Critica Sociale - anno XLI - n. 5 - 1 marzo 1949
CRITICA SOCIALE 107 L'Assemblea delle Provincie d' ltalia IN « Critica Sociale>, negli anni 1946 e 1947 (1), fu data notizia dei risultati deli1e Assemblee dell'U- 111ionedetle Provincie d'Italia rispett,iv-arnente del maggio 1946 .e del novembre 1947, con speciale ri– ferimento. al problema della Regione e della Pr~: vincia. Nei giorni 4-5 febbraio 1949, i rarp,presentanti delle ProV>incie si sono nuovamente riuniti ,nella a-ssem– Wea <della loro Unione per ,dhicuter-e ancora del pro– Mema: l'occasione ne era stata data dalla avvenuta presentazione al Parlamento dd due progetti di leg– ee d'iniziativa governativa, ,portanti i rnn. 211 ,e 212 e relativi il 1Prillllo iailla attua7lione deH'ordimamento regionaJ,e deillo Stato, previsto dal Titolo V della Co– stituzione, e il sec<;>rndoaJila elezione dei Consi,gH re– gionali e degli « o•:r,gani e1Lettivi deHe Amministra- zioni .provionciali :i>. - Il Convegno ha awto [Pa-rUco1aire eco, specie ne– gli ambi,enti jpa1'1amentari, runche 1Perchè il Miai,stro dell'Interno ('}Il. ·Scel!ba, ,inltervenendo alla se·duta inaugurale, ha :pronunciato un im,portante discorso, i cui p,rincipi informaUvi, peraltro, sono stati am– piamen.ti d1iscussi e contrastaU daWAssemMea, men• tre, d'altra .pairte, fAssembLea ,stessa si è pronun– ciala in senso nettamente cont:r,rurio ai disegni di legge n. 211 e 212 attualmente all'esame delfa Com– m,issione Affari Interni della Camera. l,l 1Pr0Mema Regione e Prov'inda è sempre, anzi eggii più che mai, d'attualiità. E' noto che la Costituzione, aocogHendo, su que– sto punto ,i voti delfa Assemblea del>l'Unione deJ,Ie Provincie del 1946, ha conservato la Provfocia co– me Ente ,a,utonomo a,c,canto alla Regione. E' noto pu– re che, in questi u:rt1mi te,rnp,i, 1e polemi,che suila Re-gione sd son.o riacicese, e H Paese si è diviso in regionalisti e antiregionar1isH, _promuovendosi inizia– tive ,per una petizione da sottoporre al Pa,rfamento al fine di ottenere un refere-mdum sulla revisione .del– la Costituzione, !J)•er la p,arte deU'ordinamento re• gionale, mentre è -stata anche presentata a.Ua Camera uma projposta dli, legige, d'iniziativa di alcuni De:pu– tati appartenenti a-I Grujpl])Odel M.S.I., per la revi– sione stessa. Vi è comunque, ammettendo che la CosHtuzione non si-a riveduta, il i;>roblema dei mworti -tm Re– gione e Provincia e quello del sistema di elezione e deHa comlf)osizione degli or,gani rapl])•resentativi de'l– la Regione e della P110V'incia. Di qu,est'ulliimo ,punito si è in par,ticolare ocoUJpa– ta l'Assemble•a delie Provincie: il progetto gove•rna– tivo n. 212 ha p11oposto per le Regioni i Consigli Re– giona1iJ eletti a sistema proporzionale e a Collegi p-rovinciali, e, per le Provincie, Deiputazioni pro,vin– ciaH di pochi membri, eletti ,per !Iletà dail Con.si– gHeri regionalii eletti nelle singole p,rovin,cie, e per metà dai Sindaci o Commi'ssari dei Comuni deUa Provincia. Per quanto si riferisce all'or,dinamento regionale, il progetto di legge n. 211 reca norme generali circa l'attività da svolgere daHa Regione, sfa in materia legislativa, sia in materia amministrativa, senza pe– r.altro discitplinare taluni punti fondamentali ed es– &en.zi ,ali quahl quello della finanza regionale, quello deHa precisa determinazione delJe funzioni della Re– glon e, nelle materie previste dall'art. 117 della Co– stituzione, quello della delega di funzioni da,Ua Re– gione alla Provincia ecc. (2). U) Fase. 16 giugno 1946 e lii dicembre 1947. (2) Dei due pr-0gettl ha parlato, critican4'oli, su « Critica loelale > del 16 febbralo 1949, Luci.,oo S..fflri-0. BibliotecaG·inoBianco I.fMin~stro deH'Interno, inaugurando, come ho det– to, il