Critica Sociale - anno XLI - n. 8 - 15 aprile 1949

178 CRITICA SOCIALE Per l'indipendenza della Coope·razione E' veramente da a,pprezzare l'iniziativa di Pier ne L'Uma– nità del 22 ma,rzo u. s., su cui egli fa dell'autentico realismo in ordine alla situazione dell'organizzazione cooperativa, spe– cialmente nei riflessi della Lega Nazionale delle Cooperati,ve. E' la prima volta che un articdlo di questo genere ha tro– <vatoospitalità nelle colonne del nostro organo ufficiale, per– chè - sia detto tra di noi - ma,i sino ad oggi la Direzione del nostro partito, e la ma stampa ufficiale, hanno inteso il dovere di asseconda,re adeguatamente gli sforzi dei pochi ele– menti cooperatori, che si erano tempestivamente ed insisten– temente rivolti sia all'una come aH'altra, per e-ssere aiutati ed accreditati nella ,loro disinteressata ed appassionata atti– vità. Questa è la pr,ima cr,itica che onestamente dobbiamo farci, e questa è una delle maggiori ragioni per le quali, nell'ambito <lcll'organizzazione coOP,erativa, e nci ruoli di di– rezione della medesima, noi, che siamo stati, dopo la libera– zione, i restauratori della Lega, ci siamo trovati 'rapida– mente e rarlicalmente esautorati dal'l'arrivismo monopdlistico e deliberato degli elementi comunisti, e affini. Quello che i comunisti hanno visto immediatamente, e che noi non abbia– mo saputo ùifenèere, è stato il valore politico della coo-pe– razione, sicchè essi, a,pprofittando della scarsa valutazione del problema ,ia parte deNe nostre forze politiche, e facenclo pressione irresistibile sui nostri cooperatori qualificati, rima– sti col solo ai•.1tC' del loro credito personale e della loro com– petenza a difendere le posizioni, si sono impadronit,i della effetti<va direzionP, e, attra·verso una tattica tenace e pro– gressiva, adottata in ogni luogo ed in ogni momento, hanno paralizzato ed elinÌinato ogni nostra utile influenza ed ogni nostra effettiva i"gerenza. Ma quello che è peggio è che !a nostra _corrente, non solo si è astenuta da ogni azione posi– tiva in appoggio di quei coraggiosi che hanno in tutti i mod, tentato di fronteggiare l'invasione, ma ha ignorato e to'1le– rato quella più maHziosa tattica attuata ·dai comunisti, e com- . pagni, per una sistematica eliminazione, eomunque, degli ele– menti più combattivi della nostra cor,rente e per la loro so– stitn.tzione con elementi più docili ed elastici. Di qui l'infe– lice conseguenza che, mentre ai fini della responsabilità sia– mo illimitatamente presenti, anche per gesti tendenziosi e oar– tigiani dai quali sentiamo di dissenti,re, d'altra parte siamc, praticamente privi di ogni potere. Così abbiamo recentemente visto il nostro maggiore· e più qualificato esponente in seno alùa Lega prestare il suo consenso ad una protesta ufficiale e drcolare contro il Patto Atlantico, la quale, se pur por– •tata anche setto i'i profilo di un aippel1loalla p-ace - rl che per l'organizzazione cooperativa sarebbe ,più che lecito e ~oe-· rente - rivela nel momento particolare un preciso a,tteg- . g,iamentq di carattere ·squisitamepte pol,itico e ,partitico, che esorbita dai compiti economico-sociaili insiti nello· spirito e nella pratica cooperativa, ed espone anzi i:l movimento c<ioperativo ad equivoci e reazioni pregiudiziewli a,l suo svi– luppo a-ssociativo ed al suo avvenire ·universaJlistico. In que– sto stato 'di cooe, alla nost-ra corrente socialista, che per dottrina e tradizione è· ùa più qualificata al:Ja ingerenza in ogni movimento cooperativo, s'im;ione una precisa e decisa linea di condotta. O ,pretendere daNa Lega un maggiore ed effettivo disimpegno dalle ideologie e dai ,prog,rammi di spe– cifiche correnti politiche, ed una attività più consona allo spirito della libera coop'!razione di ogni tempo e sotto ogni regime, o asleqersi da posizioni di responsabilità e di diri– genza, in attesa che ad una gestione spiccatamente parzia~e e ,partig,jana spontaneamente reagisca l'organizzazione per-· una autorevisione e per la conquista della p·ro,prià indipen– denza. In ogni _caso, bisogna esercitaTe sui nostri cooperato– ri, specialmente dirigenti, una azione di assistenza. e di con– trollo, onde in essi non prevalgano interessi e mi,re perso– nali in contrast o con- le di~ettive che debbono in ogui set– tore informa.re la condotta del nostro paTtito. Ohe St poi nessuna di queste due formule dovesse basta– re, si renda