, dopo quelle del Fortunato e del Gramsci. Lo schiacciamento della borghesia meridionale nel blocco agra– rio, in una •posizione re1:ri,va e spesso reazionaria; l'asservi– mento del prol1etariato in una situazione di grama miseri·a, senza prospettive di ùn autonomo riscatto; la funzione deci– siva della piccola borghesia inteHettuale, in quanto riesca a disincantarsi dall'attrazione del blocco agrario ed a portarsi risolutamente su posizioni progressiste e rivoluzionarle; l'ana– lisi del f~nomeno ,politico del trasformismo come lo strumento adottato dal blocco agrario per consolidarsi nelle sue situa– zioni conservatrki deviando e corrompendo ogni possibile for– za d'opposizione, sono i temi principali che formano la trama del breve studio. Il quale è di tale importanza che tutti coloro che intendono come il problema •meri'Clionale non sia un pro– blema regionale, ma un problema nazionale al qua,Je è con– nessa Ja soTte stessa della democrazia in Ita I ia, dovrebbero leg..,_ gerlo e meditarlo. Anche se con l'amara constatazione che ancora una volta si vanno dis.perdendo le speranze che si erano schiuse con la liberazione e che •la sltuazl.one tende a rip,ristlnarsi, in uno statico e angusto conservatorismo. g. p. G. SPADOLINI: Lotta social<? in Italia, Firenze, Vallecchi, 1949, pagg. 217. Osserva lo Spadolini, ,nella prefazione a questo suo lavoro, che non esiste ancora un'opera soddisfaci>nte sulla lotta socia– le in Italia, mentre se ne avverte sempre più l'esigenza. Aven– do io stesso da tempo e a più riprese in molti saggi sottoli– neato questa indiscutibile deficienza degli .studi storici italiani, ed avendo da poco condotto a termine un'ampia analisi (in corso di stampa) Intesa proprio ad approfondire i dati e il significato del ~apporto fra classi politicbe e classi sociali nei' processo unitario ,italiano, non posso non segnalare ai lettori con particola.re raccomandazione questo breve, ag.ile, incisivo volumetto, che ha dnnanzi tutto il merito di discutere tutto il problema ,nel suoi giusti termini senerall. Esso non è, certo, nè ,pretende di essere quell'opi>ra di cui si lamenta la man– canza, poichè, anzi, offre appunto col suo ordito perspicuo e spesso acuto una _nuova prova della necessità preliminare di una serie di ricerche e di sondaggi ,più profondi e sistematici. Non si tratta di una vera e prOipria ricostruzione storica, che sarebbe indebolita da tante considerazioni alquanto ge– neriche e non documentate, ma piuttosto dell'ardita offerta di una e chiave> interpretativa in funzione di esigenze attualis– sime. L'autore intende ricru-care le vie che gli permettano e di trarre la s•peranza d'una evoluzione sociale che accompagni o affianchi l'evoluzlone politica e sia perciò ca·pace di creare, accanto alla nuova classe politica, quelle nuove cla,ssi tee- PANETTONE. PAN FRUTTO - TORTA MILLESTELLE- CAKES - BISCOTTI– AMARETTI. TORRONE - CIOCCOLATO - CARAMELLE. FONDENTI - PRALINE$ - CONFETTI - CONFETTURE - MARMELLATE · MOSTARDE - MARRONI· CANDITI . FRUTTA CANDITA - GELATINE DI FRUTTA - GELATI • SPUMANTI E LIQUORI - SCIROPPI - SEMILAVORATI. BibliotecaGino Bianco niche e ,produttive, che sole potran dare una fondazione più larga alla società italiana di domani >. Con questa prospettiva, lo schema del lavoro è tutto teso a dimostrare l'enorme ri– taTdo dell'evoluzione economico-industriale Italiana, il provin– cialismo della nostra borghesia, l'illusione della parte novatrl• ce di essa di agire, nel '48 e in tutto il Risorgimento, in nome del popolo. E, qui.ndi, l primi capitoli indicano nella frattura fra borghesia unitaria e popolo e nel reazionarismo antinazionale di questo le cause della mancata riYoluzione sociale del Risorgimento. Poi, dall'esaurlmt>nto dell'ondata ascendente antipatriottica del popolo nel '48 e dalla piena