Critica Sociale - anno XLI - n. 4 - 16 febbraio 1949
CRITICA SOCIALE 91 tito o, se è diventato Stato, usa dei suoi organi -, che sono poi di governo - per dirimerli. Sorge così lo Stato totalitario fascista o sorge lo Stato totalitario stalinianq. Il primo è Stat_o dittatoriale borghese; il secondo è Stato comunista o monopolista. Ma è chiaro che entrambi sono sempre in funzione dello Stato capi– talista. Il capitale è sempre capitale ed è insosti– tuibile, perchè tutta la pToduzione ne proviene, In ogni caso. Però, in ognuna delle due tpotesi, il Sindacato di categoria ha perduto la sua funzione rivoluzio– naria, ma se l'ha perduta è perchè ha dovuto rinun– ciare alla libertà sindacale ed è stato ridotto ad organo di assistenza operaia, gravitante verso un determinato ordine di idee politiche. Il partito totalitario borghese equivale al partito di classe operaio ed entrambi non ,potrebbero sal– varsi dal processo degenerativo che contrassegna la mancanza di libertà sindacale; in fondo sono pro– prio i " marxisti di sinistra » a considerare inevi– tabile la fine di ogni pratica democratica nell'in– terno dei sindacati operai. Ritenuta fallace la valu– tazione del peso della maggioranza, si deve accet– tare o il criterio delle élites soreliane o l'esercizio della dittatura dello Stato, datore di lavoro. O la violenza anarcoide o lo Stato di polizia. La lotta porterebbe, in fondo, alla sostituzione del padrone Stato al padrone singolo, privato. Tutto questo avvicina al Socialismo ed in che modo? Col padrone privato l'operaio può lottare su terreno di reciproca uguaglianza almeno formale e giuridica, ma se il datore di lavoro è lo Stato, il problema è differente e la lotta potrebbe anche es-– sere impossibile, specie se lo Stato intendesse dichia– rarsi espressione della dittatura del proletariato, come ora in Russia e negli Stati satelliti dell'Europa orientale. Si sa bene che i bolscevichi in Russia, do.po il 1918, hanno dovuto severament·e reprimere le te n– denze degli operai all'autonomia tecnica ed econo– mica aziendale; infatti prima o poi il consiglio di fabbrica o di azienda diventa un organo partico– laristico, in funzione dell'egoismo aziendale. Che farà lo " Stato marxista » contro gli operai che vogliono realizzare il loro socialismo, cioè la loro libertà? I termini di questo problema sono drammatici e tutti lo vedono; ecco perchè ìl · bolscevismo russo ha dovuto procedere alla soppressione effettiva di ogni libertà sindacale e di ogni libera attività aziendale. Ed ancora: chi può dire quale dovrebbe essere la " vera economia comunista »? Molti ne parlano e scrivono, ma poichè i comunisti di sinistra negano che essa si sia realizzata nell'U.R.S.S,., -bisognerà pure che ci si dica in che cosa 866a consista. Se esistono degli interessi generali di classe in contrasto con gli. interessi dei lavoratori di una azienda, ciò può anche significare che una economia comunista è un allucinante miraggio e null'altro, a meno che non si accetti la concentrazione mono– polistica industriale - agrario - finanziaria nelle mani dello Stato, come il segno del collettlvismo. Ma se riesce difficile stabilire i termini di una " economia comunista » in uno stato moderno e democratico, chiara è invece la concezio ne di una « economia nazionale », che può p-q.re portare ad una particolare organizzazione s ociale, c he non ha niente a che vedere con quelle « riforme di strut– tura » che non si capisce bene che cosa vogliano nascondere 'e di cui molti parlano senza averne alcuna nozione :precisa. La stessa evoluzione trasforma i rapporti econo– mici, senza che ce ne accorgiamo, e le guerre acce– lerano i movimenti, abbreviano i tempi. . Chi realizzerà il Socialismo, se non la matura– zione della capacità alla dirigenza della società da BibliotecaG·no