Critica Sociale - anno XLI - n. 10 - 16 maggio 1949
CRITICA SOCIALE 227 lato e comprende guadagni professionali- e redditi di pro– prietari agricoli, come pure i comuni profitti commerciali. Questi, sono dunque i fatti tipici riguardanti la nostra eco– nomia e da essi sarete in grado di trarre certe conclusioni. La prima è, naturalmente, che noi aobiamo già realizzato un notevole progresso verso la Tipresa, e se non fosse per le gravi difficoltà che esistono fra il mondo del dollaro e il resto del mondo, noi in Gran Bretagna avrem~o già por– tato al pareggio la nostra bilancia dei pagamenti con l'e– stero. ·Ciò che ci ostacola è che non possiamo ancora gua– dagnare i dollari necessari per pagare in dollari le merci di cui abbiamo bisogno e senza le quali la nostra produzione cesserebbe. Questo deficit di dollari rimane un grave pro– blema In questa, situazione si trovano molti paesi fuori del c,'m– tinente nord americano ed è appunto di essa che si occupa l'ERP. Io non mi propongo di esaminare dettagliatamente l'ERP in questa conferenza, ma occorre ricordare che è questo aiuto, così generosamente fornito dal contribuente americano, che solo ci permette di far fronte' ai nostri de· ficit di dollari. Ma l'ERP non può fornire in sè una cura per l'esis,tente squilibrio; esso può mettere in moto il mec– canismo e dcm-ci tiitto il tempo necessario per ragqiungere il pareqgio, ma q1iesto è fu.fto; è con i nostri. sforzi nazio– nali e con la- collaborazione in seno all'OECE che noi dob– biamo trovare una soli,iione del problema. Molto è stato fatto in passato e molto ancora può es– sere fatto per ridurre i nostri acquisti in dollari al massimo che noi possiamo perwetterci. E' questo un provvedimento molto necessario, ma per sua natura esso non è che un tam– ponamento. Esiste, naturalmente, una sola soluzione soddì– sfacen-le e questa è di aummtare le nostre esportazioni di merci e di servizi - i1isibili e invisib#i - a un punto tale che esse ci forniscano valuta estera sufficiente per acq1,istare tutto ciò di cui abbiamo bisogno dal continente americano. Abbiamo molta strada· da percorrere prima di raggiun~ere 4ale punto e la rapidit,à con cui potrà essere raggiunto, se mai ci riusciremo, dipenderà !!On solo dai nostri sforzi nel– l'Europa Occidentale -ma anche dalla volontà dei nostri ami– ci amer:C'<lnidi acqnistare le merci che noi dobbiamo vendere. A ciò occorre un attentissimo studio dei loro mercati, e oc– corrono prodotti a pre~zi ragionevoli e di buona qualità da offrire loro e nessuna barriera di carattere doganale o sen– timentale che ci impedisca di vendere su quei mercati la neccs!'ana quantità di merce. Più noi studiamn questo grave problema dello squilibrio nel mondo del commercio internazionale più appare evidente che esso può solo essere risolto dal duplice sforzo del mi– glioramento della produzione di ogni nazione da una parte e della collaborazione fra i governi e i popoli dall'altra. La seconda deduzione da trarre da queste cifre è che il popolo britannico h:i fatto un grande e concertato sforzo. Mai prima d'ora ~i è avuta una così marcata assenza di lotta inùustriale; questo è il risultato diretto della politica da noi perseguita. Raffrontando i primi tre anni e mezzo del dopoguerra, a partire dal luglio 1945, col corrisponden– te periodo che seguì la prima guerra mondiale, constatiamo che sono state perdute in Gran Bretagna meno di un di– ciottesimo delle ore lavorative perdute allora per rnntro– versie industriali. Vi è stata una sempre crescente tendenza a consultare i lavoratori in questioni di ogni genere e il sistema delle consultazioni miste è ormai penetrato in ogui livello dell'industria. Il Governc ha adottato una politica secondo la quale in tutte le attività industriali cui esso partecipa, e sono molte, datori di lavoro e la·voratori debbano essere trattati come uguali. Il grande sforzo fatto dal nostro popolo ha comoortato molti sacnfici e molte privazioni, ma le privazioni sono state condivise da -tutti e si è avuta solo una forma trascu– rabile di mercato nero da parte di profittatori senza co– scienza. Questa politica dell'uguaglianza del sacrificio ;. sta– ta resa possibile dai controlli esercitati ed è stata aiutata dalla diminuita incidenza della grande ricchezza, che in pas– sato permetteva molte spese di lusso. Per ,lare un esempio, l'imposta sul reddito è giunta ora a 19 scellini e 