Critica Sociale - anno XLI - n. 5 - 1 marzo 1949
110 CRITICA SOCIALE gettivo e quindi nelJ.a coscienza; non insomma oste– trica, ma genilride essa stessa ,del nuovo assetto so– ciale, come è avvenuto in Russia. Costretta, secondo la frase di Lenin, ad « una ],unga e asipra campa– gna ,contro Io stato d'animo delle masse ,popolari e contro Io stato de].]e cose», la dittatura non può nè esser su,perata, nè atten uare il s uo rigore e l'uso della forza, l'assolutismo , dispoti.co e il regime del. terrore le si impongono come una ne,cessità, trista quanto si vuole, ma :più ,potente di lei. Fin dal 1899 anche il Bernstein aveva infatti previsto l'assolu– tismo centralista, il flagello burocratico e la ditta– tura terrorista ,come inevitabili conse·guenze della socializzazione .della produzione, quando mancasse– ro le condizioni preliminari ,per la sua istituzione senza Je quali si ,5a,rebbero verificati vaste ,distruzio– ni di forze produttive, insensati esperimenti e vio– len11e irragionevoli. Conseguentemente, la conqui– sta della democrnzia e la formazione di organi poli– tici ed economici di questa democrazia, il « sociali– smo delle istituzioni », il « ,divenire continuo per successive realizzazioni», di cui .parla Rodolfo i\TonqoJfo, erano per lui le condizioni primordiali e indispens11bili per la realizzazione del soci::ilismo. IrÌ 'questa inter,preta,zione ·de]I'attivismo marxista come gradualismo costruttivo, che identifica la con– cezione etico-pratica del marxismo colla coscienza della eredità storica, mettendo l'aecento sulle con– dizioni che dovreobero essere costitutive del nuovo regime, .perchè il trapasso storiico possa ,dirsi real– mente compiuto senza ritorni o ,persistenze delle forme che si volevano srnperare, Io sfacelo che dis– solve d'un tratto .una organizzazione sociale, quan– do •I'ere•de non è ancora in grndo di prendere la successione, non può segnare il principio più ra– pido dello svih11p1podell'organizzazione nuova. Fabianismo e marxismo. za ricordarci ehe la forza è •anche la levatrice dei caos e il caos l'ostetrico della legge marziale. H. G. WeUs, che, come si sa, ebbe ,parte nell'opera ini– ziale di educazione e di organizzazione della l.o– cietà Fabiana insieme ai fondatori, nel suo libre « New wor1ds for oM » ,del 1907, nota che è toccato al piccolo gruprpo di inglesi che la fondarono di converti<re il socialismo rivoluzionario in un ( 1,0- cialismo amministrativo ». Il metodo fabiano, egli rileva, ha la sua ong111e, non solo nella reazione .contro i metodi rivoluzio– nari, ma nel senso sociale degli inglesi in generale e nel realismo ardito degli amministratori in parti– colare. I fabiani non inventarono il metodo fabiano, ma si resero conto che i metodi economici e l!llll· ministratiivi ,dell'avvenire dovevano ,basarsi sullo ni– luip,po dei metodi e delle istituzioni democratiche già esistenti. Ma ,per rendersi conto della profonda differenza tra l'attivismo del « socialismo ammini– strativo » dei fabiani e l'attivismo rivoluzionario basterebbe confrontare il giudizio che della « Co– mune» di Pari.gi - l'archetiJpo della rivoluzione leninista - danno rispettivamente il Shaw, nella citata ,prefazione ai Saggi, e il Ma,rx, nel suo indi– rizzo sulla Comune. Non è ·però •privo di interesse notare che· il Wells aveva rilevato nel suo libro i pericoli implidti in un « socialismo amministrati– vo» a sè stante, ind~pendente dal movimento ope– raio, portato ·per sua natura a sacrificare i proble– mi di IJ)Olitica alle necessità dell'economia, colla conseguenza inevita1bile per il sistema del progreli– sivo trasferimento delle funzioni direttive <lai rap– presentanti ai funzionari e della' trasformazione di una « burocrazia scientifica» in un « mandar inate» burocratico, che assumerebbe il controllo reale ope– rante dello stato e ,governerebbe il ,paese secondo le linee di un socialismo antidemocraHco. Queste primato dell'economia sulla politica nella ricostru– Ed è a,p,punto questo socialismo nella maturità zione socialista è, ,per il Wells, caraHeristico del dei tem,pi, quale .Jo sfa attuando il Laborismo in- movimento fabiano ai ,suoi inizi, più forse nella let– glese, che viene contrap,posto al comunismo bo!