Critica Sociale - anno XLI - n. 2 - 16 gennaio 1949
CRITICA SOCIALE messa: l'idea, come ho già detto, dell'autonÒmia del– lo sforzo di reclllJ)ero, e della s,pontaneità di ogni ripresa. Idea in virtù della quale l'uomo respinge ogni criterio di inferiorità -che a lui si applichi quando, anche senza sua·colpa, cada vittima di av– verse obiettive circostanze; idea· in virtù della qua– le il singolo individuo, quand'anche abbia ,bisogno dell'aiuto altrui, questo atuto chiede ed ottiene per virtù di s,olidarielà, che non è solo benevolenza, ma se~no di sostanziale ~guaglianza e di libertà. Ed è appunto que·sto che Osvaldo Gnocchi Viani intendeva,.quando suggeriva la dizione dell'articolo 2 ·dello statuto• della appena nata Società Umanita– ria, là dove è detto che « lo scopo dell'Istituto è quello di mettere i diseredati in condizione di rile– varsi da sè medesimi >. Mi sia consentita una digressione. Osvaldo Gnocchi Viani, uomo di vasta e varia esperienza, non potè, appunto perchè mosso da_ una varia e vasta es•perienza, inquadrare il IJ)ensiero suo in una rigida formula sociale, per cui potè sembrare a volt~, rispetto a ,questa o quella dottrina, un ete– rodosso. Ma nell'azione, come nella dottrina, egli ten– ne fede costante appunto a quella ,che sentiva come l'esigenza fondamentale .di ogni costruzione, alla pie– na, coerente, sincera aderenza tra premessa psico– logica e ideale svolgimento, tra intenzione morale e attuaz,ione; aderenza e coerenza che solo possono essere plasticamente concepite in quanto frutto di un'assoluta libertà di iniziative· e di sforzi. Perciò Gnocchi Viani, socialista ma mazziniano, riluttò alla definizione dell'evoluzione sociale secon-. do una formula obiettiva o scientifica, come si disse. Perciò Gnocchi Viani socialista utopista e moraliz– zante, fu ieri, come è oggi, più moderno, direi, di quei socialisti che, senza intendere la multifocme varietà della vita sociale, si indussero a cristalliz– Zl)rla nello schema '(puro schema nella mente lorò) di un antagonismo di categorie, a sostituire al dram– ma di uomini vivi e diversi il conflitto di astratti schieramenti. Gnocchi Viani guardò specialmente all'uomo. Giusto operare con animo solidale verso chi è caduto, ma ,perchè questa giusta opera sia realmen– te opera umana di libertà è necessario far sì che ciascuno, attivo o passivo protagonista, in quell'ope– ra egualmente si riconosca. Cade allora ogni concetto di beneficio dato o ri– cevuto; il rapporto in virtù ,del quale chi è saldo nelle proprie posizioni aiuta chi rischia di essere travolto o è travolto ·da un fato avverso, si traduce in un ·servizi,o, e nel servizio reso o goduto cade ogni considerazione ,di inferiqrità, rimane soltanto viva quella della reciprocità, e la fratellanza ha final– mente un significato pieno e senza -contaminazione. E' questo un aspetto particolare della grande idea di libertà per la quale ogni uomo libero è agli altri eguale, rispetto alla quale ognuno negli altri non può non scorgere che la ,propria personalità ri– flessa. L'opera di Osvaldo Gnocchi Viani, che dal Maz– zini attinse appunto tanta universa.Jità di accenti, è stata varia ma sempre intimamente coerente a questo motivo, poichè questo motivo di libertà è sintesi di tutti i motivi che hanno mosso nel secolo scorso e muovono ancora nell'attuale conati politici, sforzi di redenzione ed esaltazione sociale. Conati e sforzi che si distinguono troppo spesso per uni– lateralità, mentre la loro fecondità sta appunto nel superamento di ogni unilateralità per attingere le sfere della universale validità storica. Osvaldo Gnocchi Viani, ponendo a base dell'opera sua e a fondamento della Società Umanitaria que– M modernissimo criterio, ha 'dato all'Italia un isti- ibliotecaGjnoBianco tuto che sotto molti aspetti antici,pava gli