Critica Sociale - anno XLI - n. 10 - 16 maggio 1949
236 CRITICA SOCIALE ---------'-----------'--....:.._:.......:.__:;~ L'Obbiezi/J'l1edi Coscienza e la politica dell'Occidente. L'Occidente si arma per combattere il comunismo avan– zante. E' una situazione di cui tutto l'Occidente, compren qùella parte. di esso che sta ad oriente della cortina di ferro, è responsabile. Tutta la storia e la cultura post-rinascimen– tale ·hanno, con immenso sforzo, contribuito a fare, di un mondo chiaro, diviso, razionale, una sola orribile matassa la cui ideale configurazione può paragonarsi al caos di que– sto pianeta nei primi cicli di millenni della sua grande av– ventura. Tra le spire di questo groviglio, l'uomo è condan– nato a rimanere soffocato se continuerà ad affidare alla dialettica meccanica d~lle cose, anzichè ad una rivoluzione interiore, ad un atto di autopurificazione, le speranze della propria sa 1 vezza. Molto tr:inquiilamente, la coscienza storica può oggi sug– gerire l'apostofe finora bandita, con fiera repulsione, dal suo rlurisecolare dominio: « sei caduto in errore». E' la con– statazione di fatto che più ha turbato e contristato la co– scienza morale in quest'epoca tumultuosa. Quante volte l'im– magine del vicolo cieco in cui ,l'uomo occidentale s'era_vo– lontariamente cacciato, è emersa, come dall'occhio d'un veg– gente, dall'opera dei pensatori e dei poeti! In questo in– contro della c_osdenza morale e della coscienza storica, che negli spiriti illuminati ha prodotto una trasformazione in– teriore paragonabile al risveglio di un convertito, è 'a con– fessione di un fallimento ma insieme, ancor più, la pre· messa di una rigeneraziont! futura. .Se vi è una parola capace di commuovere le fibre umane fino allo spasimo, fecondandone il seme più prezioso, essa suona: «rifarsi». E chi non l'ha udita? Essa riassume tutte: le voci più elette del secolo. Da Tolstoi ad Huxley, da Huizinga a Croce (7). Attraverso questi suoi nobili spiriti, . l'Occidente ha visto chiaramente, fino in fondo, la propria rovina. E l'ha vista in faccia nello sfacelo seguito alle due guerre mondiali. E la sente venire, totale, irrimediabile, nella bufera che si aqdensa. E tuttavia prosegue .nella sua cieca corsa; crede allà pa,ce garantita dalla potenza delle armi, all'avvenire in marcia sulle teste recise. L'Obbiezione di Coscienza, in tutta la sua drammatica ricchezza di significati, è il punto più lontano da tutto questo. E' il punto fuori del mondo su cui si può fondare il rin– novamento del mondo, l'irradiazione &lle ipotesi più ar– dite, dei tentativi più generosi. L'Obiettore di Coscienza è l'essere più consapevole, e appunto per questo non si pone per lui il problema de!la conservazione o della distruzione di un determinato tipo di società. Non si pone •- occorre precisare . ~ nei termini grossolani dei conservatori e dei comunisti. "Egli sa perfettamente che lo sérigno di valori che egli gelosamente c11stodiscc dentro di sè è la migliore ga– ranzia che le ingiustizie non prevarranno. Tutto viene com– misurato a, questi valori supremi: ciò che non regge è con– dannato a sparire. Dal punto di vista de1la più alta comprensione um:ina, il comunismo non può essere vinto mediante l'uso de11a vio- 1enza. Perciò 1Obbiettore di Coscienza, pur respingendo le dottrine comuniste e non giustificandone la prassi di sopraf– fazioné e di violenza, avversa tuttociò che tende a piegare il comunismo con la forza. Fino a ieri, forse, l'impiego di mezzi violenti contro le dottrine violente era ancora possi– bile; ma oggi la misura è colma, l'universo gronda delle violenze consumate ; è tempo di arrestare il braccio pronto · a colpire, di riflettere, di perdonare. ·In questa prospettiva, · l'atteggiamento de1l'Obbiezione di Coscienza di fronte ai grandi problemi del tempo e a11econ– tingenti vicende de11a politica internazionale, è definitiva– mente chiarito. Essa è, per tutti, il nemico. Può scendere a patti soltanto per impedire lo ·scatenamento o la prosecu• zione di atti violenti (come fece sempre, mirabile• ed unico esen,pio di coerenza, il Mahatma Gandhi). Questa fermezza morale è tuttavia, per -le inevitabili conseguenze che c<'m– porta, una presa di posizione politica. E' anzi il fondamento di una nuova politica: ne contiene le premesse, ne annuncia la fede, né proclama la necessità. Una politica di cui l'etica sia mezzo e fine, e si pensi (7) L'ultimo Croce; quello desolato e profetico della e Fine della Civiltà >. BibliotecaGino Bianco pure che una tale politica è votata, in un