Critica Sociale - anno XLI - n. 11 - 1 giugno 1949

CRITIC4 SOCIALE 243 . La proposta ci sembra legittima ed accettabile, anzitutto perchè, in mancanza di ogni discussione e decisione in materia, la permanenza dello status quv è la soluzione più logica; poi anche perchè, mentre non sarebbe possibile a1l nostro Partito, che avesse eventualmente abbandonato il Gover– no, di riprendere i posti lasciati nel caso che i:l fu– turo Congresso si mostrasse invece favorevole alla partecipazione, viceversa il ritiro dei Ministri ri– masti in carica sarebbe possibile in qualsiasi mo– mento, senza bisogno di attendere il beneplacito di nessuno. Ecco i motivi per cui noi vivamente speriamo che il Comisco, invitato a portare il contributo del– l'opera sua per vincere ile·difficoltà non ancora su– perate, possa trovare, sul fondamento delle nostre proposte, la possibilità idi aiutarci a venire ad un accordo pieno e cordiale. Uoo Gumo .MoNDOLFo In qui eta vigilia dell'unità socialista e Il quarto d'ora dell'unità socialista > l'ha defi– nito Silone, ed ha detto bene. L'occasione per la confluenza delle sparse forze dei socialisti democra– tici italiani in un solo partito è più viva ed immi– nente che mai. La vigorosa battaglia degli autono– misti al Congresso di Firenze del P.S.I. e la loro rottura con un partito ormai allineatosi nello schie– ramento cominformista ha sbloccato una situazion.e. I socialisti dell'U.d.S. sentono che questo è l'estre– mo momento. in cui può essere esercitata quella funzione in certo modu di avvicinamento e di me– diazione .che ha consigliato molti di essi a non en– trare nelle file del nostro Par.lito. Le aspettative di moltissimi socialisti che, sfiduciati, s'erano tratti in disparte, allontanandosi dai partiti, ma che sentono nella unità socialista la possibilità di recup-erare il terreno perduto, sono intensissime. L'intera opinio– ne pubblica italiana - ad onta degli sforzi di certa stampa per minimizzare o svalutare gli eventi - ha afferrato l'importanza del problema quale sola prospettiva di mutare, nell'ambito della democrazia, uno stato di cose che sembrava cristallizzato nel monopolio della D. C. Quello che sembrava una po– tenzialità del tutto' virtuale (e per molti, persino tra i nostri compagni,. un mito astratto e verbale) si è fatta possibilità reale. Il momento della unificazione .socialista è maturato. Ma - ha ragione Silone - è un momento labile e fuggevole. Guai a lasciarselo sfuggire. Bisogna ·sa– perlo afferrare e dare positiva ed ordinata concre– tezza ad un.a pr'ofonda aspirazione. Ma senza remore e senza ritardo. Il minimo errore degli uni e degli altri (anche se compiuto in perfetta buona fede) può invece disperdere questa occasione: e ormai con conseguenze - di delusione e discredito (per tut– ti) - assai più gravi di quanto non fosse prima che essa si presentasse. Sono stati compiuti notevoli passi avanti. E a quanti sta giustamente a cuore il prestigio del no– stro partito dovrebbe essere motivo di soddisfazione il constatare come da parte del P.S.L.I. siano state rimosse alcune tra le maggiori difficoltà per l'unifi– cazione e come - pur con il dovuto rispetto per la volontà congressuale - una vastissima maggioranza . (rompendo la cristallizzazione delle tendenze) si sia pronunciata per la immediata trasformazione del nostro Congresso straordinario in congresso di uni- BibliotecaGino Bianco ----------------------- ficazione. Non bisogna tuttavia lasciarsi trascinare da premature euforie o da sbrigativi ottimismi. Le trattative si sono iniziate in maniera piuttosto inco– raggiante, ma sono ancora lungi dall'essere conclu– se; le difficoltà da superarsi sono molte e gravi; e i risultati definitivi sono ancora in. sospeso. Nè sono ancora dissipate, nel momento in cui scrivo, alcune incertezze che in taluni fanno addirittura sorgere inquietamente il dubbio se si marci veramente verso l'unificazione socialista e ad un certo pun.to non si veda fatalmente prendere piede quel « terzo partito socialista:,, che, deprecato quasi da tutti come una jattura generale, potrebbe essere la conseguenza non di deliberate volontà ma delle circostanze e della impossibilità di' stabilire in modo inequivoco una piattaforma realmente comune. Mentre facciamo voti ehe le trattative che si svol– gono tra il nostro Esecutivo e gli esponenti dell'U. d.S. e dei socialisti autonomisti staccatisi dal P .S.I. giungano a sollecita e concorde soluzione, ritengo non inutile fermare su carta alcune considerazioni. 1. - Si tratta in primo luogo di decidere se al processo di unificazione socialista s'intende dare portata meccanica o ·portata dinamica. La risposta, a mio avviso, è indubbia. Quel che veramente preme n.on è di collegare meccanicamente in unità tre o quattro raggruppamenti politici che - elemento essenziale - si muovono sul terreno del socialismo democratico; non è l'operare una som– ma aritmetica di queste forze e tanto meno una somma aritmetica dei tesserati o degli aderenti. E' la creazione del fatto nuovo, dello schieramento po– litico nuovo, in cui queste forze possano con.fluire non solo neHa loro attuale forza numerica, ma nel– la loro potenzialità virtuale, e il quale possa poi eser– citare ulteriormente la sua funzione attrattiva sia raccogliendo in sè ed attorno a ·sè i moltissimi so– cialisti che si erano ritirati ai margini,. delusi, sia dando ai molti compagni in procinto di abbandona– re il P.S.I. o in profonda èrisi politica, la sede po– litica - ad un tempo ideologica e pratica - a cui. accorrere. E' il sorgere di questo partito, risultato della uni– ficazione, meta ·.comune delle diverse vie che, attra– verso esper.ienze diverse, hanno ad essa condotto, che può operare sulla opinione pubblica, e specie su quella della classe lavoratrice, quell'effetto di choc necessario a smuovere una· situazione politica generale, n.o.n solo ristagnante ma in via di erosione. Appunto per questo effetto dinamico da conseguir– si e da imprimersi poi alla vita politica italiana, mi sembra sia un indiscutibile passo avanti il supera– mento di quella prima, improvvida ed esclusivisti– ca tesi, espressa subito dopo Firenze da alcuni no– stri massimi esponenti, che ponevano il problema della unificazione appunto nella forma puramente meccanica, ed in definitiva conservatrice, di un me– ro ingresso nelle file del P.S.L.I. Con ciò non si vuol dire affatto - anche se pur– troppo certa faziosa polemica interna e.i vorrebbe far dire - che si ponga avanti la esigenza di una liquidazione, di uno smantellamento o di un·a scom– parsa del P.S.L.I. Esso ha il privilegio, rispetto alle altre formazioni socialiste cui si estende il proble– ma. dell'unificazione, di essere la forza meglio, più seriamen1e e più ordinatamente organizzata: assur– do sarebbe rinunciare a questo fattore eminen.temen- · te positivo. E' appunto sull'asse organizzativo del P. S.L·.I. che va impostata la struttura del partito che emergerà dalla unificazione. Nè - come vedremo oltre - si tratta di puro problema organizzativo. Da un lato la piattaforma dei principii ideologici del P.S.L.I. non osta e non contraddice certamente ai postulati comuni della unificazione. D'altro lato il P.S.L.I. costituisce, pur con. le sue divergenze inter– ne e con le sue contrastanti correnti, un insieme di

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