Critica Sociale - anno XLI - n. 12 - 16 giugno 1949

280 CRITICA SOCIALE lui, la ,più conforme al c@ncettd dell'evolluzione, proprio del pensiero più profondo di Marx. E di entrambi questi sistemi cc-li traccia il corso, mettendo a credito del!',·speri– mento b;iscevico, come si è detto a suo luogo, proprio il fatto di aver ridotto, nel modo più spietatamente e ,rutal– mente realistico dello sfrenato capitalismo delle origini, i due problemi per lui capitali del socialismo: il problema della çapita,lizzazione, cioè quello del finanzia,mento de!':a organizzazione tecnico-produttiva e della sua massima in– ltensificazione e espansione, e il ,problema della disciplina del lavoro e della mass,ima produzione. Questo secondo pro- 1,iema, Lenin lo aveva subito affrontato energicamente per le stesse necessità della guerra civi•le nella forma del comu– nismo di guerra; ma sarà Stalin che lo risolverà definiti– vamente alla russa per la sua «costruzione» pianificata dell'economia con « la carota e i•lbastone»: l'emullazione so– cialista, i premi Stalin, il cottimo progressivo, lo staka .. '1o– vismo e, insieme, il - codice penale, i campi di concentra– mento, la polizia segreta nelle fabbriche e i sindacati ope– rai ridotti da lui, come volc;va fare Trotzki nel 1920, ad or– gani dello Stato per controllare la realizzazione dei piani ufficia•lidi produzione per intensificarla al massimo. li pri– mo problema, cjuello della capitalizzazione, messo già in pie– no riliev.o da Marx nelle sue glosse al programma Ji G.otha rettificando J'erroneo concetto del diritto dell'operaio « al frutto integrale del proprio favoro », sarà risolto dàHo Staiin nella forma del « risparmio forzato », ed entrambi i proble· mi saranno da lui risolti colla tirannica' dittatura universa'.e dei Partito comunista. Sono, come si vede, g,li stessi pro– blemi capitali della « costruzione socialista», che il govi:rno laborista inglese sta attualmente affrontando, con la libera colfaborazione delle Trade Unions e con la politica dell'-iuste– rity, 4>er <le vie democratiche. f-l metodo laborista. Del metodo di questo socialismo inglese della « matu– rità» capitalista, che si contrappone a guelfo russo .iell'im– matur~tà, col suo « stato borghese senza borghesia», lo sta– to dittatorialle delfa rivoluzione industriale cui spetta di creare le bas,i materiali preliminari capitalistiche per I so– cialismo, abbiamo già dÌ!scorso in un precedente articolo. I « Saggi fabiani », il memorabile «manifesto» del .socia– lismo fabiano al quale si ispira il sooia'.iismo laborista, il socialismo secondo il metodo ing,lese della « rivoluzione de– mocratica per consenso», sono stati ripubblicati lo scorso anno in una nuova edizione giubilare, insieme alle im4>or– tanti prefaiiòni di G. B. Shaw e di Sidney Webb alle pre– cedenti edizioni {3). Shaw, che ne fu l'originario editore, vi ha aggiunto un suo originalissimo poscritto su « sessant'an– ni di fabianesimo », nel quale, nella forma paradossale che gli è :propria, egli esprime su!U'opera costruttiva della rivo– luzione russa un giudizio ana:logo a quello del prof. Schum– peter, considerando !a dittatura del proletariato instaurata dai bolscev-ichi, discepoli di Ma,rx « l'arci-anticapitalista », come il mezzo a cui furono costretti a ricorrere Lenin e Stalin « dopo pochi anni di politica catastrofica antifabhna, che portò il paese ai marg,ini ddÌla rovina e un po' oltre». .Ne! « gigantesco esperimento» del comunismo rus-so « con– vertito completamente al fabianesimo dalla forza dell'espe– rienza sotto Lenin e Stalin », Shaw vede, infatti, una ri– prova <delprinci,pio basilà-re fabiano, che due cose diverse sono conquistare i•l potere e governare ; ciò che spiega questo, a prima vista, singolare benservito rilasciate "lll'at– tuale totalitarismo russo dall novantenne patriarca ,tei fa. ·biani, i quali si erano proposti di emancipare socialismo e comunismo dal « catastrofismo delle barricate», dopo la di– sfatta della Comune. Ma la « via inglese» al socialismo, quella del Pantito labo– rista, è stata di recente iJnustrata da un gruppo di t>pecia– listi in un volume ·edito da D. Munro (4), nel quale, come '{3) Fabian essays. With a ipostscr-lpt by the origi-nal éditor B'ernard Shaw. London, Allen and Unwin, 1948. (4) Socialism. The british way. Edited by