Critica Sociale - anno XLI - n. 9 - 1 maggio 1949

208 CRITICA SOCIALE nità di pesi, di misure e di monete, uniformità di codici, di scuole, di amministrazioni, di istituzioni politiche e sociali) con spirito patriottico e « uma– nitario » fu il compito assolto con grande compe– tenza e coraggio dagli Annali durante quasi venti– cinque anni (dal '24 al '48). Il Romagnosi, intelletto forte e preparato, suscitatore di energie, sostenne nei suoi scritti la necessità che lo Stato limitasse i suoi interventi economici a « protezione e soccor– so »; ma definì i limiti del diritto di proprietà nel– l'utilità sociale. · · La Gazzetta di chimica, il Giornale di Agricoltura, il Giornale agrario lombardo-veneto, la BibUo-teca agraria, la Raccolta pratica di scienze e di indu– stria, l'Ape del~e cognizioni utili, poi l'Economista, lo Spettatore industriale, l'Eco de/là Borsa, l'Ape ita– liana, e sopra tutti l'Indicalo-re lombardo e il Rico– glitone furono i più informati e conosciuti fogli, in, tesi a dibattere problemi concreti e a esprimere le aspirazioni di diversi strati sociali a una maggiore libertà in ogni campo. Nel '38 nacque la Rivista europea -di Giacinto Battaglia e nel '39 il PolitecI1Jico di Carlo Cattaneo, che ebbero un'impronta critica e costruttiva nettamente superiore agli altri giornali. Essi in 6gni articolo insinuarono impalpabilmente lo spirito di rinnovamento e di insofferenza nei ri– guardi del dominio straniero e della coercizione spirituale ed economica. Le corrispondenze dall'e– stero e dalle più varie parti d'Italia rendev.ano più agile e più ricco il loro repertorio, contribuendo a portare maggior modernità e ampiezza di vedute nel mondo lombardo-veneto. La tendenza dei veneziani ad acconciarsi stanca– mente alla dominazione austriaca, stordendosi « del loro errore e della loro miseria nel tumulto degli spassi e della spensieratezza », trovava un forte' cor– rettivo in questo impulso continuo proveniente da Milano e da Pavia. Anche nel Veneto erano special– mente nobili «transfughi» e borghesi gli iniziatori dei primi movimenti-liberali e i divulgatori clande– stini dei libri e degli scritti « proibiti ». L'Universi– ·tà di Padova .diveniva, da punto di partenza di av– venture galanti e di vita dissoluta, rftrovo di giova– n.i lombardi e veneti di spiriti nuovi. Il Paleocapa, il Pasini, l'Alberi, il Berti, il Bianchetti, l'Estense · -nutrivano,' nei più vari campi del sapere e dell'ar– te, la coscienza delle nuove generazioni. e contribui– vano a cementare la comunione delle idee fra Ve– neto e Lombardia. -Così che, dal motteggio e dalla sa.tira vernacola del Buratti e dalla musa del Carrer, si passava alla poesia patriottica e .ardente del Fusinato e del Dal– l'Ongaro, e dal giornale /I Gondoliere di Padova a La 'Favilla di Trieste e al Ca,ffè P.edrocchi pado– vano dello Stefani, in cui la critica letteraria era via aperta allo studio e alla ricerca dei problemi più concreti. · 9. - /I progmmma e le forze dei n~vatori. -Chi segue attentamente le questioni discusse in tutta questa stampa lombarda e veneta nota con fa– cilità le linee evolutive del programma economico e politico della borghesia agricola e ,industriale. Il potenziamento dell'industria, il perfezionamento del– l'agri.coltura, l'interdipendenza dell'economia italia– na e di quella europea, la necessità del libero scam– bio, l'opportunità dell'unione doganale vengono a-f– fermati in ogni maniera dagli scrittori e dai pub– blicisti lombardi e veneti. Gli elementi più attivi della nobiltà e della bor– ghesia si adoperano personalmente a introdurre mi– gliorie· e nuovi ritrovati e a caldeggiare iniziative utili in ogni campo. Macchine nuove vengono im– portate; si .fondano scuole di mutuo insegnamento; si .moltiplicano gli asili