Critica Sociale - anno XLI - n. 10 - 16 maggio 1949
CRITICA SOCIALE 225 di conteggio del .bilancio, con un effettivo contenuto disin– flazionistico di Lst. 1022 milioni. Questi movimenti di inflazione e deflazione sono, per una parte cònsiderevole, psicologici e possono essere mo!to ac– celerati da una psicologia del panico, incoraggiata da una mancanza di conoscenza dei dati economici. Si dice spesso, con piena ragione, che un paese può ridursi a una grave cri,i economica a forz~ di parlarne e sembra quasi che in alcuni paesi ci sia oggi questo pericolo. Naturalmente, non vi è alcun bisogno che l'economia mondiale sia sommersa da una errata deflazione, come accadde dopo la prima guer.a mon– diale con risultati così disastrosi. Ma oggi abbiamo tutti una esperienza assai maggiore in questo campo e siamo in grado - se vogliamo farlo e siamo pronti a collaborare per raggiungere tale fine - di esercita.e un grado assai mag– giore di controllo su queste tendenze economiche. Nel nostro paese, stiamo dunque migliorando gradualmente questo meccanismo della pianificazione democratica e ce ne serviamo per dirigere la nostra economia sulle vie degnate dalla nostra fede socialista, che ho già illustrato negli undici punti rlelh nostra politica economica. Che io sappia, l'at– tuale Gm1crno britannico è il prì,mo governo progressista della Gran Bretagna che, al termine di cinque anni di per- 1 manenza al potere, avrà attuato in pieno ogni punto del pro– gram,ma sottoposto agli elettori durante la campagna elet– torale. Esso ha fatto anche molto di più, ma la importanza della realizzazione sta nel fatto che esso ha attuato un pro– g,rcmvmadeliberato e attentamente pianificato di socialismo dempcratico, che ha dato stabilità economica in un periodo di grande instabilità e agitazioni in altre parli del mondo, che ha conservato e rafforzato la democrazia e realizzato un gran numero di obiettivi socialisti. A me sembra che, giudicato a qualsiasi stregua, sia questo un riuscito risultato dell'attuazione di una saggia politica. Solo coloro che rlesiderano il pe;petuarsi di privilegi e di ineguaglianze sociali I?Ossono,io credo, legittimamente la– mentarsi di quanto è accaduto nel Regno Unito durante gli ultimi quattro anni e, giudicando dal risultato di tutte le elezioni supplementari tenutesi da quando questo governo è in carica, essi devono essere tuttora una minoranza. I riswtali raggiunti. Avendovi dato un q11adro dei nostri obiettivi generali e della politica che abbiamo perseguito nel nost.-o tentativo di usare il sistema del socialismo democratico come mezzo per attuare la ripresa e il miglioramento della nostra si– tuazione economica, credo sia bene che io ora vi dia un più esatto resoconto·_ corredato di dati di fatto - degli effettivi risultati che abbiamo raggiunto. Ciò comporta due se;ie di cifre, quelle da cui siamo partiti e quelle che abbiamo raggiunto. Non è mai facile scegliere una mezza dozzina di voci che diano la migliore indicazione della ripresa economica, rrÌa in un caso come qu,esto è pur necessario limitare la portata dei dati statistici esaminati. · Cercherò dunque di fare la migliore scelta possibile. Per un paese come il nostro, che dipende dal suo com– mercio con l'este;o per la metà quasi delle ~errate alimen– tari e per assai più della metà delle sue materie prime, è evidf'nte che la sua bilancia dei pagamenti con l'estero costi– tuisce un punto critico e che lo stesso debba accadere per il volume delle esportazioni visibili e per i cosiddetti gua– dagni invisibili. Prima della guerra, nel 1938, noi avevamo un deficit di circa il 7'% sulla nostra bilancia dei pagamenti, Lst. 70 mi– lioni su circa Li,e sterline 1.000 milioni, con un deficit nel commercio visibile di Lst. 30 milioni, e un sopravanzo nel commercio invisibile d: Lst. 230 milioni. Nel 1947, il deficit complessivo era di lire sterline 630 milioni, <li cui· Lst. 4TT milioni sul commercio visibile e Lst 189 milioni sul commercio invisibile, nonostante il fatto che il valore delle nostre importazioni visibili ammontasse a un quarto di meno _di quello del 1938 e il volume delle nostre esportazioni ammontasse a un dodicesimo in più. I principali motivi per questo netto peggioramento nella situa~ione della nostra bilancia dei pagamenti sono da ricer– carsi nella guerra e nelle sue conseguenze. Particolarmente significativa fu la perdita della maggior parte dei redditi BibliotecaGino Bianco netti dei nostri investimenti all'estero, che nel 1938 