Critica Sociale - anno XLI - n. 2 - 16 gennaio 1949

CRITICA SOCIALE 37 ---------------------- ressi ed alle mire del P.C.,I., ma richiamando su tale linea tutti i sindacalisti socialisti. Se ciò ri- . sultasse in definitiva -im'Possible, solo allora si por– rebbero le premesse per una nuova Confederazione del Lavoro, su basi socialiste, «libera dal settari– smo e dal confessionalismo delle A.C.L.I. ». La mozione n. 4 fa proprie le risoluzioni del con– vegno sindacale di Milano dello scorso agosto, che confermavàno la permanenza dei nostri sindacalisti nellà C.G.I.L. ma ponevano anche le condizioni per consentire tale permanenza. La mozione constata tutl>avia come tale nostro ipunto di vista sia rimasto sinora inascoltato da parte della maggioranza con– federale. E in un inciso in cui si sq!lecita il partito a seguire attentamente gli sviluppi della situazione « per trarne le conclusioni ,del caso », si 'Profila, an– che qui più nelle inter,pret.azioni che nella lettera, l'insostenibilità della sHuaziorie 'Presente, la preve-, dibilità di una necessaria rottura, la opportunità di predisporre tempestivamente nuove soluzioni. Il prob6ema internazfonale. Su questo importante problema, ap'Parentemente tutte le mozioni sono conool'di sulla postulazione del federalismo europeo, bençhè ipoi nessuna si adden– tri ad analizzarne problemi e a .precisarne soluzioni. Ma sotto questa concor.dia appar,en te si celano punii di vista contrastanti, erte dànno anzi l'impron– ta generale alle ·diverse mozioni. La più esplicita, a questo riguardo, è la mozio– ne n. 5 di Andreoni (e, più dilviti da una intonazio– ne « liberal-socialista », i motivi riecheggiano anche nella mozione n. 1). Essa che, nelle sue vaste pre– messe, analizza il fenomeno bolscevico, apertamente parifica stalinismo a nazi~mo e fastismo (sì che « l'avvento dei regimi stalinisti costituisce per i la– voratori il passaggio dallo sfruttamento· ,economico in regime di democrazia politica all'asservimento totale attraverso lo sfruttamento economico e la oppressione ())Olitica· in un regime' poliziesco di ca– pitalismo di Stato e di assolutismo»), e procla'– ma che tra socialismo e bolscevismo c'è qualche cosa che va al .di là della. incompatibilità, per sfio– rare la guerra dichiarata. Secondo la mozione n. 5 solo nella politica americana nei confronti dell'Eu– ropa stanno 1,e premesse per l'unione europea in grado di sottrarsi alla minaccia del ·bolscevismo; ne d•eriva quindi un deciso orientamento occidentali– stico e filo-americano e si lascia intendere che la - stessa F,ederazione europea ha corrie suo presuppo– sto la conclusione del Patto Atlantico e di intese mi– litari difensive. Anche su questo punto l'antitesi è rappresentata dalla mozione n. 3, il cui pensiero si può riassu– mere: apertura verso il federalismo europeo, ma ri– conoscimento che impegni, patti ed alleanze a ca– rattere militare sono contradittori con la sua essen– za e che ·essi toglierebbero alla federazione europea quella posizione .di « terza forza internazionale » in– serita, con un IJ)roprio' autonomo giuoco da svilup– pare sul terreno della democrazia socialista, tra Stati Uniti ,e Blocco Orientale. Per quanto riguarda l'Italia, affermata la necessità di una sua posizione di neutralità vigile ed inequivoca, si respinge l'ipo– tesi di un inserimento nel Patto Atlantico o in ac– cordi analoghi. Malgrado lo scetticismo manifestato circa una po– sizione di neutralità, la mo:i.ione• n. 2 è meno lon– tana di quanto paia dalla precedente. Infatti, riba– dito fermamente l'ideale federalistico, si rileva co– me « dietro l'insegna della Federazione europea si nascondono nel Governo e nel nostro stesso partito, tendenze più o meno militariste:., in quanto esse conce,piscono la Federazione come una .dilatazione ibliotecaGino Bianco dell'alleanza militare di Bruxelles o comunque le attribuiscono una funzione prevalente di difesa mi– litare: dal che si dovrebbe desumere ,un'ostilità nei rappresentanti di questa mozione anche nei con– fronti del patto atlantico. La mozione n. 4 su questo punto è alquanto sbri– ·gativa. Proclamato anch'essa l'ideale f,ederalistico, non ritiene ,potersi costruire la Federazione su di un allargamento dell'alleanza di Bruxelles: si do– vrebbe dedurne un ,allineamento con la mozione precedent-e e quindi l'inesistenza di un contrasto con la stessa mozione n. 3, ma non è ancora bene fissato il comlJ)ortamento di questa mozione rispetto al vero punto decisivo: e cioè al Patto Atlantico. A chi volesse inferire a fortiori un rifi.uto, si deve far notare che alcuni esponenti, notoriamente pro– pensi al Patto Atlantico, come !'on. Treves, appog– giano questa mozione. E' un punto da chiarire. Vero si è che la mozione condanna anche, scorgen– do il rischio di un isolamento, la posizione neutra– lista « ,di chi non crede alle attuali possibilità di costruzione della Federazione Europ-ea »: ma non si vede neppure qui una reale differenziazione, giac– chè non sembra esist,ere una posizione di tale ne– gativo scetticismo. Questa è la risposta delle diverse mozioni princi• pali di .fronte ai ,problemi che s'impongono al Con– gresso. Ma si sa benissimo anche, da chi ha un minimo di esperienza in queste cose, che le posizioni « mo– zionali », se è lecito dire così, non corrispondon•o· mai perfettamente alle poi;izioni «congressuali>. Un congresso è serrupre un processo diAamico, che, se ve.drà precisazioni e irrigidimenti, vedrà soprat– tutto movimenti e spostamenti. E a ·questo riguardo bisbgna tener con lo della sempre piu diffusa opinione che, nonostante le for– mulazioni delle mozioni, le posizioni in dibattito sono sostanzialmente due e non più di due: tulle le altre posizioni rappresentano delle attenuazio– ni o delle integrazioni. Ci sarebbe cioè una posizio– ne partecipazionista, per la continuità dell'azione politica sin qui svolta, che vede l'unità socialista come un tirar diritto per la nostra strada 1 lasciando agli altri il venire a noi, che sindacalmente è già per la rottura e la scissione, che sul terreno inter– nazionale è occidentalisto e filo-americana, e quindi favorevole al patto atlantico. E ad essa si contrap– porrebbe un'altra posizione che è per mutar rotta, se si vuole salvaguardare la posizione di « terza for– za» e di « lotta sui due fronti», e quindi antiparte– cipazionista, aperta alla unità socialista come- ne– cessaria per condurre con positivi risultati una lot– ta all'opposizione, fedele sino all'estremo alla unità sindacale, propensa a dar-e al federalismo europeo l'i.mportanza di una effettiya terza forza internazio– nale», che cesserebbe d'essere tale se si vincolasse con alleanze e con una succube dipendenza ad una delle potenze in con tras~o . Ma fermiamoci qui. Delineate le posizi"oni ,,che stanno per affrontarsi, tulio il resto Io deve dire, nel suo meditato e ser,eno esame, il Congresso. Auguriamoci tutti che sia un buono è serio Con– gresso. GIULIANO PISCHEL Le!!"irete e diffondete_ il quotidiano del P. S. L. I. L'UMANITA'

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