d'infanzia. BibliotecaGino Bianco Federico Confaionieri, Luigi Porro, Giovanni Ar– rivabene sono alla testa dell'opera liberale e filan– tropica. Al Porro particolarmente spetta il merito di aver adottato per primo l'illuminazione a gas e d'aver introdotto la prima macchina a vapore per la filatura dei bozzoli. Al Gonfalonieri d'aver pro– mosso la navigazione a vapore sul Po, insieme col Porro, e d'aver patrocinato la costruzione dell'Eri– dano, il primo battello costruito a Genova a quello scopo, Inoltre, con iniziativa originale, egli stesso introduce le scuole lancasteriane, di carattere molto elementare e rivolte alle classi più povere, e le so– stiene con la Società per la propagazione e il man– tenimento, creata nel 1819. Giovanni Arrivabene costituisce una di quelle scuole a Mantova; Camillo e Filippo Ugoni a Vero– na e a Pontevico; Giacinto Mompiani a Brescia. Ma già nel '20 il governo austriaco le proibisce. Ferrante Aporti acquista meriti eccezionali nel creare asili con la refezione gratuita. Cesare Cantù si distingue nella letteratura popolare con le sue « Letture giovanili» (1837) e Cesare Correnti di– vulga il programma liberale col « Nipote del Vesta Verde» (1848). Cattaneo, Myliùs, Kramer danno va- - lido impulso alla « Società d'incoraggiamento per le Arti e i Mestieri di Milano». Manzoni col magistero della sua arte e del suo pensiero accredita con straordinaria chiarezza la tesi che una sostanziale trasformazione degli istituti politici è impossibile senza una corrispondente mo– dificazione dell'organismo sociale, opera questa del – la storia e non dei governi più .o meno illumina.ti. Le dottrine sociali francesi trovano nella gioventù universitaria pavese avidi lettori e divulgatori. Nei -Congressi scientifici di Padova (1842), di Lucca (1843), di Milano (1844), studiosi lombardi quali Giuseppe Sacchi, Gottardo Calvi e Cesare Cor– r-enti affrontano la questione del lavoro dei fan– ciulli. La Rfoista europea pubblica molti articoli che vengono definiti addirittura socialisti. Gìuseppe Fer– rari, collaboratore alle riviste lombarde, scrive nel '45 in Francia sulla Revue des deux mondes: e La politica rivoh1zionaria è la difesa di tutti gli inte- · ressi santi'fjcati da un principio ;il socialismo sen– za politica è dispotismo, è la più turpe delle tiran– nie. L'utopia socialista, confidata alla discrezione delle camere, non è pericolosa ». E sorgono anche centri di agitazione, come la società segreta comu– nista di Milano, di cui si conosce l'esistenza dal '46 al '48. I « novatori» non si dilettavano delle troppo al– te sfere dello « spirito metafisico », ma vedevano nel progresso meccanico -animato dall'intelligenza e dal– la moralità la radice del progresso del secolo. Dotati del solido senso pratico degli agricoltori, i lombar– di rifuggivano anche dall'eccessivà elasticità della speculazione industriale e finanziaria e dal dogmati– smo liberistico. Il Cattaneo indicava l'ideale delle nugve classi in ascesa in un ordine sociale fonda– to su un codice morale. Il culto di tutte le libertà era inteso come via allo « spirito di associazione»; ·1a scienza era considerata come mezzo di educazio– ne delle masse; la cultura come senso laico del do– vere. Non esistevano in questo ceto di proprietari terrieri, guidato da un élite di intellettuali, ambi– zioni e interessi prepotenti da soddisfare, bensì una baldanzosa coscienza di servire se stessi e la società nel lottare per una più ampia libertà. Non si può negare in molti di essi il desiderio sincero di non servire il capitalismo industriale e commerciale, che pure loro si affiancava, bensì di scuotere i ceti più tardi ad un vigile senso delle pro– prie esigenze. Il movimento che essi promuovevano

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=