Critica Sociale - anno XLI - n. 8 - 15 aprile 1949

190 CRITICA SOCIALE trovarsi nell'obbligo di tornare a battersi in Europa per la terza volta. Gli Americani e 11 loro governo pensano che que– sta prosperità e questa forza non possono esistere eh~ con l'unità europea. L'unione fa la forza »... Insisto sul1a parola indipendenza, perchè sembra esistere un'idea assai diffusa - o almeno ,si ,manifesta una propa– ganda in questo senso - che gli Stati Uniti mirerebbero a porre la mano sull'Europa. Posso citare innumerevoli smen– tite di fonte autorizzata americana a simili affermazioni, ma preferisco che consideriate il punto di vista americano alla luce dei fatti piuttosto che a quella delle dirhiar.azloni ver– bali. Voi conoscete tutti il moto romano diuide et impera. Vi è nel mondo oggi una gran<i'e potenza che ha concluso patti bilaterali separati di aiuto mutuo con paesi vicini, mn che ha impedito a questi di unirsi in una federazione. Non sono gli Stati Uniti. Per contro, gli Stati Uniti hanno, non solo favorevolmente accolto a parole la cooperazione europea, ma si sono sforzati, per esempio, o"'i accrescere l'autorità dell'O.E. C.E. sugli Stitti membri. D'altra parte, è nella linea di con– dotta classica di una potenza imperialistica di 1nantenere i paesi sotto la sua tute!a in una situazione economica rela: tivamente debole» .., « Vi è oggi nel mondo una grande potenza che ha tolto ai suoi vicini, amici e alleati, del materiale industriale e delle officine e persino dell'attrezzatura agricola. Non sono gli S1:àtl Uniti. Al contrario, uomini <i''affari e lavoratori eu– rop'ei sono stati invitati a venire negli Stati Uniti, a visitare officine americane e ad imparare alcuni dei nostri segreti di produzione. Non si potrà che felicitarsi se un'Europa unifi– cata di verrà cosi prospera e cosi forte da essere !n grado di assicurare la sua indipendenza. Sarà un'Europa democra– tica. L'America potrà contare su di essa>. LeTradeUnlonse le nazionallzzazlonl. Le Trade Unions inglesi si interessano molto direttamentt:. dei metodi di amministrazione delle industr'e naziona-lizzate, scrive l'organo ,<i'ella Confederazione sindacale svizzera, La Revue syndacale suisse, in un arti.colo del fascicolo di marzo sull'wtteggiamento dei sindacati inglesi rispetto alla gestione della industria nazionalizzata. La question_e che si ,pone attualm~nte è quella di sapere se le prime es•p·erienze sono soddisfacenti o se occorra modi– fica.re i metodi finora impiegati e il Consiglio generale del– le ·Trade Unions (T.U.C.) ha fatto un esame dettagliato della struttura deille .indu.strie nazionaJizzate e dei aoro metod."i amministrativi. Sécondo questo esame, è da r.itenere che i sindacati operai britanni.ci non hanno gravi critiche da for– mulare contro le esperienze di ,nazionalizzazione fatte in In– ghilterra dopo il 1945. Ece<> a questo rig"uardo un'analisi del– la posizione di ,!}rinciplo del T.U.C., .pubblicata da « Notizie del fronte del lavoro » del 3 marzo e che •la Rivista ripro– duce traducen<~ola. Principi fondamentali. e Ancor prima che l'attuale governo pren<resse il ·potere alla metà del 1945, il T.U.C. aveva decis·o In qual modo dovessero. essere ••amministrate Je i,ndustrie nazionalizzate. L'esame ac– curato fatto deUe industr,ie 1J1azionalizzate ha dimostrato al Consiglio ,generale che i principi base ,posti dal T.U.C. erano stati osservati nella nazionalizzazione delle miniere, dei tra– &porti, della diS:tribuzione dell'elettrièità ·e dell'in,G:ustria del gas. 11 Consiglio genera,le ha rilevato che questo è vero par– ticolarmente per ciò che riguarda il modo i.o cui la legisla– zione del governo aveva fissato ila .partecipazione degli ope– rai alla direzione e all'amministrazione di dette industrie. Il Consiglio generale non vede in questo momento moti-va eilcuno di •modificare il suo punto di vi.sta relativamente al modo in cui l'i•ndustria nazionalizzata deve essere organiz– zata e arriministrata. SQ tutti i punti essenziali, il Consiglio . genera,l,e si a.lchiara pronto ad affermare a,pertamente che il Governo, in tutte le misure prese per la nazionalizzazio,ne, ba seguito Je direttive del T.U.C. PraUcamente, ciò significa che ili T.U.C. non vede ragione alcuna di modifica.re il wo ,punto di vista in materia, cioè eh~ la forma migliore di amministrazione per una industria o un servizio commerciale che apparti'ene alla nazione deve av-ere la forma di un consiglio di -amministraziO,Il/e pubblica. Il T.U.C. resta convinto che i-1 modo migliore di mantenere l!l. principio della .responsabilità , pubbli.ca ris,petto alla con– dotta di una industria nazionalizzata è ii seguente: il consi– glio di amministrazione deve essiere designato da un mini– str-o, i.J quale è a sua volta :responsabile dava-nti a,1 Parla– mento, ma è i-1 servizio l)Ubblico e non il serv-izio ministe– riB!le che deve occuparsi della direzione giorno per giorno del1l'industria nazionalizzata. 