Critica Sociale - anno XLI - n. 4 - 16 febbraio 1949
80 CRITICA SOCIALE game che univa gli Ebrei di tutto il mondo ; se non fosse stato tutto ciò, e in più uno stupefacente coraggio d'iniziativa, che rasenta a volte la cieca e irragionata fede, non sarebbe sorta la forza del socialismo ebraico, non sarebbe risorto Israele stesso. L'esistenza dello strano capitale di cui sopra, agente in funzione nazionale, e quindi fattore di giustizia sociale, non di sfruttamento, è un dato primo che bisogna riconoscere chiaramente, per capire le particolari caratteristiche del so– cialismo ebraico e della società israeliana nel suo complesso. Se questo punto non è chiaro, accade come ad un mio amico comunista ortodosso; il quale si accorge che l'azione delle forze del lavoro in Palestina non è proprio in funzione co– munista e filorussa e quindi argomenta che non vi è una conquista dei capitali da parte dei lavoratori, con una rivo– luzione; osserva che non vi è dittatura e quindi argomenta, a priori, che devono esserci i capitali ancora operanti con funzione di sfruttamento della classe "lavoratrice. A questo mio amico comunista, però, non è naturalmente chiaro per che verso siano sfruttati i compagni dei « kibbuzim » dal ca– pitale-terra o dal capitale-impianti, che viene loro dato in usufrutto permanente a un tasso d'interesse pressochè nomi– nale e tale da rappresentare solo i diritti della totalità della Nazione· sul reddito di ognuno dei suoi figli. E non è nep– pure chiaro in qual nascosta mariiera debbano essere sfrutta– ti i compagni delle cooperative di trasporti, che sono proprie– tari dei mezzi che manovrano, e che sono sindacati nei loro guadagni solo dagli organi superiori dell' « Histadrut », tu– telatori del generale interesse superiore della collettività ope– raia. li capitale in funzione nazionale. L'esistenza, sulla scena economico-sociale palestinese, di questa particolare forma di capitale, si noti bene, non è e– sclusiva. Accanto ad esso agisce, secondo le forme tipiche di ogni capitale, anche il capitale ebraico privato, e perfino il ca1,itale internazionale non ebraico. Quale il rapporto di forze frn queste due nettamente distinte categorie di capi– tale? Nel campo agricolo vi è netta prevalenza di quello na– zionale. La « Tnuva :., la grande cooperativa nazionale di vendita dei prodotti agricoli delle colonie operaie, ha venduto negli ultimi anni all'incirca il 70 per cento del prodotto 'totale nazionale. La proporzione di terra coltivata dalle colonie o– peraie - è però minore, ma maggiore è il reddito. Nel campo industriale-commerciale,· la parte che spetta all'economia o– peraia - cooperative e aziende nelle quali la collettività operaia nel suo complesso· funge da imprenditore capitalista, attraverso gli organi direttivi dell'« Histadrut » -, è invece assai minore; giacchè il capitale privato ha preferito rivol– gersi a quest'ultimo genere di impieghi, anzichè all'agricol- ~= . Nel co.mplèsso, però, le imprese nazionali od operaie sono abbastanza potenti da esercitare un'influenza decisiva su tutta l'economia ebraica. Quest'ultima asserzione va spiegata sotto diversi punti di vista. In primo luogo, rivolgiamo un momento l'attenzione verso quello speciale capitale di cui abbiàmo detto sopra, che agi- - sce in fuzione nazjonale. E' un fatto di per sè abbastanza strano. Esso vuol dire in sostanza che esiste una funzione nazionale, la coscienza cli un interesse ,nazionale che riesce a dominare gli interessi individualistici e sfruttatori, almeno in parte. Questo capitale,. poi, non è stato amministrato da più o meno scoperti rappresentanti del càpitale stesso; esso è stato nella realtà amministrato dai lavoratori, nell'interes– se dei lavoratori. Il quale ultimo coincide coll'interesse della Nazione, come anche con i principii di giustizia sociale pro– pri dell'Ebraismo, nell'Ebraismo tuttora potentemente vivi, e sempre dichiarati ispiratori dell'opera di costruzione sionista. Tutto· ciò ha significato l'entrata in azione nella storia sio– nista di una forza multiforme e complessa, imprenditrice e lavoratrice al tempo stesso, interprete delle necessità costrut– trici del sionismo in generale, come delle esigenze di giusti– zia delle classi lavoratrici. Essa è interprete e fonte, inoltre, di un atteggiamento assai diffuso in tutto Israele, al di fuori dell'ambito stesso dellà sua azione, e genericamente favore– vole a vaste riforme sociali. Basti, a chiarire questa affer– maziçme, un esempio assai caratteristico: l'esigenza di im- BibliotecaGino Bianco postare lo sfruttamento della terra su basi nazionali e