Critica Sociale - anno XLI - n. 3 - 1 febbraio 1949
. ' 52 CRITICA SOCIALE piuti m questi stessi giorni dal Ministero degli Este– ri dell'U.R.S.S. E' un contrasto che si rivtla anco– ra una volta tra gli atteggiamenti più concilianti del Dittatore e la più dura intransigenza di Molotov e del suo segu:to? O è ancora una manifestazione di doppio gioco, diretto a disorientare gli avversari e il mondo tutto ad offrire possibilità di scaricare tut– ta sugli altri la colpa del mancato accordo? O c'è in– fine, come qualche nostro amico mostra di ritenere, il proposito d'impedire che si costituisca un'unità europea in modo ,che i'accordo con l'America possa più facilmente diventare· una più ampia applicazio– ne di quella divisione di zone di influenza preparata a Yalta e sanzionata in successivi convegni? Sono interrogativi a cui risponderanno forse i prossimi Prospetti ve del Quando, nei primi giorni di gennaio, l'ambasciatore ame– ricano Dunn compì il noto suo passo presso il Governo ita– liano per sondarne la concorde volontà di essere ammesso al– le trattative per la conclusione del « patto atlantico> si po– teva obbiettare, ai riluttanti o agli esitanti, che non si trat– tava affatto di aderire ad un atto già definito e perfeziona– to, ma semplicemente di entrare in trattative e di concorrere con libera volontà al suo eventuale concretamento. L'argo– mento era solo apparentemente valido. Allorquando s'inta– vola una trattativa diplomatica, si possono bensì ricercare tutti i possibili compromessi e<I adattamenti per alleviare i propri impegni, ma non è possibile trarsene fuori, se non con un atto di manifesta rottura, che, se ha sempre conse– guenze dannose per chi lo compie, nel caso nostro sarebbe stato reso ancor più arduo per il fatto di avere noi estre– mamente gradito, se non anche sollecitato, l'invito. Ma era vero d'altra parte che, se a tutti appariva chiaro che patto atlantico significava garanzia americana in caso di aggres– sione ( ovietica o, comunque, da parte del Blocco Orien– tale, sollecitato dalla volontà sovietica), restava un largo margine di speranza che questa garanzia gravasse poco o nulla sui paesi dell'Europa Occidentale, rispetto ai quali fungeva da «sicurezza> ad un tempo nazionale ed interna– zionale. Gli esperti, anzi, trovavano che il patto atlantico poteva presentare tre diverse prospettive. C'era quella, che si dice– va patrocinata da Marshall (e la sostituzione di questo la-. sciava sperare che essa fosse attenuata) di una gaTanzia prestata· dagli Stati Uniti ai paesi legati all'alleanza milita– re di Bruxelles ed a quelli che con essa si fossero allineali: ipotesi che non usciva quindi sostanzialmente dal quadro delle tradizionali alleanze militari. C'era poi quella che pre– vedeva un patto di reciproca assistenza militare tra i paesi europei, con l'appoggio di una garanzia americana nel caso d, aggnssione ad uno o più di essi. E c'era infine quella (che per gli europei sembrava indubbiamente l'ipotesi più at– tenuata, meno vincolativa e, quindi, più vantaggiosa) di una garanzia prestata unilateralmente dagli Stati Uniti, come indispensabile e sicuro soccorso americano ai paesi d'Euro– pa aggrediti, sapendoli non in gràdo di opporre da soli una valida resistenza all'invasione. li patto atlantico precisa i suoi contorni. Gli eventi trascorsi in questo pur breve lasso di tempo si sono incaricati di meglio precisare le grospettive del patto atlantico, fugando i facili ottimismi ed i precipitosi entu– siasmL E' del 21 gennaio il noto discorso del Presidente Truman, all'atto del suo insediar_nento. Nell'indicare i quattro grandi obietti,vi della politica americana, a proposito del patto atlan– tico si dichiara: « In terzo luogo dobbiamo rafforzare i pae– si amanti della pace contro 'il pericolo dell'aggressione. Stia: mo