Critica Sociale - anno XLI - n. 12 - 16 giugno 1949
CRITICA SOCIALE 281 denzione dell'umanità sta nella eliminazione delle classi, nel– l'abolizione della proprietà privata, nell'eliminazione dello Stato, nella sostituzione, al posto della dittatura borghese, della dittatura del proletariato; sta, insomma, nel rovescia– mento puro e semplice dell'ordine esistente, riconosciuto co– me ingiusto. Dottrina piena di senso, secondo il .rigore lo– gico con cui venne _e.sposta: con l'eliminazione della pro– prietà privata (intesa, naturalmente, sempre come la pro– prietà privata dei mezzi di produzione), ossia con la socia– lizzazione, le classi dovranno sparire per forza, e con esse sparirà lo Stato borghese. Ma poichè tutto ciò - e Marx se ne rendeva perfettamente conto - non è possibile senza· vincere la tremenda resistenza della borghesia, è necessaria la violenza, la rivoluzione, che lasci libera la via alla dit– tatura ,del r,roletariato; la quale differisce dalla precedente dittatura borghe~e poichè è una dittatura di maggioranza e non di minoranza, e, .come tale, secondo la concezione odier– na della democrazia, può essere considerata come democra– tica. Intanto, con la socializzazione dei mezzi di produzione, anche il vecchio ordine della produzione sarà completamente rivoluzionat~ ed altre soluzioni avranno i problemi del la– voro e protessionali. · Questa, in sintesi microscopica, la visione di Marx. A cento anni di distanza, chi si professa marxista ha il dovere di esaminare quanta parte di questa visione sia entrata nel campo delle possibilità di tradursi dal terreno di semplice visione a quello di pratica attuazione, senza ledere i prin– cipi fondamentali del socialismo, i quali non sono certo crea– zione di Marx, ma sono fermi ed immutabili, perchè si chiamano : libertà, rispetto della persona umana, democrazia. Punto primo: abolizione dello Stato. E' un ·fatto che lo Stato, in cento anni, non ha dimostrato la minima •endénza a morire. A1 contrario, abbiamo potuto osservare come le sue attività, simili ai tentacoli di un immenso polipo, si sia– no moltiplicate e abbiano penetrato in profondità sempre nuovi rami della vita sociale. Eviàentemente, ciò non de– riva tutto dal fatto dell'essere lo Stato al servizio della classe borghese: deriva dal fatto che, dal 1850 in poi, lo Stato, qualsiasi Stato, ha assunto dei compiti, sociali ed e– conomici, utilì alla comunità tutta intera, compiti dei quali Marx non ebbe alcuna idea. Nè tali compiti diminuiranno se lo Stato sarà, come vuole giustamente Marx, non più una giunta della classe borghese, ma un'organizzazione ammini– strativa dell'intera società, con compiti del tutto diversi e cl,iversi mezzi di potere. Pun.to secondo: statalizzazione dei mezzi di produzione - trasformazione del mondo in una società senza classi - liberazione del singolo da ogni sfruttamento. Marx non fa distinzione tra mezzi di produzione : la macchina da cucire del calzolaio. è, per lui, come l'immensa centrale elettrica. · · Ma nessuno pensa oggi dì statizrnre la macchina de~ calzo– laio. Dunque, non tutti i mezzi di produzione sono da sta– tizzare. Quali allora? Qui Ì! la grande questione che sta innanzi non solo ai socialisti, ma anche a tutti i politici e agli economisti. Noi socialisti siamo del parere che la li– bertà degli uomini, libertà politica ed economica, può essere garantita come « libertà di tutti» solo attraverso una deter– minata misura di pianificazione e di statalizzazione. Questa «_misÙra» è il centro del problema. L'economia non è la fi– sica che può, attraverso J'esame di fen9meni attuali e per– manenti, formulare schemi di ipotesi future. L'economia de– ve contentarsi di pensare ad anni o, se si vuole, a lustri e decenni. Ma non oltre. Sono le condizioni obiettive che con– dizionano ogni statalizzazione. Donde il « piano», chiave . della politica economica socialista. L'assoluto, in questo campo, cioè la statalizzazione indiscriminata e totalitaria dd mezzi di produzione, non consegue la liberazione degli uo– mini, ma è la ,via verso la schiavitù, poichè conduce al ca– pitalismo di Stato e, di conseguenza, dallo sfruttamento del– l'uomo sull'uomo all'ancor peggiore sfruttamento dell'uomo da parte dello Stato. Punto terzo: rivoluzione. Anche il pass;iggio dalla società capitalisti. a quella socialista si svolge diversamente da quanto profetizzato da Marx In un solo paese vi fu una rivoluzione