Critica Sociale - anno XLI - n. 10 - 16 maggio 1949

CRITICA SOCIALE 223 di Firenze ha fatto un notevole passo avanti, va affrontato totalmente e totalmente risolto, fraterna– mente accogliendo, sull'asse di un partito che inten– da essere strenuamente socialista e perseguire attiva– mente una politica socialista, tutti i socialisti demo– cratici. Dobbiamo coraggiosamente e virilmente a– prirci, e non ·gelosamente precluderci in 111oi stessi, e nei nostri dibattiti interni. Chè anche su noi - an– zi principalmente su noi - ricadrebbe la responsa– bilità di avere scoraggiato, disperso o deluso nuove forze del socialismo democratico o acquisibili al so– cialismo democratico, e proprio nell'ora i-n cui la più vasta crisi del socialismo e lo sbandamento e la crisi interna del P.$.I. richiedono più che mai l'a- La • • r1costruz1one Siarmo molto iieti di poter Pubblicare il testo integrale della conferenza tenuta o Roma il 3 maggio dal nostro compagno Stafford Cripps, Cancelliere dello Scacchiere, per invito dell'Istituto di Studi sul Lavoro. La conferenza, è una esposizione dell'opera di governo com– piuta in lnghilterra, in moteria di politica economica, dai no.s,tricompagni laburisti, esposizione mirabile per chiarezza e precisione. l'opna compii1ta dai nostri compagni fu possibile e potè produrre così efficaci risultati sia per le capacità economiche, ben superiori alle nostre, di cui è do,tata l'l nghilterra, sia per l'alto temo morale della sua popolazione,che seppe accogliere ~l severo iwvito del Ge>vernoe severwmet,te a.pplicarlo. Per la diversità di condizioni non sarebbe stato certamente po-smile in casa nostra compiere ora e così rapidamente, con metodo ge1minamen.fedemocratico e altamente civile, quella opera di rivoluzionaria trasformazione dell'economia e dei rapporti fra le classi sociali che è stata compiuta in Inghil– terra; ma certamente anche da noi sarebbe stato possibile raggiu11gereccspicu·i risultati, se, nel momento in cui, dopo la lotta di liberazione, tutta la vita nazionale si trovava in uno stato di estre-nia fhiidità, e grande era, come abbiamo notato più volte, nello spirito del Paese l'attesa di una so– luzione socialista dei problemi incombenti sulla vita del Pae– se, l'azione del nostro Par,fito non fosse stata, per opera dei dirigenti d'allora, ·servilmente accodata all'azione del Partito comunista, volta a fini e guidata da metodi radicalmente diversi dai nostri. Le possibilità ·che allora. avevamo sono enormemente di– minuite; ma qualcosa tuttavia sussiste. Ora, sulla via di una t,rasformazione (sia p11redi proporzioni molto più ristrette) quale hanno compi11toe vanno compiendo i nostri co,rnpagni inglesi, tioi non potremo incamminarci se non quando l'opera nostra sia sciolta da vincoli di corresponsabilità governativa con altre forze che, se anche possono trovarsi concordi con noi su a/cimi (e sian pur molti) particolari provvedimenti, mum1ono però a fini essenzialmente diversi da quelli verso cui noi tendiamo. LA CRITICA SOCIALI': Mi si è suggerito che sarebbe stato opportuno dare al pub– blico qui riunito un resoconto degli avvenimenti economici svoltisi nel mio paese dalla fine della guerra, e un quadro della politica che abhiamo seguito e dei risultati ottenuti. A mio parere è importantissimo che coloro fra noi i quali credono fermamente nella vera democrazia come base del nostro progresso civile tengano conto degli sforzi fatti dagli altri ,per dirigere e condurre il nostro governo democratico in maniera da dare al nostro popolo buone condizioni e alti livelli di vita. Non dobbiamo interessarci troppo delle vanagloriose van– terie di quei paesi che nascondono al mondo le loro vere con– dizioni economiche e che· temono che i loro popoli si renda– no conto della loro relativa povertà e 111iseria. Dobbiamo piuttosto esaminare obiettivamente i risultati, sociali ed economici, ottenuti da quelle democrazie del mondo BibliotecaGino