Critica Sociale - anno XL - n. 24 - 16 dicembre 1948
CRITICA SOCIALE 557 rlia che, rimasti sotto cenere dal maggio scorso, dovrebbero essere portati alla luce quando l'iniziativa americana in Eu– ropa avrà raggiunto tm grado di efficienza tale da dive– nire elemento fondamentale per il raggiungimento della di– stensionè. L'inclusione attuale dell'Italia in uno strumento predisposto a tale fine impacc~Febbe le stesse funzioni cui dovrebbe rispondere; poichè gli Stati Uniti hanno dimo– strato sufficientemente di non deside.are un dilagare della guer-· ra fredda: lo hanno dimostrato con le reticenze e il tempo– reggiameNto manifestati per la sorte di T.rieste, ,per even– tuali revisioni unilateratli del Diktat italiano (vedi clal\'lòle militari); foori d'Europa lo stanno mosfrando nei riguardi della disfatta di Ciang-kai-Scek. La diplomazia americana ha concentrato i suoi sforzi sulla Germania, applicando alla guerra diplomatica le stesse concezioni che condannano di– spersioni di forze nella guerra militare modema. Anzichè appdicare tutte le proprie energie diplomatiche nel persuadere gli Oecidenta!Ì della necessità di un'ammis- · sione dell'Italia nel patto atlantico, si sarebbe dovuto ado– perarle per ~onvincerli deLl'utilità che l'Italia mantenga una propria posizione elastica: sarebbe così garantita sostanzial– mente una « presenza attiva » dell'Italia in Europa in fun– zione mediatrice, distensiva, eautelatrice dei propri intèressi intesi come interessi della collenività euro])ea; e la paura dell'isolamento diverrebbe una mera ombra, qualora ·Occi– dentali ed Orientali convenissere in questa posizione e fune zione delrita1ia, esplicabile soprattutt0 su.I terreno della cooperazione economica, oggi passata al primissimo piano nei rapporti internazionali, quale elemento vitale per la ria– bilitazion~ dell'intiera Europa. Anche su questo terreno oggi si vanno presentando delle possibilità (.cheieri sembq1vano .seppelfite per sempre) sotto il pungoilo di esigenze supreme che stanno lentamente riav– vicinando Oriente ed Occidente: basta pensa-re ai piani ela– bòrati dall'a Commissione economica europea di Ginev,ra e a certi orientameflti occidentali verso -,,Oriente europeo, 'che potrebbero avere decisivi sviluppi. Non esitiamo infine a denunciare in tutta la taa meschi– nità un·a tendenza, affiorata soltanto sporadicamente, alme– no nelle manifestazioni ufficiali, e che speriamo non sia prevalente, la tendenza ad adoperare una nostra :}<lesione al patto at1antico quale veicolò di revisione unilaterale delle clausole militad del Diktat e della r~stituzione d_elle co– lonie prefasciste. In questo caso, -ricadremmo negli errori di un nazionalismo danno~9 ai- reali interessi dtll'ltalia, per: chè a propria soddisfazione pretende l'uso di ogni mezzo, non escluso lo sfruttamento dei conttasti attualmente esi– stenti, anche a costo di inasprirli e di inseFi.rvi fa– talisticamente il nostro Paese; quel nazionalismo che agita ancora una volta il miraggio del eolonialismo quale panac'"a dell-e nostre difficohà economico-sociali, parlando farisaicamente di « nuovo » colonialismo, qt!iatado iJ colonia– lismo, uno e solo, si'" avvia verso una graduale elimina– zione. Un'amministrazione fiduoiaria ci imporrebbe gli one- senza attiva» al di là e al di qua della grande frontiera che divicje l'Europa. Questa pacifica nostra « presenza attiva» potrebbe trovar'e campo di espansione anche in Germania, ove forti correnti si vanno formando per un analogo. orien– tamento di neutralità dinamica e potrebbero avere impen– sati sviluppi al momento della liberazione della Germania dal S110attua,le status di paese occupato. Confessiamo phe la nostra linea sceglie la via della mag– gior -resistenza, mentre\ l'altra, oltre a soddisfare pregiu'dizi nazionalistici fuori tempo, ma ancor vivi e coltivati nel nostro paese dagli stessi ambienti responsabili, ha il pre– gio apparente di battere la strada delfa minore resistenza. La prima richiede artè e imma,ginazione, la seconda soltan– to una tecnica burocratica. La prima non ha' il favore dei più, che invece l'altra miete con grande fortuna. Ma ben sappiamo noi italiani, e dovremmo semprè averlo presente nei momenti deciil,i'videl•la nostra storia, quanto caro ci sia– no altre volte costate certe scelte «facili», che in fondo _al calice allettante nascondono amarez;e è delusioni, che I poi impongono sforzi now facili, anzi sov,rumani, per