Critica Sociale - anno XLI - n. 9 - 1 maggio 1949
202 CRITICA SOCIALE subHo che la svogliatezza di certi magistrati è la minore e la meno influente di esse, perchè bisogna riconoscere che, salvo pochissime eccezioni, i magi– strati lavornno il triplo di quanto lavoravano in , tempi normali. Secondo noi le cause principali sono quattro. In primo luogo il doloroso aumento della delinquenza per quanto riguarda il p-enale, e per quanto riguarda il civile il gran numero di questioni· che erano state tenute sospese durante il periodo bellico e che oggi vengono a galla. In secondo luogo l'insufficienza numerica del personale, soprattutto dei magistrati. Uffici che una volta contavano quattro o cinque giu– dici oggi lavorano con uno o due. In terzo luogo il fatto che i pochissimi magistrati in servizio si sono visti affibbiare gli incarichi più diversi, quasi fossero in soprannumero e non avessero nulla da fare. Commissioni <per gli alloggi, commissioni per le affittanze agrarie, commissioni per le liste eletto– rali e via di seguito. Infine, ed è questa la causa principale, l'enorme massa di lavoro arretrato che nel campo penale mozza addirittura il respiro. Per spiegare un tale fenomeno giova tener presente l'o– pera di sabotaggio che, durante il periodo della re– pubblichina di Salò, anche la magistrati.Ira esercitò in modo spesso encomiabile. Non vi era un solo processo che si concludesse, tranne quelli per i quali era chiaro che si dovesse arrivare all'assoluzione. Venuta la liberazion-e, tutte le pratiche per reati comuni -vennero trascurate per dar la precedenza ai processi di competenza ·delle Corti d'Assise straor– dinarie. Naturalmente ciò che avveniva nel campo penale si ripercuoteva ip sede civile. Da queste varie cause è derivata l'insostenibile si– tuazione che deve essere finalmente 'risolta. Prima di prospettare quelli che, secondo noi, po– trebbero essere i rimedi, è opportuno _premettere che ogni tentativo sarà inutile se la situazione non verrà affrontata con energia e, soprattutto, lascian– do da parte i pregiudizi e scavalcando la burocrazia. Senza dubbio la risoluzione di un simile problema implica spese certo non lievi, ma giova tener pre– senti due cose: 1) che più i provvedimenti saranno energici e radicali, più breve sarà il periodo di tempo in cui -dovranno restare in vigore; 2) che non bisogna dimenticare che esiste una categoria la qua– le soffre en ormemente nel suo prestigio e nel suo reddito p.er l'attuale situazione, e che sarebbe pron– ta anche a sacrifici, purchè si ritornasse alla nor– malità: gli avvocati. Premesso ciò e tenuto presente che, malgrado ogni considerazione finanziaria, la giustizia d-i uno S,tato libero, civile e democratico deve essere messa in grado di ·funzionare senza intralci, prospettiamo quelU che, secondo noi, potrebbero essere i provve– dimenti idone'i a porre fine all'attuale indecoroso marasma. Innanzi tutto occorre togÌiere dalla circolazione, con un provvedimento di amnistia, una massa enor– me di processi che la società non ha più alcun in– teresse a veder proseguire. Così, ad esempio, tutte le procedure per reati commess"i contro le forze ar– mate e le autorità tedesche e repubblichine, che, sembra incredibile, continuano tuttora. Così, ancora, i pr.ocessi per alcuni reati che, dati i massimi di pena previsti dalla legge, non sono stati compresi nei vari d-ecreti di amnistia, pur terminando tutti in-distintamente con una lieve ,pena condonata, quali quelli per ricettazione o per furto con una sola ag– gravante. Un simile provvedimen·to di amnistia po– trebbe essere emanato come aggiuntivo al D. P. 22 ·giugno 1946, n. 4, che concedeva amnistia ed indulto per l'avvento della Repubblica. Un buon passo avan– ti si sarebbe in tal modo già fatto senza spendere nulla e per di più senza offendere la giustizia, per- BibliotecaGino