Critica Sociale - anno XLI - n. 12 - 16 giugno 1949

282 CRITICA SOCIALE aberranti - dal fenomeno dell'enorme sviluppo della tec– nica e dalle crescenti esigenze di migliorare i metodi di produzione mediante la razionalizzazione, il controllo della produzione e dei mercati. Opporsi, con un decreto-legge, .i questa tendenza naturale, istintiva, significherebbe anche ,Jp– porsi al progresso tecnico. Quel che c'è da fare, dunque, non è abolire i monopoli ma sottrarli, (cioè sottrarre ]3 «pianificazione» che essi rappres~ntano), all'arbitrio clegli i~prenditori privati, affidandola alla amministrazione pub- · blica: cioè, insomma. statizzare i monopoli. E' certo che tutto ciò non esiste in Marx, perchè quando egli scrisse h sua opera geniale esisteva ancora il classico capitalismo delia libera concorrrnza; il capitalismo del mo– nopolio, con il quale abbiamo a che fare oggi in tutti i raesi borghesi, poteva essere previsto come una tendenza, uno sbocco, ma non sottoposto ad ·analisi scientifica. E sco– nosciute erano pure a Marx le tendenze pianificatrici del su– percapitalismo (così bene individuate ed analizzate d1tl Burn– ham nel suo libro « La rivoluzione dei tecnici») e le mani– festazioni del capitalismo di Stato sovietico. Siamo ben lontani, come si vede, dai problemi della rivo.. luzione proletaria della Comune di Parigi. Bastano questi pochi esenipì a dimostrare quale abisso di– vida l'epoca attuale dall'epoca nella quale furono scritti i libri del marxismo classico. Ma dunque - è lecito allor.1 domandarsi - hanno ragione i critici reazionari di Marx quando ci accusano, spesso deridendoci, di appoggiarci a dottrine che furono create ai tempi della diligenza? Ebbene, diciamo di no: coloro che così ci accusano di– Mostrano soltanto :li non aver comnr<"soo di non aver vo– luto comprendere l'essenziale, il duraturo, l'universale. --lei· marxismo. Marx ed· Engels non si sono limitati all'analisi della società capitalist:ca d'allora e ali<! previsioni sul suo futuro sviluppo. Molto più importante delle loro teorie eco– nomiche è il metodo scientifico che essi applicarono, la con– cezione storico-lT'aterialistica che essi fondarono. Questo me– todo e questa concezione hanno, da allora, affermato la loro superiorità sugli altri metodi e concezioni storiche, Sl•;>rat– tutto su quelle idealistiche. L'intuizione geniale di Marx che tutta la storia degli uomini è -la storia della lotta delle classi, è stata confermata infinite volte. Il fulcro della concezione materialistica della storia, secondo cui le idee, gli ideali e le ideologie non sorgono nella testa de~li uomini al di. fuori delle reali circostanze sociali, ma queste rispecchiano, non fu mai confutato: dunque esso è giusto. E del resto esso trova giornaliera conferma ·nel campo delle scienze naturali. • • • Dov'è dunque l'origine dell'odierna crisi del marxismo? Non certo nella erroneità del metodo ma~xista; ma nel fat– to -:he !:i scienza marxista non fu ulteriormente sviluppata, ed è rimasta - diciamolo _pure - ferma ed in alcuni cam- · pi conservatrice. Il marxismo, come del resto la scien~a so• cio,og-ica in genere, non ha seguito il vertiginoso sviluppo delle altre' scienze come la chimica, la fisica, la medicina, la 'psicolÒgia. Marx ed Engels erano, alla loro epoca, perfetta– mente al passo con la scienza del secolo. Le proposizioni di filosofia, di cosmogonia, di fisica, di cl\imica che ricorrono applicate negli scritti di Engels sono, rapportate allo svi– luppo scientifico del tempo, di una attualità bruciante. M1, per esempio, quando Marx ed Engels fondarono il loro si– stema sociologico, non esisteva ancora la psicologia moder• na; le leggi dello svilupp0 della vita spirituale degli uomini erano altrettanto sconosciute quanto lo erano, prima di Marx, le ,leggi sullo sviluppo del capitalismo. Ora, la psicanalisi, la psicologia individuale ed altre conquiste scientifiche nel campo psichico hanno prodotto dei risultati che sono d'im– portanza estrema non solo per la terapia delle malattie ~pi– rituali ma· anche. per l'analisi della coscienza e quindi del comportamento delle masse.