eventi, ed è appunto per questo -che la creatura più caratteri– st~ca dell'opera di Osvaldo Gnocchi Viani ha po– tuto, nonostante tristizia di eventi e fatalità della sorte,' superare ogni materiale difficoltà, ed essere ancora presente nella risorgente vita italiana co– me un fermento di inesauribile vitalità. La Società Umanitaria, pur costretta per ora dal– la subita distruzione materiale ad una attività più circoscritta di quella che avrebbe potuto svolgere se non fosse stata ,così radicalmente offesa, ancora si pone, non solo nella vita italiana, ma nella vita sociale di tutto il mondo, come esemplare. E ciò non tanto avviene per strenua volontà di singoli uomini, ma per la sicura inesauribile fecondità del princ'ipio che muove l'opera sua, per la ,prepotente vitalità dell'idea fondamentale da cui è scaturita. In questa constatazione sta il successo, direi la bel– lezza della celebrazione, del ricordo di Osvaldo Gnocchi Viani, che qui tutti ci riunisce, in quanto rende il glorioso ,combattente di tutte le lotte per la libertà vivo e perennemente presente nell'opera sua, non diversamente da quanto potè esserlo quan– _do al generoso amico Loria suggeriva, con tanto intelletto e con tanta 'vivace comprensione etica del– la vita sociale, la formula secondo la quale l'opera di entrambi doveva innalzarsi e perpebuarsi a bene– ficio dell'umanità. RICCARDO BAUER FATTI E COMMENTI della stampa italiana ed estera I risultatidell'assemblea dell'O.N.U. Per cortese concessione dell'Ufficio stampa ed informazio– ni britannico, ri1produciamo un articolo di Wickam Steed sui risultati ottenuti dall'Assemblea dell'O.N.U. e L'Assemblea dell'ONU a Parigi è stata tolta senza che avesse ultimato i suoi lavori. Si adunerà nuovamente a Nuova York il primo aprile 1949, data che alcuni rappre– sentanti non reputano troppo di buon auspicio. In tre me– si di discussioni continue clie cosa è stato concluso di po– sitivo? Occorre resistere alla tentazione di risponc:i'ere: e nien– te». Se l'Assemblea dell'ONU non ha risolto uno solo dei problemi più importanti, rimandaftdo al futuro le discus– sioni circa· diverse questioni, è lecito, d'altra parte, chiedere ai -critici: « Sarebbe opportuno o no dichiarare l'ONU co~a fallita, affidando la risoluzione dei problemi internazionali ai Governi nazionali, in ragione della loro rispettiva forza?> Form~lare una domanò'a simile già implicherebbe una ri– sposta negativa. Meglio un'assemblea internazionale, sia pu– re poco conclusiva, che nessuna asSemblea. Altra cosa, na– turalmente, sarebbe rendere quest'assemblea più efficiente, sebbene questo dipenderebbe da circostanze che sono e– stranee all'Organizzazione stessa. Come già avvenne con Ja Lega delle Nazioni, le Nazioni Unite si trovano gravemente ostacolate dal fatto che una delle premesse considerate im– plicite al momento della creazione dell'ONU non è stata at– tuata. Nel caso della •Lega, la premessa tu che gli Stati Uni– ti sarebbero stati tra gli appartenenti di maggiore importanza e influenza. Quando nella ,primavera del 1945 fu reòatta la Carta delle Nazioni Unite, a San Francisço, Ja premessa fu diversa; comunque, il fatto che questa premessa non si sia tradotta in realtà ha contribuito a rendere sterile 11 nuo– vo organismo. A San Francisco era stato deciso che le cinque Potenze maggi_ori con seggi permanenti nel Consiglio di Sicurezza (con molto ottimismo era 1Stata compresa 1a Cina) lavoras– sero di comune accordo, ne1la stessa armonia ne1la quale stavano allora conducendo la guerra. Il prestigio dell'Unione Sovietica era altissimo. La sua collaborazione al fine della generale ricostruzione era re– . putata cosa fuori di dubbio. Come conseguenza, l'ONU sem– brò fin dal princip(o esente dall'inconveniente che tanto •-
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