Critica Sociale - anno XLI - n. 8 - 15 aprile 1949

CRITICA SOCIALE · 191 presenta quindi il ,piil alto interesse e governo, consigli di– rettivi delle Industrie nazionalizzate e Trade Unlons condi– vidono l'alta r,e,spons,abilità di creare sperlmentalmen-te la for– ma appropriata perchè le industrie nazionalizzate possano funzionare il più efficacemente ed· economicamente e , nello stesso tempo il ph'l 1;1manamente e democraticamente possibile. Non meno interessan.te e istruttivo -sarebbe conrrontare que– sta soluzione data, per la stessa iniziativa delle unioni ope– rale inglesi, al problema, capitale .per il socialismo, della ge– stione delle Imprese nazio:µalizzate, con quella che ha avuto nella Russia sovietica l'organizzazione industriale· - dopo 11 primo periodo anarchico iniziale della gestione diretta del– le fabbriche da parte dei 4: lavoratori del braccio » - attra– verso le sue fasi successive. La fase della gffitione 4.'. sindaca– lis-ta > prima e poi quella della gestione delle imprese secon– do il principio òel e comando unico 1.>, ma colla facoltà l'i– conosciuta ai sindacati operai, estromessi dalla gestione di– retta delle imprese, di difendere gli Interessi particolari de– gli operai contro le amministrazioni « burocratiche », ana– logamente ille l'unzioni che hanno i sindacati operai negli Stati capitalisti, e, Infine, sotto Stalin e dopo la pianifica– zione totale dell'economia, la fase tuttora vigente del regime totalitario nell'industria, colla completa subordinazione allo Stato del sindacati operai,• ridotti ad organi per la esecuzio– ne òei piani e per e l'aumento tremeÒdo » del potere pro– duttivo del paese. Se' Lenin, rivedendo, in base alle concrete esperienze, 1 prin– cipi da lui s,tesso precedentemente formulati, aveva, nel1'8° e 9'> Congresso del Partito comunista del 1919 e 1920, enunciato 11 principio òel « comando unico» nelle imprese, contro l'ap– plicazione illimitata del principio della « direzione colletti– va >, e nel 1()o Congresso del 1921 aveva· liquidata, contro 4'i l'opposizione operaia », Ja « gestione slndacallsta » delle medesime, pur conserva,ndo, come si è òetto, alle organizza– zioni sindacali una loro pro·pria funzione specifica, Stalin, riprendendo infatti, nel 1930, le tesi sostenute da Trotzki dieci anni prima, e co,ntrastate da Lenin, secondo le quali i sindacati operai In uno Stato soci1,ll.sta non sono piil organi di Jotta ma un apparato dello « stato proletario » e perciò senza più alcuna ragione di esercitare una loro azione indi– pendente, cosicchè ess,i doveva.no essere fusi nello, Stato, col compito specifico di creflre un'atmosfera « iproduttivistica », • degna nei costruttori del socialismo ». Che è appunto la funzione a~segnata loro nel il"egime burocratico-totalitario sta– liniano, antitetico a quello che il laborismo inglese sta per altre vie gradatamente costruendo. La storia dell'evoluzione russa in materia è però non meno ll'icca di ammaestramenti e non meno istruttiva di quella Inglese per i sindacati ope– rai d'ogni paese. Ciò che si stampa BRUNORBVBL: La Comune. Mondadorl editore, pp. 473, L. 450. Il tragico episonlo della Comune parigina del 1871 °';;ue;,_dc, malgrado tutti gli scritti che ha suscitati, il suo storico. Forse non l'avrà mai. Non l'avrà, quanto meno, fino a tanto che le passioni, gli interessi sociali, l'attualità e l'incertezza della lotta che lo hanno determinato e caratterizzato saranno, più che episodio del passato da interpretare, una cosa ancor trop– po viva da sentire. Tant'è che in questo senso i suoi storici si possono abbastanza 8.gevolmente distinguere - anche prc- _ scindendo da coloro che se ne sono valsi unicamente n scopo di propaganda facendone una specie di mito da sventolare davanti alle masse - a seconda della parte cui appartengono, fn storici e borghesi> e storici socialisti. Per l'impostazione 41 tutto il suo veramente notevole e documentatissimo lavoro, Il Revel appartiene piuttosto alla prima categoria. Bisogna aggiungere però che, a parte questo schema che può anche non piacere, l'Autore rivela, ~ssieme ad un certo scetticismo che non sempre gli consente, malgrado l 'scutezza delle indagini, di percepire il fondo della sua storia, un afflato che lo av– vicina alle persone che