Critica Sociale - anno XLI - n. 10 - 16 maggio 1949

CRITICA SOCIALE . 239 da un pezzo sarebbero liquidati (come Ln Austria, o in Nor– vegia o in Gran Bret~a). In Grecia, purtroppo, e~si hanno trovato a .Joro disposizione , un giov,ane partito socialista .senza eSiperienza, fondato nel corso della resistenza, con uomini senza passato politico; U · mov-im~to operaio greco era stato organizzato, nel 1918, sot– to J'lnflueuza della rivoluzione russa; in nessun momento, in questo disgraziato paese, le circostanze sono state favore– voli allo sviluppo •di un movimento socialista democratico. A pa.-tire dal 1924, del nuclei Importanti d,j comunisti si erano s'e'parati da Mosca. PersOillalità socialiste e democrati– che avrebbero -potuto inquadrare un partito socialista tradi– z.ionale. Ma la dittatura di Metaxas, la guerra, l'occupazio– ne, l'organizzazione militare e poliziesca staliniana furono ostacoli insuperahili al!a costituzione di un grande partito socialdemocratico. Più all.cora, la creazione <lell'E.L.D., ,par– ti-lo sedicente sociaJ.ista ma in reitltà ·satellite del partito co– munista greco, ha terribilmente complicato le cose: al suo congresso del 1946 T_sirimokos vantava i risultati « Immen– samente progressivi che la Grecia· poteva .trarre dall'espansio– ne russa ». Con u-n tale errore di partenza, dove si poteva fi– ni.re? Sono le conseguenze di questa situazione che pesano oggi sul movimento operaio greco. Vale dunque la pena di precisarne i termini, nOill soltanto per giustificare la· nostra OJJIPOSiziene alla tesi difesa da Larock e da Denis Hea.Jey nel loro breve viaggio in G;recia, ma anche per aiutare i mili– tanti socialbti antitotalitari, pjù numerosi di quanto si cre– da; essi sono attualmente ragg.rwppati iJlel comitato ellenico del Movimento socialista ,per gli Stati Uniti d'Europa che sta diventando 11 'éentro di' raccolta di tutte le forze demo- , cratfche greche ». L' A. documenta ,poi attraverso numerose citazioni di. gior– nali e di di-chiarazi_oni ufficiali dell'E.L.D. le sue affermazio– ni e le sue critiche su questo partito, concludendo che da es– se appare come la « nozione ·di 3• forza inter.nazionale preco– nizzata dal socialism-0 occidentale è cancellata e posta in ridicolo come neHa letteratu.-a cor~te dei cripto comunisti · più caratterizzati: Pietro Nenni, Alvarez del Vayo o Marce! . Fourrier ». E conclude: « Vogliamo ,Jirnita·rcl a qualche tratto del fe– nomeno greco. L'E.L.D. è un partito del ti1PO dei gruppi su– scitati, dovunque può, dal P. C. ·che ha bisogno di fiancheg– giatori. Non può dunque pretendere di adempiere alla fun– zione necessaria, sto.-ica, di raggruppamento di tutti gli ele– menti democratici e d-voluzionari. Il P. C. prende tper bersaglio prlnclpale i partiti socia.Usti democratici che costi-tuiscono· 'di fatto i soli ostacoli seri che si oppongono al suo espa•nsionismo pòlitico e poliziresco. -Per combatterlo, per liquidare, nel seno della classe operaia, l'in– f'luenza staliniana, cosi terribilmente .pregiudizievole a una politica internazionale autonoma, non basta domanda.-e agli stessi uomini (Tsirimokos e Svolos) di denunciare gli sta– linlsti con la stessa convin_zione con. cui denunciavano i so– cialisti d'occidente. La soluzione non pnò essere che nella ricostituzione, al di fuori dei dirigenti attuali dell'E.L.D., di un partito socialista democratico; so,.tenuto e incoraggiato da tutti i partiti so– da.listi dei vecchi paesi indust_riali. Per com,inciare, il ritiro dell'E.L.D. dal Comisco 'deve far cessare l'equivoco. Poi un congresso controllato da una delegazione sociaJ.ista interna– zionale stabilirà il programma e l'orientamento politico del nuovo parti lo socialista unLficato ». La fine di Nenni. Diam~ il riassunto di un articolo apparso su « Il corriere socialista > organo dei socialdemocratici russi che si stampa tu russo a New York, qua-lche mese fa, e già definiva la po– sizione del leader del fusionismo nostrano. Nenni, che è stato il leader più in vista del movimento socialista Italiano in questo dopoguerra, vi ha occupato una s,pecialissima posizione. Non è mai stato un teorico come Turati; .non ha impersonato la tradizione del socialismo lta'liano come Modigliani: nè ha mai simboleggiato I più no– bili tratti di tale socialismo come fu il caso di Matteotti. •ruttavia In tale periodo ha rappresentato in modo eminente, in seno al partito e nell'Int,rnazionale, la e benevolenza > del socialismo nel riguardi del bolscevismo; ha dato, si può dire, il proprio nome a questa s.pecie di politica socialista. Nenni naturalmente non è stato l'unico. La sua posizione sintetizzò anzi molteplici correnti svoltesi durante la guerra contro Il nazifascismo di pari passo col contributo sovietico. Nella stessa America e fra i socialdemocratici russi