- tera che nello spirito dell'insegnamento dei Webb, scevico dalla socialista Tribune ,di Londra', in un i quali 1però riconobbero successivamente in modo suo articolo del 5 novembr,e sul trentennale della esplicito la necessità di un'azione IJ)olitica autono– rivoluzione russa. La rivista, dato atto dei risultati ma ,delle classi operaie. Ma un riflesso di quella pre– positivi della medesima, accusa i, bolsce·viichi di minente preoccu.pazione delle o.pere conerete rispet– aver poi, ,colla dittatura ,bonapartista instaurata dat to al fine si _..potrebbe vedere nel fllobolscevism;o ca,pi sovietici, tradito Ja causa ,della rivoluzione, <lei vecchi ·Webb e nella loro simpatia, certo non venendo meno a quei principi di libe,rtà e di giu- senza riserve, (Per la ·pianificazione burocratica 11ta– stizia ,che i-spiravano gli art,efid •della rivoluzione liniana. d'ottobre e insieme di aver abbandonato i più no- Per la stessa teoria del marxismo, secondo affer– bili ideali dello stes·so marxi,smo, al quale essi di- ma H. Lf\febvre in una sua recente esposizione sia– chiarano ,di ispirarsi. « Noi, dice la rivista, stiamo tetica della te oria ma 1 rxista (3), spetterebbe a cia– poner,,clo i fondamenti ,cli una vera comuroità socia- scuna nazio.ne di ,scoprire la formula delle sue Ira– lista in Inghilterra e ,giaccbè socialismo significa dizioni, de lle' sue esperienze, delìa sua struttura, libertà non meno che gÌ'ustizia, possiamo dire che _delle forze in contrasto e delle loro azioni recipr•– noi" costruiamo il socia]j.smo più sicuramente degli che e Marx aveva rilevato infatti che il materiali– eredi dello zarismo, che si son messi all'olJ)era tren- smo storico non è •una teoria sto,rico,filosofica t'anni fa». · « 1passe4pall"tout », che impone fatalmente la stes11a Ma è questo il IJ)unto d'ap,prodo di quel m@vimen- marcia generale a tutti i ,popoli, qualunque siano lo •socialista inglese, ,pervaso fin ·da1I'inizio da idee. le ciJÌ.costanze storiche in cui sono (Posti. Ma Marx, costruttive, al quale i « Fabi,an essays in socialism » soggiunge Lefebvre, non ha detto tutto e se ha ana– de,J 1899 - « la bibbia del socialismo amministra- lizzato il « ca,pitale », resterebbero appunto da stu– tivo », come Ii chiamò il -Wells _ diedero il suo - diare i «capitalismi» nei diversi ,pa,esi del mondo, credo ,partiicolare, la gradualità, « l'inevitabilità del- colle loro strutbure particolari, e i loro caratteri la gradualità», e il suo metodo di vittoria, l'edu- concreti, il loro gra<l·o di svilup,po, i loro diversi cazione al socialismo della classe media per, pre- · settori, le forme di Sta.lo che vi si connettono eoc. parare i tecnici e .gli amministratori di ima vera democrazia i:ndustriale, unita alla penetrazio~e del– J.e idee socialiste nei sindacati operai, dopo che la Fabian Society, fondata nel 1884, « tra le beffe dei catastrofici », come scriveva Bernard Sbaw nella prefazione all'edizione del 1908 di quei sa,ggi, aveva volto le spalle aUe barricate e rivolta la mente a trasformare la disfatta eroi-ca del ,proletariato della « Com.une » in llln suecesso 1prosaico. Marx, notava Shaw, ,ci ha detto che la forza è la levatrice di ogni società vecchia, ,gravida di una nuova società, sen- BibliotecaGino Bianco 1 due Marx. Lo stesso Marx, nei riguardi dell'Inghilterra, ne– va alla fine riconosciuto, espressamente, la possilti– li là che la ,presa de\ potere da parte del proleta– riato vi si e•tfettuass·e per vie noh violente. Ma re– sterebbe da vedere come e fino a che ptmlo la pra- (3) H. LBPEBVRB: Le marxi&me. Par.is, Presses Universitalree à.'e France, )948. Dello stesso si può vedere una antologia tl6 scritt'i di Marx oon 1:1n'a.Jll1Pia introduzione nella coHe.delH Les cla.uiques de la liberte (Genève - Paris, 1947).
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