riscossa dalle sue posizioni tradizionali di tutta la società italiana nel decennio successivo, lo studio trae la soluzione dinastico-borghese dell'Unità. Allora Il popolo, ostile e poi estraneo, si risveglia ancora con la « controrivoluzione del mezzogiorno >, con l'anarchismo, col rivoluzionarismo. Cosl, sia pure in rll1pporto antitetico, il popolo procede nello Stato e si organizza, cioè diventa proletariato. , !Ila - continua lo S. - anche in questa seconda fase, il proletariato non esprime una classe politica rivoluzionaria. E' la borghesia, delusa dal Risorgimento, che lo guida. Ed il socialismo non può tentare la creazione di uno Stato socia– lista, poichè è l'espressione del e capitalismo in ascesa >. An– zi, nel periodo giolittiano, diventa Il salvatore ddlo Stato mo– narchico-borghese e, per ,non esser nè abbastanza riformjsta per rinsanguare la democrazia, nè abbastanza rivoluzionario per abbatterla, finisce col creare la Monarchia sociali,ta. Perciò, sempre secondo lo S., non rimase altra via per trasformare H vecchio Stato italiano all'infuori di quella del sindacalismo operaio, della rivoluzione sindacalista. Il fasci– smo sarebbe il tentativo fallito di dar vita allo Stato sinda– cale: fallito, ,perchè .la mancanza di una classe dirigente ri– voluzionarla nel proletariato dà nuovamente alla borghesia piccola e media la direzione del movimento e scinde le due Istanze nazionale e sociale, che il dopoguerra amponeva si fondes;ero ad operare la rivoluzione soèiale. Il fascismo sconfigge il socialismo, e Il comunismo lo priva della sua funzione rivoluzionaria. Quindi il destino del socia• lismo è « sempre lo stesso: difendere, salvare lo Stato, per borghese e non socialista che sia ». Questa è la conclusione dello Spadoiini. Ed appar chiaro da essa, come dalla pu~ _ rapida enunciaz-ione delle linee fondamentali del libro, la suggestività e· l'arditezza della tesi. Che l'autore abbia giustificato criticamente tutte le sue af– fermazioni non oserei dire. Talune di esse (mi limito a citare quella del popolo considerato tout· court una « forza antina– zionale >, del socia-lismo anch'esso soltanto « forza conserva– trice », della « rivoluzione sindacalista > come l'uniCa rivo– luzione possibile, la stessa conclusione), anzi le principali, meriterebbero una precisazione e una definizione maggiore, per non restare nell'astratto e perciò anche, talvolta, nel tautolo– gico. Cosl è della tesi centrale, che deduce l'assenza d'una rivoluzione in Italia dalla mancata rivoluzione sindacalista, (cons,iderata quella tipica per l'Italia), tesi rovesciabile e quindi inetta e superflua a concludere quanto già consegue dall'esame concreto delle forze ·sociali operanti nel nostro Paese. E' U metodo generale stesso che cela li pericolo di creare e chiavi > illusorie, ,proprio ,perchè tratte da schemi a priori, astratti da quella realtà sociale, a cui ci si è appellati per aprire le porte della storia profonda degli Italiani. Tuttavia, se questi sono i limiti generali di una sintesi come quella tentàta dallo S., tendente a trarre dalla storia conside– razioni valide anche sul .piano 1politico, non per ciò i giu– dizi particolari ,e,;pressi dall'A. sono meno interessanti e spesso incisivi. A questi, oltre che alla scioltezza dell'argomentare, è affidato il valore del-l'opera. GUIDO QUAZZA RICCIONE NUOVA PENSIONE BERTAZZONI Arredamento moderno - Buon trattamento Condizioni speciali per prenotazioni: L. 1550 al giorno (vitto, alloggio, servizio, tasse) Organizzazione F. Bertazzoni Via Ramazzini, 3 _ MILANO - Telef. 266.148 Direttore: UGO GUIDO IIONDOLFO Vice-dlr•ttore respons.: A:,,'To:-111 tiREPPI Autorizzazione Tribunale Milano 8/10/a48 n. U6 del Registro Tipografia Pinelli - Milano - Via Farneti, 8

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