6 pence per ogni sterlina sulla parte dei BibJiotecaGino Bianco grandi redditi che supera un dato limite, cosicchè vi sono oggi nel nostro paese meno di 300 persone che posseggono un reddito netto di più di Lst. 5000 all'anno da spendere. E' questo evidente avvicinarsi a una assai maggiore ugua– guaglianza nella divisione delle necessità e delle opoortu– nità che ha fatto sì che il nostro popolo abbia sopportato le difficili circostanze in cui si è trovato e abbia dato così buoni risultati nella produzione. Anche la piiì fantastica distorsione dei fatti proclamata dalle trombe della propaganda proveniente da oltre la cor– tina di ferro può avere scarso effetto contro i concreti bene– fici cffettwamente sperimentati come risultato del nostro socialismo applicato democraticamente. La politica sociale. E' anche importante osservare che a mano a mano che lo sforzo del popolo aumentava esso gli portava compensi sot– to forma di sempre migliori servizi 5ociali. Dalla fine della guerra fino alla fine del marzo di quest'anno·sono state prov– vedute per la popolazione britannica, in una maniera o nel– l'altra, 890.000 nuove case, comprendenti più di 475.000 nuo– ve case permanenti e 157,000 nuove case temporanee. L'età massima per l'istruzione obbligatoria è stata portata a 15 anni ; il numero degli studenti di ogni genere nelle scuole tecniche è salito da meno· di 450.000 nel 1938 a quasi 8oo.ooo oggi; il numero degli studenti universitari è salito da 50.000 prima della guerra a 83.000. Sono stati adottati gli assegni familiari ammontanti a 5 scellini alla settimana per ogni figlio dopo il primo. Si è avuta una equa distribuzione di buone derrate alimentari a buon prezzo g-razie al sistema di razionamento e lii sussidi di oltre Lst. 450 milioni all'anno pagati dal Governo. In base al Piano per l'Assicurazione Nazionale esiste ora in Gran Bretagna una assicurazione generale che_compren– de i casi di malattia, di disoccupazione, le pensioni per la vecchiaia, gli assegni di maternità; i sussidi in caso di mOT– te, ecc., e tutti sono obbligatoriamente assicurati. Per darne un'idea dirò che i sussidi _pagati per malattia o disoccupa– zione a un lavoratore coniugato con un figlio sono di 49 scellini e 6 pence alla settimana. Le pensioni di guerra sono state molto migliorate in vari modi, specie per i casi più gravi. Ad esempio, automobili gratuite con buoni per il car– burante sono state fornite a certe categorie di grandi in– validi. Il Servizio Sanitario è gratuito per tutti, ricchi e poveri, e comprende le cure del dentista, dell'oculista, del medico, del chirurgo, dello specialista di ogni genere, ser– ,vizio ospedaliero, ricovero nei convalescenziari e tutto il resto, In seguito a questi diversi provvedimenti vi è stato un netto miglioramento nella salute pubblica, Per citare un esempio, la mortalità infantile nei bambini al di sotto di un anno è stata ridotta da 53 nel 1938 a 34 nel 1948 per ogni 1000 nati vivi. Sono questi i nuovi vantaggi che il popolo ha ottenut'l come Tisultato dei suoi accresciuti sforzi e della ridistri– buzione della ricchezza di cui ho parlato. Ricostruzione dell'Europa. Tèmo di avervi annoiato con troppe cifre, ma sono certo che sia più interessante conoscere dati economici anzichè ascoltare una serie di asserzioni vaghe e generali non· cor– roborate da fatti concreti. Vi ho dato un quadro generale degli sforzi e delle realizzazioni del popolo britannico negli anni trascorsi dalla fine della guerra e ho cercato di met– tere in rilievo quelle che io ritengo essere le vere ragioni del successo che abbiamo raggiunto. Ma rimangono ancora per noi, come invero per tutti i paesi d'Europa, alcuni' assa,i difficili e grossi problemi da risolvere, e non avremo bi– sogno solo di metodi e sistemi economici per raggiungere la loro soluzione. Una delle più dannose conseguenze della guerra è il bas– so livello morale a cui essa conduce, la visione distruttiva e disintegrante di tutti i problemi politici, sociali ed econo– mici che essa genera. Il crollo del normale dominio della legge e la sua sostituzione· con ogni genere di forza e di coercizione, offre in verità un'occasione per grandi e im– portanti mutamenti, portando nuovi gruppi al potere; ma ciò tende anche a spazzar via livelli di condotta morale penosamente raggiunti con lunghi periodi di esperienza.
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