Critica Sociale - anno XLI - n. 6 - 16 marzo 1949
126 CRITICA SOCIALE caratteristiche derivano tanto dalla sua dot_trina quanto dalla sua azione, _come si può fargli un posto nella comunità nazionale? Sarebbe facile trovare, sul piano del diritto in generale, una risposta categorica alla domanda: un partito che non si sente impegnato da alcuna regola com~ne, che è pr~nto a violare tu~ti i '.' con~ tratti » ogm volta che ciò può essere utile a1 suoi fini sceglie esso stesso il terreno sul quale deve ess~re combattuto: quello della forza. Bisogna ap– plicare al partito lo stesso metro del quale esso si serve, condurre contro di lui la stessa « guerra di posizioni » che esso ha impegnato sotto l'egida di principii interscambiabili, impedirgli di giocare il doppio gioco della legalità e_ dell'illegalità, del potere e dell'opposizione. Poichè si tratta di forza, e unicamente di forza, non vi è alcuna ragione per cui lo Stato, espressione politica della nazione, lasci uccidere la libertà - questo bene comune e perma– nente - in nome di una democrazia di circostanza, invoçata per meglio distruggerla. Tuttavia, una simile logica, per giustificata che sia, non deve, senza necessità estrema, essere messa in movimento. E' il caso di ricordare il cave a consequentiariis. Ragioni generali, e altre specificamente francesi impongono di resistergli nella' misura del possibile e anche un po' in là. a) Liberté oblige. • Essa comporta un certo numero di rischi che bisogna saper correre. Essa impone all'uomo e alle collettività, per conservarsi, molta· più disciplina e controllo di sè di quel che compprtano i regimi totalitari; essa è, ben più "di quelli, un regime duro, ma- in tutt'altro senso. E' il regime che lotta ad ogni passo contro la tenta– zione della forza, che è quella della faeilità, il regime che pesa in ogni mezzo impiegato la ,parte /dello scopo che .esso assicura, o compromette, e non considera mai la sua opera come compiuta. b) L'eresia e l'opposizion·e sono necessarie alla ricerca o alla riconquista della verità. Non si tratta soltanto di una specie di « igiene » spirituale de– stinata a evitare il « lasciar-andare » e l'anchilosi. La necessità di cui si tratta è ,più profonda: c'è dissidenza,· rottura dell'unità quando questà pre-. senta, almenò parzialmente, caratteri fittizi o ar– bitrari. L'errore è. sempre la conseguenza di una sconfitta che la verità subisce sul suo stesso ter– reno, e che i fattori esterni, seeondo il caso, regi– strano, deformano o aggravano. Ogni .tendenza a combattere l'errore, come se questo fosse nato al di là delle frontiere della verità, a prendere contro l'errore l'atteggiamento del clan contro lo « stra- . niero », impedisce di liquidare questo errore nel solo modo durevole:· come un momento· della crisi interna della verità. e) Non si tratta di mettere sullo stesso piano l'errore e la verità, il bene e il male, e di giusti– ficare,. comti certi epig,oni di Hegel, tutto ciò che esiste come « razionale ». Non è men vero che l'er– rore fa parte della « storia naturale » della verità e che esso non può essere liquidato se non nella misura in cui viene ·« superato », assorbito. Il ge– niale Hegel ha sottolineato qui una ·esigenza alla_ quale non sfugge la_lotta contro l'errore comunista. d) In ogni errore dei nostri avversari; noi ab– biamo una parte, più o meno grande, di respon-· sabilità. Noi siamo responsabili del bene che non abbiamo fatto, del male che non abbiamo impe– dito (2). Vi è dunque sempre una certa « immo– ralità » a far la parte dell'accusatore pubblico, come se si fosse sempre stati estranei al delitto che si rimprovera al colp!)vole. La -condanna è le– gittima quando coloro che la pronunciano ricono- · scono che essa li tqcc_a in parte e imp.one loro obblighi ai quali non possono sottrarsi senza in– firmare il loro giudizio'. e) Nello sforzo da compiere per evitare la « messa fuori legge » del partito comunista non ' (2) « Si è sempre responsabili del male che non si è im- pedJto nel ·passato e, soprattutto, non si ha il diritto di ~« la– scia•r fare » gli altri se non in ouanto si obbedisce ad ·un.a strategia che permetta, a} inom.,e.nto opportuno e scélto. di rlusc'ir-e· là dove gli altri hanno fa'llito > (A. Rossi. La nais– •ance du Fascisme, Par-ls, 1938. p. 251l. Biblio~eca·GinoBianco entrano, su questo piano, le preoècupazioni del– l'etica cristiana, sebbene esse