Bianco parte di tutti i lavoratori del pensiero, della tecnica e del braccio? E' un processo lungo, è vero, ma inesorabile. Il Nazionalismo contribuisce a dare agli interessi, al processo produttivo di un dato paese la nozione dell'unità, dell'organicità e quindi l'anelilo alla suf– ficienza, che è un aspetto della libertà, anzi una sua manifestazione concreta. Senza alcuna ,pretesa di dar lezione ai " marxisti di sinistra n, che in genere sono persone rispettabili e colte, ma proprio per il rispetto che si deve al pensfero degli altri, ci si eh; ede se per caso essi non siano decisamente antisindacalisti, per il fatto che porre dei limiti sostanziali alla tecnica, ai com– piti ed alla libertà dei Sindacati operai è lo stesso che combatterli. Chi dovrebbe, allora, realizzare il Socialismo? Il partito politico dei lavoratori, ci si risponde. Ma allora, se lo stalinismo è un fatto degenerativo o reazionario, per giungere al Socia– lismo fuori dei Sindacati, occorreranno dei secoli. La contraddizione dei marxisti di sinistra si evince dal fatto che essi, mentre ritengono che il sindacato abbia dei limiti naturali di funzionamento che gli impediscono di essere il vero terreno di cultura della preparazione educativa classista, considerano invece i Consigli sovietici degli operai e contadini come il tipo della costituzionalità proletaria, destinata a soppiantare i Parlamenti borghesi e le tradizionali forme di rappresentanza politica. Ma, infine, il Soviet che cosa realizza di più del Sindacato, se non l'organizzazione contemporanea del potere politico, economico e gìudiziàrio? Ed in tal caso, chi è disposto a credere che l'esercizio costituzionale di un simile organo attinga il Socia– lismo? Lo realizzerebbe se mirasse alla fine dello Stato, com.e organo sociale, ma poichè invece il Soviet tende al rafforzamento delle forze reattive e con– servatrici dello Stato stesso (Governo centrale, poli– zia, controlli permanenti e partito unico), esso si risolve in una ferocissima forma di terrore, che, per la sua naturale tendenza all'universalismo ed alla generalizzazione, non è più classista. E' la dit– tatura di Stato e quindi antimarxista ed anche anti– comunista, nel significato storico del Comunismo del Manifesto del '48. Il potere del Soviet è potere politico anzitutto ed è diretto alla conservazione dello Stato totalitario, ahtiparlamentare, antidemocratico. In fin dei conti, il maggior danneggiato da una dittatura staliniana o sovietica non è il capitalismo, perchè il capitale esce indenne da ogni rivoluzione. Esso può trasformare le sue caratteristiche, può irri. gidirsi ;negli schemi dell'economia .di Stato, può su– bire continue trasformazioni, U).a sopravvive fino a -quando continua la produzione moderna industriale od agricola. Lo stesso sistema bancario, « il capitale finanziario n, il creditore, se è concentrato nelle mani dello Stato, perde forse qualche cosa di sè? si anemizza forse? No; la sua caratteristica vitale di circolare e di crescere non muta. Mutano i pa– droni di esso; nel senso che ìnvece di essere usato con valutazione economica, e quindi sociale, dai finanzieri, è usato con criteri politici, e quindi parti– tistici ed antieconomici, dalla burocrazia: dello Stato. Ma la famosa " classe lavoratrice » dei marxisti di sinistra non ha alcun vantaggio dal fatto c·he una Banca unica di stato abbia concentrato tutto il sistema creditizio e finanziario del Paese. L'inte– resse dei lavoratori risiede nell'incremento della produzione, nella sua regolarità, e quindi nella cer– tezza del lavoro e nel valore reale del salario. Ma anzi tutto risiede nella libertà sindacale. Senza di r.he . è assurdo pensare che l'operaio moderno posaa sent irsi libero e felice. RAFFAELE DI LAURO
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