descrive, gli fa cogliere con fine in– tuizione I moventi del loro animo, e· fa di tutto li volume un'bpera viva, opera· non soltanto di un ricercatore attento, l uno atudlo~o preciso e coscienzioso, ma di un uomo par- '9clpe e a volte commosso. Bianco Ne è venuto cosi il quadrd ,più completo che io cono$Ca della Comune. Quadro, e a volte mosaico, per il modo f'el racconto, che procede per descrizioni parziali, per iJlazionl e per citazioni, specialmente di contemporanei - che tutto vogliono comprendere: letteratura, politica, umanità nel sen– so più ampio. · Un esempio di quel clfe si è detto si può trovare a pagina 442, a proposito di quelli che dovettero essere i sentimenti di Rigault, il « birichino cinico :t nel suo tentativo di rJpristl– nare il terrore giacobino nel momento in cui la Comu,ne ~ta– va, per crollare sotto i colpi del signor Thiers: « Già allora (cioè nel 1948) Chaudey (la vittima prescelta da Rigault) aveva seguito la linea di condotta che seguono solitamente i tribuni parlamentari della sinistra quanci'o sian posti di fron– te all'impazienza ed al .sospetto della massa, perchè le grandi promesse èli giustizia, di libertà, di uguaglianza e di poli– tica finalmente onesta tffrdava a ,cendere dai cieli delle enunciazioni programmatiche. I tapini, che sono i protagoni– sti di questa storia, sogliono credere ingenuamente che i loro corifei dicono e fanno sul serio. Ma c'è un momento tipico in ogni rivoluzione, quando nelle fratture del consorzio ci– vile provocate dalle sonanti eci'. azzardatissime vaticinazioni di quel tribuni traspare all'improvviso j.l volto nudo del!a miseria, della fame, deJla rabbia, delle speranze una nuova volta deluse e delle antichissime aspettazioni perennemente frustrate >. La figura di Rigault, che è una delle piil significative di uno stato <l'animo, e di quelle su cui J'A. si sofferma, cl pare, con una certa preferenza giustificata, accentra quello che è uno del caratteri della Comune. Carattere che l'A. ha il me– rito di rilevare e di suggerire, prospettandone alcuni elementi senza tuttavia toccarne il fondo. Intendiamo il contrasto, l'e– terno contrasto. fra giacobini e girondini, fra estremisti e moderati, fra rivoluzionari puri e riformatori sociali. Esso riaffiora, dapprima, e si accentua. poi giungendo fino a ta– luni eccessi (non molti invero, come giustamente pone in lu– ce il Revel, e sempre contrastati dalla persistente mentalità le-galitaria della gran maggioranza dei comunardi; non tali comunque da giustificare neppur da lontano la fanatica, san– guinaria e premeditata repressione <i'el signor Thiers) negli ultimi giorni di vita e di lotta della Comune. Nella Comune, il contrasto può essere impersonato, nei blanquisti da una parte e nei prudoniani dall'altra. Vi è però una sostanziale differenza ormai. Tanto i primi quanto i secondi, a differen– za dei loro predecessori della vecchia Rivoluzione, hanno in– teressi nuovi, che sono suscitati dalla nuova c.omprensione dei rapporti economici di classe, e in cui si riflettono decenni di propaganda socialista (compresa e non sola quella mar– xista). Se è vero che la Comune è per gran parte pruòoniana, e se è vero che in realtà le discussioni degli stessi prudo– niani non hanno generato riforme sostanziali, JIUesto lievito sociale è tuttavia ,palese e forse valeva la pena di metterlo maggiormente in luce. Il fatto, del· resto, che gli stessi blan– quisti solo sul finire abbiano avuto occasione di porre in pratica, e in senso puramente negativo, la loro dottrina, può essere una riprova, ben più che dell'indifferenza della massa parigina, di una esigenza costruttivé. che le circostanze non hanno permesso che fosse tradotta in realtà. E', comunque, merito del Revel aver fornito, e in una forma suggestiva, gran parte degli elementi di giudizio su questo discusso avvenimento. Piero Gallardo La persistente difficoltà nella produzione al ~orrente ci ha impedito anche questa volta di ricuperare il ritardo nell"usci– ta della rivista. 1 nostri lettori vogliano perdonarci. Direttore: UGO GUIDO llONDOLFO Vice-direttore respons.: ANTONIO GREPPI Autorizzazione Tribunale Milano 8/10/1948 n. 646 del Registro Ti,pografia Pinelli - Milano - Via Farneti, 8

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