non perdano in nes– sun caso i loro diritti. Noi ci poniamo dal punto di vista della comunità nazionale, dei suoi valori e dei suoi fini. Poichè i com~nisti sono ben decisi a sopprimere la libertà, se ne conclude che bisogna applicar loro, in anticipo, la legge del taglione. In questo modo, li si prenderebbe al loro stesso laccio, li si pagherebbe della loro. stessa moneta. Ora, è precisamente in questa specie di vittoria che sta il pericolo. Senza dubbio, in una lotta non si può sempre scegliere i'l terreno, nè misurare i colpi. I colpi non si dànnQ a patta, avverte un vecchio detto italiano. Ma Io Stato, .]a nazione, possono, meglio degli individui, sfuggire in parte alle fata– lità del corpo a corpo. Essi debbono sçegliere la via più lunga e più difficile, se questa permette loro' di evitare la contaminazione dello spirito e dei metodi che vuole liquidare. Una od un'altra misura prese a prestito dall'.arsenale del « nemico111 può -dare immediatamente un risultato più rapido, . ma attirando in casa propria il « nemico n, dan– dogli la nostra anima: il morto si sarà cosi im– padronito del vivo, e tutto s11rà da rifare. f) La « logica » che non può tollerare contrad– dizioni diventa facilmente « totalita:ria » anche quando sembra non esi~ere dai suoi avversari che la coerenza dei loro pnncipii e dei loro atteggia– menti. Mussolini ha cominciato dichiarando che vo– leva obbligare i borghesi ad essere veri borghesi e i socialisti veri socialisti, e si sa dove è andato a finire. Posizioni che contengono una parte vitale di- verità possono restare _confuse nello spirito di quelli chi: lé adottano e non ce se ne sbarazza af– fatto rilevando che sono contradittorie. E' il caso qui di distinguere (e ancora in maniera relativa) i quadri comunisti dalle masse che •li seguono. Per i « permanenti » del partito non vi è contraddi– zione, perchè tutto si riconduce alle necessità della « rivoluzione », nella forma concreta che ·essa pr,ende per loro, che è quella dell'espansione dello Stato sovietico. Ma le· masse sonÒ' ad uno stadio intermedio fluttuante, in cui, per esempio, il pa– -triottismo ed il « sovietismo » rispondono a bisogni diversi e fosso no coesistere a lungo senza che esse sentano i bisogno di definire i loro rapporti. Se questa definizione si ·impone, il partito comunista, che ha cercato fino .allora di sottrarvisi per poter profitt;ue del doppio impulso, ha la sua propria spiegazione: una certa imagine d-ella rivoluzione, di cui lo sfondo e la prospettiva sono forniti dal– l'U. R. S.S. Per vincere nelle masse 1'« immoralità 11 della contraddizione cqmunista, .bisog.ria, presentar loro una immagine tutta diversa della rivoluzione, che, permetta di chiarire questa contraddizione e di renderla insopportabile. g) Il problema delJ'.unità francese p;uò essere considerato secondario ed episodico o essenziale. In questo secondo caso, le obiezioni sulle difficoltà ed anche sui, rischi dell 1 impresa non reg·gono. Se si è per l'unità, perchè si ha della nazione una concezione ed un sentimento « comunitari » si pensi che la comunità_ nazionale è responsabile delle sof– ferenze e degli errori di tutti i suoi membri. Vale per essa lo stesso precetto che per il pastore del Vangelo, che bisogna abbaNdonare il gregge per salvare ·una sola peeorella smarrita; in Fra,ncia è una gran parte del gregge che si è smarrita, in modo che lo spirito di carità coincide con l'inte– resse politico, con la « ragion di Stato ». h) Abbiamo insistito sulla « doppia ·natura " del partito comunista, il quale, pur essendo al ser– vizio dello straniero, convoglia forze « autentica- mente francesi » (3). , (~) A pagina 346. dello stesso volume è detto: « ...· il pa.-tl– to comunista è un partito di natura parUcola.ce, natura che bisogna afferrare esattamente se si vuole rispondere in mo– do corretto ,alle domande poste dalla sua esistenz.a nel paese. Nelle polemiche" di,rett.e -contro di esso gli -si fa spess·o· a·p_– punto à."i essere un partito internazionalista. Questo aP,punto, anche se fosse valido in linea di principio, D,on lo è di fatto. II pa11Ho comunista non è· un p<:t.rtito inte,rnazionalista. IDtl 'ui;i partito naziorialista straniero, perchè ha un patriottismo che gli è proprio, H patriottismo sovi,etico. E, d'altra parte, questo stesso partito non può svilupparsi che nella mlama
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