Critica Sociale - anno XLI - n. 2 - 16 gennaio 1949
CRITICA SOCIALE 35 Noi chiediamo questo: che il Governo consideri che la mi– gliore politicà estera che possiamo fare in quest'ora è una politica interna. Noi chiediamo a questo Governo di consi– derare che soltanto seguendo una linea profonda e sicura di giustizia sociale, dando alla ·libertà che esso dice di dife"" dere un contenuto sociale concreto, è possibile realizzare un'opera pacificatrice all'interl:)O, e tale da risolversi in azio– ne pacificatrice anche all'estero. Noi sappiamo che i,n questi limitati margini internaziona– li, che ci sono ancora dati e che stl'amo difendendo, tre sono i grandi beni : la libertà, la giustizia sociale e la pace. So– ~o tre beni indispensabili e indivisibili che o avremo o per– deremo insieme. Noi chiediamo al Governo di attuare im– .mediatamente e deci~amente delle riforme sociali perchè lì troverà la libertà, lì troverà la vera pace. (Vivi applausi a sinistra, al centro e a destra - Congratulazioni). MARIO 2AGARI Panorama ·congressuale L'amico Pischel h,a on;estamente tentato di fare una esposizione «obiettiva» delle posizioni delle va– rie correnti che si scontreranno nel prossimo Con– ·gresso; ma ha dato una nuova dimostrazione che è difficile essere au dessus de la melée quando si è dans la melée. , Con questa premessa pubblichiamo tuttavia· il suo articolo che contiem molti util'i elementi di infor– maziome e di orz1entdmento. LA DIREZIONE (Convi~ne risorutamente violare le norme stili– .stiche e cominciare con una parentesi. E' possibile a chi prende parte alla tenzone congressuale, schie– randosi a favore di una certa tesi, dare un quadro sereno ed obbiettivo delle ,posizioni e del'le impo– stazioni che si contendono il cp.mpo? Chi ritiene ciò· impossibile può fare a meno <di leggere questo articolo, che accuserebbe poi di -part igianeria. Per gli altri, -chi scrive assicura di ave.re posto tutto il suo impegno per spersonalizzarsi e pe r inll.icare col massimo d'imparzialità i termini reali del dibattito congressuale). . Il II Congresso Nazionale del P.S.L.I. vede con– cordemente affermata la necessità ·di una chiarifica– zione delle posizioni del <partito. Osserviamo, di pas– saggio, che proprio questa chiarezza d'intenti, di metodi, di obiettivì, è poi premessa fondamentale per la organizzazione e lo sviluppo del partito, pro– blemi ,da tutti riconosciuti come principali. Ora a questa esigenza di chiarezza e ,di coerenza sembrano contraddire, a prima vista, le molte mozioni su pia– no nazionale, che la «Umanità» è venuta pubbli– cando, e le molte altre mozioni di carattere locale dibattute in assemblee e congressi provinciali. A taluno, specie agli estranei al ,partito, la situazione · alla vigilia del Congresso appare caotica o per lo meno confusa, mentre non lo è. Come si ,presentano le posizioni a questo Con– gresso, da tutti ritenuto importante e forse deci– sivo? Per coloro che non riescono a fare a meno della consueta e tradizionale terminologia, di carattere topografico-geometrico, benchè frusta e stomachevo– le, bisogna tracciare il solito schema. E, notato che solo su quattro mozioni (quelle dalla n. 2 alla n. 5) s'imposterà la discussione, presentando· tutte le al– tre carattere precario e accessorio, diremo - tanto per essere originali - che ancora una volta sono in presenza una destra (mozione n. 5 e l'insignifi– cante mozione n. 1), una sinistra (mozione n. 3), ed un centro. La novità è rappresentafa -dalla configu– razione ,di questo centro. Anziché avere un centro serrato, compatto, centripeto ed equilibratore (co– me ad es. nel Congresso di Genova del _P.S.I.) siamo ibliotecaGirioBianco qm m <presenza di due centri diversi, tra i quali si svolge un -contrasto certamente non meno vivo di quello che ,si dibatte nei ,confronti delle ·ali. C'è un centro-sinistro, imperniato sulla mozione n. 2 di Faravelli-Mondolfo, in contrasto con un centro– destra, imperniato sulla mozione n. 4 Spalla-Simo– nini. Mentre sulle ali, a sinistra ed a destra, la si– tuazione è ben netta e in cer.to modo stabile, al cen– tro la situazione è fluida e mo bile. I congressi pro– vinciali hanno piuttosto aumentato che ravvicinato il distacco tra i -due fochi ,del centro. Per 'di più su posizioni di centro, ma di un centro indiscrimi– nato, sono confluiti molti elementi instabili ed in– certi, i cui spostamenti ,potranno essere decisivi per l'esito finale del Congresso, del ·quale è vano tentare· pronostici. · Riconosciamo però subito che questo schema, fet. to ad uso di coloro che senza l'abituale topografia sono come pesci fuor ,d'acqua, è del tutto inade– guato. Per formarsi un più esatto quadro del di- , battito meglio è farne a meno e scendere più con– cretamente alPesame delle tesi congressuali. Ideologia o politica? Sorge a questo punto una domanda: questo immi– nente congresso vuol essere un dibattito per la de– finizione ideologica o per la determmazione di una linea politica? Mentre alcune mozioni, esplicitamente o 'no, ri– tel'lgono superflue le definizioni ideologiche, questa esigenza di « ridefinirsi » è proclamata fermamente dalla mozione Faravelli-Mondolfo, seguita su questo punto dalla mozione n. 4. Ma, a ben guardare, )il problema non concerne la necessità d'individuare i presupposti <del socialismo <democratico, di cui il P.S.L.I. è e resta l'autentica ed unica espressione organizzata, dato che qu•esti presupposti appaiono saldi ed acquisiti, berlsì quella di vierificare la val i– dità di ,una formula. E' questa la « lotta sui < :J.ue fronti». Essa è in realtà comune a tutti, anche se le conseguenze politich•e che se ne traggono sono di– verse o addirittura antitetiche. Ma è piuttosto la individuazione di questi « fronti » che ha dato luogo a perplessità o a ,equivoci da cui si ·vuole uscire. E' chiara, da una ,parte, la configurazione del fronte contro iJ. bolscevismo o, più esattamente, contro il cominformismo (di cui è succube la direziorie centri– sta del P.S.I.). Con questo fronte proprio nessuno è disposto a lasciarsi confondere, nonostante siano stati lanciati a scopo polemiGo sosp•etti di _tal fatta contro la mozione n. 3. E' dall'altro lato che na– scono invece maggiori perplessità, Su questo punto· la mozione n. 2, avvicinandosi a quella n. 3, è in disaccordo con quella n. 4. Per la prima questo « al– tro fronte» è costituito dalle forze d'ella conserva– zione, della restaurazione, del privilegio, includen– dovi, sotto l'aspetto politico, 1a D. C. che ne favo– risce -la manovra. La mozione n. 4 è meno imp·e• gnativa al riguardo: per essa l'altro fronte è costi– .tuito da un non meglio definito « totalitarismo di destra », nel quale è riluttante ad includere sen– z'altro, almeno sinchè si muova sul ~erreno della democrazia politica, la D. C. Questo preludio ideologico sarà però senz'altro soverchiato dalla necessità di prendere. posizione rispetto ai quattro grandi problemi pòsti all'ordine del giorno del Congresso. . Vediamo quindi come le diverse principali mo– zioni rispondono a questi interrogativi. Il problema dell'unificazione socialista. Problema n. 1 è quello della Unità Socialista, da tutti conclamato come principale, connaturato, es– senziale. · La posizione ,di maggiore apertura in senso uni– tario è indiscutibilmente rappresentata dalla mo-
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