Critica Sociale - anno XLI - n. 9 - 1 maggio 1949

CRITICA SOCIALE 195 tata, è nato appunto da questa situazione genera– le della nostra vita nazionale e dai compiti che al Bostro Partito sono stati imposti dalla anomalia di questa situazione. Dobbiamo noi adeguarci alle conseguenze di ·es– sa, a costo di perdere la nostra caratteristica fi– sionomia e di toglierci la possibilità di far valere con adeguato concorso di forze quella che è la nostra specifica e insostituibile funzione; o doib- I biamo invece reagire contro le conseguenze di questo adattamento e cercare il modo per cui pos– siamo essere sicuri di non far mancare alla clas– se lavoratrice e a tutto il Paese l'effetto benefico di quella funzione rinnovatrice e redentrice che noi soli abbiamo la possibilità di compiere? Questo è il problema che si pone dinanzi alla no– stra coscienza socialista in questo r Maggio 1949. U.G.M. L' i m b r o g I i o balcanico Sulle colonne di un giornale italiano socia1fu– sionista è comparsa nei giorni scorsi una corrispon– denza -da Atene nella quale, in tono quasi scherzoso, ~i minimizzava la tragedia in cui si d~batte la Gre– cia e la si riduceva ad una semplice ribellione di partigiani, per 1'80.% · contadini, contro _un governo terroristico. ·C'è anche questo, naturalmente, perchè il governo Sofulis-Tsaldaris tratta spesso i partigia– ni cosi detti comunisti che gli cadono nelle mani come briganti da passar per le armi o giù di lì, però non c'è solo questo e le ragiòni, come sanno tutti meno il corrispondente di quel tal giornale, sono assai più complesse ed hanno radici ben più profonde e lontane nel tempo e nello spazio. Gli Andar~es. La guerri,glia degli « Andartes » (come si chiama– no in greco i ri•belli comunisti) è una vera e pro– pria guerra nei mezzi e nei fini ed essi la condu– cono con raffinata tecnica militare, con cannoni, mortai, armi automatiche,· servizi ausiliari moderni, ecc. e, se non della vittoria finale, son sicuri di sve– nar la Grecia e di tenerla lontana dalla ricostrùzio– ne e dall'ordine ma soprattutto di sfuggir essi stes– si ad una sconfitta, perchè tengono la via libera per rivarcare il confine donde son venuti ed oltre il qua– le li a_spettano ospedali per i feriti, campi per sè ed ogni .sorta di rifornimènti. La guerra è condotta ge-. neralmen.te sui monti ai. confini con l'Albania, la J u– goslavia, la Bulgaria. Il Grammos, che è stato tea– tr0 -rli una recente offensiva, fa parte del massiccio del Pindo al confine albanese, il Vernon è un mas– siccio nell'angolo formato dai confini albanese e jugoslavo; una parte di questo, il Vitsi, fortemente fortificato, è tenuto dagli Andartes; dal Vitsi buone strade e capaci sentieri vanno in Albania e in Jugo– slavia. Lo « stato :.s del Vitsi misurerebbe 700 kmq. con 25 viilaggi, quello' del Grammos prima che i ri– belli lo perdessero nell'estate scbrsa arrivò a 3000 kmq. e comprendeva 130 villaggi. E' naturale che le città di confine siano spesso minacciate dai ri– belli, ma la minaccia loro può sorgere praticamen– te ben più lontano che non nelle zone confinarie: infatti, la Grecia è tutta un monte da est ad ovest, da nord a sud, e, data la peculiarità di quelle zo– ne ,montuose, scarse bensì di foreste ma piene di cespugli e di grotte con poche strade, la zona inter– na della Grecia è l'ideale per la guerriglia! Dall' Al– bania si può andare ad affacciarsi sul mar di Co– rinto sempre andando per montagne impervie e, traversato quello stretto bacino di mare, ci si trova. nel Peloponneso ancora tra montagne fino al capo Tenaro in faccia all'Africa. Al nol'd il confine cor– re dall'Adriatico alla Maritza per 700 km. e al di là ci s on nemici decisi che senza averla dichiarata fan.no la guerra, e così le città di confine son spesso minacc iate dai colpi di mano degli Andartes. Ma questi non si limitano a tentarli in tali zone; Car– dizza nella piana di Tessaglia fu presa e dopo or– rende rappresaglie dovuta abbandonare; Naussa sul- BibliotecaGinoBianco la ferrovia che da Mona stir in Jugoslavia mena a Salonicco fu presa n.el gennaio scorso e tenuta quattro giorni; in feb braio a Carpenissi nella Grecia centrale gli Andartes si ressero 17 giorni. Dapper– tutto instaurarono un regime di terrore e ttascina– ron con sè nella ritirata un numero i•gnoto di abi– tanti come ostaggi. Come si sa, 28.000 bimbi sono ~lati rapiti e portati negli stati amici dai ribelli per esservi educati, novelli giannizzeri, a formar schiere di futuri apostoli del verbo staliniano. A Carpenis– si stessa -costrinsero degli innocenti bambini, ivi ri– fugiati, a ripulir dalle mine il terreno attorno· alla cittadina; la maggior parte morirono (1). Il governo di Atene, potentemente aiutato da In– glesi e Americani ma più da questi ultimi, per quan– to usi spesso metodi crudeli (non bisogna dimenti– care che è un governo balcanico) poggia tuttavia su una Camera eletta liberamente (i socialcomunisti o si astennero o ·non poterono presentare candida– ti). E' governo di coalizione, essendo all'opposizio– ne solo -due gruppetti di estrema destra cui ora si è aggiunto quello monarchico di Marchesini, messo fuori per uno scandaloso affare di valute e contrab– bando. I socialdemocratici capeggiati da Papandreu non partecipano al governo, ma votano per esso. Ciò detto, non affermeremo che tal governo usi mez– zi molto umani, ma dopo gli eccessi orrendi di cui si macchiarono i comunisti nella rivolta ateniese del '44, e dopo quel che si è elencato più su, non ,è da meravigliarsi se la tentazione di ricorrere alla pena del taglione sia sempre attuale. Col che non voglia– mo nè scusare quel Governo nè assolverlo per il fin troppo frequente uso della pena capitale, che spesso sa di ritorsione sul tipo della strage delle fosse ardeatine. L'anno scorso, infattL dopo pochi giorni che il ministro della giustizia Ladas cadde ucciso per ma– no di un giovane comunista, furono in poco tempo giustiziati oltre 200 comunisti già condannati, si dis– se, per i fatti del '44 e... tenuti in serbo fino allora. L'Inghilterra, la Francia, la Norvegia e naturalmente la Russia protestarono energicamente. Ora pare che i pri,gionieri vengano rieducati in un'isola e 'poi mandati a combattere i loro antichi compagni, ma comunque arresti, deportazioni, fucilazioni sono al– l'ordine del giorno. Gli è che la situazione greca è terribile: 10 anni di guerre e rivolte, economia cao– tica, nemici imprendibili e invincibili a meno di, non scatenare una nuova guerra balcanica e mon– diale. La grande Macedonia. Ora da qualche mese si parla di nuovo di costi– tuire uno Stato unitario della Macedonia, e questo complica ancor più le cose ai danni di Atene. Que– sta regione è stata sempre contesa dagli Stati bal– canici dopo che fu tolta alla Turchia, e ad esser più esatti anche 1>rima, chè i « comitadg-i », all'epoca (1) Neue Zuercher Zeilung 26-2-49

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