Critica Sociale - anno XLI - n. 10 - 16 maggio 1949
CRITICA SOCIALE 229 E cosi, quell'atto politico, che avrebbe provocato un'emorragia in qualunque altro partito, in uno spa– zio tanto. breve fu «digerito> ed il Partito contiQ.uò compatto la sua strada; 2) La democrazia cristiana - altro partito ad efficiente struttura organizzativa, ed è noto il ·suo schema - collaborò lungamente con i comunisti ai quali fece spesso concessioni, coi quali arrivò spesso a sorprendenti compromessi, ma nonostante ciò, e grazie alla sua struttura organizzativa capillare, riu– scì ad essere il 18 aprile -- agli occhi dei 12 milio– ni di elettori italiani che votarono per lei - la più valida, la sola diga contro il pericolo della vittoria bolscevica. Orbene, se una efficiente organizzazione consente di superare svolte siffatte e non propriamente no– bili, noi pensiamo che se una parimenti efficiente struttura organizzativa fosse messa al servizio di una nobile causa i risultati sarebbero formidabili e la classe lavoratrice già oggi avrebbe la sua inespu– gnabile trincea. Come lavorare per l'organizzazìone. Lavorare 'per l'organizzazione, dunque, ma in che modo? E' questa una domanda che ci pongono spes– so compagni segretari di sezioni e di federazioni. E' una domanda che denota uno smarrimento, c·he de– nota indubbiamente un desider_j.o di fare ma in pari tempo una chiara impreparazione, un « non allena– mento>. ·A nostro parere occorre innanzi tutto - e qui ne– cessita la buona volontà generale - dare a tutti gli iscritti uno « spirito di Partito ». Sappiamo con quanta arte e con qua-nta cura gl-i ufficiali agivano per dare alle loro truppe -lo « spiri– to di corpo ». Sappiamo altresì quanto abbia servito questÒ spirito. Non giudtchiamo, "in questo caso, se ciò fu o meno buona cosa. Constatiamo soltanto che quèl tale « spirito di corpo » era il mezzo migliore per entusiasmare. « attivizzare >, incoraggiare e dare audacia. Sappiamo altresì che tale « spirito » ce-rcano, e si attivano a formarlo, anche i preparatori di squadre sportive dilettantistiche (cioè quelle senza mezzi, ed è proprio il nostro caso!). Il problema,· quindi, è di dare prima di tutto ai compagni uno « spirito di Partito>; animati dal quale essi affrontano ogni sa– crificio e superano ogni difficoltà. Ed occorre, però, dire che quando si affermava che il nostro era di– ventato' un « partito d'opinione >, « elettoralistico », « piccolo borghese >, « neo riformista », se è vero che ciò poteva servire ad interessi di corrente, è al– trettanto vero che non serviva assolutamente a for– mare quel famoso « spirito > indispensabile per af– frontare concretame·nte e risolutamente il nostro, pro– blema organizzativo. Qual'è, infatti, il male che paralizza l'azione delle sezioni e delle federazioni del nostro Partito? Taluni affermano che si tratta di una deficienza di quadri. Noi riteniamo che tale periodo - che è veramente esistito - sia oggi in fase di superamento. Il male oggi, a nostro parere, va ricercato nello scarso fer– vore attivista dei compagni e non è da escludere che tale malessere sia una conseguenza logica della già lamentata mancanza dello « spirito. di Partito ». Vi è un'altra via per affrontare il problema orga– nizzativo, e cioè la creazione di una organizzazione anche capillare poggiante sui funzionari. E' questa una via in parte seguita dai comunisti e che non può -non dare - sul piano organizzativo - ottimi risul– tati. Potremmo provare ciò con infiniti esempi, ma li riteniamo inutili e pensiamo che non vi sia nessu– no disposto a sostenere il contrario. Questa via, che vuole i funzionari fuori dalle dispute politiche in– terne, assicura continuità al lavoro organizzativo, unicità d'indirizzo, ritmo costante. Questa, però, non BibliotecaGino Bianco può essere la nostra