- Ed è un fatto che finora non si è riusciti a stabilire una sintesi tra i risultati della socio– logia marxista e quelli della psicologia moderna. M,mcanza dunque di sviluppo dottrinario del marxismo. Non che dalla morte di Marx ed Engels ogni indagine -BibliotecaGino Bianco scientifica sia stata sospesa: la teoria dell'accumulazione di Rosa Luxemburg, le indagini economiche del Bucharin, il lavoro del Trotzky sulla rivoluzione russa, i lavori del Bebel, dell'Adler, del Jaurès, del Bauer, sono di grande valore scientifico; ma son0 anche essi ormai arretrati. Negli ulti– mi anni, ·l'indagine marxista è quasi cessata del tutto. L1 dittatura, fascista nell'Europa centrale e l'irrigidirrento dit– 'tatorfale in Russia hanno bloccato lo sviluppo dottrinario del marxismo proprio nei paesi.in cui esso aveva le tradi– zioni migliori. · Nella letteratura socialista d'oggi cercheremo invano o– pere serie e scientifiche sulle nuove manifestazioni sociali, opere che tentino di spiegare i nuovi fenomeni sociologici applicando il metodo d'indagine marxista. I vecchi compagni, ancorati sentimentalmente al ,ociali– smo del 1900 ce ne devono dare atto. Le giovani generazioni non << sentono» Marx come lo sentirono lo.ro , peFchè Marx non è stato aggiornato, perchè Marx non riesce più a spie– gare il nuovo, il :Sempre più compJe·sso di questo mondo in continua evoluzione. Ecco in che senso si può e si deve parlare di una « crisi del marxismo >. GoFFRllDO RAPONI Cultura e religione Gli apocalittici avvenimenti del nostro tempo, che, acca– vallandosi e rivoltandosi, hanno sommerso persino le fedi e i costumi più persistenti, impongono all'uomo colto,· che intende di scorgere nell'oceanica e abissale vastità degli eventi il senso dell'attua 1 le trasformazione umana, la ricon– siderazior.e del rapporto fra religione e cultura, di cui egli ora, ammaestrato dal fallimento delle frettolose soluzioni « progressiste» degli utopisti, dei filantropi e dei teologi scientisti dell'Ottocento, è in grado di comprendere con maggiore oggettività [a posizione arèhitettonica nella strut– tura sociale. A que&to compito si è dedicato Christopher Dawson - di cui fu già pubblicata in italiano una notevole. opera suila formazione dell'unità europea nella Biblioteca di culttra storica di Einaudi (1939) - nello studio « Progresso e. re– ligione>, tradotto dall'inglese a cura delle Edizioni di Co– munità (Milano 1948). Svolgere questo tema richiedeva, ol– trechè una vasta cultura st0rica, una specifica preparazione sociologica e filosofica. L' A, reso sicuro dalle sue va,te conoscenze, analizza il rapporto religione-cultura proponen– dosi uno scopo che ha un grande interesse sociologico w– prattutto in relazione a 1 ll'intima trasformazione morale ~he è in corso nel mondp contemporaneo. Egli, rilevando coma i sociologi siano stati portati a sottovalutare, finora, la fun– zione sodale della religione, afferma che « ogni società culturalmente vitale ha bisogno di una religione, sia auten– tica sia· sotto altre spoglie», la quale ne determina 1a cul– tura ed a questa conferisce « l'energia necessaria petr soste· nere quello sforzo collettivo continuo che è la civiltà», t> dichiara quindi che « l'intero problema dell' evoiuzio.ne e del– la trasformaz:one sociale dev'essere nuovamente stmdiato avéndo riguardo a!l fattore religioso ». Dal punto di vista metodologico, nulla da obiettare a questo assunto, poichè effettivamente la sociologia e la sto– ria si trovano entrambe a dover deterininare, la prima con l'intento di- generalizzare, l'altra con quello di indivia duare, il peso dei fattori molteplici che concorrono a det~r• minare i fatti umani, mentre è lasciato al'1afilosofia il com pito di accingersi alla sintesi per !l'itr_ovare l'unità ne,la molteplicità e per scoprire come, e per quali mediazioni, da quella si arrivi a questa, e viceversa. Bisogna dire, però, che l'assunto del libro non è una sco– perta del Dawson, come potrebbe far credere la sua diehia– ra;ione al lettore inesperto. ·Prescindendo dai libri .;arri _ orientali, dai poemi greci, dalle opere dei padri della Chiesa r

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