basta– vano a pagare il 21% delle nostre importazioni visibili. Inol– tre, la ,ragione di scambio ci era assai contraria e in se– guito a tutto ciò noi ci trovammo, nel 1947, nella necessità di esportare un voiume di merçi di un quinto superiore a quello del 1938 per ottenere la stessa quantità di importazioni. Entro la fine del 1948, avevamo ridotto il deficit del com– mercio visibile a Lst. 218 milioni e avevamo una eccedenza sul commercio invisibile di Lst. 98 milioni, che ci portava così a un deficit netto di sole Lst. 120 milioni. Quest'ultima cifra nascondeva però un deficit di Lst. 340 milioni con · i•emisfero occidentale, mentre vi era una eccedenza di Lst. .z25 milioni con l'area della sterlina. Se prendiamo la cifr:1 100 come misura del volume delle esportazioni visibili nel 1938, possiamo dire che nel 1946 esse stavano a 99; nel 1947, a 109; nel 1948, a 136. Così siamo riusciti a ristabilire nuovamente l'equilibrio dei nostri pagamenti e incassi totali. Ciò è stato attuato in– nanzi tutto continuando a limitare le nostre importazioni visibili a,poco più di quattro quinti del loro volume anteguer– ra e in secondo luogo aumentando il volume delle nostre esportazioni a un livello che negli ultimi mesi ha superato di parecchio il 50¾, in più di quelle del 1938. Sia la ridu– zione delle importazioni sia l'aumento delle esportazioni ten– dono a ridurre il quantitativo di merci e di servizi disponi– bili per il consumo interno, ma siamo riusciti, a mezzo di un grande incremento della produzione, a compensare la dif– ferenza e a mantenere così il nostro livello medio di vita all'incirca al livello d'anteguerra e a evitare qualsiasi au– mento nelle tendenze inflazionistiche. L'aumento della produzione è naturalmente la base di tutto lo sforzo ricostruttivo del Regno Unito e perciò il volume di tutta la produzione e il livello della produttività rispetto a periodi precedenti sono indici importantissimi. Al termine della guerra, la produzione totale era inferior~ a quella del 1938 e la produzione per operaio era diminuita notevolmente. Da allora abbiamo dovuto cercare di riprendere il terreno perduto durante la guerra, quando le industrie di pace non hanno potuto avere macchinari nuovi nè sostituire le attrez– zature logorate o distrutte. Come misura del progresso at– tuato in questi anni post-bellici, possiamo dire che la produ– zione industriale nell'ultimo trimestre del 1948 è stata di più del 25'% superiore al livello medio del 1946. Prendendo 100 come cifra indice del 1946, J'indice medio della produzione industriale per gli anni 1935-38 è stato 103; mentre la cifra corrispondente per il 1948 è stata 121. La produzione per operaio, che è aumentata durante l'anno 1948 di circa il 4-5-Y,, (cioè di quasi due volte la media dell'aumento annuo J'an– teguerra), è ora probabilmente di poco superiore al livello pre-bellico. Le realizzazioni delle industrie del ferro e dell'acciaio e della meccanica sono state particolarmente notevoli. Durante lo scorso anno, la produzione dell'acciaio in getto e fu– sione è stata di poco meno di 15 milioni di tonnellate, contro 13 milioni di tonnellate nel· 1937, che fu il migliore anno dell'ante-guerra. Vi sono tuttavia due importanti industrie, l'industria carbonifera e l'industria cotoniera, in cui la pro– duzione è ancora notev'>lmente al di sotto di quella prebel!ica e in cui stiamo prenrlendo energici provvedimenti -per mo, dernizzare l'attrezzatura produttiva. In entrambi questi cas~ come pure nt-ll'industria nel suo complesso, noi miriamo a una aumentata efficienza, per ottenere l'aumento di produ– zione che ci darà negli anni a venire una maggiore forza economica e più elevati salari reali. Sebbene la Gran Bretagna sia larga importatrice di derrate alimentari, la nostra produzione agricola ha la massima im- . portanza e anche in questo campo si sono avuti notevoli aumenti sugli anni pre-bellici sebbene nei prodotti del bestiame, eccetto per il latte, non si sia ancora riusciti a ritornare alle cifre prebelliche, specie in quei campi della produzione in cui sono necessari foraggi e mangimi in forte misura. Il livello delle spese personali in merci di consumo e in servizi e il valore dei servizi sanitari e di quelli scolastici forniti gratuitamente cost'tuiscono insieme un indice del li– vello di vita in differenti periodi. Questi devono essere giu– dicati alla luce del grado di disoccupazione e di spese per i servizi di difesa. ·
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