via, cioè la via di un Partito po– vero. Noi dobbiamo contare per lo più sullo spirito atti– vist.a dei compagni e per arrivare a ciò abbiamo det– to che cosa pensiamo occorra fare. Elemento essenziale per tale azione è l'esistenza di un centro-motore dotato di mezzi, con idee chiare e liberato da ogni infermità burocratica. E', infatti, precipuo compito ·del centro - cioè di un organo della Direzione - di portare il Partito ad affrontare e realizzare tale azione. Ed è suo compito' per~hè un lavoro organico non può essere suggerito, impostato e seguito che dal centro, il quale alimenterà l'azio– ne ed imporrà il ritmo. Compito del ce-ntro, perchè è il solo organismo che possa garantire un indirizzo unitario al lavoro e perchè - essendo uno solo - può essere nel tempo più breve tecnicizzato alla per– fezione e posto in condizione di ·agire proficuamente. Tale impostazione può indubbiamente creare un cer– to strapotere del centro, che potrebbe sciaguratamen– te generare pericolose situazioni, come, ad esempio, incoraggiare· la burocratizzazione del Partito o. quel che è peggio, creare la forma mentis del centralismo burocratico. Si potrà però impedire la degenerazione di tale salutare e vitale intervento attivo del centro-motore, tenendo sempre presente che la sua azione deve mi– rare - e non può essere diversamente per un orga– nismo democratico - a. costituire forti, efficienti ed autonome federazioni provinciali capaci .di vita pro– pria ed in grado di sviluppare una importante azione di organizzazione, di propaganda e di proselitismo nell'ambito rlelle proprie provincie. Il « centro-motore » dovrà elaborare e fornire sche– mi d'azione a tutte le Federazioni e questi schemi do– vranno, nella realizzazione, manifestare un chiaro filo che tutti li leghi, garantendo lo sviluppo unitario del piano indispensabile per assicurare la necessa– ria progressione generale. E' logico che taie realiz– zazione, compito delle singole federazioni, dovrà tener conto delle'i)articolari situazioni locali ed am– bientali. I suddetti schemi d'azione - piani, programmi, iniziative - avranno anche il potere di sopperire allo scarso senso di iniziativa ed ovviare eventuali deficienze di quadri degli organismi periferici, per i quali la realizzazione degli schemi diverrà pertanto quasi unicamente un problema di fervore, di attività e di passione. Col centro motore organizzativo dovrà, finalmente, essere costituito un ufficio propaganda sul serio. Se ne avremo la possibilità, ci occuperemo altra volta di questa attività la quale, nell'impostazione organiz– zativa da noi sostenuta, ha una funzione importan– tissima. Funzione che è, comunque, di primaria im– portanza in tutti i partiti organizzati in modo mo– derno. Abbiamo detto che il centro-motore dovrà rende– re efficienti le federazioni le quali - anche· assistite dal centro - dovranno poi svolgere azione nell'am– bito della provincia organizzando le zone per.arriva– re a piantare in ogni comune la bandiera del partito. Non è questa la sede per entrare nei particolari dell'azione. Siamo, però, convinti che affrontando·_ il problema organizzativo in modo deciso ed organico . la situazione del Partito migliorerà rapidamente. Occorre lavorare ed avere del tempo a disposizio– ne ed augurarci che, riacquistando i compagni la massima serenità, i congressi non costituiscano più delle pericolose interruziopi nel lavoro di organizza– zione. Se poi ciò non fosse realizzabile, allora pen– seremo seriamente alla nostra vecchia idea di tenere congressi ogni due anni, costituendo un consiglio nazionale con funzioni e struttura diverse dall'attua– le, facilmente convocabile e non producente perico– lose stasi nel lavoro di irrobustimento e di espan– sione del Partito.
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