D. Munzo. Lon– don, Essential books, 1948. Una storia del Partito Iaborista dal 1914 ad oggi è stata pure pubblicata da G. D. H. COLE: A history of lhe Labour. Party from 1914. Londo-n, Routledge and Kegan, 1948. BibliotecaGino Bianco scrive il Morrison nella prefazione, viene esposto :I modo specifico proprio del socialismo britannico e del ,wverno laborista di affrontare i problemi della democrazia, Jell'eco– nomia e del socia4ismo. Nel suo discorso al Congresso an– nuale del Partito laborista di Blackpool, Sir Stafford Cripps rivendicava in questi giorni, con legittimo orgoglio, alla democrazia laborista, « la più virile che esista al mon– do», ll'onore di « essere oggi di ispirazione a tutte le a!tre vere democrazie». · Come l'altra forma del socialismo, quella del comunismo dittator,iale e tirannico, sorto e maturato, come si è detto, per le particolari condizioni di arretratezza in cui ebbè ad effettuarsi la -rivoluzione giacobina dei bolsceviehi, abbia ri– messo in on"ore i metodi del marxismo del,le origini come il vero e unico metodo del socialismo, non sollo aei paesi più arretrati sulla scala deJila evoluzione economica ~ poli– tica e nelle colonie, ma anche in larghi strati operai e in– tellettuali dei ,paesi dell'Europa a un livello di maturità eco– nomica e politica, sia pure in divers,o grado, superiore, in senso µiarxista, a quella della Russia del 1917 e dell'Eu– •ropa del 1848, quando i principi sui quali quel metodo si basa trovarono la loro prima lapidaria formulazione nel • « Manifesto comunista»; come, cioè, contro lo stesso ca– none di Marx: che i paesi più progrediti nella strada del capitalismo segnano la via ai più arretrati, sia stàto nossi– bile questo ricorso. anche in Europa dei metodi arcaici del socialismo, che pareva fossero per sempre superati, e quali ne siano le conseguenze per la po.Jitica generale del socia– Hsmo, è c-iò che ci resterebbe ancora da vedere in un uQ– timo articolo. FAUSTO PAGI,IARI Crisi del Marxismo? L'accusa ar nostro partito di essere un'accolita di senti– mentali, di uomini che non riescono ad adeguare la pro– pria ideologia alla realtà politi'ca e che s'ostinano a fare del conservatorismo marxista per amore di Marx, ci giunge or– mai da troppe bocche - e non tutte sospette - perchè non siamo indotti a studiare e a meditare se essa accusa sia o meno fondata. E' importante, per motivi sia di prinoipiò che pratici, indagare se la grande maggioranza dei compagni che si definiscono, con legittimo orgoglio quanto con troppo fa.. cile disin~oltura, marxisti, abbiano la coscienza esatta di questo loro marxismo; o meglio, se essi sappiano valutare fino a qual punto l'esser nati e vivere in un secolo come l'attuale sia compatibile con una professione pratica, e non soltanto filosofica, di marxismo. La, parola «marxista» deriva dal nome di Marx, come «cristiano», «maomettano», «buddista» derivano rispetti– vamente dal nome di Cristo, Maometto, Budda. Un. cristia– no, non diversamente da un maomettano o un buddista, è in ogni caso un individuo il quale crede e giura che la dottrina religiosa da lui profes,ata è vera e giusta, almeno in tutte le sue parti essenziali; chè se egli ritiene per vere e giuste soltanto alcune parti ed altre no, evidentemente non si può definire nè orofessare cri,tiano. Poco imp;rta che Marx non sia un fondatore di religione. Il problema si pone ugualment~: la dottrina marxista, in tutte le sue PMti essenziali, è giusta o· no? Perchè, se giusta e accettabile, ci si potr~ ancora definire marxisti; altrimen– ti, no. E' noto che Marx ebbe la geniale intuizione della sua co– struzione scientifica del socialismo in un'epoca - la metà del secolo scorso - che è, storicamente considerata, l'epoca della massima fioritura della società capitalista. L@. frasi pe– tenti e lapidarie del <( M anifeseo » del 1848, dicono, in ma· ni@ra impareggiabile, qual'era la situazione politica ed eco– nomica dell'Europa. Marx vide due classi : borghesia e pro– letariato; vide la potenza della borghesia fondata sulla pro– prietà privata dei mezzi di produzione; e vide lo Stato, l'or– dine sociale, interamente al' servizio della borghesia : ditta– tura brutale della classe abbiente. Qa tali premesse ri-sulta– rono conseguenze di un rigore scientifico inesorabile: la re-

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