Critica Sociale - anno XLI - n. 1 - 1 gennaio 1949

CRITICA SOCIAL]r 19 nario ; eppure nella Seconda Repubblica, ·nelle condizioni speciali cieli' occupazione degli Alleati, tale trasformazione non potè venir _ realizzata che attraverso un compromesso parlamentare. Ciò non è indicativo del carattere del Par– tito Socialista attuale, e dimostra solo che considerare l'a– zione parlamentare come ùa caratteristica princiPale della concezione riformista non è sufficiente. L'azione di massa è ritvoluzionMm? E così dall'altra parte Hindels, per caratterizzare il So– cialismo di sinistra, dice che questo non respinge le azioni di massa, ma le incoraggia e, -le appoggta. Questa è una teoria « classica»: nella letteratura classica socialista si trovano molte discussioni su questo punto. Particolarmente Rosa Luxemburg diede una grand~ importanza a tutto ciò che chiamò azione spontanea· deHe masse. Ma in Hindels l'accento non è sulle azioni di massa spontanee, ma sulle azioni ·di massa in generale, come contrapposte all'azione parlamentare. Tuttavia Hindels forse non ha vissuto il 1934? E non ha forse fatto l'esperienza dal 1945 iFI poi? Il "Partito Austriaèo, prima del 1934, fu, secÒndo Hindels, sostanzialmente un Partito Socialista di sinistra; malgrado ciò, come ·sappiamo, nel momento decisivo, nel febbraio del 1934, l'azione di massa è mancata. Soltanto una· piccola minoranza della classe operaia ha lottato. La r-1-gione sta anche nel fatto che i dirigenti hanno esitato molto, forse troppo, a chiamare le masse all'azione; ma non è solo ·-questa la ragione. In realtà la uagione è soprattutto nel fat– to che, contrariamente alle teorie classiche e alle aspetta– tive, tre anni di disoccupazione non hanno ràdical-izzato le masse, ma al contrario le hanno intimidite e paralizzate. La vecchia teoria del.J'azione spontanea delle masse tra– scura completamente l'importanza di un fattore -da noi nel frattempo scoperto, ma che siamo lontani dall'aver del tut– to approfondito, cioè feffetto psicologico <delle condizim1i economiche e l'influenza di fattori _irrazionali di ordine sen– timentale e morale sulle masse in genere. Il fascismo non ha forse messo in movimento _grandi masse coq le sue lusinghe? Ed era forse per qµesto rivoluzionario? No, la 1 psicologia di massa del Marxismo classico è insufficiente. Attualmente un marxista non ,p11òpiù basare le sue defi– nizioni sti"1lateoria clas;ica delle azioni di massa, e, se tenta di farlo, sbaglia. La massa e il po<tere .. Fra gli elementi e le forze la cui irradiazione p~icologica mette in movimento le masse vi sono, oltre alla fame, alla miseria, all'ingiustizia, alla negazione dei diritti, la cui ma– nifestaziÒne psicologica è la" speranza di un miglioramento, anche il potere e -il successo, cioè la speranza di una mag– gior poten·z_a. Il loro potere di attrazione e la loro in– fluenza ;ullè azioni di massa è eFiorme. Varrebbe la pena di analizzare seriamente fin dove un Partito che abbia suc– cesso nel campo delle riforme e dell'azione parlamentare possa mettere in movimento le· masse, partendo da queste premesse. Le dittature ci hanno dato un esempio istruttivo per l'e– same di questo problema coi suoi pro e contro. Qui sta la ragione per cui una dittatura non può permettersi insuc– cessi, neanche apparenti. Un altr0 esempio ci hanno for– nito i comunisti, particolarmente dal 1945 in poi, dimostran– do come un movimento che miri alla dittatura falsifica i movimenti delle masse. « Azio-ne di massa» comunista. Anche questa esperienza rende il concetto classico del– l'azione di massa inapplicabile nei nostri tempi. In luogo dell'azione di massa «spontanea» vi è qui un movimento di massa messo in moto da un ordine, come pretesto e strumento dell'azione politica di una minoranza. Le varie trasformazioni nelle democrazie popolari, presentate sem– pre come il risultato della protesta e della volontà delle masse minacciose, furono in realtà sempre opera di un esiguo numero di agenti e di apparati, e furono, nel mi• gliore dei casi, risultato di una dimostrazione organizzata, e ben organizzata. Nel colpo di Stato in Cecoslovacchia del febbraio 1948 fu sufficiente ~ decisivo il fatto che i comunisti potessero disporre di due apparati egualmente im– portanti: l'apparato poliziesco