Congresso delle Provincie, ha -sostenuto i due progeHi di legge, pur dichiarando che « sii tratta di semplici progetti, sui quali deciderà sovrana.mente il Parlamento, e quindi nulla è com,promesso, nulfa è deciso in questo cam•po ». ln sostanza il Mini-stro ha afferma:to che la Regione dovrà avere amvi com– piti amministrativi e ,che « eserciterà una funzione e una influenza decisiva sull'avvenire della Provin• eia », ira quaIJlo « tutto ciò che è di competenp del– la Prnvinoia è di già divenuto oom1peteni;a del1a Re– gione>, ,si-cchè - a parere ,dell'on. Scelba - la Pro– vi1ncia non dov:rebbe in sostanza assumere altro ca– rattere che quello di or,ganismo subordinato ed ese– outivo della Regione. Da questa premessa avrebbe dovuto discendere la conseguenza, afferm,ata neil progetto, che « sono su– perati i Consigli p,rovindali :i> e che si debbono quirndi solo prevedere - per le Provincie - « De– putazioni ,p,rovinciaili >, elette indirettamente e con funzioni di carat-ter,e esclusivamente esecutivo. Tut– to ciò almeno •in via provvisoria fino a quando non si avrà una decisione definitiva sulle funzioni della Regione e deUa Provincia. A tale concezione, che non è sembrata per nulla ortodossa, ma p>i<uttostoantfoostituzionale, oltre che inonganica, e contrwri>a ai IJ)rind,pii dell'autonomia e del decentramento, ha reagHo il Congresso delle Provincie, i cui rappresentanti, a larga maggioran– za, e senza distini;ione di (Pairtito, hanno ,31pprovato i,l seguente ordine del gior,no: · « L'As·semblea straondinaria delle Provincie Ita• liane tenuta in Roma B 4-5 febbraio 1949, tlopo am– pia discussione sul tema relativo a,gli « Organi elet• tivi delle Amministrazioni ProvinciaH », afférma: 1) che non si possono ammettere soluzioni prov– visor,re contingenti dato che l'Ente Provind:é!, rico– nosciuto come Ente autonomo dall'art. 128 della Car– ta Costituzionale è vivo e in ,atto e •richiede una de– tìnitiva e democratica sistemazione dei propri org:i,– ni elettivi; 2) che taLi ·organi elettivi delle Ammini.strazioni Provinciali .de-bbano essere, in omaggio alla loro piena autonomia, il Consiglio Provinciale (Organo ·rielil.Jerante) eletto a suffr.agio diretto, e la Deputa• zione Provinciale (Organo esecutivo) espressione della maggioranza del Consiglio; 3) che le elezi-oni dei Consi,gli Provinciali siano indette c-onteilll])oranearnente a quelle dei Consigli Regionali; 4) che la esigenza del decentramento, solenne– mente affermata dalla Costituzione, deve attuarsi at– traver,so •una traslazione di funzioni e competenze dai poteiri centrali a quem regionali e a quelli delfa Provinci'a e del Comune. 1° firmatario: Rieggio (Prrovincia di Brescia) >. n problema è stato quindi posto chiaramente, neJ suoi termini, dagli ~miniistratori deUe Provincie: inrnanzi tutto si è affermato ,che non è ammissibile una soluzione prcivvi-sor,ia del problema della ra,p– presen tanza provinciale, quando della sorte della Provincia, come ente autonomo, non si può ormai più discutere, in quanto la Costituzione tale carat– tere le riconosce, sicchè non può ammettersi la pre– visione che taluno potrebbe ràtenere, apocalittica, della morte della Provincia, a seguito ùella creazio– ne della Regione, il che solo giusti-fìcherebbe una soluzione provvisoria. In secondo luogo il Congresso delle Provfocie ha affermalo che la autonomia della Provincia deve es– sere necessarimnente legata al concetto della ele– zione diretta dei suoi :r,a,p,pr,esentanti, e più preci– samente di un Consiglio p,rovinciale, organo delibe– rante, e di una Deputazione provinciale, organo e– secutivo. eletto in seno al Consi.glio, ed espressione della sua ma:gigioranza:
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