in esilio la rivista « Nuove vie > ha propagandato fino ad oggi Idee affini a quelle di Nenni. Nella stessa Inghilterra si sono avuti in seno al partito laburista circoli, anche aU'lnfuorl Biblioteca Gino Bianco di Laski, che hanno cercato di orientare la politica operaia verso una leale coJlaborazione con i comunisti. Entro la « cortina di ferro » l'azione di Nenni sarebbe stata poco più che insignificante. Ma Nenni non è un banale < Fierlinger ). Egli vive ed agisre in u·n paese come l'Italia, nella sfera occidentale, al di qua della famosa •• cortina >, dove vige la democrazia e il parlamentarismo e dove per converso non soccorre l'influenza determinante dell'armata rossa. Coscientemente e volontariamente Nenni ha portato il suo partito all'autoliquidazione e al proprio sperdiinento nel mare comunista. Ciò facendo intendeva egli veramente realiz– zare una sintesi tra il comunismo e il sociali:-1mo democratic~ cÒme quella che propugnano, pen esempio, gli scrittori di « Nuove Vie >? La risposta potrà interessare chi si preoccupa del destino del leader; ma i fatti, I nudi risultati sono tali per i socialisti Italiani, amici o avversari di Nenni, che non lasciano adito a di-squisizio-ni. Ciò che si stampa Snvro SRAVBNTA: La giustizia nel·l'amministrazione. Torino, Einaudi, 1949, pagg. 240, Lire 800. Vecchie ed ol'IJDai tradizionali pagine, queste del leader del– la « destra "torica ». Ma pagine cosi p·regne di un autenti.co "Pirito liberale, sia nella difesa del,lo Stato da insidie, da usur.pazioni, da interferenze, sia nella dJfesa dallo, Stato, a rilpa.-o dei diritti, degli Interessi e delle Ubertà degli lndi~idui, da costituire per la nuova olas-se ·politica, che deve fare i c0111ti con lai diseducazione fascista, insieme up monito ed uno scrupolo. Tanto ,più assillanti questi, In quanto l'espandersl delle funzioni, e co=eguentemente dei •poteri, dello Stato mo– <i:erno predispongono all'abuso ed aHe invo.Juzioni totalitarie. « LI gover.no - nota Jo Spaventa - non è poss.ibile se non per mezzo di ·partiti, i quali si succedono alla direzione· dello Sfato, secondo che ottengono la fiducia nell41, maggioranza del Paese. Ora ... ·come è possibile che un partito al governo non abusi del potere che ha nelle man.i, in danno e ad offesa degli altri?>. Precisa che ciò poteva evitarsi solo con una netta distinzione tra governo ed amministrazione, e con il swperamento dell'arbitrio nella osservanza di ,Jèggi e di norme note e controllabili. « Lo Stato cesser~bbe di avere 1a sua ragion d'essere, se non <lovesise servire che all'interesse del partito più forte, con dan-no e conculcaziOille dei diritti delJe parti ,più deboli. Uno Stato cosi è presto s:pacciato: la dit– tatura è 8Jlle sue porte: esso o si salva con questa, o è per– duto ».. E ribadisce ancora: « Le maggioranze politiche posso– no mantenere un ·ministero in .piedi ma non lo tpossono as– sol,vere da attentati alla nostra vita pubblica ». Schoetto e fervido liberalismo, animato da quel profondo senso di giustizia che deve permeare la vita stessa dello Stato, creatore della ·Legge, ma soggetto alla •legge: e si compren<i:e allora -come I.o Spaventa, che s'era levato contro il monopolio economico, giudicandolo dannoso alla nazione, si levasse con– tro i,l mOIIlo·polio poJ.itlco <:he il partito al governo tende a fare della vita \Pubblica, a danno del'la nazione e dello Stato. E ne escono delle IP "gi.ne che - ahimè I - sono d'attualità. Un'attènta prefazione di Paolo Alatri mette in evidenza gli aspetti contrad•ittori della Destra storica,: iJ suo progressivi– smo s.eil'llP.recongiunto aJ conservatorismo; iJ dinamico &Jprir– si vet"So un·a vita pubblica più libera e la diffiòenza Terso le nuove_ forze e -la loro irruen:oa. Ciò che non togJ.ie <:he· lo Spaventa ci lasci delle pllJl!ine amm001i<tTi.ci. Come quella in cui egli ben si rende conto della posizione e dei diritti deJ proletariato: « Al di fuori dei p&rtlti che non raccolgono in sè se .non le schiere in cui si divide la parte dominante del paese, le quali dis,pongono di tutte le specie di capitali- e~ono– mici che vi sono, vi è .pure una clasise che fllOn ha altro :beDe che il suo •ll>Voro e diventa sempre ,p,itì numerosa e aspi.-a naturalmente a venir ,su e migliorare il suo stato. Ma, nelle condizioni ci'el lavoro .moderno, l'elevazione delle classi Olpe– raie è difficHe; la libertà stessa è spesso contraria agli sfor– zi che esse fanno per riuscirvd. Un governo che dimentichi questi problemi può essere un nuovo potere temporale, ma non un governo moderno ». Direttore: UGO GUIDO IIONDOLFO Vice-direttore respons.: ANTON.JO GREPPI g. p. Autorlz&azl.one Tribnnale Milano 8/10/194;: n. 646 del Registro Ti,pografla Pinelli - Milano - Via Farneti; 8

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