e quello sindacale. Così fu– rono rovesciati i governi, « fusi» i Partiti Socialisti e se– polta la democrazia. E con essi è stata sepolta anche la vecchia teoria dell'azione di massa, e il compagno Hirlde!s non può fondare su di essa la concezione del socialismo di sinistra. Dobbiamo portare un ultimo esempio recente per dimo– strare che, nell'epoca della corruzione del movimento operaio da parte dei com11nisti, l'azi@ne di massa non ·può caratte– rizzare tale movimento? Gli scioperi e le dimostrazioni fre– quenti in Francia, spesso eseguite da grandi masse, dànno il <l(Uadrodi un'azione extraparlamentare in parte spontanea, in parte travisata. Questi moti, che sono parte della politica co– munista e costituiscono una disgrazia per il Paese, e appro– fondiscono la scissione della classe operaia, e aumentano la miseria economica e acuiscono i pericoli politici, sono forse un segno di separazione dal _«riformismo»?. Non certo più di quanto lo siano le dimostrazioni organizzate delle demo– crazie popolari. Il fatto che rifiutiamo di accettare il feticismo delle masse significa. forse che dobbiamo accettare l'altro estremo, am– mettendo solo uri movimento operaio regolato negli uffici, e per così dire statizzato, che i nostri Sindacatì e la buro– crazia delle Camere del Lavoro sembrano pericolosamente pre– ferire? Affatto! Noi rimproveriamo appunto ai comunisti di dominare completamente il movimento operaio, come movi– mento di massa, coi loro appara.ti di oartito e governativi, travisandone i ·caratteri. Che forma di socialismo·? La verità è che il concetto classico "di riformismo è così poco conciliabile con le forme attuali, coi proble_mi 9el mo– vimento operaio quanto il concetto classico_ del Socialismo ll"ivoluzionario, risuscitato da Hindels, che dovrebbe aver co– mè metro le azioni di massa extraparlamentari. La verità è ' che le forme e i concetti del movimento operaio sono inclusi nel mutamento dei valori che accompagna ogni cambiamento sociale, in un processo che contiene "in sè molte crisi, scosse sociali e catastrofi e che ha la durata di varie generazioni. Si tratta di identificare questo processo di sviluppo, come pure la nostra posizione mutevole nelle crisi e nelle trasfor– mazioni con le quali avviene storicamente. la realizzazione della nostra immutabile idea, la società socialista. Se, dunque, non vogliamo essere riformisti di vecchio stile nè socialisti di sinistra di vecchio stile, qual genere di socia– listi vogliamo essere? Ognuno di noi sente che, se anche vo– gliamo rimaner fedeli a.Ile tradizioni del nostro Partito, que– st0 non è più lo stesso dei tempi di- Otto Baùer e di Victor Adler. D'altra parte questa è la situazione di tutti gli altri Paesi. Il movimento operaio, in tutti i Paesi in cui ha rag- • giunto uno sviluppo omogeneo (e ciò si riferisce soprattutto ai Paesi europei), ha subìto un mutamento a causa di tre circostanze: il proprio sviluppo nei limiti del proprio Stato; il fascismo; lo sviluppo del comunismo, impersonato e di– retto dal-l'Unione Sovietica. . Una nuooa fase. Non possiamo esaminare qui.questi tre elementi nella loro funzione. Il primo elemento ha prodotto un fatto che Hin– dels giustamente indica: sia l'ala destra che la sinistra del movimento operaio voglionlll. il potere nello ·Stato. Il potere non è più l'obiettivo lontano di sognatori radicali e non sem– bra più solo raggiungibile a costo di uno sconvolgimento sanguinoso e di esito incerto: esso è vicinissimo, e appunto per ciò le strade che conducono al raggiungimento e al– l'affermazione di tale principio sono tanto più importanti. La classe operaia è entrata indubbiamente in una nuova fase del suo sviluppo: fase caratterizzata dal possibile raggiungimen– to del potere e della maggioranza, dalla responsabilità· gover– nativa e dai compitì amministrativi. Hindels, a proposito di questo, ha detto varie cose giuste e importanti, che però van– no oltre il classico schema « Riformismo-Socialismo di sini– stra))_ Il vecchio giudizio o pregiudizio che appare nelle di– scussii:mi di tendenza nella Socia,Idemocrazia tedesca, la for– mula « gli amministratori sono riformisti » non regge nep• · pure più; lo s0no solo se si lasciano sopraffare dall'ammini•

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