socialista, in Russia; questa rivoluzione non ha BibliotecaGino Bianco condotto al socia.Jismo. Vi sono per contro, oggi, paesi con governo socialista; ma in ,nessuno di essi i socialisti sono giunti al potere attraverso una 1·ivoluzione. E' vero che in nessun luogo è sorto finora un autentico Stato socialista; ma nessuno, che si:i in buona fede, può· negare essere più vicina al socialismo l'Inghilterra laburista che non la Russia sovietica. Qui il discorso s'innesta automaticamente sul significato di «rivoluzione». Rivo,luzione significa crollo violento cli un Governo. Si parla, è vero. di un « processo ri,voluzionario > ver esprimere, in un campo qualsiasi· della vita sociale, della scienza, dell'arte, ·il carattere particolarmente tempestoso di <lHerminati fenomeni. Ma è solo un'immagine retorica. In realtà la rivoluzione è quella che è: sovvertimento violento di un dato ordine· politico e sostituzione ad esso di un or– dine nuovo. Rivoluzionario è, dunque, colui che.tende al crollo del potere dello Stato e che lavora a questo scopo. Ora, ir. Italia, oggi, e nel mondo, dove i socialisti hanno neHe loro mani parte o tutto il potere stataJe, la· qualifica ài socia– lista rivoluz·ionario non ha senso. Rivoluzionario fu, in Ita– lia, il partito socialista sino a che esso non ebbe una rap– presentanza parlamentare, sia pure all'opposizione, perchè l'opposizione, in democrazia, è una resistenza legale contro il Governo, µna manifestazione, dunque, che è possibile solo nell:i democrazia e grazie aUa democrazia. Ma dal momento in cui i S-Ocialistientrarono in Parlamento, rinunciarono im– plicitamente alla loro qualifica di rivoluzionari (r). In regime di democrazia può essere rivoluzionario uno solo: colui che è contro la democrazfa, cioè il fascista. Noi diventeremo sicuramente. di nuovo rivoluzionari solo se si dovessero ri– petere le circostanze e gli eventi del 1922. • • • Sono, dunque, mutate le caratteristiche essenziali della so– cietà socialista da come apparivano, cento anni fa, davanti all'occhio spirituale di Marx .. Sono mutati gli scopi del so– cialismo.: e non più soltanto la liberazione dell'umanità dallo sfruttamento dell'uomo sull'uomo, ma la liberazione degli uomini da ogni paura e miseria morale, la maggiore libertà possibile, la maggiore sicure.zza possibile, la più equa pos– sibile partecipazione degli uomini alla distribuzione non solo delle ricchezze ma di ogni singola parte del patrimonio spi– rituale della civiltà. E la via per raggiungere, 'in ogni caso, questi scopi, non è la rivoluzione, bensì l'evoluzione t;tel quadro della demo– crazia moderna; non è. la .statalizzazior:ie di tutti i mezzi di produzione, bensì la . pianificazione. Pianificazione significa, in primo luogo, lotta contro il· mo– nopolio, contro la cartelÌizzazione dei beni di produzione. E qui è bene dire due parole sulla ·cosiddetta « eresia liberale> del socialismo democratico. I principi del liberalismo, che noi non ripudiamo, insegna– no che, finchè l'economia obbedisce alle leggi di libero mer– cato, queste leggi sono sufficienti a .mantenere un minimo di ordine economico anche in uno Stato socialista. Ma lad-, dove esiste un solo imprenditore, o dove più imprenditori si uniscono per eliminare la concorrenza e instaurare il mono– polio, allora quelle leggi non agiscono più; e la maggiore libertà di cui fruiscono questi accentratori delle ricchezze si rivolge contro gli interessi dei singoli e della società. Allora lo Stato ha solo due possibilità di difendere questi interessi lesi: o spezzare il monopolio con una legge abolitiva, o sta– tizzarlo. Qui è il punto cruciale in cui la concezione economiça so– cialista si differenzia da quella capitalista. Noi social_isti crediamo che non si può combattere il monopolio priv.ato unicamente con le leggi antitrusts, come avviene per eseìn– pio in America. I monopoli contengono in sè, nel fatto stes– so del loro sorgere, un principio economico; e coi pr:ncipi non ~i lotta. La tendenza alla monopolizzazione, accentuata nell'epoca moderna, è determinata ....:... a parte singoli casi / (1) D'accordo con l'Autore che si tratta di una questione di parole. Ma la denominazione e rivoluzionario nel fine> propria del nostro Partilo, è ancora la sola che Indichi chia– ramente che il nostro scopo è l'istituzione di una società diversa dall'attuale. (Nota di C. S.).
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