Critica Sociale - anno XLI - n. 4 - 16 febbraio 1949

94 CRITICA SOCIALE a.postati che nominarono un comitato che si considera'Va U rappresentante di tutta la Chiesa cattolica greca di Romania .. La politica bolscevica nei confronti della Chiesa cattoLica greca non o'ifferisce molto da quella degli zar. I regni di Ni– cola I e dl Alessandro III segnarono la conversione forzata degli Uniati all'ortodossia. Ma a-llora le persecuzioni si limi– tarono alle 1popo·Iazi.oni della Russia Bianca e della Polonia, mentre oggi comprendono .Ja totalità dei territori d,i rito uniate. La separazlone forzata da Roma non costituisce soltanto una sottomissione al ,patriarca d1 Mosca nelle question1 della fede. ma anche una rottura degli ultiimi legami con l'« occL-~ dente marcio ». Opinioni pessimtst-iche a questo riguardo ten– dono. a considerare .Ja sorte <i'ell'Unione come definiti.va. Si dice che se anche H regime sovjeHco non dovesse più sussi– stere a 'lungo, e la sua liquidazione pr.ivasse il patrialca di Mosca del suo potente 8.lppoggio, il rHorno all'Unione nella sua forma ,precedente sarebbe dubbio. La Cbiesa ortodossa ha seinpre cons.idera-to l'Unione come una eresia e l'ha conibat– tuta come ta•le. E' dunque difficile sperare che essa voglia restituire all'autorità spirituale di Roma Je popolazioni che oggi domi.na . Qpinioni di questo genere sembrano dimenticare alcuni elementi mo1to importanti neH'apprezzamento delle possibili conseguenze della politica bol.scevka. L'attegS•iamento s.petta– colare ,àeg.Ji apostati non può essere identif.f<cato con le ten– de,nze di tutto il d'ero e di m.ilionitJ di fedeli. Le precedenti persecuzioni. degli Uniati che durairono decine di anni non po– terono g,iungere a risultati fJnali. Al contrar.io , attraverso il maTtirio del clero e dei .fedeli, non fecero che aumentare l'attaccan1ento al ri.to e irafforzare la fede. Le persecuzioni attuali durano da soli ,pochi anni. Quindi, S'e si ricorre alla. esperienza della 'stor,ia non si debbono soipravvalutare le loro conseguenze a vantaggio òei bol,scevich.i, anche se dovessero durare anco·ra degli anni. La politica sovietica, ,priva di scru– pol.i, non arriverà certamente a sradicare la fede trad•iziona1e di milioni di fedeli.. Questa poJ.iUca di •persecuzioni provo– cherà al contrario un movi,mento di resistenza passiva... che la rafforzerà ». p. ga. Ciò che . si stampa I ribelli della rivoluzione (Che cosa è il personalismo) « La morte incombe sulle società che rton ammettono, al loro margine, la funzione ~aera di colui che protesta»; così Emmanuel Mounier nel suo libro « Che cos'è il persona– lismo?», or ora pubblicato, in traduzione °italiana. E avrebbe potuto continuare: il fallimento e la degenerazione incom– bop.o sulle rivoluzioni che non ammettono, al loro margine, 1~ funzione sacra del ·ribelle ; perchè questo è lo spirito della breve opera, e del movimento di pensiero di cui espone le posizioni (con lo stile, fra parentesi, spigliato e brillante dei moralisti francesi, sì che la lettura ne riuscirà facile e di- . lettevole _anchea chi non abbia troppa confidenza con le astru– serie filosofiche). Che cos'è dunque il personalismo? Mounier è uno dei più chiari rappresentanti di una corrente che si dà questo noine, e si raccoglie intorno alla rivista francese Esprit, fondata n~I 1932; ma i1 personalismo è qualcosa di più· di una cor– rente; è oggi una direzione fondamentale della filosofia e della civiltà, ·non esattamente identificabile con alcuna scuola · o tendenza o conventicola, ma in pancchie scu0le e tenden– ze, e- le più vifali, presente ed operante .. In questo senso si muovono le più interessanti e attuali interpretazioni del mar- - xismo, del quale era destinata a cadere la bardatura di cat– tiva metafisica ottocentesca, con cui Marx ed Engels, cre– dendo di confermarlo, lo appesantivano e lo soffocavano, di– menticando la rivoluzione copernicana di Emmanuel Kant; ·e ne accettano le principali istanze quegli idealisti che non si accontentano di ripetere. vecchi schemi, ma cercano il contatto con la realtà; in perso)lalismo infine, specialmente in BibliotecaGino Bianco Italia, si risolve l'esistenzialismo, nelle sue formulazioni spe– culativamente più profonde e umanamente più coraggiose. I suoi motivi principali (non stupisca il lettore, se gli sem– breranno di una sconcertante semplicità, sì da doversi do– mandare se c'era proprio