Bianco chè in fondo simili procedure non è nemmeno giu– sto che siano portate avanti. Ma il problema principale da risolvere è quello del personale, non essendo assolutamente possibile continuare nell'attuale sistema di tappare i buchi più grossi trasferendo un giovane giudice da un tri– bunale a,d un altro, sistema che non risolv·e nulla, ma che anzi aggrava la situazione. Innanzi tutto, al fine di evitare che, risolta l'at– tuale situazione con i· provvedimenti che suggeria– mo, essa non abbia nuovamente a prodursi una vol– ta cessata la loro attuazione, è necessario che venga subito bandHo un v,asto concorso per la magistratu– ra, che oltre a cons-entire un normale funzionamento della giustizia, avrà il non lieve vantaggio di dare un decoroso avvenire a tanti giovani che la guerra e le tristi vicende del ,paese ha posto in situazioni talvolta disperate. Ma ciò riguarda il futuro ed attiene alle necessità di evitare che in seguito abbia a determinarsi nuo– vamente il caos attuale. Il vero problema da risol– vere è contingente e di -emergenza e va risolto con mezzi coni.ingenti e di emergenza ,ed è ciò che pro– poniamo di fare. Occorre, secondo noi, creare pr~sso ogni organo giudiziario un ufficio sussidiario che abbia il com– pito di smaltire tutto il lavoro arretrato, ad esem– pio tutte le procedure civili e penali iniziate prima del 1" gennaio 1948, lasciando ai funzionari attual– mente in servizio presso i singoli organi della giu– stizia il compito di curare le procedure iniziate do– po tale data. S'intende che un tale criterio distri– butivo del lavoro va con-temperato tenendo presente che, specie -per il ramo civile, esistono cause che anche in tempi normali non possono ess-ere risolte in pochi mesi; al modo stesso che, in materia penale, dovrebbero restare affidati alla cura degli attuali magistrati i processi a carico dei detenuti, anche se iniziati prima della data assunta per la nuova di– stribuzlone del lavoro. Resta da risolvere il problema del reclutamento del personale dà assegnare a questi uffici, se così può dirsi, straondinari. Una prima aliqu()l!a di esso dovrebbe essere fornita dai magistrati già collocati in pensione per raggiunti limiti di età e le cui con– dizioni fisiche e mentali siano ancora tali da ga– rantire la capacità di assolvere il pesante lavoro cui andrebbero sottoposti. Essi potrebbero essere i capi dei vari uffici da creare, operando gli eventuali spostamenti dovuti a ragioni di grado ed integran– done il numero, forse non suffici-ente, con magistrati in servizio che andrebbero provvisoriamente sosti– tuiti nel modo che vedremo. La seconda aliquota dovrebbe essere fornita dai vice pretori onorari che dovrebbero essere utiliz– zati molto più di quanto oggi non siano e che an– drebbero ricompensati, per questo periodo s-traor– dinario, con un gettone di presenza o con un com– penso fisso ,per ogni singolo provvedimento emesso. Infine, ad integrare gli eventuali vuoti ancora esi– stenti, andrebbero chiamati gli avvocati che si of– frissero volontariamente o, in mancanza di essi, i più giovani, secondo un turno obbligatorio fissato dai primi Presidenti di Corte d'Appello. Anche co– storo ·andrebbero compensati in ragione del lavoro effettivamente svolto e senza esser-e tenuti ad abban– donare del tutto la professione. Poichè non sarebbe possibile nè giusto che liberi professionisti fossero a conoscenza del segreto istruttorio, tanto i vice pretori che gli altri avvocati richiesti per questo compito non dovrebbero presta– re servizio presso gli Uffici d'Istruzione e le Procure della Repubblica, ed il loro lavoro presso le Preture dovrebbe essere controllato e disciplinato. Agli uf– fici sopra indicati andrebbero -provvisoriamente as– segnati magi_strati della giudicante sostituiti a loro
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