positivamente e concTetamente promotore il no– stro partito di una terza forza cooperativa, la quale, col concorso aitresì delle wr,renti. come la nostTa, sacrificate _nel,l'ambito della Lega. costituisca quella .J,ibera e democra- BibliotecaGino Bianco tica organizzazione, la qua:le, nel contrasto delle due attual– mente ~eranti sotto influssi di partito e con criteri e fini poJ.itici, risponda obiettivamente ed onestamente alle esigen– ze d.i una vera ed autentica cooperazione. GIORGIO }J!RKIKI La Lega delle Cooperative Mi attribuisco -il titolo di « servo sciocco:,, che Pier lm voluto dare, nel suo articolo del 22 marzo, ai rappresentanti del P.S.I,.I. nella Lega delle Cooperative, e rispondo molto pacatamente, come si. deve fare fra gente educata e di una ,tessa fede. I comunisti e la lega. Lo stato di fatto, dopo Reggio Emi•lia, è questo: i co– munisti hanno la ma~ioranza nella Lega insieme coi rap• presentanti del P.S.I.; noi siamo in quattro e, nel consiglio direttivo, in due. Qual'è la posizione di questa minor:mza e i.\ trattamento della maggioranza ad essa? La minoranza ha dichiarato di voler collaborare fin dall'inizio purchè fos– se rispettata la sua libertà di giudizio. Devo dichiarare ohe nessuno ha mai tentato di farci sen– tire taJle nostra posizione di fatto, che replicatamente s1 e giunti ad intese su punti scabrosi e gralvi: basterà indicare la questione dell'adesione o meno al Fronte, sulla quale si cer– cò di evitare che ci fossero vincitori e vinti; e, nell'ap• pello contro il Patto Atlantico, noi non votammo ·con dichiarazioni precise, in modo da non trovarci in contrasto col P.S.L.I., ma l'appello ebbe tale forma misurata da non c,eare una situazione incompatibile coi nostri punti di vista. Devo aggiungere ·che, nonostante 1a lamentata intransì 6 en– za comunista in altri campi, ho sempre trovato nella Lega il desiderio di evitare possibilità di scissioni: è una situa,.io– ne di fatto che_ non pµò ~ssere -negata. Non ci siamo m'.'li trovati in condizioni di incompatibilità assoluta, cCY!Tie può avvenire facilmente quando si è in minoranza, e posso rac– contare, a questo proposito, un fatto. In una recente riu– nione ho attaccato sulla questione delle terre ed ho poi d– conosciuto io stesso di avere ecceduto nel tono, perchè quan– do si rawresentano idee diverse in un consesso, è doveroso badare anche a questo. QuaJlcuno protestò ed io, finito il discorso, mi sono assentato dalla sala per non più tornarvi: ma il compagno To1ino mi consigliò di ritorna,re. L'on. Cer– reti, che presiedeva, vedendomi tornato al mio posto, volle che la riunione continuasse sotto la mia presidenza. , 1o non nego che la maggioranza sia decisa, ma .ho l'onesto dovere di dichiarare che, nel caso della Lega, vi è una si– .tuazione di fatto partirolare che è' leaJle riconoscere. La co– stituzione di un Comitato interpartitico fu iniziativa della Lega, il dr~ vuol diFe che i[ desi<derio di n0n esacerbare i rapporti esiste. Per me un dissestò c'è, forse insanabi.le e che è all'infuo;i di. queUi che sono i ,ra,pporti di partito fra noi e i cCYmunisti.Esso non ha avuto per ora che accenni fugaci : è il metodo di fare troppo, di accumulare prohlc,'ni su problemi, impegni su impegni con uno sfondo sempre di carattere velatamente politico, ed è su tiò che d0<vremo fermarci se resteremo aJl nostro posto. Ma che alfa Leg,, ~i agisca con un sistema tale da costringerci o ad andarcene o a fare i « servi sciocchi» non è vero, ·e respingo tale af– fe111IJazione che, se offende me, è ingiusta per gli altri. Perwnale e periferia. Si afferma che la Lega non ha che personale comunista; ciò non è esatto. Come rappresentante della minoranza, io mi sono preo,;icu,pato e mi preoccupo di due cose: ,he -nc,n ci sia persecuzione alle idee ed esclusione premeditata di uCY1Tiini per ragioni politiche. Non è mai venuto, al Centro, alcuno a dirmi : « io sono stato eliminato perchè non ero e non sono cCY1Tiunista » ; devo ricordare che mi fu richit"Sto più volte aJlla Lega se avevo elementi di valore da indicare. Esclusa la persecuzione; contro la· quale mi sarei ribellato, resta ia questione della scelta. Ora io domando ;i Pier, se, essendo maggioranza, egli non sceglierebbe uomini - n~i serv1z1 pm importanti - che più lo garantiscano, e una garanzia è anche l'affinità di idee. E' una questione certo

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