bisogno di ricordarli ai filosofi; le verità più semplici sono spesso le più difficili da conquistare, e soprattutto da rendere operanti nel mondo, tanto è l'amo– re degli uomini per le grandi parole e le belle insegne di cui non capiscono il significato), i suoi motivi principali, dun– , que, sono l'appartenellza dell'uomo al mondo e 111-sua libertà L'uomo è nel mondo, e del mondo ha bisogno; se non ne tragga aria, nutrimento, mezzi di lavoro e di gioia, muore, o vive da bruto. Ma, poichè questo bisogno pesa, egli vor– rebbe evadere dalla prigione della carne, svincolarsi dalla dipendenza delle cose; e s'è provato con la tecnica; la tec– nica però a null'altro giova che a cambiare il modo della dipendenza. Allora, almeno, si è rifugiato nell'illusione, im-_ maginando un'anima che si trova, sì, casualmente nel corpo, ma è invero sola signora di se stessa, o affermando, come fa. ]'idealismo, che il mondo sensibile ,(già che non si riesce ad ignorarlo) è pur esso idea, spirito, anima. Oggi, invece, sebbene molti continuino ad abbandonarsi a quelle conso– lanti teorie, la più viva filosofia accetta coraggiosamente la realtà, che l'umile ha sempre saputo nella dura vita quoti– diana: accogliendo, in ciò, l'ammonimento del marxismo, che ha nella ferma chiarezza i'ntorno al legame tra l'uomo e il suo mondo i, suo più valido motivo e la miglior giustifica– zione nella polemica filosofica. Ma se appartiene al mondo, l'uomo non gli appartiene al modo di una pietra immota, bensì come uomo, appunto, cioè come essere libero; se cia– scuno è preso in una situazione, i lacci di questa situazione sono per altro verso le sue possibilità; sia io, per esempio, operaio e non signore, uomo e non donna, il campo della mia scelta è limitato dalla mia condizione, ma, in quest'am– bito, io posso aJ)punto 'scegliere, ed essere operaio infingardo. o solerte lavoratore, membro solidale della mia classe e del mio popolo, o sùlitar.io egoista. Solamente così, aneli, la li– bertà ha un senso ; una libertà nel vuoto, che ·non fosse le 0 gata ad una situazione, essendo possibilità di tutto, finirebbe. per essere impossibilità e svanirebbe nel nulla. Personalisti– che, insomma, son le filosofie che vedono la finità dell'uomo e l'infinita creatività del suo spirito, l'importanza dei rap– porti esteriori e l'importanza dell'interiorità attraverso la quale la libertà. SÌ realizza : l'uomo, come diceva Pico della Mirandola, è nel mezzo del mondo, animalesco e divino in– sieme, soggetto a morte e sventura, e capace di andare con la sua fa\ica verso fa perfezione. Posizioni, come si vede, di notevole interesse speculativo: una rottura con le pretese di chil)d~re in una formula il. principio dell'essere, non solo con le più grossolane teologie, ma anche con quelle più sot– tili ed affascinanti, come le idealistiche. E, quando la franca accettazione della umana realtà non si converta nella dispe– rata angoscia de1 fanciullo abbandonat0 (come capita a tanti esistenzialisti), un ritorno all'umanesimo lmi giovai, or ora, di una citazione di Pico), uno sforzo di ricostituzione del– l'uomo, ch'era disgregato da tante filosofi.e, ridotto ora alla ragione, ora all'istinto, ora al sesso, ora all'economia, an– nullato nella massa o relegato nella solitudine dell'individua– lismo astratto. Umanesimo, dunque: ma un umanesimo che, rinunciando alla formula che svela tutti i misteri, apre oltre l'uomo gli spazi metafisici di cui parla Kant, e gli consente 'di colmarli con una speranza. V'è, così, una feconda possi– bilità di incontro con il cristianesimo; non certo col cristia-- . ~esimo boriosò e volgare ·di chi si crede custode privilegiato e soddisfatto di ogni vero, ma col cristianesimo agpnico di ehi ricorda che Cristo disse « il figlio dell'uomo non ha dove posare il capo», e quindi non s'acqueta, ma cerca e riperde ad ogni passo ciò che trovò, Personalista cristiano è infatti il Mounier. I Ma l'interesse del per.sonalismo non è limitato agli orti conclusi della filosofia. La filosofia, invero, non è mai filo– sofia solamente, ricerca a cui il mondo sia indifferente e che · sia indifferente al mon'do: ogni presa di posizione filosofica è una p_resa di posizione nel mondo, innanzi alle autorità che fondano su miti e dogmi il loro potere, innanzi alla morale che regge !a società. Così ogni filosofia ha un significato

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=