Critica Sociale - anno XLI - n. 6 - 16 marzo 1949
138 CRITICA SOCIALE e politico delle manifestazioni comuniste. Questo abisso non è il risultato del « tradimento » di qual– che capo, come pretende Trotzki, ma. ~i un.a ~nyo– luzione intrinsecamente dovuta al v1z10 d or1gme del bolscevismo, il cosiddetto « centralismo » del partito, dal quale è us~ito i~ nuo_vo ordine gesui– tico a insegna rossa e nvoluz1onana. Se il confronto tra il bolscevismo ed iJ gesuitismo si impone per il fatto della affine organizzazione gerarchica dominata da una casta di quadri, che si rinnova nello stesso modo in cui si rinnovano le alte gerarchie della chiesa romana, il parallelo non si arresta al lato organizzativo. Vi è fra i due or– dini una profonda somiglianza spirituale. Nel– l'Unione Sovietica, ad esempio, non soltanto la le– gislazione familiare è stata modificata in modo che potrebbe quasi essere adottata nena Città del Vati– cano· non soltanto la musica, le lettere e le arti sono' sottoroste al controllo del Gran Concilio della nuova chiesa, ma la scienza è condannata a subire uguali restrizioni. La scienza moderna nel 'suo complesso e in particolare le scienze naturali hanno hanno sempre dovuto soffTire l'opposizione del dog– matismo religioso, nel quale sono state e sono ancor oggi involte le tendenze co:,;iservatrici e oscurantiste del tradizionalismo sociale nella società di tutto il mondò. Da Galileo ai famosi processi del Tennessee con'tto l'insegnamento dei concetti evoluzionistici in quanto concerne l'origine della specie umana, il principio stesso della ricerca scientifica - fatta ec– cezione della semplice tecnica meccanica - è sem– pre controbattuto come eresia dalle dottrine da cui derivano j, poteri spirituali ,e spesso anche' quelli materiali. Quando Marx e Engels diedero alle molteplici aspirazioni al miglioramento sociale che siamo abi– tuati a chiamare socialismo utopistico, una nuova base scientifica, la loro opera fu tanto rivoluzio– naria nel senso scientifico della parola quanto le indagini astronomiche di Galileo, e l'opposizione alle loro tesi non fu soltanto politica ma anche dottrinale. Illustri universitari e studiosi si son dati e s{ dànno ,tuttora molta pena per confutare quello che tuttavia le scienze economiche e sociologiche moderne 'hanno accettato del marxismo. L'opposi– zione scientifica al marxismo ha due origini di– verse: una semplicemente dovuta all'interesse di classe ,della borghesia che vorrebbe provare che il mondo è ottimo• così com'è; l'altra spiccatamente oscurantista, dalla quale è poi uscita la tesi cor– porativista del fascismo, tradotta in tedesco da Hi– tler e Ley, in austriaco da Dollfuss, in spagnolo da Josè Antonio Primo De Rivera e in portoghese .'da Oliveira Salazar. La scienza e la religione materialista in Russia. Il marxismo come noi l'intendiamo è quindL un metodo essenzialmente scientifico, che non può quindi continuare ad esser vivo dal momento in cui si abbandoni il principio stesso della scienza, la contraddizione, la critica, la possibilità di con– tinue rettifiche secondo i più recenti risultati; prin– cipio dal quale deriva la sua stessa denominazione di materialismo dialettico. E' facile quindi dedurre che la denominazione di materialismo dialetticQ non prova nulla per se stessa se non è accompa– gnata continuamente dal metodo dialettico, cioè dal metodo della contraddizione e della critica. Ma per opera della fraseologia marxista della nuova chiesa politica di Mosca siamo ormai arrivati a tal punto nella falsificazione del materialismo dialettico, che uno ,scienziato ben noto quale il prof. Miiller, tito– lare di zoologia all'Università di Indiana negli Stati Uniti, ha affermato che nell'Unione ,sovietica, in nome del materialismo dialettico, si è proceduto ad .una epurazione dei quadri deJle rjcerche biolo– giche, giungendo ad una modifica delle conclusioni elaborate finora dagli scienziati nella relativa li– bertà di ricerca di cui prima godettero, sia per il loro lavoro, sia nel mantenere contatti con i loro colleghi d,eU'estero. Non è che iJ prof. Miiller sia un avversario del materialismo dialettico come lo in– tendiamo noi socialisti. Ma egli osserva - e con piena ragione - che vi è nell'U.R.S.S. una specie di religione ufficiale, sia pure « materialista »,, nel BibliotecaGino Bianco nome della quale si procede alla distruzione della ricerca scientifica. Il conflitto di cui ha parlato lo scienziato ame– ricano in varie manifestazioni recenti e in articoli apparsi su riviste non sospette di difendere ten– denze reazionarie, riguarda la genetica, cioè il ramo della biologia che si occupa delle ricerche sugli elementi biologici nell'eredità delle specie vegetali e animali, comprese naturalmente quelle , umane. Pare che questa scienza abbia avuto un grande sviluppo Jlei primi quindici anni di vita del– l'Unione Sovietica, e che allora lo Stato. abbia messo a disposizione degli scienziati ingenti mezzi, tanto da destare l'invidia dei colleghi stranieri che, , come il Miiller, ebbero l'occasione di passare qual– che anno jn Russia. C'è chi rimprovera ora al Miiller una certa emotività nella sua polemica, ma se si osservano le sue constatazioni sui colpi mor– tali dati agli Istituti e al corpo scientifico che vi lavorava, si capirà che le sue accuse e la sua emo– zione sono pienamente giustificate. Allo stesso modo, per esempio, noi non possiamo dimenticare la· fredda liquidazione dei dirigenti socialisti ebrei di Polonia Alter e Erlich da parte degli stalinisti . fra il 1940 e il 1945 (2). Le persecuzioni dei genetisti sovietici comincia– rono nel 1933 con la relegazione di alcuni di questi sciem;iati .nei famigerati campi di lnvoro forzato dell'Alta Siberia e dell'Artico europeo. Si trattava dei genetisti Scetyericof, Feray, Efraimson e Le– vitzky. Più tardi, nel 1936, un altro scienziato, Agol, fu epurato per « idealismo menscevico » e altri due suoi colleghi, Salmon e Levit sparirono dalla cir– colazione dopo , aver « confessato » i loro errori scientifici davanti ad un tribunale del partito, che probabilmente' capiva di genetica quanto· chi scrive di sintassi giapponese. Nel 1936 fu liquidato anche l'Istituto di Genetica medica di Mosca che jl Miiller chiama « unico al mondo » e che pare abbia avuto il torto di non comprèndere bene la dottrina uffi– ciale sovietica, sull'influenza ambientale nei fattori ereditari delle specie. Tra il 1936 e H 1939 si doveva tenere, in Russia un congresso internazionale di biologia genetica, ma non se ne fece nulla, in modo che ;. biologi dell'occjdente non ebbero la possibi– lità di esp0rre la loro opposizione scientifica alle assurdità del razzismo nazista. Si era discusso sulla possibilità di tenere il congresso a Mosca a condizione che venissero ritirate tutte le tesi con– cernenti la genetica umana e l'evoluzione in ge– nerale, ma l'accordo non fu raggiunto. Il congresso ebbe luogo due anni più tardi a Edimburgo. I so– vietici, che avevano intenzione di parteciparvi e ,a,vevano · già presentato le loro tesi, si, videro ri– fiutare il permesso di lasciare, la Russia. Nicolai Vavilov, il genetista' sovietico che era stato fino allora presidente del congresso, si scusò di non ,poter parteciparvi con una lettera abbastanza scor– tese. Miiller, che era uno dei suoi intiµii amici, pretende che questa lettera sia stata scritta da altri. E' certamente difficile dubitare di ciò, dopo che si sono viste tante intel'ferenze politiche anche nel campo delle scienze naturali. Appare evidente da tutto questo che, , a parte le modifiche scientifiche sulle ricerche biologico-gene- , tiche, l'intromissione delle supreme gerarchie del partito nelle ricerc1te scientifiche ha lo scopo non tanto di modificarne i risultati quanto di impedire • il sorgere di una autorità morale o scientifica che potrebbe un giorno mettere in pericolo il potere « temporale » d!li bolscevichi. La sorte dell'ex pre– sidente del congresso internazionale di genetica, Nicolai Ivanovich Va:vilov ce lo prova. Questi era, prirria di cadere in disgrazia, il presidente dell'Ac– cademia di Scienze Agricole, · dell'Istituto delle Piantagioni e dell'Istituto Sovietico di Genetica. Nel 1940, quando la Polonia fu divisa tra la Ger– mania nazista e l'U.R.S.S., lo stesso Vavilov fu (2) I due lead,ers del Bund, Orga-n1zzaz1,one soclallsta ebrai– ca di Polonia, si rifugiar.ono al momento dell'invasione hi– tleriana nell'Unione Sovitei'ca, dove, dopo va.ri arresti e In– terrogatori, sparirono nelle carceri della N.K.V.D. di Kul– boscev.
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=