por– re ad esse disperati rimedi. BASILIO CrALD!lA ,\ I • Questi nostri Ha avuto. luogo negli scorsi gi0rni a Bologna il Congresso– della no'Stra Federazione ,Gvovanile. I giovani ne poss.ono àndare· orgoglio-si. E noi possiiPl'no essere orgoglios-òdi ave,re con _ni:ndei giovani ·di, tal /atta: Se compito precipuo della F.G.S. è qu ello di preparare i quadri di doowni e di contribuire al.la prèparazione ideo-lo-I gica_e politica dei giovani, il Cong resso di Bologna ha mo– strato risuleati più. che incoraggian~. La passione, l'acume, l' /m:ria critica con cui sono stati dibattuti, i problemi del socialismo democratico, con una vivacità' 'di contrasti che raramente è trascesa e che non i mai caduta in forme di infantilismo; la ,preoccupazione comune, anche se varia– ment~ interpretata, ·ai ridare di.la 'classe lavo,ratrice i suoi · validi striimenti di lotta e la sua f unzione di protagonista; l'esigenza genddl.e· di n<>n ,appagarsidelle posizioni raggiunte; lo sgancWl/'nentoda ogni,·cvnformismo e da ogni posizione precostituita, portando la discussione sul terreno (i.ella liberà e democratica critica, assolut=enie lo,ntana dal dogmatismo e dal totalitarismò, di marca P.C. o di marca D.C., ci dànno a bbne sperare per l'avvenire del socialismo- e della demo– crazia, che sono ormai pdrte ·integrlllnte di questi nostri gio– vani oompagni. ~i amministrativi e militari di paesi improda'ttivi e ribelli, nei quali, anche se vi fossero quelle possibilità (che non vi sono) di un relativo popola~ento, non potremmo usarne per i ,limiti e la stessa cpncezione dell'istit.uto fiduçiario: non potremmo infatti ·p-teparare quei · territori all'autogo- ' verno, come ci verrebbe impòsto dall'O.N.U., senza rispet-' tarne fonéfamentalmente la configurazione etnica, che non pòtremmo alterare con forti, immigraziÒni italiane. Una « presenza attiva» in Europa, p0sta in tértnini mi– litari, diviene vittima di questa impostazione unilaterale, va– levole solo in caso d[ guerra : ed- anche in tale caso, non ci garantisce da1l'invasione, anzi ce· l'assicùra' aatomatiea– mente. In \ caso poi di distensione russo-aJ!lericana, quella impostazione manifesterebbie la sua sterilità, inibendoci lo svolgimento autonomo e spregiudicat0 di una funzione me– diatrice e il peculiare inserimento dell'Italia nella .colletti.-– v'ità europea, quaile forza di coordinamento essenziale tra Oriente ed Occidente e tra il Continente ' e i paesi arabi. Quel genere di «presenza» si ir,rigidisce solo in funzione di' guer,ra; patia di « neùfra-lità » qtJale sinonimo di isola– tn'ènto, ìn modo imprbpriò coine se la guerra fossé g,ià in a't\to, mentre i legami mili-tari ci isolano, in tertfp'<!t di p'acè, alstaMizzando l!Ìmli unilateralità di posizì0ni, cpe pùèl pre– g'iudi<:are il pbssibble attua,rsi di umv paeifi~a nostra « pre- Certo, se taluno concepisse l'awtono-mila, tam,tostrenuamen– te r:ivendicata dalla F.G.S., come una specie di 'minori#, di discepolanza, di apprendistato, o la. concepisse invece come un particolare settore di attività, riserbato a particolari forze e- a partieolari problemi, avre bbe st ortq il na,so. In fÒndo, più. che una discussione, sùlla F.GS . ·o sul suo operato, è stata ui:iadiscussione su tutta la posizione del P.S.L.l., sulla partec-i.pazionegovernatvva, sulla politica economica, sulla politi;a es,tera. Sotto questo aspetto questo congresso gio– vanile è stato quasi un pre-congre-sso del Partito. Nè for1e era possibile altrim-1enti.Non · solo per /a, preminenza c"lie assumono certi problemi politici, interni ed internazionali_ su ·tutti i 'Setto_ndi un Partito, ma anche e soprattutto per– che dalla posizione e dalla condotta &ell'iniero Partito di– pende in ultima ista,nza quella possibilità di penetrazione e di pro-se/itismo nelle- massé' gio-uaniti chè la F.G.S\ sente come · · teca Gjno Bianco sùa particofare missione. 1 · ' . N è, d'altra parte, ci si può lagnlire che i nostri giovani abbiano dedicato una parte così pr eminen te dei loro lavori ai problemi del P.S.L.I. Lo hanno fat.to con tanta serietà e tanta passione - -e sopràtiutto ·v an tan ta co-n.Ùpevolezz/J. e· matufità -- che nessutio dei molti ed attenti « anziani ~ pre-.sent-ipuò cwere sfiorato, neP'pure per un· -istante, l'flin• mqgine ironica di « questi .ragazzi » che discutévanò ~ « P'rb 0 blei11idei grandi». Semmai n:àsceva il ricordo di al1ri con- \·
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