Bianco • zione ed il raffo-rzamento del socialismo democratico. E anche su noi, per la nostra scarsa risolutezza o per un nostro ottuso esclusivismo, ricadrebbe la re– sponsabilità del formarsi di un « terzo partito » so• cialista, che consideriamo una iattura. L'iniziativa che ci spetta mi sembra ormai una sola: richiesti o non richiesti, tramutare il nostro prossim() congresso straordinario nel tanto atteso e sperato congresso di unificazione socialista; rli– battere assieme, su- piede ·di parità e con comunan– za d'intenti, le direttive dell'azione comune; dar vita e dar forza al partito unitario del socialismo demo– cratico in Italia, per portarlo alle sue lotte ed alle sue cqnquist~. ALADINO lll Gran Bretagna che sono pronte a render noti ai loro popoli e agli altri i dati economici favorevoli e sfavorevoli della situazione. Sono convinto che sia un fattore importantissimo del suc– cesso di ogni libera r!emocrazia che al cittadino venga of– ferto il massimo numero di dati precisi sui quali formarsi un proprio giudizio sulla politica in corso. Ciò noi abbiamo fatto nel nostro paese in questo dopo– guerra in una manièra senza precedenti. Molti dati che un tempo erano considerati di carattere segreto e confidenziale vengono ora liberamente pubblicati, con grande vantaggio della nostra stabilità politica interna. Con uguale franchezza nei riguardi sia delle buone che delle cattive notizie, noi ab– biamo, io ritengo, sviluppato nel nostro popolo un senso di fiducia e di sicurezza che ha avuto risultati politici assai notevoli. Il nostro .popolo è stato messo in grado di giudicare gli avvenimenti economici e raffrontarli ·alla politica racco– mandata e attuata, cosicchè comincia ora a rendersi conto dei benefici delle dure condizioni a cui esso si è sottomesso volontariamente e con piena coscienza e fiducia. Al termine della guerra, nel 1945, noi in Gran Bretagna ci trovammo ndla più p~ecaria situazione finanziaria. Du– rante la guerra avevamo subito gravi perdite materiali nei nostri impianti fissi all'interno; case, fabbriche, macchi– nario e tutto il resto; avevamo perduto gran parte della no– stra flotta mercantile; a,yevamo adoperato la maggior parte dei nostri investimenti all'estero; avevamo deliberatamente sacrificato quasi per intero il nostro commercio d'esporta– zione attraverso il trasferimento selettivo della mano d'o– pera dalle industrie esportatrici alle Forze Armate e alle industrie belliche, avevamo milioni dei nostri uomini sotto le armi e nelle i11dustrie belliche che dovevano essere ricon– vertite alla produzione di pace. Molte delle nostre industrie di pace erano state chiuse o concentrate in relativamente poche unità e dovevamo affrontare il compito di costituire un volume di esportazioni molto superiore a quello degli an– ni pre-bellici per essere in grado di acquistare derrate ali– mentari e materie prime, senza le quali il nostro popolo non avrebbe potuto nè vivere nè !a'Vorare. Ciò era essenziale perchè i nostri guadagni netti invisibili non erai:io soltanto diminuiti, ma erano, in realtà, completamente scomparsi, per essere sostituiti da un notevole deficit invisibile netto. Era in verità una situazione economica assai diffo;ile e scoraggiante quella che ci trovammo ad affrontare nel ·1945, quando gli elettori britannici elessero un Governo Laburista. Fummo fortunati di avere una maggioranza così decisivà poichè essa ci diede il potere di attuare il programma po– litico che avevano annunciato prima delle elezioni e di farlo con un rit:udo e una interferenza relativamente piccoli. fo progrcwmnalaburista. Quale era tale programma? Prinio: mantenere fintanto che perduravano le condizioni di scarsità un'equa distribuzione delle derrate alimentari, dei generi di ahbigliamento, del combustibile e degli altri generi di prima necessità quale era stata stabilita durante la guerra.

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