Critica Sociale - anno XLI - n. 6 - 16 marzo 1949

12-4 CRITICA SOCIALE tiva di alcuni postulati prog~a!llll)atici e d~verg~nze politiche, cui non si può ev1dentem~nte rmunciare senza rinunciare ad essere se stessi, ma ~he yen– gono per il momento ~ccaI!-tonate. petermmaz1o_n_e ed espressione del raggmng1mento d1 questo eqmh– brio è il programma governativo, anzi, poiché in queste cose più che gli impegni' scritti valgono i sostanziali accordi, la combinazione governativa. Sarebbe peraltro ingenuo credere che l'opera del governo consista in un compito meramente esecu– tivo cioè nella diligente, puntuale e pedissequa. mes~a in atto dell'iniziale programma di govenw. Questo non dà che un orientamento generale-e som– mario indicando alcuni criteri ed alcuni obiettivi. Ma ràzione del governo (la quale poi, spesso, più che azione unitaria è azione complessa di singoli dicasteri) deve conformarsi sul mutare delle ,situa– zioni e delle circostanze, dev'essere non mera ini– ziativa programmatica, ma realis-tico adeguamento al mobile stato di fatto, dev'essere non soltanto attività, ma reazione al complesso e dinamico gioco delle forze e dei fattori, in continuo divenire. Non basta. In quest'azione, che di volta in volta, di fronte ai concreti problemi, richiede prese di posi– zione, costruzione di soluzioni, delibere di positivi e opportuni interventi, si, riverbera di necessità tutto 'il gioco politico, attuale e potenziale, E non si tratta soltanto delle interpretazioni, aspirazioni e soluzioni, spesso divergenti, ·talvolta addirittura incompatibili, delle diverse forze politiche che, attra– verso la personalità dei loro uomini di governo, partecipano alla coalizione. Si tratta di antagonismi più sostanziali, di mire a più lunga o addirittura finalistica scadenza, di più sottili ed infide mano– vre per acquistare od imporre una più determi– nante influenza direttiva. Si tratta infine della inter– ferenza, spesso 'indiretta, di divergenti interessi, che spesso sono interessi di classe, e non di raro interessi internazionali. In •altri termini, anche nel– l'ambito di un governo democratico, si verifica quella « concordia discorde », quell'equilibrio dia– lettico, quella polemica politica, ,quella ricerca di una « risultante » tra tendenze diverse: ch'è la sostanza stessa della democrazia, altrettanto !on: tana dall'obbedienza totalitaria quanto dalla passi– vità conformistica. Va da sè che questo equilibrio, quali che siano stati gli intenti iniziali, ad un certo momento può rompersi ed aprire una crisi. (Se abbiamo preferito schematizzare teoricamente le cose, è pur facile per il lettore farhe l'applica– zione nel caso concreto, tenendo presente non sol– tanto la distribuzione e la sproporzione delle forze, · ma anche le caratteristiche - peculiari _del governo attuale, con le particolari tendenze della D.C., che ne costituisce la . spina dorsale, e del Presidente De Gasperi che ne è l'abile reggitore. E, passando al caso concreto, non è chi non veda come le cose si complichino e si rendano più scabrose). Quanto abbiamo esposto dimostra come un par– tito della coalizione governativa che, per un preteso lealismo governativo, rinunci ad una posizione di critica, d'incitameRto e di controllo, si ponga in una situazione di inferiorità che certamente non giova a lui, ma non giova neppure al manteni– mento di questa « discorde concordia » che è la democrazia.. A difendere le tesi e gli interessi del partito ci sòno, è vero, i suoi uomini al governo. Ma proprio la loro influenza, la loro attitudine da un lato a « tener fermo » e ad opporsi a conces– sioni da altri sollecitate, d'altro lato a poFtare avanti le istanze e le sollecitazioni del proprio punto di vista, dipendono dal non essere in gioco essi soli, con la loro personalità, ma dall'avere dietro le spalle un partito che pi:eme, che vigila, che sol– lecita e - perchè no? - che critica. Proprio dal dovere rispondere al partito la posizione degli uo– mini di un partito al governo si rafforza. Occorre poi rilevare che spesso· anche ai più av– ve:iuti uomini di governo riesce difficile valutare dal di fuori, con gli occhi del Paese, l'opera di governo di cui sono corresponsabili, e coglierne sentori d'involuzione o di deviazione. Non meno fondamentale per la stessa efficienza della democrazia è quel pubblico controllo che il fascismo. aveva totalmente eliminato e che non sem– bra ancora del tutto ripristinato, specie ove si tenga conto, di ·quanta cospicua parte dell'opera BibliotecaGino Bianco di governo si esplichi attraverso la burocrazia o addirittura attraverso enti ed istituzioni partico– lari. La critica dei partiti e dei singoli parlamen– tari è qui più che mai necessaria: e proprio nel denunciare abusi, sperperi, assurdità, inefficienza - cioè nel presentare degli aspetti negativi - è la sua utile funzione per la democrazia. La quale non può e non deve avere mai paura della verità. Ma questa libertà di critica, che talora può ad– dirittura generare un dissenso,' ci sembra poi ve– ramente essenziale per un partito socialista. Non staremo qui a :teorizzare sul quando, il come e il perchè un partito socialista possa partecipare ad un governo di coalizione (nè intendiamo certamente riecheggiare punti di vista massimalistici, ostili per principio alla partecipazione socialista a governi borghesi). Certo si è, comunque, che tra partiti socialisti ed altri partiti della coalizione esiste un divario che va al di là di una semplice divergenza politica. E' il divario di una diversa concezione sociale, che fa degli uni i difensori dell'attuale stato di cose e dell'interesse a non mutarlo sostan– zialmente, e che fa invece dei socialisti i fautori di un nuovo ordine sociale e di una profonda trasfor– mazione dello stato di oose esistente. Ora, è vero che j. socialisti non partecipano a gove rni di coalizione (per lo meno nel caso nostro) p.er realizzare una trasformazione in senso socia– lista della società e dello Stato, nè per attuare ri– forme sociali in senso prettamente socialista, bensl per finalità più limitate: sostegno alle istituzioni democratiche, difesa della democrazia politica, di– fesa della situazione delle classi lavoratrici, ilnpo• stazione di premesse economiche ricostruttive, ecc. Ma è proprio questo· stato di cose di un'attuale collaborazione governativa di un partito socialista che rende più necessaria che mai una funzione di vigilanza e di critica. Da un lato c'è la collabora– zione con altre forze politiche che, anche quando non hanno sottintesi .antisocialisti, prospettano pro– blemi e soluzioni in s.enso · sostanzialmente diverso dallo spfrito e dalle esigenze del socialismo: e ta– lora in senso implicitamente ed esplicitamente con– servatore. D'altro lato ci sono, ad _opera di queste forze politiche o di altre forze meno chiarame.nte individuate che operano alle loro spalle, le ten– denze a imprimere una particolare involuzione all11 stesse istituzioni democratiche .o quanto meno ad escluderne dall'attiva partecipazione le masse po– polari. E infine ci sono tentativi di interferenze pri• vate, di imposizione o di conferma di privilegi e di parassitismi, di deviazione dell'interesse pubblico a favore di interessi privati, eco. C'è, in una pa– rola, ·tutto un mondo che socialista no:n è e che 0 intende mantenere ed esercitare il potere a suo favore, esplicandovi •più o meno una dominazione d'i classe. Se a tutto ciò un partito socialista non contrap– pone là •propria critica, la pr9pria censura, 1a pTo– pria iniziativa - 'denunciando abusi e sopraffa– zioni, sperperi e parassitismi, interventi illeciti e tentativi di intromissione, insidie e soprusi - manca proprio alla sua particolare funzione. A quella generale, che de ve avere un partito sociali– sta; ma anche a quella particola.re c_he sostengono proprio i fautori. della colla borazione al governo, a migliore tutela della democrazia e dell'interesse generale. • ' Nè questo compito è soltanto un compito ·negati'Vo, da caR di guardia. Accanto alla critica, alla, cen– sura al controllo c'è un vastissimo campo - che purt~oppo abbiamo ancora cosi poco prati~atol_ di iniziative socialiste, specie nel campo leg1slahyo. Alle soluzioni altrui, estranee allo spirito socialista e spesso impregnate di' spirito borghese, o, ciò che più spess~ accade; alla !llancanza di sol1;1zi_oneal– trui, dobbiamo opporre risolutamente reahstiche so– luzioni nostre. Se prevarranno, avremo dato al · Paese un positivo cont,ributo; se verranno osteg, giate e cadi:anno, sulle altre forze politiche peserà la. responsabilità di avere respinto queste nostre istanze. . Con q1,1este premesse, ci sembra che il problema possa avviarsi a più liberali conclusioni. D'accordo che la collaborazione, finchè vige, ha da essere leale. Ciò comporta per i singoli esponenti, pur salvaguardata la libertà di opinione· e la libertà

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