collet– tiviste è talmente sentito da tutti che anche i partiti non socia– listi (i partiti borghesi progressivi come quelli religiosi, come perfino, ultimamente, il movimento sorto dall'« Irgun Zvai Leumi ,.) hanno creato colonie agricole collettiviste, a imita– zione di quelle fatte sorgere dai partiti socialisti. Una coscien– za dei propri doveri verso la società, maggiore di quanto non si realizzi nel vecchio mondo, è indubbiamente diffusa in tutte le classi, e si manifesta in un'infinità di sintomi e, in primo luogo, nella mancanza di punte eccessive, sia in alto che in basso, riguardo al tenore di vita medio. Non si vuol con questo dire che in Israele esistano « capita– listi buoni», i quali rinunciano a difendere i loro privilegi sull'altare del progresso. Si vuol dire invece che tutte le clas– si lavoratrici soro in condizioni di agire con un'azione po– tentemente unitaria, con una sensibilità comune che consente un comune metodo- di lotta, il quale poi assume particolari caratteristiche dal modo particolare in cui le altre forze a– genti in questa lotta si comportano. Anche qui valga un e– sempio a chiarire questa affermazione: il Governo mandata– rio inglese non emanò mai alcuna legge sul lavoro, eccezion fatta di pochissime che regolavano solo alcuni punti parti– colari della vastissima materia, quali le indennità per gli incidenti sul lavoro. Nessuna legge è mai stata promulgata nel campo delle assicurazioni sociali (malattia, invalidità, vec– chiaia, disoccupazione, maternità, ecc.). Orbene, in tutti que– sti campi, come per ciò che riguarda i contratti di lavoro, tut– te le conquiste della dasse lavoratrice furono ottenute con accordi diretti con gli imprenditori, o attraverso iniziative operaie. Si pensi che fino alla fine del '47 le stesse organiz– zazioni sindacali non avevano nessuno statuto legale rico– nosciuto, e dovevano venir registrate i'n quanto società, se– condo l'antica legge ottomana. Eppure, nonostante tutto ciò, le condizioni di vita e di lavoro dell'operaio ebraico in Pa– lestina non differiscono gran che da quelle dell'operaio di un Paese d'Europa in cui la legisl!lzione sul lavoro conta de– cine d'anni di vita. Ciò vuol dire che il progresso sociale è sentito in vastissimi strati della popolazione come un'esigenza essenziale della vita israelita. Del resto, le iniziative e le imprese nazionali od operaie agiscono evidentemente anche in un secondo tempo sulla si– tuazione economica e sociale di .tutto il Paese. Il socialismo ebraico non poteva e non può certamente, per ora, opporsi al– l'iniziativa privata: un'iniziativa, di qualunque genere, è sem– pre un bene per un Paese che deve farsi le ossa. Però il socialismç>non ha assistito passivamente quale spettatore che attende il momento opportuno per entrare in azione; non si è neppure limitato soltanto alle sue funzioni di stretta lottà sindacale ; ma ha impiegato tutte le sue forze per « battere sul tempo» l'iniziativa privata, creando per conto suo istituti e imprese in funzione nazionale, e di progresso sociale. L'e– sistenza quindi di questo vasto settore dell'economia nazio– nale posto al servizio dei lavoratori e della nazione, l'esi– stenza di un vasto settore della classe lavoratrice non sotto– posto ad alcuno sfruttamento capitalistico, ha contempora– neamente rafforzato la totalità dei lavoratori - anche quelli dipendenti dal' capitale privato -, e imposto al capitale pri– vato stesso, in molti campi, di seguire le « regole del gioco > imposte dal capitale pubblico. La forza dell'Histadrut - al tempo stesso rappresentante di quasi tutta la classe lavoratrice e di un buon settore del– !' economia del Paese - permette all'Histadrut di non temere troppo i possibili effetti negativi dell'iniziativa e del capitale privato, col quale in certi !'.'asi ha perfino collaborato, natu– ralmente dettando ad esso le propre regole per ciò che ri– guarda l'impiego degli utili e i diritti dei lavoratori. Il futuro dello Stato d'Israele. La politica dei socialisti ebrei, di cui ho tentato di cogliere alcuni elementi essenziali, si è in definitiva dimostrata rea– lizzatrice, tale da raccogliere la maggioranza dei consensi dell'opinione pubblica; e ciò anche per i successi colti dai capi del socialismo in ogni campo, in quello politico internazionale come in quello militare, come nella creazione dello Stato. Nelle linee essenziali dell'a politica descritta coincidono sostanzial– mente non solò i due partiti socialisti esistenti, ma anche i partiti di centro-sinistra non marxisti - e progressisti> e
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