mondo -li lupi, a un fallimento sicuro. Questo, del fa11imento delle dottrine, è uno dei più pittoreschi abbagli dello storicismo. (Tutta la critica mazziniana e wilsoniana ne è inficiata). Oh 1iccoli ragionatori senza un milligrammo di coscienza discrimina– trice, e perciò incapaci di distribuire le responsabilità secon– do un ordine proporzionale, una gerarchia di valori! Dove l'umanità fallisce, vedono la condanna maggiore del prin– cipio; e vorrebbero perpetuare il fallimento adeguando il principio alla misura di quell'insuccesso. Essi non ved6no çhe questo secolo __:_ dopo avere segnato il massimo trionfo di Machiave11i - gli ha dato torto. L'Obbiezione di Coscienza in Italia. Sono forse una trentina i movimenti pacifisti sorti ·n Italia dopo la guerra, e tutti invischiati nel medesimo fi– nalismo astratto: una piramide con al)a base i « popoli uniti> e al vert;ce il « Governo mondiale>, che manderà per de– creto Marte e Be11ona in perpetuo esilio. Così viziati all'origine, questi movimenti sono condannati · ad uno stato di permanente paralisi. C'è in loro un eccesso di politicismo - tara dell'epoca - la tendenza a risolvere tutto con mezzi esclusivamente politici, propria dei ragio– natori astratti, di alg~bristi per cui l'incognita della '>ace e della guerra può venire risolta, COIT!e la x o la y di una nor– male equazione. Un equivoco da combattere è la pretesa di tali movimenti di essere fautori dell'Obbiezi0ne di Coscienza, che è una affermazione di v~lori morali indipendente da ogni postu– lato politico. Essa ha sempre, indubbiamente, delle ripercus– sioni politiche: ma non le c:alcola « a priori », nè e a poste– riori 1 le sfrutta; paga del risultato morale conseguito. En– tro questi limiti invalicabili, gli Obbiettori di Coscienza (il cui nµmero !)reciso, tuttavia,. riwarrà sempre ignoto, perchè un Obhiettore di Coscienza nasce o muore in ogni istante) potranno costituire un movimento, influire - mediante la loro attiva pres.-pza - sul mondo circostante (8). Niente pacifismo programmatico, dunque, ma resistenza attiva alla guerra, opposizione intransigente a11a violenza è all'ingiustizia. Quali mete concrete, che la « lotta per la verità> impone oggi agli Obiettori italiani, indicheremo: l'abolizione della coscrizione obbligatoria e il riconoscimento giurid;co del 1 'Ohbiezione stessa. Qualora si pensi che l'abo– lizione della leva dovrebbe essere oggetto di revisione co– stituzionale e il riconoscimento una benevola concessione de11a maggioranza parlamentare (che già respinse una proc posta socialdemocra~ica in tal senso), apparirà chiaro che agli Obbiettori di Cosdenza altro non resta che 'farsi di– sciplinatamente imprigionare. · Prima che l'Assemblea Costituente votasse l'art. 49, si co– stituì a Torino. in seno alla Fede'razione Giovanile del Partito Socialita, un Comitato contro la leva obbligatoria, che io di– ressi fino a11o scioglimento, avvenuto pochi mesi dopo. Noi non acceup3vamo neppufé all'Obbiezione di Coscienza e im– postammo piuttosto la nostra azione su motivi demagogici. Tendevamo a conseguire il nostro fine mediante pressioni sui (8) Iri .Italia un movlme;,to vero e p.-o,p,l'lo di O. d. C. Iion esiste. VI sono elementi sparsi affiliati· alla « War Reslsrers• Internationa(:o di Enfield, un'Associazione dei Figli di Je– hova ed altre associazioni ebraiche ed evangeliche che pro– pugnano l'O. d. C., un movimento C.O.S. - Centri di Orfenta– mento Sociale - diretto dal Prof. Aldo Capltlnl, un maest,o della non violenza, ed altri che la Includono un po' fretto– losamente nel loro programma di pacificazione mondiale. L'importanza del Movimento è però relativa: un O. d. C. ò più• utile se trapiantato In terreni refrattari, come ia Chiesa Cattolica e i partiti politici, nelle redazioni dei grandi quo– tidiani e nelle branche della burocrazia. Nel corso di un Con– vegno tenu~osi a Firenze nel novembre scorso, si manifestò tuttavia l'esigenza di un più stretto collegamento fra O. d. C. (9) Nonostante che pochi mesi prima, al Conservatorio d1 · Torino, l'allora Sottosegretario alla guerra Colajannl - co– munista ~ avesse proclamato, fra gli applausi, la neceuita d'ella coscrizione, molti giovani operai_ comunisti aderirono al Comitato. Io stesso parJai alla Fiat-Mlrafiorl senzà ·susci– tare contrasti. La classe operala, anche quella più legata al Partito Comunista, è tuttora particolarmente sensibile alla propaganda antimilitarista · (effetto del vecchio pensiero IIO• clailsta).
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