ora elaborando, insieme ad alcune nazioni, un comw1e BibliotecaGino Bianco avvenimenti. tcrto è che di fronte anche alfa sem, plice poss'bilità che l'Europa diventi una posta dél giuoco nella lotta fra le due potenze egemoniche, più che mai diventa necessario che l'Europa si organiz– zi in unità in quella forma sopra accennata che dia garanzia di voler intensificare e sviluppare tutte le attività civili dei popoli del nostro continente, senza obiettivi militari in cui si celano sempre paurosi fan– tasmi di guerra. Questo è il terreno in cui dovrà svolgersi l'attivi– tà anche del nostro partito, che uscirà certo rinvigo– rito dalla testimonianza di fede che il Congresso ha dato. U.G.M. Patto Atlantico accordo inteso a rafforzare la sicurezza nelle zcnP. dell'A– tlantico settentrionale. Tale accordo riceverebbe la forma di un patto per la sicurezza collettiva, a sensi dello Statuto delle Nazioni Unite. Con il trattato di Rio de Janeiro ab– biamo già concluso un simile patto difensivo per quanto ri– guarda il continente americano. Lo scopo principale di que– sti accordi è di fornire una prova inconfondibile della co– mune decisione dei paesi liberi di resistere alle aggressioni armate, da qualunque direzione esse partano. Ciascun pae– se firmatario di questi accordi deve contribuire olla difesa comune per quanto gli è possibile. Se possiamo rendere suf– ficientemente manifesto in anticipo che qualsiasi attacco :,r– mato interessante la nostra sicurezza sarebbe fronteggiato con forze preponderanti, tale attacco armato potrà non· ave– re mai luogo... Inoltre forniremo consulenza militare e ma– teriali bellici alle nazioni libere che vorranno collaborare con noi per mantenere la pace e garantire la sicurezza >. E il 26 gennaio, in una conferenza stampa, il Segreta.-io di Stato Acheson, ribadendo quasi testualmente i propositi del Presidente, confermava essere fermo intento degli Stati Uniti di concludere e dare esecuzione al patto atlantico con la. massima efficienza possibile. Maggiori particolari si possono tuttavia attingere da una pubblicazione ufficiale americana, resa nota il 1; gennaio, e cioè da una memoria del Dipartimento di Stato Amenca– no intitolata appunto « La sicurezza collettiva nell'Atlantico ~ettentrionale >, inserita nella serie di pubblicazioni che va sotto ii nome di «•Costruire la pace> (I). ' Il documento precisa che le direttive della politica ame– ricana nei ri'guardi dell'assistenza militare all'Europa si ·ba– sano sulla risoltTzione Vandenberg, approvata 1'11 giugno 1948. « La risoluzione propone che, per la prima voltà neJJ la storia della nazfone, gli Stati Uniti si leghino in tempo di pace con paesi fuori dell'emisfero occidentale mediante accordi· di sicurezza collettiva, destinati a salvaguardare !a pace e a. rafforzare la nostra sicurezza>. Tale partecipa– zione - .nelle parole: stesse della risoluzione - deve attuar: si « sulla base di un aiuto mutuo e reciproco, continuo ed ef– ficace tra le ,varie p;rti contr;enti >. · Tracciata sommariamente la storia degli eventi delia li– berazione e le vicende della minaccia comunista, scalzante ogni situazione di sicurezza, il documento non esita ad '1/n– postare quei principì del si vis pacem para bellum e della < preponderanza militare come fattore debellante intenti ag– gressivi>, i quali, da che mondo è mondo, sono stati base (\i ogni politica di potenza. « Se la ricostruzione ,del mondo deve progredire» - specifica infatti il documento - < il senso di sicurezza deve· essere ristabilito. Poichè la minac– cia di un'aggressione armata è alle radici della insicurezza, (1) E' riprodotta, oltre che nel bollettino U.S.I.S. del 17 gennaio, voi. 4, n. 263, nella rivista Relazioni interna.zlonali del 29 gennaio 1949, n. 5, pag. 73.
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