1-noltre, 11 T.U.C. afferma an- Biblioteca Gino Bianco cara una volta la sua convinzione che i membri che formano i consigli di amministrazione dei servizi nazionalizzali de– vono essere scelti dal ministro unicamente in quanto possie– dano -la competenza e le capacità necessarie per ammini .. strare l'industria interessata nel miglior interesse del pub– blico. Il T.U.C. è fermamoote convinto, inoltre, che i consigli dl direzione devono comprendere una o ,più persone che si siano acquistate till'ocinio ed esperienza nel movimento sin– dacale. Il T.U.C. pf'llsa pure che i delegati sindacali devono essere di non equivoca lealtà, cioè che -essi devono guardare, quando prendono una decisione, esclusivam,ente al pubblico interesse. Il T.U.C. pone come principio che li ministro con– sulterà li Consiglio generale quando si tratterà di nominare i membri dei consigli di amministrazione dei servizi pub– blici; e li T.U.C. a sua volta sentirà, ben s'Intende, Il parere del sindacati .-!guardo a queste nomine. Principio direttivo. Uno del principi direttivi della linea di condottà del T.U.C. è il seguente: è essenziale che li movimento sindacale con– servi la sua completa indipendenza di fronte alle autorità che. dirigono un'industria ,nazionalizzata o si occupano del reclutamento del suo personale, altrimenti i sindacati non sarebbero più in grado di criticare in piena Indipendenza l'amministrazione dell'industria interessata. Essi non potreb– bero più, nemmeno, in maniera stre1:tamente leale, adempiere la loro primitiva. funzione, che è quella di mantenere e ml• gliora,re le condizioni di lavoro In questa industria. Il T.U.C. reputa •necessario, conseguentemente, che i tradunionisti de– signati a d'a.r parte di questi consigli del servizi pubblici ab– bandonino li loro. impiego nel seno dei sindacati. Per questo mC>tivo, il T.U.C, non ritiene che i dirigenti possano far par– re a titolo temporaneo soltanto degli organismi direttivi del– le industrie naziona.Jlzzate. E va .ci'a sè che Ja necessità di mantenere inviolata J.'indipendenza dei sindacati di fronte a colo,ro che -sono incarica-ti del reclutamento del personale di una industria nazionalizzata ,non deve -impedire i sinda– cati dall'usare ,la loro influenza qtl!:!-Ddo si tratti di prendere decisf.oni su materie qua-li la produzione, ,iJ neindlmento, -l'as– sistenza agli operai ecc. U T.U.C. attribuisce la massima lmporta,nza a,J fatto eh• !-e leggi di nY,.zlonalizzazione preve<!ano. la Istituzione di o-r– gani consultivi tra lo stesso ,servizio pubblico e !e orga– nizzazioni operaie, dal gradino più basso deHa scala. Ciò non imp'lica -nna dispersione -del,l'autorità direttiva, ma b~ml un'associazione progressiva e stretta dei delegati -operai, su una base di con~ultazioni e consi~li, al - fl,n,e di stabili-re le direttive dell'industria nazionalizzata. li Consiglio generale del T.U.C. ha pu,-e esaminato ciò che è sta•to fatto per organizzare la partecipazione o.·egli op·e11ai agli organismi consultivi e per permettere loro di acquistare !e capacità necessarie per accedere alle funzioni dlretUve, Esso si è inoltre rivolto ora ai sindacati per avere ,a loro opi,nione suilla sufficienza degli organismi esi.stentl attualmen– te in queste industrie dal punto -di vista dei meccanismi ,con– sultivi, della prepar;zione e dell'educazione, Il T.U.C. spera che i sindacali gli fa.ranno sapere se, in pratica come in teo– ria, •l'organlzzazlo·ne e ,la condotta delle industrie nazlonaJls– zate sono conformi ai principi enunciati ». Il valore dell'esperimento. Il documento ri,pirodotto 6all'organo del,la Unione tilndacal~ svizzera è certamente del massimo interesse e meriterebbe un adeguato commento, anche riguardo ad alcune critiche che da parte operaia sono state fatte al funzionamento in prati- . ca del sistema. Basterà qui ,ricordare che i principi a cui si ispirano le · Trade Unions ingliesi in materia di nazionaliz– zazioni sono s1:ati fissati già nel rapporto del Consiglio gene– rale del T.U.C. al Co-ngresso delle Trade Unions del 1932 e sono sta.ti poi svolti pici in. particO'la,re per l'applicazione pratica nel rappo,rto dei 1944 del T.U.C. sulla il'icostruzlone postbellica. Li rapporto· del 1932 segna un nuovo orlenta– men-to rispetto alla vecchia i<i"ea sindacalista del controllo, o"peraio diretto delil'imd.ustria, che aveva avuto una certa dir– fusione anche In Inghilterra a,nteguerra e Sljleclalmente tra le, unioni operaie di alcune industrie - minatori, meccanici,· ferrovieri - sotto •la forma del « socialismo giJdista > ed era andato ,poi perdendo terreno nel movimooito operaio Jo– glese do.po la prima guerra mondiale. Il problema del rap– porti tra sindacati O'perai e amministrazioni delle imprese nazionalizzate è problema, si può dire, quasi interamente nuovo, in Occidente 'almeno, e la soluzione più con'Veniente. da adottare non aveva precedenti ai quali riferirsi, tanto più' che •le industrie nazionalizzate occupano, nei riguardi èlel movimento sindacale, una posizione s,peciale in quanto al tratta di lndust,,ie chiave. L'esperimento inglese In materia

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